Vaccino per la rosolia: quando farlo? Effetti e controindicazioni

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Il vaccino per la rosolia è fatto con virus disattivati, e comporta la totale immunità della malattia. Quando farlo? Scopriamone gli effetti ed i rischi.

    Indice Articolo:
    • Caratteristiche
    • Quando farlo?
    • A chi è consigliato?
    • Effetti e controindicazioni

Vaccino per la rosolia: caratteristiche.

Il vaccino per la rosolia è costituito da virus della rosolia disattivati e quindi privi totalmente della loro capacità di riprodursi. La loro inoculazione è perciò priva di qualsiasi rischio, ma consente al sistema immunitario di classificarli e di generare anticorpi specifici. Una volta che tale processo è avvenuto il sistema immunitario ne conserva memoria ed in presenza di una successiva infezione ha già pronte contromisure ed armi adeguate. La vaccinazione consente così di ottenere l’immunità alla malattia.

Il vaccino può essere preparato:

  • da solo (vaccino monovalente);
  • abbinato al vaccino del morbillo (vaccino bivalente) MR;
  • unito a quello di morbillo e parotite (vaccino trivalente) MRP;
  • unito a morbillo, parotite e varicella (vaccino quadrivalente) MRPV
La rosolia è una malattia esantematica a decorso benigno e con contagiosità relativamente contenuta. E per tali motivi, nel nostro paese, fino al 1999 la vaccinazione per la rosolia veniva praticata obbligatoriamente alle sole fanciulle in età pre puberale. Lo scopo era, essenzialmente, di prevenire la grave Sindrome della rosolia congenita. Ossia infezione del feto, attraverso la placenta, da virus della rosolia. Infezione successiva a quella primaria della madre in gravidanza.Le conseguenze della detta sindrome che spesso procede in maniera asintomatica per la madre possono così riassumersi:
  • Aborto spontaneo.
  • Ritardo di crescita intrauterina.
  • Morte intrauterina.
  • Malformazioni ed anomalie del nascituro. Anomalie che possono presentarsi anche a distanza di tempo e che sono: cataratta, retinopatia, glaucoma, sordità, microcefalia (diametro del cranio inferiore alla media a pari età), difetti di atri e ventricoli, ritardo mentale, stenosi della valvola cardiaca polmonare, etc.

Quando fare la vaccinazione per la rosolia: l’MPR.

Poiché la strategia descritta non è servita ad arginare la malattia e negli anni si sono avute ricorrenti epidemie il 13 luglio del 1999, recependo una istanza dell’OMS, la vaccinazione per la rosolia entrava a far parte del calendario delle vaccinazioni obbligatorie. Con la speranza di limitare definitivamente con tale provvedimento la diffusione e circolazione del virus e i gravi problemi correlati alla sindrome di rosolia congenita.

Attualmente la vaccinazione della rosolia viene effettuata iniettando sottocute, generalmente sul braccio, il vaccino trivalente MRP.

Vengono somministrate 2 dosi:

  • la prima tra il primo ed il secondo anno di vita
  • la seconda di richiamo tra i cinque ed i sei anni.

Come già detto, ma è importante sottolinearlo, dal 1999 tale vaccinazione è obbligatoria per tutti.

L’immunità che così si ottiene è del 100% e dura tutta la vita.

A chi è consigliata la vaccinazione per la rosolia.

  • Ai ragazzi di qualsiasi sesso al di sotto dei due anni. In realtà per costoro la vaccinazione non è consigliata ma obbligatoria.
  • Agli adulti di qualsiasi sesso che non sono immuni. Per stabilire in maniera certa l’immunità è possibile effettuare una semplice analisi del sangue per la ricerca degli anticorpi specifici alla malattia. Comunque la vaccinazione non arreca alcun problema ai soggetti immuni.
  • Ai soggetti non immuni che per esigenze professionali possano venire a contatto con infetti da rosolia, come personale medico e paramedico, operatori scolastici e dell’infanzia (i ragazzi sono quelli che maggiormente trasmettono il virus). Questi potranno effettuare la vaccinazione nelle apposite strutture in maniera gratuita a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
  • Agli infetti da HIV ma non ancora con AIDS conclamata.

Chi non deve effettuare la vaccinazione per la rosolia.

  • Soggetti con compromissione del sistema immunitario. Eccetto gli infetti da HIV su citati.
  • Donne in gravidanza o che tentano di avere un figlio. Il vaccino può provocare danni al feto. Bisogna che passino almeno tre mesi dalla somministrazione del vaccino prima di poter intraprendere una gravidanza.
  • Soggetti allergici alla gelatina o che abbiano avuto una grave reazione allergica ad una precedente somministrazione del vaccino.

Chi deve procrastinare la vaccinazione per la rosolia.

  • Soggetti con una patologia acuta in atto.
  • Soggetti sottoposti a trattamenti terapeutici contenenti anticorpi (trasfusioni, immunoglobuline).
  • Soggetti sottoposti a terapie con somministrazione di elevate dosi di steroidi.

Vaccino per la rosolia e gravidanza.

Le donne prima di intraprendere una gravidanza dovrebbe effettuare un test del sangue per verificare la presenza degli anticorpi specifici alla rosolia. Se questi sono presenti l’immunità è assicurata e non esistono problemi di sorta. Altrimenti bisognerebbe vaccinarsi e adottare seri provvedimenti anticoncezionali per almeno 3 mesi prima di intraprendere la gravidanza. Come infatti si è già detto non è possibile vaccinarsi contro la rosolia in gravidanza: si esporrebbe il feto a rischio di gravi complicanze. Se si porta avanti una gravidanza senza l’immunità alla rosolia è importante vaccinarsi al termine della medesima. La vaccinazione non arreca pregiudizio al neonato durante l’allattamento.

Puoi approfondire i rischi della rosolia in gravidanza.

Effetti e controindicazioni del vaccino per la rosolia.

Il vaccino per la rosolia da un’immunità del 100% e dura tutta la vita.

E’ assolutamente sicuro e non provoca quasi mai problemi e complicanze.

Nel bambino gli effetti collaterali sono molto blandi e possono riassumersi così:

  • leggera alterazione febbrile di breve durata,
  • ingrossamento dei linfonodi,
  • rash cutaneo.

Nell’adulto gli effetti collaterali sono più severi ma comunque sopportabili e possono comprendere dolori e artrite temporanea alle articolazioni.

Solo in casi rarissimi valutabili nell’ordine di 1 su un milione si possono avere reazioni allergiche violente al vaccino (shock anafilattico).

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