Fibroma uterino: sintomi, cause, ed intervento
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Approfondimento sul fibroma uterino. Quali sono i sintomi con cui si manifesta? Quali i rischi e le cause che ne determinano la formazione? Scopriamo come viene diagnosticato e quali sono le cure: intervento, farmaci e rimedi naturali.
Fibroma uterino: caratteristiche.
I fibromi uterini sono delle formazioni benigne a carico dell’apparato genitale femminile.
Sono costituiti principalmente da tessuto fibro-elastico, possono avere dimensioni varie, da alcuni millimetri a vari centimetri, e hanno di norma una forma tondeggiante, circondati da una capsula che ne permette l’ancoraggio alla parete uterina.
Si possono presentare singolarmente, ma più spesso sono multipli e solo raramente (circa nel 3 % dei casi) si localizzano a livello della cervice uterina. Nella restante percentuale di casi, si localizzano a livello del corpo dell’utero.
La presenza di un fibroma è una patologia abbastanza frequente, specie nelle donne in età fertile. Circa il 20 % di donne in questa fascia di età infatti scopre nel corso della vita di averne uno.
I principali tipi di fibroma.
I fibromi uterini possono essere di vari tipi a seconda della sede in cui si sviluppano:
- i fibromi sottosierosi si sviluppano sulla parete esterna dell’utero, sotto la capsula sierosa, non invade la cavità ed è facilmente riconoscibile in quanto da all’utero una forma irregolare;
- I fibromi intramurali sono i più frequenti, si sviluppano all’interno della parete muscolare dell’utero, causandone un aumento di volume, che può apparire anomalo durante una normale visita ginecologica;
- I sottomucosi: si sviluppano all’interno della cavità uterina, sono i meno frequenti, ma sporgendo nella cavità, sono quelli che possono causare maggiori problemi, specie in caso di gravidanza, Il sottomucoso è il tipo di fibroma che provoca i sintomi più evidenti e fastidiosi.
- Il primo e il terzo tipo possono anche essere peduncolati, ossia dotati di un peduncolo, un legame con la parete uterina interna o esterna.
Cause e fattori di rischio che ne determinano la formazione.
Sebbene non sia ancora del tutto chiaro il meccanismo che porta alla formazione di questi tumori benigni, è certo che sono influenzati dagli ormoni ovarici e che c’è una base genetica che predispone alcuni soggetti.
Esistono comunque delle categorie di donne maggiormente esposte al rischio di sviluppare fibromi:
- Le donne che hanno il primo ciclo mestruale (menarca) in età precoce.
- Le donne che hanno in famiglia altri casi di questa patologia.
- Le donne di razza afro-americana sono maggiormente colpite (50 %)
- Le donne obese sono maggiormente a rischio.
Come si evolve? Può scomparire?
I fibromi sono formazioni non cancerose che crescono lentamente:
- Compaiono verso i 20 anni, ma vengono “scoperti” intorno ai 35 - 40 anni, in quanto aumentano di dimensione.
- Secondo alcuni studi scientifici, le gravidanze diminuiscono il rischio di sviluppare un fibroma e hanno quindi un effetto protettivo.
- Nel periodo che precede la menopausa (perimenopausa) c’è un rischio maggiore che un fibroma possa crescere, a causa degli scompensi ormonali dovuti all’esaurimento dei follicoli e alla sempre più scarsa presenza di mestruazioni.
- Durante la menopausa invece, possono regredire spontaneamente.
Quali sono i sintomi con cui si manifesta?
I fibromi di piccole dimensioni molto spesso non danno alcun segnale della loro presenza e talvolta si riscontrano durante un controllo ginecologico di routine.
Di conseguenza, i sintomi variano a seconda della grandezza e della localizzazione e dalla presenza di uno o più fibromi.
Quando sono presenti i sintomi sono:
- Sanguinamento uterino anomalo (molto frequente) Talvolta le perdite di sangue sono così abbondanti da causare anemia.
- Dolore alla zona pelvica.
- Dolore alla schiena o alla radice della coscia
- Sensazione di peso o gonfiore.
- Dolore durante i rapporti sessuali.
- Flussi mestruali abbondanti e più lunghi del normale, con presenza di coaguli.
- Sensazione di pressione sulla vescica (in caso di fibromi molto grandi)
- Sensazione di pressione sull’intestino (in caso di fibromi molto grandi).
- Se la localizzazione è sulla parete anteriore dell’utero saranno più frequenti i sintomi a carico della vescica.
Il rapporto tra fibromi e gravidanza.
Raramente la presenza di un fibroma impedisce l’instaurarsi della gravidanza, in quanto sono rarissime le complicazioni a carico delle tube (il “luogo” che accoglie il concepimento) per cui non è infrequente che una donna scopra di avere un fibroma proprio quando si reca a visita per una gravidanza.
I fibromi sottomucosi, sporgendo all’interno della cavità uterina, possono, in alcuni casi, rendere difficile l’annidamento dell’embrione in utero e quindi c’è una piccola percentuale di rischio aumentato di aborto.
Fibromi di grandi dimensioni localizzati all’esterno o tra le fibre muscolari possono causare problemi con il proseguimento della gravidanza in quanto, sotto lo stimolo ormonale, possono indurre delle contrazioni anomale e quindi portare ad un rischio aumentato di parto pretermine.
Solo il 30 % dei fibromi, però, aumenta di dimensioni durante la gravidanza e non è stato dimostrato che asportare fibromi di dimensioni inferiori a 5 cm migliori la fertilità.
Diagnosi: come individuare localizzazione e dimensioni della formazione.
La diagnosi di norma è abbastanza semplice. La metodica maggiormente utilizzata è l’ecografia.
Infatti una immagine ecografica, sia tramite sonda addominale e ancor meglio con una sonda vaginale, da una visione chiara e netta della presenza del fibroma.
Inoltre è possibile individuarne la localizzazione, la grandezza e la consistenza e la presenza o meno di altri fibromi.
E’ possibile scoprirne la presenza anche con una visita ginecologica. Infatti alla palpazione l’utero apparirà di dimensioni aumentate, di forma anomala, con la presenza di una neoformazione dura.
In alcuni casi è richiesta una sonoisterografia (metodo di visualizzazione della cavità uterina con una sonda vaginale e infusione di una soluzione salina sterile nella cavità) o una risonanza magnetica, specie nei casi in cui la terapia preveda l’asportazione chirurgica.
Terapia: farmaci ed intervento per eliminare il fibroma.
Di tutte le donne che hanno uno o più fibromi, solo il 10 - 20 % necessita di terapia. La restante percentuale può tenere sotto controllo la patologia poiché i sintomi non provochino tanto disagio da richiedere un intervento medico.
La scelta della terapia dipende da vari fattori:
- dall’anamnesi e dall’età della paziente
- dalla presenza o meno di una gravidanza in corso
- dal numero di fibromi
- dalla localizzazione
- dalla grandezza
- dallo stato generale della paziente (sanguinamenti in atto, anemia, disturbi vescicali, etc.)
Le opzioni sono: la terapia farmacologica e l’intervento chirurgico.
Terapia farmacologica.
Non esiste un farmaco che possa essere utilizzato per far “scomparire” il fibroma, ma alcune sostanze possono essere utili per tenerli a bada.
Vengono utilizzati quando ci sono sintomi evidenti e fastidiosi per la paziente.
- Il farmaco principalmente usato è la pillola contraccettiva. Essendo i fibromi influenzati dagli ormoni, l’uso della pillola ne ferma la crescita, diminuisce i sanguinamenti e riduce la quantità delle mestruazioni e il dolore mestruale. Ciò aiuta la paziente a sentirsi meglio e a migliorare il suo stato di salute generale. La pillola è anche ben tollerata e può essere assunta per periodi più o meno lunghi, secondo prescrizione del medico.
- Un altro ormone utilizzato in terapia è il progesterone, anche se i suoi effetti benefici sono limitati ai periodi di assunzione. L’uso del mifepristone (un antagonista del progesterone) a lungo andare, nell’8 % dei casi, può portare a problemi epatici.
- Un’altra metodica utilizzata è la somministrazione di un ormone che induce una “menopausa chimica”. Questo riduce i sanguinamenti e aiuta lo stato generale della paziente, ma a lungo andare, inibendo gli estrogeni, può portare altri problemi, come osteoporosi e altre conseguenze a livello cardiovascolare. In genere viene quindi usato prima dell’intervento, per ridurre il rischio di sanguinamenti.
Rimedi naturali.
Alcune erbe usate in fitoterapia, accompagnate da una alimentazione sana e da un corretto stile di vita, possono aiutare a ridurre i sintomi causati dai fibromi.
Alcuni esempi sono: vitex agnus cactus, sequoia gigantea, cardo mariano, tarassaco, ribes nero.
Rimedi omeopatici utili sono: calcarea iodata, calcarea fluorica, murex, ipeca.
Intervento chirurgico.
Quando i sintomi sono invalidanti e il fibroma è di grosse dimensioni si ricorre all’intervento chirurgico che può essere:
- Miomectomia: è l’intervento che prevedere l’’asportazione del fibroma
- Isterectomia che è l’asportazione completa dell’utero quando il fibroma è di grosse dimensioni
L’intervento può essere eseguito per via laparotomica, cioè tramite un taglio simile a quello del cesareo, o per via laparoscopica, ossia tramite piccole incisioni attraverso le quali si fanno passare gli strumenti chirurgici.
La seconda via è più rapida e meno fastidiosa per la paziente, ma la scelta dipende dalla grandezza del fibroma e soprattutto dalla sede. In entrambi i casi è necessario il ricovero.
Un’altra strada possibile è l’embolizzazione del fibroma. Tramite un piccolo catetere inserito nell’arteria femorale, si giunge alle arterie che irrorano il fibroma e si occludono, causando così la lenta “morte” del fibroma.
- E’ una tecnica che richiede una sola notte di ricovero,
- la ripresa della paziente è veloce,
- nella maggioranza dei casi le emorragie diminuiscono sensibilmente,
- può essere usata anche se sono presenti più fibromi,
- c’è un basso rischio che il fibroma si ripresenti,
Come tutte le procedure, non è esente da rischi.
Infatti alcune pazienti riferiscono dolori e crampi nei momenti successivi alla procedura, c’è un minimo margine di rischio di infezioni, è possibile la comparsa di febbre e nausea, nell’1 % dei casi l’utero subisce un danno tale da richiederne l’asportazione e, se la paziente è vicina ai 40 anni, c’è un minimo rischio che la procedura comporti una anticipazione della menopausa.
Per ora, solo all’ospedale Niguarda di Milano, è possibile sottoporsi a una terapia a base di ultrasuoni. La paziente viene sottoposta a risonanza magnetica e il fibroma viene bombardato e ridotto a dimensioni minime. E’ necessaria una blanda sedazione e che la paziente resti immobile per circa due ore all’interno della macchina. Il fibroma però non deve essere vicino a anse intestinali, cicatrici (es. cesareo o appendicectomia) o altri organi.