Varicocele: sintomi, cause, gradi, diagnosi, cura e operazione

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Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Il termine varicocele indica genericamente la dilatazione di una vena, ed è quindi una patologia sia maschile che femminile. Solitamente però quando si parla di varicocele si fa riferimento alla dilatazione delle vene testicolari. Scopriamo quali sono i sintomi che indicano questa vasodilatazione delle vene del testicolo,o a livello ovarico nelle donne, come evolve la patologia e come viene effettuata la diagnosi, approfondendo anche le cure ed i rimedi per evitare spiacevoli conseguenze.

Cos'è il varicocele?

Il varicocele indica in maniera generica la dilatazione di una vena o di un plesso venoso dello scroto con un conseguente reflusso di sangue. Si utilizza solitamente per indicare una patologia del testicolo in cui si ha la dilatazione delle vene del plesso pampiniforme, cioè delle vene testicolari e spermatiche il cui compito è quello di drenare il sangue dal testicolo, che a causa della dilatazione venosa, refluisce nuovamente verso il testicolo causando un aumento della temperatura a livello scrotale.

Nella maggior parte dei casi la patologia è asintomatica, ma può portare severe conseguenze.

Gli stadi della patologia: classificazione della dilatazione venosa.

La forma di varicocele più conosciuto è una patologia tipicamente maschile che colpisce prevalentemente i ragazzi in età compresa tra i 15 e i 25 anni, più precisamente ha il suo massimo picco tra gli 11 e 16 anni, in età preadolescenziale, quando si sviluppano quindi i caratteri sessuali secondari, può manifestarsi anche nei bambini, ma comunque è raro al di sotto dei 7 anni.

Attualmente esistono due diverse stadiazioni, una che si basa sulla clinica e l'altra che si basa sull'esame ecodoppler, entrambe prevedono l'esecuzione di una particolare manovra chiamata "manovra di Valsalva", che consiste nel far espirare aria al soggetto a glottide chiusa al fine di aumentare la pressione all'interno dell'addome e rendere evidenti le vene testicolari.

La stadiazione clinica prevede quattro stadi:

La classificazione basata sull'ecocolordoppler, cioè su un esame ecografico volto a valutare lo stato dei plessi venosi, prevede cinque stadi:

Le cause negli uomini e nelle donne.

Sebbene il termine varicocele si utilizzi nella grande maggioranza dei casi per indicare la dilatazione delle vene testicolari, esso può indicare anche altre patologie, non necessariamente legate al sesso maschile. Per esempio esiste una tipologia di varicocele femminile che è comunemente indicata come insufficienza venosa pelvica. Questa patologia è causata dalla dilatazione delle vene dell'ovaio ed è una delle cause di dolore pelvico cronico nelle donne, si stima che soltanto in Italia ne soffrano almeno 250.000 donne.

Le cause del varicocele sono ad oggi non conosciute, ma si ipotizza che:

Il varicocele maschile sia causato da una debolezza di natura congenita della parete delle vene testicolari oppure dal fatto che la posizione eretta causa un aumento di pressione sanguigna nelle vene del testicolo tanto da provocarne, a lungo termine, la dilatazione, o ancora da un difetto delle valvole venose.

Il varicocele femminile sarebbe causato da anomale posizioni dell'utero, dalla presenza di anomalie a livello ovarico ed uterino (come per esempio cisti o fibromi) o ad infiammazioni a livello pelvico.

Esiste poi una tipologia di varicocele rettale più comunemente nota con il nome di emorroidi.

Varicocele ed idrocele: le differenze.

Riferendosi al varicocele al testicolo, è bene precisare che esistono delle caratteristiche della patologia che la differenziano da altre come per esempio dall'idrocele testicolare. Quest'ultimo, infatti, non è rappresentato dalla dilatazione delle vene che si trovano attorno al testicolo, come nel caso di varicocele, ma da un accumulo di liquido tra la tunica vaginale che riveste il testicolo ed il testicolo stesso.

Tale accumulo di liquido può avvenire:

I sintomi della vasodilatazione.

Il varicocele che si manifesta al testicolo è solitamente una patologia asintomatica, specialmente nei primi stadi, per cui il soggetto raramente si accorge di essere affetto da varicocele. Tuttavia negli stadi più avanzati e in alcune condizioni particolari, come per esempio dopo un intenso esercizio fisico, oppure quando fa molto caldo, possono manifestarsi i seguenti sintomi:

Per quanto riguarda il varicocele femminile, la sintomatologia, causata dalla dilatazione delle vene ovariche, è presente nella maggior parte dei casi e si manifesta con:

Conseguenze: cosa succede se la vasodilatazione non viene curata?

Sebbene il varicocele al testicolo sia da considerarsi una patologia benigna può determinare alcune conseguenze spiacevoli come per esempio:

Puoi approfondire le cause che determinano disfunzione erettile.

In genere invece il varicocele femminile non presenta conseguenze di tipo fisiologico per la donna ma ne compromette pesantemente la qualità di vita a causa del dolore cronico.

Diagnosi del varicocele.

La diagnosi di varicocele, sia pelvico che testicolare, è importantissima al fine di intervenire in maniera corretta e tempestiva sulla patologia. Per quanto riguarda il varicocele testicolare, di diagnosi difficile data la generica asintomaticità, le indagini diagnostiche che si utilizzano maggiormente sono rappresentate da:

Come si cura il varicocele?

I trattamenti da utilizzare sono indicati dal medico (i medici coinvolti solitamente sono l'andrologo, l'urologo, il ginecologo, il radiologo interventista ed un chirurgo), in base alla condizione delle vene e della sintomatologia.

Quando il varicocele è asintomatico non è prevista alcuna cura ma solo controlli periodici.

Se la malattia causa dolore e fastidi non costanti si può ricorrere ad una terapia conservativa.

La terapia del varicocele del testicolo è genericamente di tipo chirurgico quando la patologia si presenta in stadio avanzato. In caso di varicocele pelvico si procede alle terapie chirurgiche quando il dolore è cronico e impedisce una qualità di vita soddisfacente per la donna.

Intervento chirurgico.

L'intervento sul varicocele mira ad isolare le vene dilatate ed a dirigere il sangue che esce dai testicoli verso altri canali.

Attualmente esistono due 2 tipi di intervento:

Embolizzazione: intervento e post-operatorio.

E' un intervento di micro chirurgia eseguito da un radiologo interventista che si esegue in anestesia locale e che prevede l'utilizzo di un catetere che viene inserito a livello delle vene inguinali e da lì raggiunge le vene dilatate, sia delle ovaie che del testicolo. Una volta messo in posizione il catetere, avvalendosi dell'ausilio della radiologia per individuarne il corretto posizionamento, vengono iniettate delle spirali metalliche o delle sostanze embolizzanti il cui compito è quello di chiudere le vene dilatate in modo da ripristinare il corretto flusso sanguigno. Tale metodica viene spesso chiamata scleroembolizzazione poichè si accompagna a terapia sclerosante, una terapia che prevede, sempre mediante l'utilizzo dello stesso catetere, di una sostanza sclerosante che fa si che si abbia una riduzione ed infine l'arresto del flusso sanguigno nelle vene da trattare. I farmaci sclerosanti maggiormente utilizzati sono rappresentati da sodio tetradecilsolfato, etanolamina oleato e polidocanolo.

La durata è di circa 20 minuti, non vengono utilizzati punti di sutura per cui non si avrà nessuna cicatrice evidente e viene eseguita in day hospital, il paziente difatti ha un tempo di recupero molto breve, nell'arco di alcune ore, e il giorno dopo può tornare alle sue normali attività quotidiane.

Intervento chirurgico tradizionale.

Viene eseguito in anestesia generale e viene solitamente utilizzato per il varicocele testicolare, in quanto il varicocele pelvico (tranne che per rimuovere la causa scatenante come per esempio una malformazione all'utero o un fibroma) non rappresenta quasi mai un'indicazione alla chirurgia, anche se in passato si ricorreva alla legatura delle vene ovariche.

Per il varicocele testicolare l'intervento chirurgico prevede la legatura retroperitoneale, inguinale o sub inguinale delle vene dilatate. Il tipo di legatura viene decisa dal medico in base ai casi ma quella più utilizzata è quella retroperitoneale che prevede di eseguire un taglio di pochi cm (circa 4 - 5) a livello della fossa iliaca, sotto l'ombelico, per accedere alle vene testicolari, le quali verranno poi chirurgicamente legate e chiuse.

Questo tipo d’intervento può essere eseguito anche in laparoscopia, tecnica che si può utilizzare in caso di varicocele bilaterale e che prevede di accedere alle vene testicolari mediante perforazione addominale con strumenti per laparoscopia.

Il ricovero dura solitamente 1 - 2 giorni e nel post operatorio è possibile notare un gonfiore al testicolo, mentre i punti vengono rimossi dopo circa una settimana ed è possibile che rimanga una cicatrice. I medici consigliano almeno 2 - 3 giorni di riposo dopo l'intervento per accelerare il processo di guarigione.

Rimedi conservativi per contrastare il varicocele quando lo stadio non è avanzato.

La terapia chirurgica è solitamente indicata per il trattamento del varicocele pelvico o per il varicocele testicolare in stadio avanzato. Nel caso in cui il varicocele al testicolo sia sub clinico, asintomatico, o nei primi stadi, è possibile intervenire con norme comportamentali o con rimedi naturali, senza ricorrere alle terapie chirurgiche.

Tra questi rimedi abbiamo:

Omeopatia.

I rimedi omeopatici sono utilizzati principalmente per rafforzare le vene e quindi per cercare di ridurre la dilatazione nel varicocele. Tra quelli utilizzabili abbiamo Aesculus hyppocastanus e Sorbus domestica, da utilizzare nella diluizione 1D con una posologia di 40 - 50 gocce al giorno per ogni rimedio, Zincum metallicum diluizione 7CH, da utilizzarsi sotto forma di granuli (si consigliano 3 granuli due volte al giorno), Pulsatilla diluizione 5CH, in granuli, si consigliano 3 granuli due volte al giorno, e Ruta, diluzione 200 CH, ne va presa una dose (indicata sulla confezione) al giorno per un lungo periodo, almeno tre - quattro mesi.

Alimentazione.

Una dieta povera di fibre può provocare costipazione intestinale e stipsi, che determinano uno sforzo durante l'evacuazione. Tale sforzo può incidere sulla salute dei plessi venosi che sono posti sotto pressione e possono dilatarsi. Per tale motivo si consiglia una dieta ricca di fibre, provenienti da frutta, verdura e cereali integrali, e di alimenti ricchi di flavonoidi, come il the verde o i frutti di bosco, sostanze che aiutano a rafforzare la parete delle vene.

Fitoterapia.

Anche le erbe possono aiutare a ridurre il varicocele, specialmente quelle che contengono principi attivi utili ad aumentare l'elasticità della parete venosa. Tra questi abbiamo l'estratto d’ippocastano, che contiene escina e flavonoidi e che si assume in una dose di 50 mg una volta al giorno, il rusco, contenente tannini e saponine, da assumere 100 mg tre volte al giorno, e il mirtillo nero, contenente antocianosidi e flavonoidi, da assumere in dose da 150 mg, tre volte al giorno.

I rimedi sopra elencati, possono essere utilizzati anche in caso di varicocele pelvico se ritenuto opportuno dal proprio medico.

Norme comportamentali.

Le norme comportamentali in caso di varicocele testicolare si riferiscono invece a:

Prognosi.

Nel 50% dei casi di varicocele, se curati, i pazienti non vanno incontro a conseguenze. La fertilità di normalizza ed è possibile una gravidanza in oltre il 70% dei casi. Tuttavia il varicocele può recidivare a carico dei altri vasi venosi ed è quindi necessario un altro intervento chirurgico.

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