Come si cura la dislessia

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Non è possibile parlare di cura della dislessia in senso proprio dato che non si tratta di una malattia bensì una caratteristica personale di origine genetica, un disturbo dell'apprendimento che che non permette al soggetto di leggere correttamente sebbene lasci inalterate le capacità intellettive generali.

Cura per la dislessia? I percorsi che possono aiutare i dislessici.

La dislessia non è classificabile come malattia dato che non è una sindrome transitoria ma una disabilità che che non permette al soggetto di leggere correttamente sebbene lasci inalterate le capacità intellettive generali, per cui non ci sono rimedi e terapie per eliminarne tale caratteristica ma solo percorsi terapeutici personalizzati in base al soggetto, alle sue caratteristiche psicologiche, alle sue capacità ed al livello di difficoltà.

Da quali segni si riconosce un bambino dislessico?

I bambini che durante l'infanzia utilizzano un numero limitato di parole e tendono a perseverare nel pronunciarle in modo storpiato andrebbero sottoposti ad un pediatra esperto. Questi, basandosi anche sulle esperienze della famiglia (presenza di casi di disturbi dell'apprendimento), deve essere in grado di indirizzare il bimbo verso strutture competenti che siano in grado di fare una corretta diagnosi.

Entrando nel pratico, un momento importante per bimbi e genitori giunge alla conclusione del primo anno delle scuole primarie. Ci sono in questo momento di vita delle caratteristiche peculiari che permettono a genitori ed educatori di riscontrare possibili segnali:

  • Il bambino scrive e legge troppo lentamente,
  • Non riesce a sillabare correttamente le parole,
  • Non riesce a scrivere chiaramente in stampatello,
  • Non riesce ad associare correttamente i suoni alle parole scritte.

Se si riscontrano una o più di queste caratteristiche allora è bene consultare uno psicologo per effettuare la diagnosi. Sono molti i centri in Italia che offrono in materia consulenze gratuite. Come già sottolineato perchè si tratti di DSA il bambino non deve avere alcuna carenza intellettiva o sensoriale. La diagnosi effettiva viene effettuata alla fine del secondo anno della scuola primaria.

Approfondisci i sintomi della dislessia.

Chi può affiancare il bambino dislessico?

Affrontare la dislessia è un lavoro di equipe che coinvolge famiglia, scuola e diversi specialisti: quali logopedisti e psicologi.

Possibili cure o più correttamente percorsi.

Raggiunta una corretta diagnosi, grazie all'ausilio di un centro specializzato, in genere si intervenire con programmi specifici e personalizzati che devono avere come traguardi i seguenti obbiettivi:

E' importante in questo non semplice percorso terapeutico che il fanciullo e la famiglia siano informati di tutte le tappe che dovranno essere percorse e dei traguardi che occorrerà raggiungere affinché il bambino si senta motivato e non viva il percorso come una punizione.

L’iter scolastico.

L'iter scolastico di un bambino dislessico non è assolutamente semplice ne per lui e tanto meno per i suoi insegnanti. Spesso nei casi complessi viene fornito al bambino un insegnante specializzato di sostegno per consentirgli di superare e recuperare le sue carenze. La soluzione però ha quasi sempre creato più danni che benefici perché ha acuito la frustrazione del bambino e ne ha aumentato i problemi psicologici.

Si tende perciò di far concordare il programma educativo del dislessico tra il team che lo segue e l’insegnante scolastico affinché questi possa applicarlo compatibilmente con le sue esigenze didattiche e con quelle degli altri allievi. Naturalmente tale programma educativo dovrà contemplare una serie di esigenze per facilitare il recupero e reintegro del bambino.

Alcuni esempi di tali esigenze possono essere:

Percorso specialistico.

Il trattamento sul linguaggio è teso a migliorare ed integrare le funzioni carenti e pertanto è centrato sul recupero delle capacità motorie e fonologiche e si avvale di una serie di ausili didattici come registratori, computer dotati di speciali software pensati per lo scopo, Cd con sintesi vocali come quelli editi dalla Erickson, etc..

Con l'aiuto del logopedista il bambino pratica esercizi specifici volti ad insegnare i suoni dei diversi fonemi per permettere una pronuncia corretta delle parole. Esistono varie tecniche:

Il metodo Davis è un supporto pedagogico di sostegno che mette in risalto le particolari capacità percettive dei dislessici. Esso risolve la confusione delle lettere utilizzando lettere di plastilina, crea con la plastilina un’immagine della parola in modo che il dislessico possa abbinare la parola astratta ad un’immagine mentale, ed incoraggia ad allenare lo spostamento degli occhi da sinistra a destra per consentire una lettura veloce.

Il bambino dislessico deve, inoltre avere un supporto psicologico per evitare impropri sensi di colpa o di inadeguatezza che le difficoltà in ambito scolastico potrebbero generare.

Il bambino dislessico inserito nel contesto scolastico si trova impegnato, infatti, in attività che lui non riesce a svolgere in maniera corretta come la maggioranza dei suoi compagni. Le normali attività gli richiedono, infatti, una fatica eccessiva rispetto a quella profusa dagli altri e ciononostante i risultati ottenuti saranno meno che modesti.

Questa situazione lo fa sentire inferiore alla maggioranza dei suoi coetanei che, con sforzi di gran lunga inferiori, ottengono risultati molto più brillanti, il che innesca nel bambino dislessico un senso di disagio che sarà ancora più acuito dai rimproveri degli insegnati che possono interpretare le sue difficoltà come dettate da svogliatezza.

La reazioni a tale situazione saranno frustrazione, mancanza di autostima e spesso atteggiamenti di aggressività o crisi depressive.

Novità e ricerche per ridurre i disturbi di apprendimento.

ELSE è un software sviluppato dagli studiosi dell'Istituto di Tecnologie Didattiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova. Esso presenta una gamma di 47 esercizi che l’utente potrà modificare per adattarli il più possibile alle proprie esigenze. Questo significa che docenti e genitori avranno a disposizione uno strumento di volta in volta diverso, capace di modellarsi sulle specifiche problematiche di ogni studente. Si tratta inoltre di un sistema divertente e piacevole che sembra attrarre i bambini molto più di quanto non facessero.

Le tesi di Bakker: Secondo l’olandese Bakker, mentre nei soggetti non affetti dal disturbo apprendimento e lettura sono dapprima regolati dall'emisfero destro, poi in età adulta passano sotto l’influenza dell’emisfero sinistro, nel soggetto dislessico questo passaggio avverrebbe con tempistiche diverse: se troppo presto, ci troveremo di fronte ad una dislessia di tipo L; se troppo tardi, avremo una dislessia di tipo P. Nel primo caso, la lettura sarà stentata e frammentata, ma possibile; nel secondo, il soggetto sarà effetto da veri e propri deficit viso-percettivi che renderanno la lettura difficoltosa e colma di errori. Per "curare" la dislessia occorrerebbero dunque opportune stimolazioni dell’emisfero interessato attraverso l’uso di proiezioni elaborate di lettere.

Fino a che età si può agire sui problemi legati alla dislessia?

Gli studi ed i dati relativi al disturbo dislessico in età più adulta non sono ancora tali da permettere valutazioni approfondite. La letteratura internazionale annovera studi specifici che sottolineano come, sebbene i trattamenti aiutino, i disturbi legati a lettura e scrittura permangono. I risultati migliori si ottengono sulla riduzione degli errori mentre meno efficaci sono i trattamenti relativi alla velocità di lettura. La velocità con la quale si possono ottenere i risultati sembrano dipendere dai livelli di difficoltà iniziale del bambino, dalla tempestività di intervento e dalle tecniche utilizzate. Se in passato si ritenevano non particolarmente incisivi gli interventi oltre una certa età oggi si interviene con la logopedia anche su soggetti adulti. Tuttavia bisogna evidenziare che ad oggi i migliori risultati del trattamento si ottengono se praticato a partire dalla terza classe elementare fino al completamento della terza media.

Approfondisci come affrontare la dislessia negli adulti.

La legge italiana approvata nel 2010 tutela le persone con dislessia e disturbi specifici per l’apprendimento con misure didattiche di supporto che assicurino eguali opportunità di sviluppo delle capacità nelle scuole di ogni grado, a partire da quella primaria all'università.

Assicura inoltre corsi di preparazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, mentre alle famiglie è garantita la possibilità di usufruire di orari di lavoro flessibili.

Ogni notizia sull'argomento si può trovare sul sito dell’AID Associazione Italiana Dislessia che si propone non solo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della dislessia, ma anche di fornire aiuto ai dislessici ed alla famiglie.

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