Colite spastica

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Colite spastica

La colite spastica è un disturbo generalmente benigno dell’intestino che non è attribuibile ad alterazioni organiche o ematiche.

E’ un disturbo dell’apparato gastroenterico che nonostante la terminologia “colite”, usata in maniera impropria, non ha caratteristiche infiammatorie ma piuttosto è correlato a problemi di motilità (attività motoria) dell’intestino. E’ un problema diffusissimo in special modo nelle nazioni industrializzate, in Italia la stima della prevalenza è di circa il 20%. Di tale popolazione le donne costituiscono una netta maggioranza dato che la colite spastica predilige il sesso femminile con un rapporto che è di circa 2 o 3:1. La malattia si manifesta dopo i 30/35 anni ed in genere ha un andamento cronico con ricadute e periodi di stasi. Fortunatamente non arreca gravi conseguenze ed alterazioni dell’appararto intestinale ne aumenta la probabilità di sviluppare patologie neoplastiche ma può invece, se non tenuta sotto controllo, condurre ad un netto peggioramento della qualità della vita del paziente tanto da risultare in qualche caso addirittura invalidante. Vediamo quindi come curarla.

Colite spastica descrizione e caratteristiche.

La colite spastica, poiché non è causata da alterazioni anatomiche/biologiche, infezioni o processi infiammatori dell’intestino, non è una vera patologia ma è piuttosto una sindrome ossia un insieme di sintomi correlati ad alterazioni delle fisiologiche funzioni dell’intestino. Sintomi di cui il più consistente è il dolore addominale accompagnato da una modifica delle caratteristiche e consistenza dell’alvo (defecazione). In conseguenza di tutto ciò si hanno diarree o stipsi prolungate o periodi alternati di stipsi e diarrea. Proprio in funzione di queste caratteristiche che viene effettuata una classificazione della colite spastica. Infatti abbiamo:

La colite spastica risulta notevolmente influenzata da una serie di fattori di cui riportiamo i più comuni :

Come si manifesta il disturbo?

Ovviamente non tutti i pazienti presentano gli stessi sintomi e quelli descritti sono tutti i possibili che non necessariamente sono sempre presenti e contemporaneamente, e possono avere durata variabile. La sintomatologia del disturbo può così riassumersi:

Quali le cause?

Le cause della colite spastica non sono note del tutto. Si fanno varie ipotesi e tra queste le più verosimili sono:

Aumento/diminuzione della produzione di serotonina. La serotonina è un neurotrasmettitore che tra le altre sue funzioni regola anche la contrazione della muscolatura liscia e quindi anche la peristalsi intestinali. La maggior parte della serotonina è secreta dalle cellule enterocromaffini contenute nell’intestino. Un eccesso di serotonina aumenta la peristalsi e quindi induce diarrea. Al contrario un deficit di serotonina riduce la peristalsi e quindi induce stipsi. La produzione di serotonina è fortemente dipendente dalle interazioni tra cervello e le terminazioni nervose dell’intestino. Tutto ciò fa si che che la motilità dell’intestino sia strettamente correlata ai problemi psichici.

Ansia e stress che come abbiamo visto interagiscono con la secrezione di serotonina.

Puoi approfondire il ruolo della serotonina causa di molti dei disturbi legati allo stress.

Alterata percezione dei fisiologici processi dell’intestino. Percezione che in taluni soggetti è abnorme e perciò induce il sistema nervoso centrale a classificare come doloroso uno stimolo che in altri individui verrebbe catalogato come normale.

Precedenti infezioni a carico dell’intestino. Sembra che le infezioni da parte di batteri come la Shighella ed il Campilobacter possano a guarigione sopraggiunta causare il disturbo. Questa constatazione accrediterebbe una recente ipotesi di blando coinvolgimento del sistema immunitario nel disturbo.

Le indagini per diagnosticare la colite spastica.

La diagnosi della colite spastica è tutt’altro che agevole. Il motivo di tutto ciò ovviamente discende dal fatto che la colite spastica non è una patologia vera e propria ma un disordine delle funzioni dell’intestino e perciò non esiste un esame che la identifichi con certezza. Inoltre la sintomatologia del disturbo è comune a molte altre vere malattie intestinali anche serie. Pertanto per poter stabilire con certezza una diagnosi occorre che l’ipotesi formulata sulla base dell’analisi dei sintomi ‘ segni e dell’analisi anamnestica sia confortata dall’esclusione di patologie che hanno un quadro clinico simile (diagnosi differenziale). Naturalmente quindi per poter correttamente effettuare la diagnosi differenziale, e decidere come curarla intervenendo con i rimedi adeguati, si rendono necessari un certo numero di indagini che di seguito elenchiamo:

Analisi delle feci per individuare sangue occulto o infezioni batteriche o parassitarie.

Analisi ematochimiche e precisamente:

Gastroduodenoscopiaper escludere falsi positivi alla ricerca degli anticorpi antigliadina per l’intolleranza al glutine.

Test del respiro. Per escludere intolleranza al lattosio.

Colonscopia. Consiste nell’introdurre attraverso l’ano un endoscopio con una telecamera miniaturizzata che consenta di visualizzare su un monitor esterno le pareti interne del colon. Rivela lesioni, ulcerazioni, ostruzioni, masse tumorali.

Clisma opaco a doppio contrasto. Radiografia che viene effettuata dopo aver praticato al paziente un clistere con bario in soluzione acquosa. Il bario non lascia passare i raggi X e quindi consente di visualizzare l’intestino con tutte le sue anse. Serve perciò ad escludere: tumori, diverticoli ed ulcerazioni della mucosa.

Ecografia trans addominale. Consente di escludere patologie esterne all’intestino come potrebbero essere calcoli alla colecisti.

Proctografia evacuativa. Radiografia in tempo reale della defecazione realizzata con tecniche di fluorescenza. Consente di escludere ostruzioni e di studiare funzionalità e movimenti dell’intestino.

Trattamento della colite spastica.

Da quanto si è detto sulla colite spastica risulta chiaro che non esiste un protocollo preciso di cura. Cura che sovente va ritagliata sulle caratteristiche del paziente e pertanto in molti casi richiede un periodo di sperimentazione per individuare la terapia più efficace.

Terapia farmacologica.

Serve a tenere sotto controllo i sintomi. E’ costituita generalmente da anti spastici per attenuare la sintomatologia dolorosa e ridurre la motilità dell’intestino ed anti depressivi che servono anche da analgesici. Spesso alla terapia farmacologica è necessario associare una terapia di supporto psicologico per ridurre i problemi di ansia.

Prevenzione e stile di vita.

Comunque al di là del ricorso ai farmaci il trattamento della malattia richiede di base un sostanziale cambiamento dello stile di vita del paziente. Cambiamento che si può riassumere nelle seguenti semplici linee guida:

Tenere il più possibile sotto controllo lo stress. Controllo che può effettuarsi con l’aiuto di una terapia psicologica che dia una mano a risolvere conflitti irrisolti, tecniche di rilassamento e più semplicemente tentando di evitare situazioni particolarmente gravose.

Praticare una dieta adeguata che nel seguito esplicheremo nel dettaglio.

Praticare un’attività fisica anche leggera ma costante utile per rilassarsi e liberarsi dalle tensioni accumulate. Risulta adatta a tale scopo qualsiasi attività aerobica come può anche essere una passeggiata di almeno mezz’ora a passo svelto.

Evitare il fumo e sostanze eccitanti tipo caffè etc.

Dormire almeno otto ore a notte.

Dieta: cosa mangiare?

Iniziamo col chiarire che una dieta che vada bene per chiunque non esiste: infatti alcuni pazienti traggono beneficio dalla eliminazione di alcuni alimenti che ad altri non arrecano alcun problema e per tale motivo anche la dieta richiede un minimo di sperimentazione.

In linea generale occorre seguire una alimentazione ben bilanciata tra i nutrienti (50% di carboidrati, 20% di grassi e 30% di proteine). In questo ambito occorre scegliere gli alimenti i eliminandone alcuni che acuiscono i disturbi.

Alimenti da evitare:

  • Alimenti consigliati.Zuccheri semplici e dolcificanti come ad esempio: marmellate, fruttosio, sorbitolo, etc.
  • Carni rosse e comunque grasse.
  • Pesci grassi come il salmone.
  • Verdura a foglia larga in special modo se amare come spinaci, cicoria, carciofi, etc.
  • Formaggi grassi e fermentati e derivati del latte particolarmente grassi.
  • Frutta troppo dolce: prugne, fichi, pesche.
  • Legumi che provocano sviluppo di gas intestinali come ceci, fagioli, etc.
  • Cioccolato.
  • Bevande eccitanti come the, caffè, coca.
  • Bevande gasate.
  • Cereali meglio se integrali (bisogna assicurare un costante apporto di fibre al corpo) come: riso, pasta, orzo, pane (meglio se tostato) etc..
  • Carni bianche e pesci magri.
  • Vegetali e ortaggi
  • Latte, derivati del latte e formaggi non grassi ed in particolare ricotta, yogurt ed altri probiotici (contenenti fermenti lattici).

Ovviamente vanno evitate ricette e salse elaborate come anche cibi eccessivamente speziati e piccanti. La cucina deve essere la più semplice e naturale possibile preferendo cottura a vapore e alla piastra. I condimenti non devono essere grassi preferendo olio di oliva ai grassi saturi come burro e sugna.

Rimedi naturali.

Poiché non esiste una vera cura della colite spastica ma solo una terapia sintomatologica ossia in grado di tenere sotto controllo i sintomi, risultano particolarmente utili i rimedi naturali.

Per mantenere sotto controllo gli spasmi ed il dolore la cura naturale di elezione è l’estratto che si ricava dalle gemme del fico selvatico che ha anche e soprattutto effetto nel tenere sotto controllo ansia e stress. Altra panacea sono i fermenti lattici che regolano ed arricchiscono di utili batteri la flora intestinale.

Per controllare i gas intestinali e le flatulenze si usano semi secchi di: aneto, menta, anice, cumino, ecc. Tutti questi prodotti di norma si mescolano a modeste quantità di carbone vegetale.

Per controllare la stipsi si usano tisane con aloe, finocchio e senna.

Per controllare la diarrea si usano invece tisane di foglie di noce.

Colite spastica e gravidanza.

Per gli scompensi ormonali che produce la gravidanza può aggravare alcuni sintomi della colite spastica a stipsi predominante.

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