Cisti ovariche: benigne e maligne. Cause e rimedi

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Dottoressa Laura Lombardo (Ostetricia) Consulente Scientifico:
Dottoressa Laura Lombardo
(Specialista in ostetricia)

Cosa sono le cisti ovariche? Come facciamo a distinguere quelle benigne, maligne ed emorragiche? Scopriamo le cause ed i rimedi per questa patologia così frequente.

Cosa sono le cisti ovariche?

Le cisti ovariche sono formazioni nate da un malfunzionamento delle ovaie. Esse sono delle sacche piene di liquido o anche solide che si formano all’interno delle ovaie.

Le cisti ovariche sono generalmente di natura benigna e molto spesso asintomatiche. Quelle di piccole dimensioni non richiedono alcun trattamento, ma quando una cisti si rompe provoca forti dolori addominali e può essere necessario rimuoverla chirurgicamente.

Queste formazioni sono molto frequenti nelle donne in età fertile e sono presenti in circa il 20% delle donne in menopausa.

Cosa sono le ovaie? Quali le loro funzioni?

L’ovaio è uno degli organi principali del sistema riproduttivo femminile. Ha tra le sue funzioni la maturazione ciclica di un follicolo che cresce nel suo tessuto, fino ad essere espulso e captato dalle tube di Falloppio per la fecondazione.

Ha inoltre la capacità di produrre due ormoni, estrogeni e progesterone, fondamentali per il corretto svolgimento del ciclo ovarico e mestruale.

Quando si crea una alterazione in uno di questi due meccanismi, si può avere la formazione di una cisti.

Cause e tipologie delle cisti ovariche benigne.

Le cause sono strettamente legate al tipo di cisti ovarica che si forma.

Le cisti Funzionali: follicolari, luteali, emorragiche.

Le cisti funzionali sono la tipologia più frequente e sono legate ai follicoli che durante ogni ciclo mestruale si sviluppano.

Esistono tre distinti tipi di cisti ovariche:

Endometriosiche.

Le cisti endometriosiche sono strettamente legate alla presenza di endometriosi, una patologia per cui cellule della parete interna dell’utero (endometrio) si sviluppano fuori della loro naturale collocazione.

Possono situarsi sull'ovaio o entrambe le ovaie, e rispondono in modo simile all'endometrio alle modificazioni ormonali: si sfaldano e il sangue che non riesce a essere riversato all'esterno si coagula, causando cisti endometriosiche o endometriomi.

Possono ingrandirsi fino ad addentrarsi nel tessuto ovarico, causare dolore specie durante i rapporti sessuali e se non vengono riconosciute e asportate in breve tempo, possono causare la perdita di parte del tessuto ovarico.

Policistosi ovarica.

La policistosi è una condizione in cui gli ormoni maschili (androgeni) sono presenti nella donna a livelli alti e quindi interferiscono con la corretta maturazione dei follicoli e del ciclo ovarico.

Si formano così una serie di follicoli che non giungono a maturazione, il ciclo ovarico si arresta e ciò causa anovularietà (assenza di ovulazione) e di conseguenza l’incapacità di produrre l’ovocita per la fecondazione e l’infertilità. Oltre ai disordini ovulatori, esistono altri segni della presenza di ovaie policistiche (peluria in zone del corpo “maschili”, aumento di peso) anche se la conferma della presenza della sindrome si ha con il reperto ecografico e il risultato di alcuni esami ormonali, che evidenziano gli alti valori degli ormoni androgeni.

Cisti dermoidi.

Anche dette teratomi, le cisti dermoidi rientrano nei tumori a cellule germinali e sono più frequenti nel periodo infantile e dell’adolescenza. Si originano dalle cellule germinali, ossia le cellule che danno origine ai vari tessuti presenti nel corpo e quindi possono contenere al loro interno tessuti che hanno la medesima natura di peli, capelli, denti. Possono aumentare di dimensioni e vanno asportate chirurgicamente per evitare che possano causare una perdita del tessuto ovarico o la torsione della ghiandola. Di solito decorrono in modo asintomatico finché non aumentano talmente tanto di volume da far comparire dei sintomi specifici da compressione sugli organi vicini: utero, vescica, retto (difficoltà della minzione, dello svuotamento del retto, senso di pesantezza addominale, gonfiore).

Cistoadenomi.

Fanno parte dei tumori benigni delle ovaie. Sono presenti principalmente nelle donne in menopausa, ma non solo. Sono di due tipi: sierosi e mucinosi. Le cisti sierose sono più frequenti, a differenza delle mucinose che sono più rare ma maggiormente riscontrate in età adulta. Si originano all'interno della ghiandola e spesso hanno al loro interno una sostanza acquosa o gelatinosa. Possono aumentare di dimensioni, sebbene si presentino quasi sempre senza manifestazioni dolorose, anche fino a 15-20 cm, le più grandi addirittura a 30 cm, e di conseguenza possono diventare pericolose per il rischio di torsione dell’ovaio.

Le formazioni ovariche borderline e maligne.

Oltre alle formazioni cistiche benigne, le ovaie possono essere soggette a formazioni maligne quali:

Tumori borderline.

Sono formazioni che appaiono anomale come tipo cellulare ma non invadono il tessuto ovarico, per questo vengono considerati borderline, ossia al limite tra la categoria dei tumori benigni e di quelli maligni. Esistono varie categorie:

In genere vengono diagnosticati solo quando diventano sintomatici o raggiungono dimensioni cospicue. I sintomi più comuni sono il dolore pelvico, dolore addominale, senso di tensione addominale.

Carcinoma ovarico.

E’ il tipo di tumore più diffuso tra le donne. In genere il carcinoma colpisce tra i 50 e i 70 anni, ma sono presenti anche casi di donne in giovane età colpite dalla malattia. Provoca scarsi sintomi, generici, riferibili spesso ad altre patologie, per cui non è infrequente scoprirne la presenza già in fase avanzata. Quando si manifesta, i sintomi sono perlopiù: senso di pesantezza all’addome, dolore addominale o pelvico, ascite (raccolta di liquido).

I sintomi con cui si manifestano le diverse cisti.

La sintomatologia varia a seconda della cisti che si forma. Spesso le cisti ovariche non presentano alcun sintomo, ma quando presenti i sintomi più comuni sono:

Possibili complicanze.

Le complicanze che possono derivare dalle cisti ovariche sono molto basse inferiore all'uno per cento dei casi.

L’evento più frequente è la rottura della cisti con conseguente sanguinamento.

Diagnosi delle cisti ovariche.

Come abbiamo visto, spesso le cisti risultano asintomatiche.

Ad ogni modo per fare una corretta diagnosi di cisti ovarica e per capirne la natura (benigna o maligna), oltre che dell’analisi di sintomi e segni il ginecologo può avvalersi delle seguenti indagini:

Entrambe queste indagini sono assolutamente poco invasive ed è possibile eseguirle presso il ginecologo di fiducia o in strutture ospedaliere. Danno un’immagine chiara della cisti e l’occhio di un medico esperto e preparato potrà già dirvi se si tratta di una cisti che potrà riassorbirsi o se è necessario un ulteriore approfondimento diagnostico.

E’ possibile che vengano effettuati anche dei prelievi di sangue che possono aiutare il clinico ad individuare il tipo di cisti: ad esempio i due marker CA 125 e MUC 16. In questo caso, però, un risultato alterato non significa necessariamente che la paziente è affetta da tumore, in quanto specie il CA 125 risulta alterato anche in altre condizioni (endometriosi, malattia infiammatoria pelvica, etc).

Rimedi delle cisti ovariche.

Nel caso di diagnosi di cisti ovariche il trattamento è funzione:

Come trattare le cisti benigne:pillola anticoncezionale e laparoscopia.

Le cisti funzionali, generalmente non vengono trattate, queste, infatti, spesso scompaiono.

Se invece la cisti aumenta di dimensione, provoca fastidio e causa anche alterazioni del ciclo mestruale, è possibile prescrivere per un breve periodo la pillola anticoncezionale, che mette a riposo le ovaie e di conseguenza determina un riassorbimento della formazione saccata.

Per le cisti che invece non si riassorbono, può essere necessario ricorrere all'aspirazione del contenuto liquido, specie se si tratta di una paziente in età fertile, che desidera dei figli.

Per gli altri tipi di cisti (endometriosiche, dermoidi, cistoadenomi), è necessario ricorrere all'asportazione chirurgica, soprattutto quando la cisti ha raggiunto dimensioni considerevoli tanto da dare una sintomatologia dolorosa.

Il tipo di intervento dipende dall'età della paziente: nelle donne in età fertile, si preferisce un approccio meno demolitivo e più conservativo, per evitare di dover togliere parte del tessuto ovarico che implicherebbe una riduzione della capacità fertile. Si asporta quindi solo la cisti cercando di lasciare intatto l’ovaio.

Questa valutazione però viene fatta dal clinico in base alla situazione che si presenta durante l’intervento, che in genere è in laparoscopia che ha tempi di recupero e di degenza rapidi e significativa riduzione del dolore post operatorio.Si effettua introducendo attraverso piccole incisioni sull'addome uno strumento dotato di una telecamera che permette di esaminare da vicino tutte le strutture della pelvi, intervenire se necessario o prendere dei campioni di cellule per esame bioptico.

Trattamento delle neoformazioni maligne.

Nel caso di formazioni borderline o maligne, il trattamento è l’intervento chirurgico, nella maggior parte dei casi demolitivo.

L’intervento di asportazione totale dell’ovaio (ovariectomia mono o bilaterale) viene effettuato in:

Prevenzione e rimedi naturali.

Al momento non esiste nessuna forma di prevenzione per la formazione delle cisti ovariche.

In passato era stato proposto di utilizzare il marcatore CA 125 (una glicoproteina usata per la valutazione della presenza di alcuni tipi di tumori) per identificare pazienti a rischio di cisti, ma essendo un dato aspecifico, non è possibile utilizzarlo in modo sicuro.

Questo infatti normalmente viene dosato in caso di carcinoma delle ovaie e per valutare la presenza di eventuali recidive (un suo rialzo anticipa la comparsa della recidiva di circa 3 mesi), ma aumenta anche in altri casi non strettamente legati ad eventi tumorali ovarici (endometriosi, tumore dell’endometrio, della mammella, fibromi uterini, gravidanza, malattia infiammatoria pelvica). Quindi non è possibile utilizzarlo come screening per la prevenzione.

Recentemente è stato proposto un altro marcatore, HE4, identificato inizialmente nell'epididimo maschile, che è maggiormente specifico per le neoplasie ovariche e quindi aiuta nella diagnosi differenziale tra cisti benigna e formazione maligna.

L’unica forma di prevenzione è recarsi regolarmente dal ginecologo, per una visita di routine, dato che la cisti è facilmente individuabile tramite un normale controllo ginecologico con palpazione dell’addome o visita interna, o tramite una ecografia vaginale di routine.

Inoltre, tra i rimedi su base naturale e “casalinga”, si consiglia:

Prognosi.

Ne maggior parte dei casi le cisti ovariche hanno una prognosi positiva. Esse, come più volte detto, non necessitano di terapia e spesso scompaiono spontaneamente.

Inoltre anche in caso di intervento l’asportazione di un’ovaia non compromette la fertilità e la donna è ancora in grado di procreare.

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