Trigliceridi bassi

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Trigliceridi bassi

Sono considerati bassi i livelli di trigliceridi inferiori ai 50 mg/dL. Con terminologia medica questa condizione è chiamata ipotrigliceridemia. Sebbene un basso valore di trigliceridi non sia preoccupante, anzi è ritenuto un fattore protettivo per il rischio cardiovascolare, un valore troppo basso di questi grassi può essere un sintomo secondario di una patologia o di una condizione primaria. Vi sono, infatti, delle condizioni non patologiche in cui si ha un abbassamento dei trigliceridi come per esempio utilizzo di alcuni farmaci o diete a bassissimo contenuto di carboidrati e grassi.

Cosa significa avere trigliceridi bassi.

Avere i trigliceridi bassi significa che la trigliceridemia, cioè il contenuto di trigliceridi nel sangue, è sotto i livelli ritenuti normali, tale condizione si chiama ipotrigliceridemia. Per capire meglio come si determina questa situazione e che conseguenze può avere può essere utile provare a capire cosa sono i trigliceridi e che ruolo svolgono nel nostro organismo.

I trigliceridi sono la base di tutti i grassi alimentari animali e vegetali immagazzinati dal nostro organismo nel tessuto adiposo e utilizzati come riserva energetica quando necessario. La digestione dei lipidi a livello di intestino spezzetta i trigliceridi negli acidi grassi che li compongono. E dopo essere stati assorbiti dal corpo vengono nuovamente ricombinati nella loro forma iniziale. Poiché il sangue ha composizione acquosa i trigliceridi hanno difficoltà a sciogliersi in esso. Allora per poter essere veicolati a tutte le cellule vengono imballati in un guscio di proteine solubili nell'acqua detto Chilomicrone.

Il corpo umano ha la capacità col fegato di sintetizzare ancora trigliceridi partendo dagli zuccheri semplici. Anche questi altri trigliceridi per poter essere trasportati dal sangue devono essere inglobati da altre proteine idrosolubili note come VLDL. l'insieme delle VLDL e dei Chilomicroni determina la concentrazione di trigliceridi nel sangue ed è quella che si misura nelle analisi.

Quando i trigliceridi sono bassi? I valori.

La trigliceridemia si misura effettuando un’analisi del sangue.

valori normali 40 – 170 mg/dl
ipotrigliceridemia valore inferiore ai 40 mg/dl
bambini i valori normali 30 – 110 mg/dl

Associati alla trigliceridemia sono di solito i valori del colesterolo e della glicemia, in quanto ipercolesterolemia e glicemia alta o diabete, insieme ad alti valori di trigliceridi, predispongono all'insorgenza della sindrome metabolica. Nel caso di ipotrigliceridemia possiamo però avere un valore di colesterolo alto, basso o normale.

Trigliceridi bassi e colesterolo basso: in questo caso i parametri sono entrambi diminuiti e possono indicare una dieta troppo rigida, malnutrizione o un malassorbimento dei nutrienti.

Trigliceridi bassi e colesterolo normale o alto: in questo caso il difetto potrebbe essere correlato ad un difetto nella secrezione dell’insulina, oppure ad altre patologie non correlate a malassorbimento.

Quando si riscontra un basso valore di trigliceridi è bene fare esami approfonditi al fine di potere effettuare una diagnosi corretta. Si può effettuare un prelievo dei villi intestinali per valutare un eventuale sindrome da malassorbimento, un dosaggio di ormoni tiroidei ed enzimi epatici per la valutazione della funzionalità di tiroide e fegato oppure uno screening genetico.

Approfondisci il rapporto trigliceridi-colesterolo.

Cause patologiche e non patologiche.

Quando ci si accorge di avere un valore di trigliceridi troppo basso è consigliabile fare delle indagini approfondite in quanto tale valore può essere basso per cause non patologiche ma potrebbe anche rappresentare un sintomo di una patologia. Normalmente l’ipotrigliceridemia non ha una sua sintomatologia specifica, i sintomi sono da ricondurre alla causa primaria che ha determinato il problema.

Non patologiche.

Le cause non patologiche dell’abbassamento dei trigliceridi sono legate a condizioni fisiologiche come la gravidanza, a cause iatrogene o a un’alimentazione non equilibrata.

Malnutrizione: una dieta povera di grassi e di carboidrati, oppure una condizione di digiuno prolungato provoca una diminuzione del valore di trigliceridi. In assenza di zucchero e grassi infatti l’organismo tende a bruciare tutti i grassi di riserva al fine di produrre energia. In questo caso si accompagnano anche bassi valori di colesterolo e si possono avere sintomi come mal di testa, stanchezza, debolezza, sensazione di freddo, caduta di capelli e fragilità delle unghia, oltre che una consistente perdita di peso.

Sport: chi pratica sport regolarmente ha un basso valore di trigliceridi che tuttavia rientra nel range di valori normali. Può però verificarsi un abbassamento di trigliceridi al di sotto del range di normalità a causa di un eccessivo allenamento. Questa condizione si verifica di solito in quegli atleti che praticano sport a livello agonistico. Non si riscontrano particolari sintomi legati all’ipotrigliceridemia.

Farmaci: alcuni farmaci come la pillola anticoncezionale, l’acido ascorbico, le statine e alcuni integratori come quelli a base di omega tre o di fibre alimentari, possono diminuire il livello di trigliceridi perché interferiscono con il metabolismo lipidico o con l’assorbimento dei nutrienti. Anche in questo caso non vi è una sintomatologia specifica, anzi di solito l’ipotrigliceridemia è asintomatica.

Patologiche.

Le cause patologiche di ipotrigliceridemia sono diverse, e possono essere di origine genetica o riguardare patologie a carico di tiroide e fegato.

Sindromi da malassorbimento: patologie come la celiachia determinano uno scarso assorbimento dei nutrienti a causa della distruzione della superficie delle cellule intestinali, deputate proprio ai processi di assorbimento. Chi soffre di celiachia può presentare oltre a bassi valori di trigliceridi anche leucopenia, cioè bassi valori di globuli bianchi, e bassi livelli di ferritina. I sintomi della celiachia sono molto vari, di solito si hanno manifestazioni a livello del tratto gastrointestinale come gonfiore, diarrea e dolori addominali, manifestazioni autoimmuni, febbre ricorrente e difetti nella crescita dei bambini perché non si riescono ad assumere tutti i nutrienti correttamente.

Malattie tiroidee: patologie a carico della tiroide come l’ipertiroidismo possono provocare l’abbassamento dei valori di trigliceridi. Questo perché l’ipertiroidismo aumenta il metabolismo, e quindi fa si che l’organismo bruci molti più grassi del normale. A questa patologia si associano di solito sintomi come ansia e stress persistente, dimagrimento eccessivo, disturbi del sonno e dell’umore e tachicardia.

Malattie del fegato: la produzione di trigliceridi a partire dagli zuccheri è compito del fegato. Patologie che riguardano quest’organo, come tumori, cirrosi, epatiti croniche, possono determinare un’alterazione nel metabolismo dei trigliceridi e quindi un abbassamento dei valori al di sotto della norma. In questo caso la sintomatologia non è specifica perché dipende dal tipo di epatopatia in corso.

Sindromi genetiche: un abbassamento dei trigliceridi nel sangue può essere dovuto ad una sindrome genetica che causa una mutazione sul gene della apolipoproteina B, deputata al trasporto dei lipidi nel sangue. Tale mutazione può determinare la riduzione della lipoproteina e lo sviluppo della ipobetalipoproteinemia, o la totale assenza della lipoproteina, condizione che si chiama abetalipoproteinemia. Questa patologia può essere in forma grave, forma che insorge durante l’infanzia e che determina sintomi come difetto di crescita, malassorbimento dei grassi e neuropatia, o in forma lieve, che può essere asintomatica o manifestarsi con una lieve forma di steatosi epatica.

Terapia e possibili conseguenze.

Un basso valore di trigliceridi nel sangue solitamente non rappresenta un rischio per l’individuo e non comporta particolari problemi. La terapia quindi riguarda prevalentemente la causa che ha determinato l’abbassamento della trigliceridemia.

Nel caso delle sindromi genetiche non esiste una terapia e si possono curare soltanto i sintomi, sebbene nel caso della forma grave di ipobetalipoproteinemia la prognosi non sia favorevole e la patologia non risulta curabile.

Nel caso di patologie che causano malassorbimento, come la celiachia, la cura è una dieta priva di glutine, la sostanza che determina la patologia. In questo modo verrà ripristinata l’integrità delle cellule dell’intestino e riprenderà il normale assorbimento di nutrienti.

In caso di dieta non equilibrata basterà tornare ad un’alimentazione corretta, scegliendo con maggiore attenzione cosa mangiare, e quindi inserendo nella propria dieta quotidiana una buona dose di carboidrati e grassi, soprattutto acidi grassi essenziali.

In caso di ipotrigliceridemia iatrogena sarà bene sospendere farmaci e integratori che interferiscono con il metabolismo lipidico.

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