Mononucleosi in gravidanza: contagio, sintomi e rischi

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Dottoressa Alessandra Cavallari (Ostetricia) Consulente Scientifico:
Dottoressa Alessandra Cavallari
(Specialista in ostetricia)

Cosa accade se si contrae la mononucleosi in gravidanza? Proviamo a conoscerla meglio, a capire come avviene il contagio, come si manifesta e soprattutto in quale caso può essere dannosa per il nascituro.

La mononucleosi è pericolosa in gravidanza?

La mononucleosi è un’infezione virale, provocata dall’Epstein Barr Virus appartenente alla grande famiglia degli Herpes Virus (responsabili anche di Herpes labiale, genitale, Varicella e Fuoco di Sant’Antonio).

Questo virus, privo di un nucleo, si annida inizialmente nelle vie respiratorie e si moltiplica utilizzando proprio le cellule umane. Successivamente si diffonde, attraverso i vasi linfatici, al resto del corpo.

La mononucleosi infettiva vera e propria è diffusa praticamente ovunque, dalle aree più povere del mondo a quelle più industrializzate e contagia indifferentemente uomini, donne e bambini, di solito senza dare alcun sintomo, se si è in buona salute ed anche nelle donne in gravidanza.

Puoi approfondire sintomi e terapie per la mononucleosi infettiva

Talvolta tuttavia, si parla di mononucleosi anche nei casi in cui il virus responsabile dei sintomi, sia un altro, molto più pericoloso: il Citomegalovirus.

Il Citomegalovirus è un altro membro del “clan” degli Herpes Virus e secondo alcuni dati dell’Università di Perugia, quasi il 50% della popolazione adulta sopra i 30 anni di età, è già stata infettata senza saperlo e non ha manifestato alcun sintomo.

I rischi mononucleosi infettiva in gravidanza.

La mononucleosi infettiva non è pericolosa in gravidanza.

Al momento non esistono casi scientifici di patologie embrionali, fetali e neonatali per la trasmissione, da mamma a bambino, della mononucleosi infettiva da Epstein Barr Virus.

Se esiste qualche rischio, riguarda solo voi in caso di:

Tuttavia si tratta di complicanze rare e soprattutto facili da prevenire:

L’ infezione provocata da Citomegalovirus, invece, comporta rischi per il feto o il neonato piuttosto elevati .

Rischi della mononucleosi da Citomegalovirus in gravidanza.

L’infezione da Citomegalovirus nella donna in attesa, può manifestarsi con un insieme di sintomi detti “sindrome simil-mononucleosi infettiva”.

Infezione contratta nel primo trimestre.

Se trasmette l’infezione all’embrione/feto durante il primo trimestre di gravidanza, il virus può interferire con l’organogenesi, ovvero la formazione degli organi e degli apparati del bambino.

Trasmissione materno-fetale nel secondo trimestre.

Se l’infezione si trasmette all’embrione durante il secondo trimestre di gravidanza, il virus può causare danni alla formazione degli organi e degli apparati del bambino, anche se meno gravi rispetto a quelli che possono insorgere nel primo trimestre.

Trasmissione materno-fetale nel terzo trimestre.

Se l’infezione si trasmette all’embrione durante il terzo trimestre di gravidanza,Il neonato nasce sano ma nei primi anni di vita sono possibili:

Fortunatamente solo 1 mamma su 100 contrae quest’ infezione quando è più pericolosa, cioè ad inizio gestazione, e solo una percentuale tra lo 0,2 e il 2% dei nascituri viene infettato.

Come avviene il contagio?

Il contagio nei casi di mononucleosi infettiva, avviene prevalentemente attraverso i fluidi delle vie aeree: saliva e muco, presenti nel naso e nella bocca. Esattamente come il raffreddore, anch’esso provocato da un virus.

Anche altri liquidi biologici come urine, secrezioni vaginali e sperma possono contenere e trasmettere l’EBV.

A differenza del raffreddore, il virus di Epstein Barr, per fortuna, è scarsamente infettivo: solo il 5% delle persone che ne vengono in contatto per la prima volta, svilupperanno davvero l’infezione.

Una donna incinta, può inconsapevolmente contrarre la mononucleosi da EBV in svariati modi e da diverse persone, per esempio condividendo lo stesso ambiente lavorativo, se chi tossisce o starnutisce non si copre naso e bocca con la mano.

Oppure semplicemente usando più volte bicchieri o posate utilizzati da una persona infetta.

La trasmissione dell’infezione dalla mamma all’embrione o feto può avvenire in gravidanza, attraverso la placenta oppure al momento del parto.

Vista la grande diffusione del virus della mononucleosi, non è possibile evitare al 100% le possibilità di contagio ma è giusto ribadire che non sono riportati dati scientifici su possibili danni al feto o neonato, nato da una mamma che ha contratto l’EBV in gravidanza!

Quindi non è utile né opportuno rinchiudersi in casa per paura di qualche oscuro contagio!

Le misure igieniche minime come lavarsi spesso le mani ed evitare di passare troppo tempo in ambienti affollati, sono le sole precauzioni da prendere.

Quanto dura l’incubazione della mononucleosi?

Come tutte le infezioni virali, anche la mononucleosi ha un periodo di “incubazione”, ovvero un arco di tempo in cui il virus ha già infettato il corpo materno ma ancora non si è manifestato alcun sintomo.

Di solito nell’adulto l’incubazione della mononucleosi va da 30 a 50 giorni circa.Ciò significa che la futura mamma, ma anche il papà o magari il fratellino del nascituro, possono essere contagiosi e a loro volta trasmettere l’infezione, ancora prima di sapere di averla!

Test diagnostico per la Mononucleosi.

Il modo migliore, ed anche l’unico, per fare diagnosi di mononucleosi (avuta in precedenza o in corso), è un banale prelievo di sangue.

Sul campione, infatti, si effettua la ricerca degli anticorpi che l’organismo umano produce contro EBV o CMV.

Il tipo di anticorpi presenti nel sangue materno, ci dice inoltre se l’infezione è “vecchia”, cioè contratta mesi o anni prima, oppure se è recente e dunque in fase acuta.

Come già detto, pur provocando gli stessi sintomi, il CMV può dare problemi anche seri, se contratto per la prima volta ad inizio gravidanza.

L’EBV invece si dimostra pressoché innocuo per il bebè nel pancione.

Ecco perché, se c’è il dubbio di avere la mononucleosi, la mamma deve effettuare il test diagnostico!

Nei casi di diagnosi di mononucleosi da CMV materna nelle prime 16 settimane di gestazione, si possono effettuare due ulteriori test per stabilire se il feto è stato contagiato:

Tutti i sintomi della mononucleosi in gravidanza.

Indipendentemente dal virus responsabile, i sintomi più comuni della mononucleosi infettiva negli adulti e quindi anche nelle future mamme, sono:

Sono inoltre possibili, in adulti e bambini anche altri sintomi meno frequenti, come:

Attenzione: di solito non sono presenti tutti i sintomi ma solo alcuni! I più precoci ma meno specifici, sono stanchezza e mal di gola.

Solo a distanza di qualche giorno si gonfiano i linfonodi o arriva la febbre.

Ecco perché inizialmente, specie se i sintomi sono molto lievi, si può confondere la mononucleosi con un semplice mal di gola o una comune influenza.

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