Menopausa: sintomi, dieta, rimedi farmacologici e naturali
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La menopausa è una fase importante e di grandi cambiamenti nel corpo e nell’umore della donna. E’ il momento in cui si esaurisce la fertilità e gli ormoni si modificano, dando luogo a sintomi che possono interferire con una buona qualità di vita. Scopriamo quali sono i rimedi farmacologici e naturali per attenuare i sintomi e la dieta più adatta per vivere al meglio dopo i 50 anni.
Cos'è la menopausa?
La menopausa è un cambiamento naturale e fisiologico che ogni donna deve affrontare e coincide con la cessazione dell’attività ovulatoria e quindi la fine della fertilità.
In linea generale possiamo distinguere varie fasi:
- premenopausa: è il periodo che precede la menopausa e durante il quale cominciano le irregolarità dell’ovulazione e del ciclo mestruale, i cicli si allungano e diventano irregolari o sporadici
- menopausa: corrisponde all'ultimo ciclo mestruale della donna e in genere si presenta intorno ai 50 anni
- post menopausa: è il periodo successivo all'entrata in menopausa, con completa cessazione dei cicli ovulatori e assenza di mestruazioni per almeno 12 mesi
- climaterio: è il termine usato per indicare il periodo di transizione dalla fase riproduttiva e la fase con esaurimento dell’attività ovarica e si considera dai 45 ai 55 anni circa.
Ricordiamo poi che eventuali interventi chirurgici o l’uso di chemioterapici possono indurre una menopausa artificiale, anche in giovani donne (es. l’asportazione delle ovaie per tumori ovarici interrompe la fertilità causando menopausa precoce).
Puoi approfondire le possibili cause di menopausa precoce.
A che età inizia?
Generalmente è intorno ai 40 anni che cominciano a comparire i primi cicli irregolari ed i primi sintomi.
- Si parla di menopausa precoce se la comparsa è prima dei 40 anni.
- Si parla di menopausa prematura se la comparsa è tra i 40 e i 45 anni.
- Si parla di menopausa tardiva se la comparsa è dopo i 52 anni
La comparsa di menopausa precoce dipende molto dai fattori genetici , ma esistono dei fattori di rischio che possono maggiormente predisporre la donna a sviluppare in anticipo la menopausa e sono:
- menarca precoce, ossia la comparsa della prima mestruazione (prima degli 11 anni)
- il fumo di sigaretta
- l’anoressia
- un regime alimentare non bilanciato
- l’abuso di alcool
- bassa statura
Ma cosa accade dal punto di vista ormonale e fisiologico?
Prima di tutto dobbiamo ricordare che ogni donna nasce con un patrimonio di follicoli già “stabilito” e con il passare dei cicli questi diminuiscono di numero fino a raggiungere livelli molto bassi. A partire da dieci anni precedenti la menopausa, cominciano le variazioni dell’attività degli ormoni che regolano il ciclo, le gonadotropine.
Nel dettaglio:
- aumentano i livelli di FSH (l’ormone follicolo stimolante)
- aumentano i livelli di LH (ormone luteinizzante)
- si riducono i livelli di estradiolo
- si riducono i livelli del progesterone
I livelli di FSH e LH aumentano con il passare del tempo, fino a raggiungere livelli stabili con la menopausa inoltrata.
I livelli di estrogeni scendono fino ad arrivare a dosaggi molto bassi, mentre il progesterone arriva a scomparire.
Tutto questo è dovuto al fatto che i follicoli non giungono più a maturazione e di conseguenza gli estrogeni circolanti sono bassi, non essendoci ovulazione non c’è la formazione del corpo luteo (il residuo del follicolo scoppiato) che è il responsabile della produzione del progesterone: i livelli calano drasticamente.
Questo quadro ormonale ovviamente influisce su gran parte delle attività fisiologiche provocando una sintomatologia chiara e inequivocabile.
I sintomi: come si manifesta la menopausa.
I sintomi della menopausa sono dovuti principalmente alla carenza di estrogeni e progesterone che provoca una serie di ripercussioni su vari ambiti:
Sintomi neurologici:
- ,vampate di calore, specie nella zona del viso e del collo con una durata di circa 5 minuti a cui segue una fase caratterizzata da brividi di freddo (in genere questi episodi cessano entro due anni dall'inizio della menopausa),
- ipersudorazione,
- tachicardia,
- insonnia,
- irritabilità,
- depressione,
- cefalea,
- sindrome dell’occhio secco, con riduzione del film lacrimale,
- alterazione dell’olfatto, del gusto e della voce.
Sintomi della sfera urogenitale:
- polimenorrea (ossia cicli molto ravvicinati, con una distanza inferiore a 25 giorni)
- oligomenorrea (ossia cicli molto distanti, oltre i 36 giorni)
- tensione mammaria
- dolore alla mammella
- secchezza vaginale
- cistiti e uretriti (infiammazione della vescica e dell’uretra)
- atrofia vaginale
- dispareunia (rapporti sessuali dolorosi)
- calo del desiderio sessuale
- ridotta sensibilità delle zone erogene
- ipermenorrea, ossia un sanguinamento superiore ad 80 ml
- ipomenorrea, ossia un sanguinamento inferiore ai 20 ml
- atrofia endometriale
Sintomi metabolici:
- diminuzione della funzionalità tiroidea
- ritenzione idrica
- aumento di peso
- fatica
- intolleranza al caldo o al freddo
- costipazione
- crampi muscolari
- perdita di capelli
- secchezza cutanea, disidratazione cutanea, comparsa di rughe, prurito diffuso
- aumento delle problematiche legate ai denti
- dolori articolari
A tutta questa varietà di sintomi che possono presentarsi più o meno frequentemente o in maniera più o meno franca, si associano sintomi che si manifestano a lungo termine e che sono ancora una volta strettamente correlati alla carenza di estrogeni.
Questi ormoni, infatti, hanno un effetto protettivo sui vasi sanguigni e sul cuore ed è per questo che le donne in età riproduttiva sono meno a rischio di eventi cardiovascolari.
In menopausa però gli estrogeni calano e di conseguenza il rischio di malattie vascolari aumenta:
- maggiore rischio di formazione di placche aterosclerotiche (responsabili di sindromi quali infarto, ischemia, ictus, trombi)
- maggiore ipercoagulabilità del sangue (aumento del rischio di trombosi)
- riduzione della funzionalità cardiaca e dei vasi
- ipertensione
- disfunzioni del metabolismo degli zuccheri
Inoltre gli estrogeni hanno anche la funzione di ridurre la demineralizzazione delle ossa in quanto aiutano ad assorbire maggiormente il calcio e ne inibiscono la perdita da parte delle cellule del sistema osseo. Quando però gli ormoni calano, ne deriva una aumentata demineralizzazione, con conseguente riduzione del calcio nelle ossa, aumento della fragilità ossea e del rischio di fratture: si è così maggiormente a rischio di osteoporosi di tipo 1 o postmenopausale, ossia una condizione nella quale vi è una progressiva perdita di tessuto osseo da parte dello scheletro.
La diagnosi: quando si è in menopausa?
Il primo passo verso la diagnosi di menopausa è sicuramente la raccolta dei dati.
L’anamnesi della paziente è necessaria per apprendere tutte le informazioni e la storia clinica e familiare per poi procedere alla scelta del trattamento migliore.
In particolare si deve valutare:
- anamnesi familiare, per la ricerca di casi in famiglia di tumori della mammella, delle ovaie, del colon, di malattie cardiovascolari e ossee, tiroidee, autoimmuni, neurologiche, depressione, menopausa precoce.
- anamnesi personale, per conoscere la storia della paziente e l’eventuale presenza di patologie tumorali, metaboliche, immuni, neurologiche, renali, gastrointestinali, depressione, allergie, cefalea.
- anamnesi ginecologica, per la raccolta dei dati ginecologici, quali menarca, cicli mestruali, eventuali sanguinamenti anomali, interventi ginecologici, problemi urinari, problemi vaginali, data dell’ultimo pap test e mammografia.
Dosaggi ormonali.
I dosaggi ormonali non sono predittivi per una eventuale menopausa ma possono essere utili anche nel caso in cui sia necessario fare una diagnosi differenziale con alcune sindromi che mostrano una sintomatologia simile quali ipo o ipertiroidismo, sindrome dell’ovaio policistico, disturbi dell’ipofisi.
In particolare, quindi, si andrà a valutare:
- ormoni tiroidei: TSH, FT3 e FT4, nelle donne che riferiscono irregolarità del ciclo o alcuni dei sintomi pre menopausali.
- FSH: il valore dell’ormone follicolo stimolante può risultare variabile nel periodo che precede la menopausa e una singola misurazione non può dare una certezza diagnostica, di conseguenza può essere utile fare più misurazioni. Inoltre il suo dosaggio può dare anche indicazioni sulla quantità residua di follicoli, se eseguito dopo due giorni dall'inizio del ciclo mestruale, abbinato ad un dosaggio di estradiolo.
- LH e Progesterone: i loro valori vanno inquadrati sempre nell'ambito generale, in quanto il singolo valore ormonale non può dare una certezza diagnostica: i livelli di LH aumentano tardivamente e il progesterone può risultare normale fintanto che i cicli sono ancora ovulatori.
- Androgeni: la sua valutazione può avere un riscontro se la paziente riferisce un calo del desiderio sessuale.
Un esame fisico completo abbinato ad una visita senologica ed eventualmente un controllo tiroideo completano tutti gli esami necessari per garantire il benessere della paziente.
La diagnosi quindi viene fatta sul quadro generale ed è necessario attendere circa 12 mesi dall'ultimo flusso per avere la certezza che la paziente sia in menopausa.
Una donna con età potenzialmente a rischio però può avere una diagnosi certa anche con un periodo inferiore ad un anno.
Che fare? Trattamento in base ai sintomi.
La scelta del trattamento più adatto si basa soprattutto sulla gravità dei sintomi.
Se i sintomi sono lievi, si tende a non adottare nessuna terapia, specie se la donna è in fase pre menopausale.
Se invece i sintomi tendono da moderati a gravi, tanto da peggiorare lo stile di vita della donna, si possono prendere in considerazione delle terapie sulla base dello stato ormonale e sull'anamnesi.
Trattamento farmacologico: terapia ormonale sostitutiva.
Il trattamento farmacologico di scelta è la terapia ormonale sostitutiva (TOS).
Questa terapia ha in passato generato controversie, in quanto si riteneva potesse causare tumori nelle donne che la utilizzavano per un lungo periodo.
In realtà questo tipo di terapia, se prescritta in base all'anamnesi della paziente e al suo stato di salute, può portare grandi benefici.
E’ adatta a tutte le donne che hanno sintomi menopausali invalidanti o che hanno un rischio aumentato di avere problemi ossei, per cui necessitano di una implementazione di estrogeni.
Per avere effetto e per far si che i benefici superino i rischi, deve essere “costruita” su misura e prescritta appena compaiono i sintomi o subito dopo l’inizio della menopausa. Se invece viene prescritta in menopausa avanzata, con la presenza di complicanze cardiovascolari o neurologiche, perde la sua efficacia e i rischi superano i benefici che la donna ne trarrebbe.
Approfondisci cos'è la Terapia ormonale sostitutiva.
Una candidata alla TOS presenta:
- sintomi, tra i quali: insonnia, vampate e sudorazione abbondante, dolori articolari, diminuzione del desiderio sessuale, depressione o irritabilità;
- segni clinici: secchezza vaginale, secchezza delle mucose, problematiche legate alla sfera urologica (incontinenza), accertata osteoporosi tramite MOC (mineralometria ossea computerizzata, un esame strumentale in grado di identificare la perdita del tessuto osseo);
- età non avanzata: tanto più la menopausa è precoce tanto più la terapia farà effetto;
- menopausa fisiologica o artificiale, causata da chemioterapia o asportazione delle ovaie, ecc.;
- anamnesi familiare positiva per malattie che peggiorano in concomitanza con la carenza di estrogeni (es. Morbo di Parkinson).
La terapia ormonale sostitutiva è controindicata in pazienti con:
- patologie del fegato, sia acute che croniche, in quanto pare che gli estrogeni favoriscano un danno alle cellule del fegato; inoltre se sono presenti lesioni epatiche anche benigne, queste possono aumentare di numero e volume.
- trombosi vascolare recente, gli estrogeni assunti in post menopausa possono aggravare la patologia
- tumore dell’endometrio e della mammella, secondo gli studi la TOS a base di soli estrogeni aumenta il rischio di tumori della sfera genitale, per cui nelle donne con anamnesi positiva per queste malattie il rischio è ancora più alto
- malattie cardiovascolari e coronariche, nelle donne affette da problematiche cardiovascolari la sintomatologia può addirittura peggiorare con l’uso della TOS
- sanguinamento vaginale anomalo, è bene accertarsi che non si tratti di un sintomo legato alla presenza di un tumore dell’endometrio prima di cominciare la terapia.
La terapia è in genere a base di estrogeni, che possono anche essere abbinati a progestinici, per evitare che l’eccesso di estradiolo possa causare problemi a livello dell’endometrio (uno degli organi bersaglio dell’ormone).
Entrambi gli ormoni possono essere somministrati in concomitanza o in sequenza, in forma ciclica o continua.
Le vie di somministrazione sono:
- via orale
- via transdermica (cerotti)
- cutanea, con dispositivi inseriti sottocute
- gel
- spray nasale
La via di somministrazione preferita dipende anche dalla paziente e dalla sintomatologia.
E’ possibile assumere la terapia anche per un periodo lungo, a patto che la donna si rechi a controllo in base ai tempi dettati dal suo medico, per verificare il suo stato di salute ed eventualmente rimodulare il dosaggio o la terapia. E’ importante che nel frattempo non si verifichino complicazioni che potrebbero portare a dover sospendere la terapia.
Esistono, infatti, dei rischi per l’assunzione prolungata.
Secondo gli studi (in caso di terapia combinata estrogeni/progesterone) infatti:
- il rischio tromboembolico aumenta appena si comincia l’assunzione
- il rischio di ictus aumenta leggermente dopo un anno dall'assunzione
- il rischio di patologie della colecisti aumenta dopo un anno dall'assunzione
- il rischio di demenza aumenta dopo due anno dall'assunzione
- il rischio di carcinoma mammario invasivo aumenta leggermente dopo 4 anni dall'assunzione
Rimedi naturali per attenuare i disturbi.
Per le donne che non necessitano ancora della TOS o che non possono assumerla, esistono dei rimedi naturali che possono in qualche modo aiutarle a combattere i sintomi più fastidiosi.
I Fitoterapici.
Uno dei rimedi più conosciuti e diffusi è l’uso dei fitoestrogeni, tra i quali spicca il trifoglio rosso, che contiene isoflavoni di soia.
Gli isoflavoni sono sostanze estratte dalla soia e sono utilissimi in menopausa perché hanno una struttura simile a quella degli estrogeni e di conseguenza si comportano quasi come tali.
Gli isoflavoni danno benefici già entro un mese dalla somministrazione e entro tre mesi danno forti miglioramenti della sintomatologia..
La posologia prevede l’assunzione di 60-80 mg al giorno o introducendo nella dieta di tutti i giorni almeno 60 g di soia.
Altri preparati naturali da poter usare in menopausa sono:
- iperico (ipericina, pseudoipericina, biflavoni, iperforina), che ha effetto antidepressivi,
- cimicifuga (glicosidi triterpenici) e salvia (diterpene neoclerodano salvinorina A), che contengono anch'essi isoflavoni di soia,
- cardiaca (Alcaloide leunucardina, stachidrina), che ha un effetto calmante,
- mirtillo (Antocianosidi, Eterosidi flavonoidici, Tannini), che ha un effetto protettivo sui vasi sanguigni,
- equiseto (silice, saponina, glucosidi flavonici, calcio, magnesio, potassio), che ha un effetto protettivo sulle ossa,
- passiflora (flavonoidi, fitosteroli, acidi fenoli, cumarine, eterosidi), per le vampate, riduce l’ansia e migliora il sonno,
- melissa (Acidi triterpenici, Acidi polifenolici con legame glicosidico, luteolina), per la cefalea, la tachicardia, problemi digestivi e ipertensione,
Ad ogni modo, prima di assumere qualunque sostanza, anche naturale, è bene far riferimento a l proprio medico.
L’ omeopatia.
L’omeopatia può essere utile in menopausa in quanto la scelta della sostanza si basa sulla considerazione globale della persona, tutto il suo insieme.
Non è specifica per il singolo disturbo ma per i collegamenti che essi hanno tra di loro.
I rimedi più usati in climaterio sono:
- lachesis, il rimedio più utilizzato per le vampate, palpitazioni, mal di testa, sbalzi d’umore, insonnia,
- sepia, utile per i disturbi dell’apparato genitale e urinario e la secchezza vaginale,
- thuya, per i disturbi dell’apparato genitale, irregolarità mestruali,
- ignatia, per i disturbi legati all'umore, instabilità, sbalzi, depressione,
- graphites, è utile nelle donne in sovrappeso, con problemi di secchezza cutanea, prurito, depressione.
Aromaterapia e minerali.
Anche alcuni oli essenziali possono essere utili per riequilibrare il fisico in menopausa. In particolare si possono usare gli oli di melissa e salvia.
La melissa, come abbiamo detto, ha un effetto calmante e può aiutare a migliorare il sonno.
La salvia invece ha un effetto rigenerante e rilassante.
Per questo è possibile usare alcune gocce di entrambi questi oli in un diffusore, possibilmente all'interno della camera dove riposiamo, prima di dormire, così l’effetto sarà immediato e potrà durare anche per i primi momenti del sonno.
I minerali possono essere di complemento alle altre terapie.
In particolare:
- il manganese, per il sonno e le problematiche legate all'umore,
- lo zinco, che ha effetto sull'ipofisi, regolarizzandone l’attività (l’ipofisi è proprio la ghiandola addetta alla produzione di alcuni ormoni che rientrano nella regolazione dell’attività ovarica),
- magnesio, utilissimo per placare i disturbi dell’umore, la stanchezza, l’insonnia e contribuisce a ridurre il rischio di osteoporosi, già entro il primo mese di assunzione.
Stile di vita ed alimentazione consigliata in menopausa.
Mantenere un corretto stile di vita e delle sane abitudini alimentari contribuisce in modo significativo al miglioramento della qualità di vita delle donne in menopausa.
Lo sport o un'attività fisica può essere praticata a vari livelli.
I benefici saranno molteplici, sia dal punto di vista fisico che dell’umore:
- fare attività di gruppo aiuta a confrontarsi, a sfogarsi e a percepire come meno pesanti i sintomi,
- le sollecitazioni sulle ossa aiutano ad aumentarne la resistenza,
- lo sport permette il rilascio di endorfine, ormoni presenti nel nostro organismo che ci aiutano a sentirci bene,
- aiuta a ridurre l’aumento di peso,
- aiuta a regolare i livelli di glicemia e colesterolo nel sangue
- riduce quindi il rischio di ipertensione e diabete,
- aiuta a mantenere allenato il cuore e i grandi vasi,
- riduce lo stress mentale.
Per quanto riguarda l’alimentazione, la menopausa è un momento delicato e deve essere implementata con alcuni alimenti a discapito di altri, che devono essere ridotti.
Prima di tutto bisogna tener presente che in questa fase è importante ridurre l’apporto calorico generale, in quanto c’è la tendenza ad ingrassare per effetto del calo ormonale:
- limitare il consumo di grassi, anche se non vanno del tutto eliminati. Alcuni oli, infatti, sono essenziali e aiutano a combattere la secchezza della cute, a regolare il colesterolo e la pressione arteriosa. Questi oli sono contenuti soprattutto nelle mandorle (almeno una al giorno), nelle noci, nelle nocciole, nei semi e nella soia.
- Preferire cereali integrali, frutta e verdura in abbondanza (almeno cinque porzioni al giorno, di colori diversi), legumi: aiutano la corretta motilità intestinale e permettono di tenere sotto controllo il peso, dando il senso di sazietà senza però appesantire.
- Cibi che contengono fitoestrogeni: soia, aglio, avena, arancio, carota, finocchio, pomodoro, patate dolci, uva, ciliegie, cipolle, fagioli, liquirizia (facendo attenzione al consumo, in quanto può provocare ipertensione), menta.
- Cibi ricchi di calcio, latte e formaggi devono essere presenti nell'alimentazione per combattere la riduzione del calcio nelle ossa, preferendo i latticini meno grassi per non appesantire la linea.
- Cibi che contengono vitamine, in particolare la vitamina E aiuta a combattere l’invecchiamento (pesce, asparagi, uova, cavolo).
- Sono invece da evitare gli zuccheri raffinati ad assorbimento veloce, che inducono picchi di glicemia costringendo il pancreas a lavorare di più per tenere sotto controllo i valori.
- I cibi ricchi di proteine, riducendo il consumo di carni rosse a favore di pesce e carni bianche: permettono di tenere sotto controllo i valori del colesterolo, il cui metabolismo è alterato in menopausa, come abbiamo visto in precedenza.
- ridurre il caffè e abolire l’alcool, la caffeina è infatti un eccitante del sistema nervoso mentre l’alcool può contribuire ad aumentare gli episodi di vampate e la sudorazione
- ridurre il consumo di sale, che può causare ipertensione e inoltre contribuisce accumulalo di liquidi, provocando gonfiore e aumento di peso