Scintigrafia ossea: total body o locale, precauzioni, controindicazioni ed effetti collaterali
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Approfondiamo la scintigrafia ossea. Come si esegue? Quando è necessaria la total body e quando invece la locale? E'necessario prendere precauzioni per evitare controindicazioni o effetti collaterali una volta effettuata l’indagine? Vediamo come si svolge e rispondiamo a tutte queste domande.
Che cos'è la scintigrafia ossea?
La scintigrafia ossea è una tecnica diagnostica che serve a valutare il metabolismo delle ossa e l’eventuale presenza di alterazioni vascolari o lesioni. E’ un esame di medicina nucleare che si basa sull'acquisizione delle immagini corporee (in particolare dello scheletro) mediante l'iniezione di un farmaco radioattivo che servirà da tracciante. Il radiofarmaco ha la capacità, infatti, di andarsi a localizzare nei tessuti ossei in cui si osserva una grande vascolarizzazione e un'aumentata attività degli osteoblasti.
Tipologie.
Esistono tre diverse tipologie di scintigrafia ossea che possono essere utilizzate in base alla necessità del singolo paziente.
La scintigrafia ossea trifasica.
In questa tipologia di esame vi sono tre fasi ben distinte in cui vengono acquisite le immagini:
- una prima fase o fase perfusoria, è contemporanea all'iniezione del radiofarmaco,
- una seconda fase o fase di equilibrio ematico in cui le immagini vengono acquisite in condizioni di equilibrio ematico, cioè circa 5 minuti dopo che il radiofarmaco si è uniformemente distribuito in circolo.
- Una terza fase o fase tardiva in cui si ha un'acquisizione delle immagini circa 3 ore dopo la somministrazione del radiofarmaco quando il radiofarmaco si sarà depositato in modo ottimale sulle sue ossa.
La scintigrafia trifasica può a sua volta essere:
Scintigrafia polifasica segmentaria.
E’ una variante della trifasica in cui vengono analizzati singoli segmenti di scheletro.
Scintigrafia ossea total body.
E’quella più comunemente utilizzata e prevede di acquisire le immagini dell'intero scheletro del paziente dopo circa 2 - 3 ore dalla somministrazione del farmaco radioattivo.
Tomoscintigrafia (SPET).
La tomoscintigrafia serve ad acquisire immagini tomografiche (a strati) di una o più parti dello scheletro utilizzando una gamma camera. Questa metodica aumenta il contrasto delle immagini, e quindi è utile per riconoscere e localizzare lesioni specialmente alla colonna vertebrale e alle grosse articolazioni.
Perchè si fa la scintigrafia ossea? Le patologie rilevabili.
La scintigrafia ossea total body si utilizza prevalentemente per evidenziare lesioni allo scheletro causate da tumori o da altre patologie. In generale le alterazioni che possono essere diagnosticate mediante questa metodica sono per esempio:
Tumori propri dell'osso o metastasi.
La scintigrafia è utile per mettere in luce neoplasie primitive dell'osso, cioè tumori che si sviluppano proprio a partire dal tessuto osseo come per esempio neoplasie maligne quali osteosarcoma, condrosarcoma, mieloma multiplo e sarcoma di Ewing, e neoplasie benigne quali osteoma osteoide e tumore a cellule giganti. La metodica consente anche di evidenziare focolai metastatici a livello osseo che derivano da tumori non primitivi dell'osso. In particolare i tumori alla prostata, al seno, al rene, al polmone e alla tiroide, sono quelli che più frequentemente danno metastasi a livello osseo.
E' bene sottolineare che la scintigrafia è utile solo per determinare la presenza di una neoplasia ma non è una metodica in grado di distinguere se la neoplasia è benigna o maligna. Tuttavia il medico esperto potrebbe ricavare questo dato dalla localizzazione del focolaio neoplastico, ma sono comunque necessarie ulteriori indagini.
Infiammazioni ossee quali osteomielite, artrite e spondiloartrite.
Mediante tale tecnica è possibile evidenziare la presenza di infiammazioni a livello del tessuto osseo come l'osteomielite la spondiloartrite o l'artrite reumatoide.
Per queste patologie la scintigrafia con leucociti marcati è un esame fondamentale che sfrutta le caratteristiche dei leucociti (i globuli bianchi) di accumularsi nelle zone colpite da un’infezione o un’infiammazione. I leucociti concentrati in una zona del corpo, e evidenziati dalla sostanza radioattiva, evidenziano un’infezione o un’infiammazione.
Fratture.
Qualora la radiografia, che rappresenta la diagnosi di primo livello per le fratture, non fornisca risultati soddisfacenti, eseguire una scintigrafia ossea può aiutare ad avere un quadro più chiaro della situazione, specialmente in caso di fratture multiple in diverse parti del corpo o nel caso di fratture osteo - tendinee da stress muscolare.
Stadiazione morbo di Paget.
Questa patologia causa iperattività del tessuto osseo che mostra elevato turnover e progressiva sostituzione dell'osso normale con osso deformato, di consistenza fibrosa e riccamente vascolarizzato. La scintigrafia in questo caso è utile a valutare lo stadio della malattia e la progressione di quest'ultima al fine di adeguare il trattamento terapeutico.
Approfondisci le varie tecniche diagnostiche utilizzate nel morbo di Paget.
Oltre che per la diagnosi delle patologie sopra elencate la scintigrafia ossea risulta utile per valutare l'efficacia o meno di una terapia, sia nell'ambito di terapie antitumorali che nell'ambito di terapie antinfiammatorie.
Come viene eseguito l’esame?
Per eseguire una scintigrafia ossea total body sono richiesti pochi strumenti:
- Un radiofarmaco: (che non è un mezzo di contrasto), che solitamente è un fosfato marcato con 99mTc. Il fosfato marcato si utilizza sotto forma di bifosfonato per le sue maggiori proprietà economiche, dosimetriche e di efficacia, e i più comunemente utilizzati sono metilene difosfonato, dicarbossi propano bifosfonato e idrossietilene difosfonato. Della dose iniettata, che per gli adulti è di circa 300 e 740 MBq mentre per i bambini non deve essere inferiore ai 40 MBq, solo la metà si lega al tessuto osseo mentre la rimanente parte viene eliminata mediante le urine. In alcuni casi la scintigrafia ossea può essere eseguita utilizzando leucociti marcati come radiofarmaco, questo avviene quando si sospetta sia presente un focolaio infettivo o infiammatorio, perché i leucociti reagiscono molto bene a questa tipologia di lesioni.
- Un macchinario di acquisizione di immagini: (chiamato gamma camera, a cui si possono aggiungere dei collimatori a diversa risoluzione in base alla necessità di acquisizione dei dati) il quale fa una scansione del corpo del paziente e, in base all'emissione di radioattività, fornirà i risultati che verranno poi interpretati dal medico.
Come agisce il radiofarmaco?
Come precedentemente accennato il principio della scintigrafia ossea è basato sulla capacità del radiotracciante di localizzarsi nell'osso in particolari condizioni:
- In condizioni fisiologicamente normali: il tessuto osseo è ipocaptante, cioè il radiofarmaco iniettato non si lega all'osso e non viene quindi rilevato.
- In condizioni fisiologicamente alterate: quando si ha un'elevata vascolarizzazione o un'elevata attività osteoblastica, il tessuto osseo diventa ipercaptante, è in grado cioè di legare il radiofarmaco con un'alta affinità di modo che questo possa venire rilevato dagli strumenti.
Preparazione: l’esame si esegue in ambulatorio.
Per prepararsi all'esame non è richiesta nessuna particolare procedura, il paziente non deve essere a digiuno e non deve seguire particolari indicazioni, tranne quella di mantenere un buono stato di idratazione, bevendo molto, per migliorare la qualità delle immagini.
L'esame si esegue in ambulatorio e prevede le seguenti fasi:
- Al paziente viene somministrato, per via endovenosa, il radiofarmaco e gli viene chiesto di attendere che questo si fissi alle ossa. Il tempo medio di fissazione del radiofarmaco all'osso è di circa 3 ore.
- Durante l'attesa il paziente viene invitato a bere molta acqua, almeno un litro, al fine di favorire l'eliminazione del radiofarmaco che non è stato fissato alle ossa. sarà inoltre chiesto al paziente di urinare all'interno dei bagni del reparto che sono predisposti per l'eliminazione immediata delle urine contenenti tracce di radioattività. Il paziente inoltre non dovrà avere contatti con i familiari durante questo periodo a causa dell'emissione, seppur bassa, di radiazioni.
- Una volta trascorse le 3 ore il paziente viene fatto sdraiare su un lettino in posizione supina e verrà sottoposto alla scansione dello scheletro e verranno acquisite le immagini.
- Una volta finito l'esame il paziente può riprendere le sue normali attività, viene comunque invitato a bere molto per favorire l'eliminazione del farmaco radioattivo. Non è necessario rimanere in osservazione.
La durata dell’indagine.
La durata dell'esame vero e proprio, cioè la fase di acquisizione d’immagini, è di circa 15 - 40 minuti in base alle esigenze del medico, mentre la durata complessiva è di 3 - 4 ore compresi i tempi di attesa tra l'iniezione del radiofarmaco e l'acquisizione delle immagini.
E' dolorosa?
La scintigrafia ossea di qualsiasi tipologia è una tecnica indolore. Può causare solo un leggero fastidio quando viene iniettato il farmaco.
Risultati ed affidabilità dell’esame.
Il referto della scintigrafia ossea total body viene consegnato al paziente dopo qualche giorno, anche se le immagini vengono acquisite in tempo reale, ma è necessario che il medico le controlli accuratamente e le referti.
I risultati individuano le seguenti zone:
- Zone calde o positive: queste zone sono quelle in cui si è andato a concentrare il radiofarmaco ed esprimono positività ad una lesione dell'osso.
- Zone fredde o negative: in queste zone il radiotracciante non si è accumulato e pertanto la scintigrafia risulta negativa.
La metodica è abbastanza affidabile, in alcuni casi si ha un'affidabilità compresa tra l'85% e il 95% ma tuttavia si possono avere dei falsi negativi, la cui percentuale è di circa il 5%, e anche dei falsi positivi per quanto riguarda la diagnosi di neoplasia, causati da presenza di microfratture o infezioni ed in generale dall'aspecificità della metodica.
Dove farla? Quali sono i costi di una scintigrafia parziale e di quella total body?
Una scintigrafia ossea si esegue presso centri privati di medicina nucleare oppure nei reparti di medicina nucleare degli ospedali o nei centri convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale.
La scintigrafia ossea total body è la tecnica più utilizzata di questo tipo d’esame. Ha un’affidabilità molto alta per quanto riguarda soprattutto la localizzazione delle neoplasie, anche se bisogna eseguire ulteriori analisi per capire se l’origine è di tipo maligna o benigna.
Quanto costa?
La scintigrafia effettuata negli ospedali o nei centri convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale prevede il pagamento del ticket che è intorno a 37 euro.
Nei centri privati di medicina nucleare ha un costo che oscilla tra 100 e 110 euro.
Le precauzioni, i rischi e le controindicazioni della scintigrafia ossea.
Il vantaggio di una scintigrafia ossea total body è quello di avere un'ottima sensibilità diagnostica in tempi brevi, il che significa una minore esposizione del paziente alla sostanza radioattiva e una minore invasività. L'esame può essere eseguito anche sui bambini in quanto il radiofarmaco viene dosato in base al peso corporeo del paziente per cui non vi sono rischi di eccessiva esposizione alle radiazioni.
Preparazione ed esecuzione dell'esame sono piuttosto semplici ma, nonostante ciò, non è esente da rischi e controindicazioni.
Il medico, quindi, prima di eseguire l'esame dovrà fare un'accurata anamnesi al fine di evidenziare eventuali farmaci assunti che potrebbero compromettere il risultato dell'esame o eventuali patologie in cui non è prudente eseguire l'esame.
In particolare le precauzioni, gli effetti collaterali e le controindicazioni riguardano:
Ipersensibilità al radiofarmaco.
La scintigrafia ossea va evitata nei soggetti che mostrano ipersensibilità al radiofarmaco, in cui si possono manifestare reazioni allergiche, febbre, prurito e rash cutanei.
Donne in gravidanza e in allattamento.
Anche nelle donne in gravidanza ed allattamento l’esame deve essere evitato poiché, per quanto minima, la quantità di radiazioni raggiunge comunque il feto e il bambino attraverso il latte materno. Questo potrebbe provocare effetti teratogeni qualora la donna sia in gravidanza, mentre nel caso dell'allattamento potrebbero esserci effetti nocivi di varia natura sul bambino. Nelle donne in età fertile l'esame viene eseguito circa una decina di giorni dopo dall'ultima mestruazione per evitare che si sia instaurata una gravidanza nel frattempo. Per tali motivi è opportuno evitare il contatto con donne in stato di gravidanza e bambini almeno nelle prime 48 ore dopo l'esame.
Interazioni con altri farmaci.
I radiofarmaci possono creare interazioni con alcuni farmaci come il calcio e la vitamina D che riducono la captazione del radiotracciante, o chemioterapici ed estrogeni che fanno si che questo si concentri in determinate zone corporee, rispettivamente la teca cranica e la regione mammaria.