Disbiosi intestinale cos' è? Sintomi, cause, cura e dieta

Logo redazione Articolo realizzato dalla redazione
Informazioni sui Consulenti Scientifici

La disbiosi è un’alterazione della flora batterica che tappezza l’intestino. Le cause che possono provocare uno squilibrio tra i microrganismi che colonizzano l’intestino sono molteplici, dalla cattiva alimentazione ad alcune patologie. Approfondiamo le cure e la dieta adatta a normalizzare la fisiologica flora intestinale.

Che cos’e la disbiosi intestinale?

La disbiosi non è una patologia ma una condizione di alterazione della fisiologica flora di batteri che normalmente colonizza l’intestino e l’intero apparato gastroenterico. Chiariamo quanto detto. Molti distretti anatomici del corpo umano (generalmente quelli esposti all’ambiente che ci circonda come ad esempio la pelle o quelli in comunicazione con l’esterno come ad esempio: vagina, cavo orale, etc.) sono perennemente popolati da colonie di numerosi e differenti batteri che vivono in equilibrio tra loro e con la regione anatomica che popolano. Questa condizione di equilibrio e simbiosi tra una moltitudine di differenti specie di microorganismi (principalmente batteri), che popola una determinata area corporea, viene indicata con terminologia tecnica come eubiosi.

Nel caso dell’intestino si parla perciò di eubiosi intestinale e la colonia di microrganismi che la interessa viene indicata col nome di flora intestinale o col termine più moderno e tecnico di: microbiota umano. Se questo equilibrio, per delle ragioni che esamineremo meglio in seguito, si altera ed alcune specie di microrganismi prendono il sopravvento e proliferano più del solito travalicando i normali livelli di equilibrio si parla di disbiosi.

Quando tutto ciò avviene nell’intestino si parla di disbiosi intestinale.

Approfondimento sul microbiota umano.

Il lume dell’intestino ha una superficie interna molto vasta che va dai 200 ai 300 metri quadrati. Su tale superficie è spalmata una popolazione di microrganismi anch’essa imponente dell’ordine dei cento bilioni di elementi (un bilione è pari 1.000.000.000.000). Per avere un’ idea di quanto detta colonia di microrganismi sia vasta, basta considerare che il suo ammontare complessivo è dieci volte superiore di quello di tutte le cellule corporee messe insieme e che il suo peso totale è compreso tra 1 e 2 Kg. I microorganismi che la compongono sono suddivisi tra circa 500 specie differenti. Quando l’ospite è in buona salute il numero di ognuna di queste specie è bilanciato con rapporti precisi e costanti con gli altri. Tutti insieme poi concorrono a mantenere in buona salute l’organismo ospite, comportandosi come un vero e proprio organo interno che sovraintende a funzioni che il corpo umano non è in grado di espletare come, ad esempio, la degradazione dei polisaccaridi per consentirne l’assimilazione da parte dell’intestino.

La composizione della flora batterica, nei vari distretti in cui è possibile suddividere l’apparato gastrointestinale, varia in maniera sensibile.

Essa è, infatti, influenzata da alcune caratteristiche fondamentali che, naturalmente, variano man mano che ci si sposta dallo stomaco all’ano.

I parametri che incidono e determinano detta composizione sono: acidità dell’ambiente, concentrazione di ossigeno, presenza di succhi ed enzimi gastrici, presenza di sali biliari, intensità dei movimenti di peristalsi, concentrazione e qualità dei nutrienti.

Comunque sia, si è soliti differenziare i componenti della flora batterica in:

  • Microorganismi che non hanno potenziale azione patogena o simbionti. Essi svolgono una azione benefica, che principalmente è identificabile con processi di fermentazione e quindi di abbattimento degli zuccheri. Appartengono ad essa: bifidobatteri lattobacilli, batteroidi ed eubatteri. Tutti insieme questi microrganismi costituiscono il 90% della flora intestinale e sono quella dominante

  • Microrganismi potenzialmente patogeni. Sono mantenuti (se il soggetto è in buona salute) in equilibrio ed in condizione di non patogenicità dal controllo esercitato dall’altra categoria di microrganismi. Appartengono ad essa: escherichie, enterobatteri, proteus.

A queste due categorie di microorganismi si accompagnano colonie di funghi e muffe occasionali ma comunque contenute in limiti non patologici per il controllo esercitato dal complesso batterico.

Funzioni della flora batterica.

In condizione di eubiosi (germi potenzialmente patogeni tenuti sotto controllo ed in condizione di non proliferare dai germi simbionti che sono in rapporto di almeno 1000:1) le principali funzioni della flora batterica sono:

  • Abbattimento dei polisaccaridi. Sono zuccheri complessi (un esempio è la cellulosa che il principale componente dei vegetali) che resistono all’azione dei succhi gastrici acidi dello stomaco.

  • Controllo della proliferazione di batteri patogeni. Controllo che viene esplicato con un effetto di barriera che inibisce l’eccessiva proliferazione sia dei batteri endogeni potenzialmente dannosi che di quelli esterni. Il controllo viene anche esplicato con la produzione di sostanze antibiotiche.

  • Decomposizione delle nitrosamine. Queste sono sostanze potenzialmente cancerogene che pervengono all’intestino dalla digestione salumi, insaccati e formaggi.

  • Sintesi dell’amminoacido β-alanina. La sintesi avviene a partire dai residui delle proteine alimentari che transitano nell’intestino. Il β-alanina si combina con l’istidina nei muscoli dando luogo alla carnosina che contrasta i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento.

  • Controllo del PH intestinale su valori acidi. In maniera da tenere sotto controllo i microorganismi responsabili della putrefazione che prosperano in ambiente basico.

  • Sintesi di alcuni complessi vitaminici: B e K.

  • Mantenimento del volume e trofismo dell’intestino.

  • Normalizzazione della peristalsi dell’intestino. La peristalsi è il susseguirsi di brevi contrazioni della muscolatura liscia intestinale che favorisce il progredire del chimo al suo interno.

  • Modulazione del sistema immunitario. Infatti, la flora batterica influenza il rilascio delle Iga, ossia anticorpi attivi nella risposta immunitaria. Le Iga sono sintetizzate dai linfociti B di cui sono ricchi i tessuti linfatici che sono abbondanti nella mucosa intestinale.

Classificazione delle disbiosi.

In funzione del tipo di processo che l’alterazione della flora batterica induce, possiamo avere

Cause che possono comportare un’alterazione della flora intestinale.

Le cause che possono determinare uno squilibrio tra i batteri della flora intestinale sono varie e di seguito riportiamo quelle più comuni:

Sintomi e conseguenze della disbiosi intestinale.

In realtà parlare di sintomi nel caso di disbiosi intestinale non è propriamente corretto perché non è una vera patologia. Sicuramente più appropriato è parlare di disturbi ad essa correlati. Quelli che con maggior frequenza si riscontrano sono:

Puoi approfondire tutti i sintomi della candida intestinale.

Approfondisci i sintomi e le possibili conseguenze della prostata infiammata.

Possibili conseguenze.

Le conseguenze di una disbiosi intestinale se protratta nel tempo possono essere:

L’alterazione della flora batterica crea all’interno dell’intestino un ambiente che non è quello fisiologico con produzione di metaboliti che possono condurre a processi infiammatori come nel caso del colon irritabile e, a lungo termine, dare origine a neo formazioni che possono anche evolvere in maniera maligna. Inoltre la mancata modulazione del sistema immunitario può indurre sviluppo di malattie autoimmuni a carico dell’intestino come il morbo di Crohn.

Diagnosi: test specifici per la disbiosi.

Una sintomatologia del tipo di quella precedentemente descritta consente di formulare una ipotesi di probabile disbiosi intestinale. La condizione potrà poi essere verificata sottoponendo il paziente ad alcuni test specifici. Essi sono:

Per entrambe le molecole, che sono dei metaboliti del triptofano (aminoacido essenziale) introdotto con gli alimenti, valori prossimi ai 60 mg/l sono il segno di disbiosi seria e di anomali livelli di putrefazione intestinale delle proteine.

Come riequilibrare la flora batterica? Cure e dieta.

La cura della disbiosi intestinale parte con l’adottare un corretto stile di vita eliminando gli eccessi di alcool e fumo, praticando una corretta e costante attività fisica di tipo aerobico e seguendo una dieta equilibrata.

La dieta.

La corretta alimentazione contro la disbiosi intestinale mira a ripristinare la flora batterica cercando di non affaticare l’intestino, per cui in generale è consigliabile:

In caso di disbiosi fermentativa, poichè essa è causata da una cattiva digestione della cellulosa, la dieta dovrà prevedere la riduzione di alimenti che apportano cellulosa quali: verdure,frutta, farinacei, grassi, latte e yogurt. La dieta sarà quindi principalmente composta da carne o pesce cotti ai ferri, arrosto o bolliti, da uova, e formaggi freschi dolci.

In caso di disbiosi putrefattiva, poichè essa è causata da cattiva digestione delle proteine, la dieta sarà povera di sostanze proteiche e quindi limiterà l’ingestione di uova, carni grasse, latte e latticini. La dieta in questo caso sarà prevalentemente composta da minestre di pasta o riso, verdure e frutta.

Terapie mediche.

Naturalmente la dieta in molti casi non basta a riportare la flora batterica intestinale ad una condizione di eubiosi. In queste condizioni si applica il protocollo che segue:

Articoli correlati

Micosi delle unghie di mani e piedi: cause, cure e rischi dell'onicomicosi Feci verdi in neonati, bambini ed adulti: cause possibili Colore delle feci: chiare o scure, gialle, verdi o nere cosa significa? Candida intestinale: sintomi, diagnosi, cura, dieta e rimedi naturali Piede di atleta: cure, farmaci, rimedi naturali e prevenzione Gardnerella: sintomi, cause, recidiva e terapia per uomo e donna