Allergia al polline: come si manifesta? Sintomi e rimedi
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L’allergia al polline è una reazione anomala del sistema immunitario nei confronti di questa sostanza che si manifesta con rinite allergica, prurito al naso, difficoltà respiratorie, congiuntivite allergica, stanchezza… ma come si diagnostica? E quali sono i rimedi naturali e farmacologici?
Che cos’è l’allergia al polline?
L’allergia ai pollini era già nota nell'antichità col nome di raffreddore o febbre da fieno. I pollini in natura servono a fecondare le piante con un processo chiamato impollinazione. In determinati periodi dell’anno che variano al variare delle piante e della latitudine geografica (generalmente va da aprile a settembre/ottobre) la concentrazione dei pollini emessi dalle piante nell’aria aumenta notevolmente per favorire il naturale ciclo riproduttivo. Purtroppo però questa gran quantità di polline trasportata dal vento, oltre ad assolvere il suo naturale compito di riproduzione, causa, una volta inalato, in un gran numero di soggetti, fastidiosi disturbi come riniti, dermatiti e nei casi più gravi attacchi di asma.
L'allergia al polline, chiamata anche pollinosi o allergia primaverile, è una reazione anomala del sistema immunitario nei confronti del polline. Si presenta solitamente nel periodo primaverile e può colpire qualsiasi soggetto, dai bambini agli adulti agli anziani.
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i soggetti allergici rappresenterebbero il 10 - 40% della popolazione.
Come si sviluppa: patogenesi.
L’allergia ai pollini è dovuta ad un doppio errore del nostro sistema immunitario.
Questo, infatti, classifica una sostanza innocua come l’allergene (in questo caso il polline) come un nemico.
Le reali cause per cui un soggetto sviluppa allergia al polline sono ad oggi sconosciute, sebbene si pensi ad un'interazione tra fattori ambientali e genetici.
Il meccanismo patogenetico può essere così riassunto:
- Il soggetto predisposto viene in contatto con il polline mediante le vie aeree superiori, cioè naso e bocca, e mediante la congiuntiva oculare.
- Il polline che entra nell'organismo viene a contatto con il sistema immunitario, in particolare con cellule chiamate macrofagi.
- I macrofagi fagocitano (cioè ingoiano) il polline e questo provoca la degranulazione (cioè il rilascio del contenuto dei granuli che si trovano all'interno della cellula) dello stesso macrofago.
- La degranulazione dei macrofagi provoca l'attivazione dei linfociti T helper, i quali provocheranno poi una reazione a cascata che si concluderà con la produzione, da parte dei linfociti B, di un classe di anticorpi particolari chiamati IgE.
- Le IgE, una volta rilasciate, provocano un altro meccanismo a cascata, legandosi a cellule specifiche che possiedono i recettori per le IgE, che si conclude con il rilascio di mediatori dell'infiammazione, tra cui l'istamina.
- Una volta in circolo l'istamina e gli altri mediatori allergici determinano la comparsa della classica sintomatologia allergica.
Quando si manifesta?
Le allergie ai pollini possono essere:
- pre - primaverili, quando il soggetto è allergico a piante la cui fioritura va da dicembre a maggio,
- primaverili, quando si è allergici a piante che fioriscono tra aprile e settembre,
- estivo - autunnali, se si è allergici a piante la cui fioritura va da agosto a settembre.
Calendario dei pollini maggiormente allergizzanti.
I pollini che causano allergia sono moltissimi, considerato che le allergie sono delle patologie estremamente individuali e legate ad una vera e propria predisposizione genetica; tuttavia ve ne sono alcuni che maggiormente figurano come allergeni, cioè come sostanze scatenanti l'allergia e tra questi abbiamo i pollini di:
- Graminacee: sono delle piante erbacee e si possono trovare ovunque, in aiuole, terreni incolti, prati, e così via. Rappresentano la prima causa di pollinosi ed il loro periodo di massima produzione di pollini va da metà maggio a metà settembre.
- Cupressacee: ne fanno parte il cipresso ed il ginepro, ed il periodo in cui provocano allergia è all'inizio della primavera, tra febbraio e marzo.
- Betullacee: vi appartiene la betulla, il loro periodo di fioritura e rilascio dei pollini va da marzo a maggio (o in alcuni casi da aprile a giugno).
- Composite: comprendono moltissime piante tra cui carciofo, girasole, crisantemo, dalia, margherita, camomilla, artemisia ed assenzio (queste ultime due sono le maggiori produttrici di polline) ed il loro periodo di pollinazione va da maggio a giugno.
- Urticaceae: vi appartengono l'ortica e la parietaria, e quest'ultima rappresenta una delle principali cause di pollinosi. Il polline della parietaria è presente nell'aria per quasi tutto l'anno, con un picco di pollinazione nelle ore più calde del giorno ed una diminuzione nelle ore serali.
- Olivo: ha un periodo di pollinazione breve, che va da fine aprile a fine maggio, ma produce una grande quantità di polline.
Come si manifesta la pollinosi? Sintomi nasali, respiratori, oculari e sistemici.
La sintomatologia delle pollinosi è caratteristica e comprende un insieme di manifestazioni cliniche che comportano sintomi nasali, respiratori, oculari e sistemici.
- Sintomi nasali: rinite allergica che si manifesta con prurito al naso, congestione nasale, sensazione di naso chiuso, naso che cola, riduzione dell'olfatto e starnuti continui e ripetuti.
- Sintomi respiratori: includono prurito a livello di gola e palato, mal di gola, tosse allergica, difficoltà respiratorie, dispnea e broncospasmi. Talvolta i sintomi respiratori possono provocare una vera e propria patologia chiamata asma allergica, i cui sintomi principali sono violente crisi respiratorie dovute ad una massiva broncostrizione.
- Sintomi oculari: includono congiuntivite allergica, prurito agli occhi, arrossamento, lacrimazione abbondante, occhi gonfi, e bruciore.
- Sintomi sistemici: comprendono mal di testa, febbre, ingrossamento dei linfonodi, stanchezza, difficoltà di concentrazione, manifestazioni cutanee quali dermatite ed orticaria.
Rinite, asma bronchiale e sindrome orale allergica (SOA).
L’allergia ai pollini è la principale causa di alcune comuni patologie quali la rinocongiuntivite allergica, l’asma bronchiale e la sindrome orale allergica
La rinocongiuntivite allergica è un processo infiammatorio a carico della della mucosa nasale o della congiuntiva (membrana che protegge il bulbo oculare) dovuto ad allergie stagionali come quella ai pollini.
Molti pazienti con allergie da pollini sono affetti da asma bronchiale una condizione in cui le vie aeree si restringono in risposta agli allergeni inalati. Gli attacchi di asma possono comportare tosse, dispnea, e senso di oppressione e possono durare pochi minuti o durare ore o giorni.
In alcuni soggetti allergici possono insorgere sintomi quali bruciore o prurito alla gola o al palato, disturbi della deglutizione, dopo aver assunto un alimento. Queste manifestazioni caratterizzano la Sindrome orale allergica che è causata da alimenti che presentano antigeni comuni ad alcuni pollini.
La diagnosi ed i test da effettuare per individuare il polline responsabile.
La diagnosi di allergia viene eseguita dal medico allergologo sulla base dei sintomi mediante anamnesi, esame obiettivo, esami del sangue e test cutanei.
Attraverso gli esami del sangue si esegue il dosaggio delle IgE seriche, cioè degli anticorpi coinvolti nel processo allergico. In particolare i test eseguiti sono:
- PRIST (o Paper Radio Immuno Sorbent Test): è un esame mediante il quale si vede la concentrazione nel sangue delle IgE totali, e si basa sulla teoria che durante una crisi allergica si ha un aumento degli anticorpi della classe IgE. E' tuttavia un esame aspecifico poiché indica solo la presenza di un'allergia in atto, ma non dice quale sostanza è responsabile dell'allergia. Inoltre non sempre durante una crisi allergica si assiste ad un aumento delle IgE.
- RAST (Radio Allergo Sorbent Test): è un test che si esegue nel caso in cui il PRIST ha riscontrato elevati valori di IgE risultando pertanto positivo. Con il RAST test si dosano gli anticorpi IgE che sono diretti verso uno specifico allergene e pertanto tale test aiuta ad individuare a quale polline si è allergici.
- Test ISAC (Immuno - solid phase Allergen Chip): è un test che mediante un prelievo di sangue consente di dosare le IgE dirette contro più di 100 allergeni, attraverso una tecnica chiamata microarray, ovvero una piastra su cui sono situati, in dei pozzetti, i vari allergeni. Il campione di sangue viene messo a contatto con questi allergeni e la reazione tra l'anticorpo e l'antigene si valuta mediante un anticorpo secondario il quale, se c'è positività, emette fluorescenza che viene letta da un'apposita macchina che fornirà i risultati.
Per quanto riguarda i test cutanei quelli maggiormente utilizzati sono:
- Prick test: per eseguire questo test si pongono, al livello della cute dell'avambraccio, diverse gocce corrispondenti a diverse allergeni, si segna poi con un pennarello a quale allergene corrisponde ogni singola goccia e si esegue il test pungendo la cute con un piccolo ago (che penetra a livello cutaneo per massimo 1 mm), di modo che l'allergene contenuto nella goccia ed il sangue del soggetto vengano a contatto. Si attendono poi 15 - 30 minuti per vedere se si sviluppa o meno la reazione allergica, che si manifesta sottoforma di ponfo arrossato e pruriginoso di circa 3 mm di dimensioni. Questo test può essere eseguito mediante una variante chiamata intradermoreazione, in cui l'allergene viene direttamente inoculato a livello del derma con una siringa dotata di un sottilissimo ago.
- Patch test: questo test si esegue applicando nella parte della schiena dei dischetti di cotone imbevuto di allergene. I dischetti vengono fissati sulla cute mediante cerotti e vengono mantenuti in sede per circa due giorni. Trascorso questo tempo il medico toglierà i cerotti ed i dischetti e valuterà se si è verificata una reazione allergica, che si manifesta mediante la comparsa di papule, vescicole o ponfi arrossati.
Cosa fare?
I miglior trattamento contro l’allergia è cercare di evitare il contatto con la sostanza allergenica, cosa che, per i pollini, è abbastanza complicato. Il trattamento farmacologico può essere preventivo e sintomatico. I sintomi possono essere anche alleviati con rimedi naturali fitoterapici ed omeopatici o con i classici rimedi tramandati dalle nonne.
I rimedi naturali per contrastare i sintomi dell’allergia primaverile.
I rimedi naturali aiutano chi è affetto da crisi allergiche a contrastare i sintomi e comprendono rimedi fitoterapici, omeopatici e rimedi casalinghi o "della nonna". Particolare attenzione va posta anche all'alimentazione poiché alcuni alimenti potrebbero aggravare la sintomatologia.
Fitoterapia.
I soggetti affetti da pollinosi devono prestare particolare attenzione ai rimedi fitoterapici poiché alcuni di essi, per cross - reazione, potrebbero aggravare il quadro sintomatico e pertanto si consiglia sempre di parlarne con il proprio medico. Tra i rimedi fitoterapici più indicati dal naturopata per la sintomatologia dell'allergia ai pollini abbiamo:
- Adhatoda, che contiene tra i suoi principi attivi la vasicina (un potente broncodilatatore) e l'olio essenziale e che ha proprietà antistaminiche, broncodilatatrici ed espettoranti.
- Boswellia, i cui principi attivi sono gli acidi boswellici, che fungono da antinfiammatori naturali in quanto agiscono a livello della sintesi di leucotrieni, molecole responsabili dell'infiammazione.
- Ribes negro, contenente oli essenziali, glicosidi e flavonoidi, ed ha effetto antinfiammatorio simile a quello del cortisone.
- Rosa canina, che ha un altissimo contenuto di tannini, flavonoidi e vitamina C ed ha effetto antiossidante ed antinfiammatorio specialmente nei confronti dei sintomi asmatici.
- Perilla, che contiene acido rosmarinico, apigenina, luteolina e crisoeriolo ed ha proprietà antiallergiche ed immunomodulatrici (regola cioè il sistema immunitario).
- Liquirizia, che contiene glicirrizina, fitosteroli, flavonoidi e saponine e che agisce sia come immunomodulatore, che riducendo il rilascio di istamina.
- Morinda citrifolia, conosciuta anche come gelso indiano o noni che contiene nel suo succo proxeronina, acido deacetilasperulosidico e xeronina che le conferiscono proprietà immunomodulatorie ed antinfiammatorie.
I rimedi fitoterapici sopracitati agiscono a livello del rilascio o della produzione di istamina e degli altri mediatori dell'infiammazione. La modalità di somministrazione e la forma da assumere (tintura madre, infuso, estratto secco, macerato glicerico) vanno discussi insieme al proprio medico allergologo onde evitare problemi di cross - reazione e peggioramento dei sintomi.
Omeopatia.
Un altro possibile approccio naturale al trattamento delle pollinosi stagionali è quello dell'omeopatia.
Per quanto riguarda i rimedi omeopatici quelli più indicati dalla medicina alternativa sono:
- Euphrasia, nel caso in cui l'allergia si manifesti anche con sintomi congiuntivali.
- Allium cepa, nel caso in cui si manifesti rinite allergica.
- Ipeca, nel caso in cui l'allergia si manifesti con tosse allergica.
Tutti i rimedi si assumono alla concentrazione 5 CH con una posologia di 5 granuli da una a più volte al giorno fino a quando non si osserva un miglioramento dei sintomi.
Rimedi della nonna.
I rimedi casalinghi che le nostre nonne consigliano per alleviare i sintomi della pollinosi sono i seguenti:
- Lavaggi nasali, eseguire dei lavaggi nasali con acqua e sale, al fine di disinfettare le vie aeree e ridurre i fenomeni infiammatori.
- Suffumigi, eseguire dei suffumigi mediante vapore ed olio essenziale di menta, per favorire la broncodilatazione.
Alimentazione.
Nei soggetti allergici sono da evitare gli alimenti che possono provocare "cross - reazione", ovvero quegli alimenti che, anche se il soggetto non è allergico ad essi possono comunque scatenare una reazione allergica e provocare un rilascio di istamina.
In particolare:
- I soggetti allergici alle graminacee devono evitare kiwi, arance, limoni, angurie, frumento, ciliegie, mandorle, pomodoro, melone, pesche, prugne, albicocche.
- Se si è allergici alle betullacee è bene evitare fragole, lamponi, nocciole, prezzemolo, kiwi, sedano, finocchio, mandorle, ciliegie, prugne, pesche, albicocche, mele, soia, nespole, fave, pere, arachidi e noci.
- Chi è allergico alle composite deve evitare cicoria, lattuga, castagne, pistacchio, olio di girasole, camomilla, prezzemolo, carote, finocchio, anguria, sedano, mela, banana, noci, tarassaco, melone, dragoncello, miele di tarassaco e miele di girasole.
- Coloro che sono allergici alla parietaria devono evitare gelsi, piselli, basilico, melone, ciliegie e pistacchi.
Rimedi farmacologici.
La terapia farmacologica per il trattamento delle allergie prevede l'uso di farmaci che limitano la manifestazione dei sintomi, o di farmaci preventivi che diminuiscono la sensibilità dell'apparato respiratorio nei confronti del polline. In caso di pollinosi è comunque necessario rivolgersi all’allergologo che saprà indicare la terapia più appropriata.
Tra i farmaci preventivi troviamo i cromoni (Cromoglicato o sodio nedocromile) che agiscono sui canali degli ioni cloro e riducono l'eccitabilità delle cellule a livello delle vie aeree riducendo, in tal modo,l'infiammazione. Vanno assunti prima della esposizione ai pollini cioè circa tre-quattro settimane prima della fioritura della specie cui si è allergici.
Questi farmaci sono disponibili in compresse, spray, colliri, o possono essere inalati con l’aerosol. Hanno, però effetto limitato e vanno assunti più volte durante la giornata (anche tre o quattro volte).
Tra i farmaci che riducono i sintomi allergici, quelli maggiormente utilizzati sono:
- Corticosteroidi utilizzati per ridurre i fenomeni infiammatori. Possono essere somministrati per via orale per contrastare i sintomi in generale, o mediante applicazioni topiche (spray nasali, colliri, aerosol) per trattare i sintomi localizzati a livello nasale, oculare e respiratorio.
- Gli antistaminici, farmaci che servono a ridurre o inibire la produzione di istamina. Si possono somministrare per via orale (effetto terapeutico variabile tra le 12 e le 24 ore) o per via topica, (spray nasali e colliri), che fanno effetto in circa 30 minuti ed hanno un effetto terapeutico variabile in termini di tempo. La somministrazione orale di antistaminici va eseguita per almeno 2 - 3 settimane, mentre la somministrazione topica può essere eseguita al bisogno.
- I broncodilatatori sono farmaci che servono a dilatare i bronchi e risultano molto utili in caso di asma, difficoltà respiratorie e tosse. Si somministrano mediante spray o aerosol e possono essere usati al bisogno.
In gravidanza.
Tali farmaci vanno assunti con cautela e sotto stretto consulto dello specialista, soprattutto in caso di allergia ai pollini che si verifica durante la gravidanza o l'allattamento.
Per quanto riguarda gli antistaminici non è stato comprovato nessun aumento di rischio di malformazioni o anomalie per il bambino, tuttavia è meglio evitare quelli di prima generazione che possono causare sonnolenza specie nei primi giorni di assunzione. È sconsigliato l'uso di decongestionanti che, essendo vasocostrittori, riducono l'apporto di ossigeno al bambino.
Il vaccino immuno desensibilizzante per i pollini.
Negli ultimi tempi è stato messo a punto un vaccino per le allergie, che si esegue somministrando al soggetto piccole dosi crescenti dell'allergene, in questo caso il polline, a cui è allergico. Lo scopo è far si che il sistema immunitario reagisca poco alla volta fino a diventare indifferente di modo che, qualora il polline venga a contatto con il soggetto, non si abbia nessuna reazione. In genere il trattamento ha una durata variabile tra i sei e gli otto mesi, talvolta anche un anno, in base al tipo di allergia.