Fibrinogeno alto

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Quando i valori di fibrinogeno si definiscono alti? E quali sono i rischi di conseguenze patologiche? Approfondiamo i sintomi e le cause che possono determinare l'aumento di questa glicoproteina, lo stile di vita ed i possibili rimedi naturali utili a controllarne i livelli.

Quando il fibrinogeno è alto?

Si parla della condizione di fibrinogeno alto quando ad una analisi del sangue se ne riscontra una concentrazione che travalica i valori fisiologici, che in condizioni normali sono compresi tra 1,5 e 4 grammi per ogni litro di sangue. Essi infatti variano in funzione del metodo di misura utilizzato, ma, qualunque sia questo, risultano sempre abbastanza vicini al valore medio di 2 g/L.

Approfondimento: la sua funzione biologica.

Il fibrinogeno o anche fattore di coagulazione I, è una glicoproteina (catena di amminoacidi che lega un carboidrato) solubile, con peso molecolare di 340.000 Dalton, sintetizzata in massima parte dalle cellule del fegato, che circola col sangue. La funzione del fibrinogeno nel corpo è di rendere possibile la coagulazione del sangue.

Esso infatti, per effetto di un enzima, prodotto dalla degenerazione delle proteine (proteolisi), si trasforma in fibrina. Fibrina che ha una architettura a matrice che le consente di inglobare i globuli rossi e le piastrine formando una sorta di grumo malleabile che ostruisce ogni lesione della parete dei vasi sanguigni arrestando così l’emorragia che ne consegue.

Sintomi dei valori elevati: spesso passano inosservati.

Valori alti della concentrazione ematica di fibrinogeno di norma non determinano alcuna sintomatologia specifica e pertanto è difficile, se non impossibile, associarvi disturbi che possano essere riferiti al medico. Per tale motivo molto spesso il fibrinogeno alto passa inosservato in quanto non si avvertono sintomi della sua presenza.

Il fibrinogeno, unitamente ad altre proteine tra cui la C reattiva, appartiene alla categorie delle proteine ematiche della fase acuta.

Queste, che sono prodotte dalle cellule epatiche, in presenza di un danno tissutale o di una infezione, aumentano la loro concentrazione e partecipano alla reazione infiammatoria sistemica che la risposta immunitaria innata scatena. Recenti studi hanno associato valori in crescita della concentrazione di fibrinogeno ( come anche quelli della proteina C reattiva) ad aumento di rischio cardiovascolare e perciò ad incremento della probabilità di incorrere in infarto del miocardio o ictus cerebrale.

Cause: patologie o stile di vita scorretto.

Le possibili cause che possono indurre aumento della concentrazione di fibrinogeno sono diverse. Una parte di queste hanno una origine morbosa: ossia l’innalzamento del parametro è causato dalla presenza di una malattia di base. Altre invece hanno un carattere non patologico e per lo più sono correlate ad uno stile di vita inadeguato che se modificato riporta i parametri nei livelli fisiologici.

Le più comuni cause che determinano fibrinogeno alto sono:

Processi infiammatori. Qualunque tipo di infiammazione, come può essere un semplice mal di gola, determina un aumento della concentrazione del fibrinogeno che come detto appartiene alle proteine ematiche della fase acuta e come tale al progredire della flogosi incrementa la sua secrezione.

Gravidanza. Il fibrinogeno durante la gestazione gradualmente col trascorrere dei mesi aumenta. Questo suo aumento costituisce una sorta di protezione del corpo che si prepara alla emorragia del parto. Ricordiamo che una delle funzioni del fibrinogeno è promuovere l’emostasi (coagulazione del sangue). Comunque sia però i suoi valori durante la gravidanza vanno tenuti sotto controllo e non devono superare di molto il limite di 7 g/L altrimenti può indurre gravi problemi come distacchi della placenta e anche aborto.

Contraccettivi orali. L’uso della pillola anticoncezionale provoca aumento dei livelli di fibrinogeno per la presenza degli estrogeni. Anche la terapia ormonale sostitutiva in menopausa incrementa per il medesimo motivo i livelli del fibrinogeno.

Età anagrafica. Invecchiando la concentrazione ematica di fibrinogeno aumenta. L’aumento è correlato ad una compromissione del suo meccanismo di eliminazione e non ad un aumento della sua secrezione da parte degli epatociti.

Indice di massa corporea elevato. I livelli di fibrinogeno crescono considerevolmente con l’indice di massa corporea. Con più precisione se questo è maggiore di 30 chili per metro quadrato si riscontrano concentrazione più elevate di quelle testabili in individui co IMC < 25 Kg/m2. Ricordiamo che l’IMC è il rapporto tra il peso corporeo in Kg e l’altezza al quadrato in metri. Ovviamente un indice di massa corporea elevato è sinonimo di obesità. L’OMS considera obeso di grado I individui con IMC > 30 Kg/m2. I livelli di fibrinogeno si innalzano ancor più se ad un IMC >30 si aggiunge la contemporanea presenza di pliche di grasso su addome e fianchi.

Sindrome metabolica. Si parla di sindrome metabolica se in un individuo si riscontrano almeno tre dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare: Circonferenza della cintura >102 o 88 cm (maschio /femmina); pressione arteriosa > 135/85 millimetri di mercurio; glicemia > 100 milligrammi per decilitro cubo di sangue; HDL < 40/50 (maschi / femmine), Trigliceridi > 150 mg/dL.

Tabagismo. Il fumo di sigaretta aumenta notevolmente la concentrazione del fibrinogeno. Le cause di ciò potrebbero essere individuate nel processo infiammatorio continuo che il fumo determina a livello di bronchi e dei vasi sanguigni del tessuto polmonare. Infiammazione che stimolerebbe la produzione di fibrinogeno.

Epatite. L’epatite è un processo infiammatorio provocato da più cause diverse tra loro: alcool, farmaci e virus, etc.. In quanto infiammazione provoca aumento delle proteine ematiche della fase acuta e quindi anche del fibrinogeno.

Collagenopatie. Insieme di malattie a base autoimmune che aggrediscono il tessuto connettivo ed il collagene delle articolazioni ( lupus eritematoso, spondilite anchilosante, etc.). Naturalmente tutto detto gruppo di malattie hanno un comune carattere infiammatorio che aumenta la concentrazione delle proteine della fase acuta e quindi anche il fibrinogeno.

Sindrome nefrosica. E' lo stato clinico (insieme di sintomi e segni) che caratterizza una compromissione dei glomeruli renali ossia un gomitolo di capillari che costituisce parte dell’apparato filtrante del rene. La sindrome nefrosica ha varie cause scatenanti anche al di fuori dei reni stessi: diabete, lupus eritematoso sistemico, mieloma multiplo (degenerazione neoplastica di una tipologia di cellule del sistema immunitario: le plasmacellule ). La sindrome nefrosica viene a determinarsi per un abbassamento del filtro renale che rende possibile il passaggio nelle urine di proteine a basso peso molecolare (e principalmente di albumina). La condizione induce una iperstimolazione delle cellule epatiche che aumenteranno anche la produzione di fibrinogeno determinandone amento della concentrazione. Il fibrinogeno passa con più difficoltà nelle urine perchè ha un peso molecolare considerevolmente più elevato dell’albumina: 340.000 Dalton contro 68.000.

Ustioni. Le ustioni provocano aumento della permeabilità delle pareti dei capillari con imponente perdita di liquidi, elettroliti e proteine a basso peso molecolare. La condizione provoca ipovolemia ossia diminuzione dl volume ematico e quindi aumento della concentrazione di fibrinogeno. Aumento di concentrazione accentuato dalla iperstimolazione delle cellule epatiche indotta dalla perdita delle proteine leggere.

Alcune tipologie di tumori (ginecologici, renali, polmonari, dell’esofago, gastrici ) . Il fibrinogeno è una proteina della fase acuta e la sua concentrazione aumenta in maniera considerevole in risposta a infezioni e processi flogistici. Poiché il cancro, specialmente negli stadi avanzati, è spesso accompagnato da una consistente risposta infiammatoria può accadere di rilevare nei pazienti che ne soffrono livelli elevati di fibrinogeno.

Diagnosi: come si misurano i valori di questa glicoproteina?

La diagnosi di fibrinogeno alto, poiché la condizione è asintomatica, necessita di una analisi che si effettua su un campione di sangue prelevato in vena. Per fare il test del fibrinogeno non è necessario effettuare il prelievo ematico a digiuno. L’analisi risulterà significativamente alterata se al paziente è stata praticata una trasfusione in un intervallo di tempo di 4 settimane dal giorno del prelievo e se la provetta del campione di sangue da analizzare viene agitata

Rischi possibili e test del fibrinogeno come indicatore di rischio cardiovascolare.

Elevate concentrazioni ematiche di fibrinogeno aumentano il rischio di coagulazione spontanea all’interno dei vasi sanguigni. Pertanto elevati valori di fibrinogeno aumentano la probabilità di sviluppare infarto del miocardio ed ictus. Questa condizione è stata riscontrata in numerosi studi epidemiologici effettuati su significativi gruppi di pazienti.

Per questa sua caratteristica il riscontro di livelli di fibrinogeno elevato è un indicatore di rischio cardiovascolare specialmente se associato a ipertensione e dislipidemie (basso colesterolo HDL e trigliceridi alti). Notiamo in maniera esplicita che comunque il test del fibrinogeno non è universalmente utilizzato a tale scopo anche perché non esistono trattamenti farmacologici che possano incidere in maniera diretta sui suoi valori.

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Come trattare il fibrinogeno alto: alimentazione, attività fisica e rimedi naturali.

Come accennato non esistono principi attivi che riducono i livelli di fibrinogeno. Se il fibrinogeno elevato è conseguente ad una malattia preesistente, presumibilmente, curandola i livelli della glicoproteina rientreranno nel range fisiologico. Negli altri casi un cambiamento dello stile di vita può migliorare la situazione. Le regole a cui ottemperare sono poche e semplici:

Mantenere l’indice di massa corporea

Praticare una attività aerobica

alimenti ricchi di acidi grassi omega-3 ed omega-6.

Comunque se non si riesce a ridurre i livelli di fibrinogeno non patologico per ridurre il rischio cardiovascolare si può concentrare gli sforzi sulla riduzione degli altri fattori di rischio: ipertensione, dislipidemia, iperglicemia, obesità.

Rimedi naturali.

Alcuni anti ossidanti naturali sembrano riuscire ad abbattere livelli elevati di fibrinogeno. Essi sono:

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