Ecografia morfologica
L'Ecografia morfologica o "strutturale" è un esame ecografico che viene praticato alle donne incinte tra la ventesima e ventitreesima settimana della gestazione per indagare sulla morfologia (struttura) del feto ed escludere o acclarare eventuali malformazioni. E' un esame solitamente non invasivo poiché si effettua come una normale ecografia e può essere effettuata sia privatamente che presso le ASL di appartenenza. Sebbene sia un esame volto a tranquillizzare la mamma in attesa a volte può avere l?effetto opposto.
Caratteristiche generali.
L’ecografia morfologica è un tipo di ecografia particolare che mostra le strutture del feto e per tale motivo viene anche definita strutturale. Tale ecografia è una scansione dell’addome materno e quindi dell’utero e suo contenuto con una sonda che emette ultrasuoni. Raccogliendo gli echi che sono proporzionali alla densità dei tessuti scansionati e facendoli esaminare da un apposito software, si riesce a costruire una immagine delle sezioni anatomiche testate. Le ultime tecniche consentono la visualizzazione di un’immagine del feto in 3d (3 dimensioni) o 4d (4 dimensioni) al fine di evidenziare in dettaglio e valutare l’anatomia del feto per stabilirne lo stato di salute. Viene definita anche come ecografia estesa o allargata in quanto vengono valutate più di 15 misure fetali.
A cosa serve.
Il principale utilizzo dell’ecografia morfologica è quello di valutare la struttura fetale al fine di scoprire o escludere eventuali malformazioni. In realtà questo tipo di tecnica, oltre ad evidenziare eventuali anomalie strutturali, può fornire molti altri dettagli sul feto:
Stabilisce se il feto è maschio o femmina.
- Valuta le dimensioni del feto e la statura, un processo chiamato biometria fetale, attraverso la lunghezza del femore il cui valore verrà poi confrontato con una tabella contenente i parametri della biometria fetale.
- Stabilisce l’esatta data di inizio della gravidanza e valuta se la crescita del bambino è conforme al periodo di gestazione. Questo è utile per stabilire se la crescita del feto avviene in maniera normale o se vi è un ritardo nella crescita.
- Valuta la qualità della placenta e del liquido amniotico.
- Vede se il collo dell’utero è nella norma, al fine di definire eventuali dilatazioni che possono portare a parto prematuro.
- Valuta il peso del feto attraverso le misure del cranio e le circonferenze addominali.
- Valuta lo stato di salute e di sviluppo degli organi del feto.
Quando effettuarla.
L’ecografia morfologica è un controllo che in base ai casi può essere eseguito in due momenti diversi della gravidanza. Può essere quindi di tipo precoce o di secondo livello.
Ecografia morfologica precoce: si esegue tra la 14 e la 16 settimana di gravidanza in quelle donne che hanno un elevato rischio di presentare malformazioni fetali. È quindi un esame consigliato in tutti quei casi in cui vi sono state precedenti gravidanze che hanno portato alla nascita di bambini malformati, nei casi di aborto ripetuto, e nei casi di familiarità per malformazione.
Ecografia morfologica di II livello: è la classica ecografia morfologica del quinto mese di gravidanza che si esegue tra la 20 e la 22 settimana di gestazione.
Naturalmente tale scelta non è casuale in quanto il quinto mese di gravidanza è il termine ultimo oltre il quale la legge non consente più l’aborto anche se il nascituro è affetto da gravissime malformazioni.
Non è un’ecografia obbligatoria ma è consigliata a tutte le gestanti.
L’ecografia morfologica può essere eseguita anche fino al nono mese, perché alcune anomalie fetali possono comparire durante l’ultimo trimestre. Si consiglia inoltre di effettuarla periodicamente in caso di gravidanza gemellare per vedere se entrambi i feti crescono correttamente, avendo un minore spazio di sviluppo nell’utero.
La morfologica in pratica.
L’ecografia morfologica è solitamente un esame semplice, non invasivo, che permette però di avere un quadro completo della morfologia fetale. A volte si associano ad essa altre tecniche diagnostiche per evidenziare alterazioni cromosomiche o per valutare lo stato di salute delle arterie fetali e placentari.
Come si esegue.
L’ecografia morfologica è un tipo di ecografia esterna, di conseguenza non presenta rischi per il feto in quanto è definita un esame non invasivo. Tuttavia a volte è necessario eseguire tale ecografia attraverso una sonda vaginale interna, e questo accade in tutti quei casi in cui vi sia un elevato spessore addominale causato da accumulo di grasso, quindi in soggetti fortemente sovrappeso o obesi. Vediamo le linee guida per l’esecuzione di queste due tipologie di ecografia morfologica.
Esterna: si esegue come una normale ecografia, si mette sull’addome della paziente un gel e si procede all’indagine attraverso una sonda ad ultrasuoni che trasmette le immagini su uno schermo. L’esame dura da 10 – 30 minuti fino a un’ora, in base alla posizione del bambino.
Interna: si esegue quando l’ecografia esterna non mostra una buona qualità delle immagini. In questo caso la sonda è transvaginale.
In entrambi i casi la donna non deve né bere prima dell’ecografia né essere a digiuno e numerosi studi affermano che anche nel caso di ecografia interna non vi sono rischi per il feto.
Le strutture evidenziate.
Vediamo adesso di capire in dettaglio quali strutture fetali vengono evidenziate con questa ecografia al fine di scoprire eventuali malformazioni più o meno conosciute e di stabilire il corretto sviluppo degli organi.
- Colonna vertebrale, al fine di osservare il corretto allineamento vertebrale e accertare o escludere la presenza di patologie a carico della colonna come la spina bifida, il meningocele e il mielomeningocele.
- Cervello, ventricoli laterali e cervelletto per vedere il corretto sviluppo delle strutture neurali. La valutazione dei ventricoli laterali in cui scorre il liquido cerebro spinale serve ad escludere l’idrocefalia.
- Strutture facciale come i muscoli oculomotori per evidenziare il corretto posizionamento degli occhi e escludere la presenza di malformazioni al cristallino. Vengono valutate anche le labbra e il palato al fine di escludere la presenza di labiopalatoschisi.
- Gabbia toracica, per stabilire la corretta posizione di cuore e polmoni, e diaframma per comprendere se il muscolo è integro o meno ed escludere la presenza di eventuali ernie.
- Valutazione del cuore, delle quattro camere cardiache, dei vasi e del battito cardiaco fetale.
- Apparato scheletrico con valutazione e misurazione degli arti superiori e inferiori.
- Regione addominale con valutazione della posizione degli organi interni.
- Apparato urinario e organi genitali.
- Struttura della placenta. Organo che provvede agli scambi metabolici tra madre e figlio.
- La quantità di liquido amniotico contenuto nel sacco amniotico ed in cui è immerso il feto.
- L’utero ed il suo collo.
Informazioni pratiche.
L’ecografia morfologica può essere fatta sia presso un ospedale, sia presso un centro specializzato, sia presso lo studio del proprio ginecologo qualora abbia l’attrezzatura necessaria. E’ uno degli esami previsti dal servizio sanitario nazionale per cui si ha l’esenzione se lo si effettua presso le aziende sanitarie di appartenenza. Se la si vuole effettuare privatamente il costo dipende dalla struttura e dal medico al quale ci si rivolge e oscilla tra un minimo di 90 euro a un massimo di 200. L’esito è istantaneo e il referto è consegnato alla fine della visita. Nel referto si troveranno i seguenti parametri:
DBP: diametro biparietale, misura la distanza tra le due orecchie del feto.
CC: circonferenza cranica, misura la circonferenza del cranio.
CA: circonferenza addominale, misura la circonferenza dell’addome.
DTC: indica il diametro transcerebellare, è la misura della lunghezza del cervelletto.
FL: indica la misura della lunghezza del femore.
LO: indica la misura della lunghezza dell’omero.
Trigono: indica la misura dell’ampiezza dei ventricoli cerebrali.
EFW: indica il peso del feto.
AFI: indica la quantità di liquido amniotico.
Le tecniche associate.
L’ecografia morfologica consente di valutare la struttura fetale ma non è in grado di stabilire se il flusso utero placentare sia sufficiente ai bisogni del feto, né di evidenziare anomalie cromosomiche. Per tale motivo ad essa si associano spesso due tecniche volte a stabilire questi parametri.
Amniocentesi.
L’amniocentesi è una tecnica di indagine invasiva che serve a determinare la mappa cromosomica fetale al fine di evidenziare anomalie genetiche. Normalmente l’amniocentesi si esegue tra la 15esima e la 19esima settimana di gravidanza. Può essere però effettuata anche dopo questo periodo, per esempio quando l’ecografia morfologica effettuata al quinto mese rileva qualche parametro anomalo il ginecologo può consigliare l’amniocentesi al fine di escludere patologie genetiche come la sindrome di down che causa ritardi nella crescita del feto e che consiste in un’anomalia cromosomica in cui si ha un cromosoma 21 in più. L’ecografia morfologica può essere effettuata anche dopo l’amniocentesi anche se questa ha dato esito normale, non per forza prima, perché i due esami sono associati ma non dipendenti l’uno dall’altro.
Puoi approfondire l'amniocentesi che è un’analisi su una piccola quantità di liquido amniotico prelevata dal ventre materno.
Flussimetria fetale.
Un altro esame che si può associare all’ecografia morfologica è la flussimetria fetale o velocimetria doppler che valuta lo stato dei vasi sanguigni della placenta e il passaggio di sangue tra il feto e la placenta attraverso il cordone ombelicale. Questo esame serve quindi a evidenziare eventuali difetti del flusso sanguigno della placenta valutando l’arteria ombelicale e l’arteria cerebrale media del feto e le arterie uterine della madre. Questo tipo di esame non è invasivo poiché si realizza come se fosse una semplice ecografia e per questo motivo è spesso fatto contestualmente all’ecografia morfologica. Inoltre per avere risultati ottimali si consiglia di eseguirlo dalla 22esima settimana, quindi nello stesso periodo in cui si esegue l’ecografia morfologica.
Esperienza di mamme.
Secondo le esperienze di alcune mamme questa ecografia, insieme alla translucenza nucale e all’amniocentesi, rappresenta uno degli esami più importanti da effettuare durante la gestazione per tranquillizzare la futura mamma sullo stato di salute del proprio bambino. Quello che si evince però dalle esperienze delle mamme è però che questo momento viene vissuto con molta ansia e preoccupazione e al minimo valore alterato che riscontra l’ecografia si piomba in un vero e proprio stato di angoscia che di certo non è un buon modo per affrontare la gravidanza. |