Aids: cos’è? Sintomi, contagio, cura, vaccino e prevenzione contro l’hiv
L’AIDS è una malattia causata dal virus HIV. Scopriamo come si trasmette e come attualmente si cura. Vediamo inoltre le ultime novità circa il vaccino anti AIDS di tipo terapeutico che attualmente è in avanzata fase di sperimentazione e che in futuro, non lontano, potrà liberarci definitivamente di una malattia che finora ha ucciso nel mondo qualcosa come 25.000.000 di persone.
Cos’è l’aids.
La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) è la forma più grave di infezione del retrovirus HIV di cui esistono due tipi, HIV 1 ed HIV 2.
I retrovirus sono una famiglia virale particolare che, grazie alla transcriptasi inversa, che è un enzima ossia un catalizzatore delle reazioni biologiche, possono trasformare il loro patrimonio di geni da RNA in DNA. Per tale motivo quando si contrae l’infezione da HIV questo si installa nel DNA della cellula che ha contaminato e da qui pilota la sua replicazione.
L’AIDS provoca una diminuzione del numero dei linfociti TCD4 che sono cellule del sistema immunitario contenute nel nostro sangue e con più precisione sono un particolare tipo di globuli bianchi, che hanno il compito di aggredire gli antigeni (molecole estranee al nostro corpo) di cui hanno memoria data una precedente “presentazione”.
Per effetto di tale situazione si ha un progressivo indebolimento delle naturali difese immunitarie, ed il corpo diviene preda di ogni sorta di infezione opportunista che in condizioni normali sarebbe facilmente respinta.
Una volta che il corpo viene in contatto con l’HIV si può divenire sieropositivi ossia dopo un periodo che va da poco più di un mese a 6 mesi, detto finestra di contagio, il sistema immunitario, poiché l’infezione è in progresso, inizia a produrre anticorpi che ne tentano il contrasto. Ed è proprio con la ricerca di tali anticorpi che vengono effettuati i test di sieropositività.
Dopo un periodo che può essere anche di diversi anni si giunge infine allo stadio di AIDS conclamata.
Storia della malattia. Storicamente l’ammalato zero di AIDS è Gaetan Dougas. Gaetan, steward della compagnia aerea Air Canada era giovane, gay e di costumi sessuali liberi. Per il suo lavoro volava costantemente tra America del Nord ed Africa dell’Ovest. In questo suo continuo girovagare frequentava anche la comunità gay di San Francisco e consumava un gran numero di rapporti sessuali non protetti. Fu in uno di questi rapporti, probabilmente nel continente africano, che contrasse la malattia di cui morì il 30 marzo del 1984. Si scopri che soffriva di AIDS quando si ammalò del sarcoma di Kaposi (rara forma tumorale maligna della pelle) contemporaneamente ad un elevato numero di persone che frequentava la medesima comunità gay. La cosa destò l’attenzione del mondo scientifico e Daniel Auerbach effettuò uno studio che poi pubblicò sul “The American Journal of Medicine”. Studio che portò la malattia all’attenzione del mondo. Studi successivi hanno poi dimostrato, esaminando campioni anatomici congelati e conservati nei laboratori, come ad esempio il plasma sanguigno infetto da HIV prelevato ad un maschio della Repubblica Democratica del Congo nel 1959, che l’ipotesi del paziente zero era palesemente infondata. Egualmente infondato era l’intero studio di Auerbach che partiva anche da dati scorretti per l’errata valutazione del periodo di incubazione della malattia. Dall’Africa il virus si è diffuso agli inizi degli anni ottanta negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo assumendo proporzioni epidemiche: si stima che, alla fine del 2000, circa 36 milioni di persone erano state infettate nel mondo. |
Come avviene il contagio e come si trasmette l’infezione?
Esistono fondamentalmente 3 diversi modi di contagio della malattia:
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Per via sessuale attraverso rapporti con soggetti omosessuali o eterosessuali infetti.
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Per contatto con sangue infetto come accade nelle trasfusioni, condivisione di agli contaminati.
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Per trasmissione materno fetale. Il virus della madre infetta il bambino prima, durante e dopo la nascita attraverso il latte materno.
Il virus, infatti, si trova in quasi tutti i fluidi corporei, ma la trasmissione avviene soprattutto attraverso il sangue, lo sperma le secrezioni vaginali ed il latte materno. Molto rara è invece la trasmissione attraverso le lacrime, le urine e la saliva.
Una volta penetrato nell’organismo, il virus HIV si replica e riduce il numero dei linfociti CD4 indebolendo l’organismo.
Il sistema immunitario nei primi mesi è ancora in grado di reagire producendo linfociti ed anticorpi che aiutano a ridurre la quantità di virus nel sangue, poi col tempo, i linfociti CD4 continuano a ridursi ed il sistema immunitario non è più in grado di contrastare alcune infezioni.
Un soggetto sano ha una conta linfocitaria CD4 pari a circa 800/1300 cellule per microlitro di sangue. Nei primi mesi di infezione viene distrutto il 40 - 60% di linfociti. Nei sei mesi successivi i linfociti diventano inferiori a 200 cellule per microlitro di sangue. Un valore inferiore a 50 cellule per microlitro di sangue è particolarmente pericoloso. |
La carica virale (quantità di virus nel sangue) è molto alta nei primi mesi dopo l’infezione ed in questo stadio la malattia è molto contagiosa. In seguito la carica virale si riduce ed anche la contagiosità.
Gli stadi della malattia.
Dal momento del contagio al momento della manifestazione dell’AIDS l’infezione attraversa tre stadi:
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Stadio 1: è la fase di latenza asintomatica in cui il numero dei linfociti CD4 è ≥ 500 per microlitro di sangue.
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Stadio 2: lievemente sintomatica in cui il numero dei linfociti CD4 è < 500 per microlitro di sangue.
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Stadio 3: AIDS conclamata in cui il numero dei linfociti CD4 è > 500 per microlitro di sangue.
Come si manifesta la malattia? Sintomi ed infezioni.
All’inizio dell’infezione la sindrome è asintomatica e l’infezione può protrarsi anche per anni prima che si manifesti l’AIDS.
In tale periodo possono manifestarsi sintomi aspecifici quali:
- ingrossamento dei linfonodi,
- astenia,
- perdita di peso,
- febbre persistente,
- anemia,
- diarrea,
- infezione micotica del cavo orale.
Quando la malattia è conclamata i sintomi sono quelli delle specifiche infezioni opportunistiche.
Le più frequenti infezioni sono:
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Esofagite da candida che è un’infezione dell’esofago che si manifesta con deglutizione dolorosa e dolore toracico.
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Polmonite: un’infezione dei polmoni accompagnata da febbre, tosse e difficoltà respiratoria.
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Toxoplasmosi: infezione che colpisce il cervello caratterizzata da cefalea, confusione, sonnolenza e convulsioni.
Approfondisci le caratteristiche della toxoplasmosi.
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Tubercolosi: infezione dei polmoni ad opera del batterio tubercolare che si manifesta con tosse, febbre, perdita di peso, sudorazione notturna e dolore toracico.
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Criptosporidiosi che è un’infezione dell’intestino ad opera del parassita Cryptosporidium caratterizzata da diarrea, dolore addominale, perdita di peso.
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Meningite: infezione delle meningi ad opera del lievito Cryptococcus che porta cefalea, febbre e confusione.
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Infezione da Cytromegalovirus: infezione dell’occhio o del tratto intestinale che porta cecità diarrea e perdita di peso.
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Leucoencefalopatia: infezione del cervello che si manifesta con debolezza muscolare, perdita dell’equilibrio e del coordinamento.
Oltre alle infezioni in caso di AIDS possono svilupparsi alcuni tumori quali:
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Sarcoma di Kaposi, un tumore cutaneo che si manifesta con chiazze rosse.
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Linfoma non Hodgkin che compare al cervello causando confusione, cambiamenti della personalità e perdita di memoria.
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Tumore alla cervice o al retto.
Diagnosi: i test ematici.
La diagnosi all’esordio dell’infezione viene effettuata con il test dell’antigene P24 che rivela la presenza nel sangue di tale antigene che è indice di un’alta carica virale. Esso è utile per rilevare il virus durante il periodo finestra (tempo che intercorre tra l’infezione e lo sviluppo degli anticorpi) e consente una diagnosi precoce.
Superato il periodo finestra è possibile effettuare il test ELISA che evidenzia gli anticorpi anti HIV prodotti dall’organismo per contrastare il virus che non si formano subito, ma dopo almeno due mesi dal contagio..
Qualora il test ELISA risulti positivo deve essere confermato con un altro test più accurato, il Western Blot.
I soggetti con infezione da HIV vengono, inoltre, testati regolarmente per misurare il numero di CD4 e la carica vitale perchè in base ad essi il medico il trattamento dell’HIV e monitarono gli effetti di quest’ultimo.
Come si cura la sindrome da immunodeficienza acquisita?
L’attuale terapia dell’AIDS, che consente di controllare il virus e di ripristinare un accettabile funzionamento del sistema immunitario ma non di eradicarlo completamente, è nota con un acronimo anglosassone: HAART (Higly Active Anti Retroviral Therapy).
Essa si basa su un protocollo terapeutico che presuppone la somministrazione di un cocktail di 3 farmaci antiretrovirali:
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inibitori nucleositici della transcriptasi inversa, e inibitori non nucleositici della transcriptasi inversa che interferiscono con l’enzima transcriptasi inversa dell’HIV che converte l’RNA in DNA,
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inibitori della proteasi inibiscono la sintesi del rivestimento proteico esterno del virus dando origine ad un virus difettoso che non infetta nuove cellule..
Ognuno di tali farmaci è comunque in grado di bloccare la replicazione del virus. Il risultato di tale cura è una drastica riduzione della carica virale (anche se l’HIV non sparisce del tutto ma si rifugia in quantità minima in talune cellule o tessuti) e una riduzione della distruzione delle cellule CD4.
La necessità di combinare più farmaci è data dalla necessità di prevenire la capacità mutagena del virus in modo da minimizzare la probabilità di formazione di ceppi virali resistenti.
Tali farmaci comportano una regressione dei danni al sistema immunitario, ma hanno molti effetti collaterali:
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disturbo del metabolismo dei grassi, con innalzamento del colesterolo e dei trigliceridi e quindi con un aumento del rischio di ictus ed infarto,
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anemia,
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danni epatici.
A tale mix farmacologico vengono spesso associati farmaci per contrastare le infezioni opportunistiche, l’astenia e la perdita di peso associate all’AIDS.
Prevenzione contro il contagio da HIV.
Poichè l’HIV è quasi sempre trasmesso attraverso rapporti sessuali o con la condivisione di aghi, è possibile seguire una serie di strategie per evitare il contagio:
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Usare i preservativi in lattice per tutti i rapporti sessuali con soggetti a rischio
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Non scambiare aghi o siringhe.
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Indossare guanti di gomma quando si toccano fluidi corporei.
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Seguire un trattamento farmacologico con due o tre farmaci per quattro settimane, per prevenire l’infezione se esposti a contagio in seguito alla puntura di un ago o ad uno schizzo di sangue.
Vaccino terapeutico anti AIDS.
Sono ormai più di 15 anni che un gruppo di ricerca italiano dell’Istituto Superiore di Sanità, guidato dalla Dottoressa Barbara Ensoli porta avanti la sperimentazione, ormai in fase avanzata su volontari umani, di un vaccino anti AIDS. I risultati, anche se per ora non significativi dato il ristretto campione, lasciano assolutamente ottimisti. La sperimentazione, finora condotta in Italia proseguirà in collaborazione col National Department of Health del SudAfrica nella provincia sudafricana del Gauteng.
Il vaccino è di tipo terapeutico ossia verrà somministrato a persone già infette da virus HIV e quindi già in terapia HAART; dovrebbe potenziare in maniera ulteriore la risposta del sistema immunitario compromesso dalla malattia.
Esso agisce sulla proteina TAT del virus HIV che è essenziale per la replicazione del virus. Infatti, inibendo la sua produzione, il virus HIV non è più in grado di trascrivere e codificare tutte le proteine che sono indispensabili per la sua sopravvivenza e per l’infezione di AIDS. Una importante caratteristica di questo vaccino è che, poiché la TAT si ritrova immutata in tutte le possibili mutazioni del virus (data la specificità e l’importanza della sua funzione), il vaccino non risente delle sue caratteristiche mutagene che fino ad oggi hanno costituito il maggior ostacolo per la messa a punto di un vaccino funzionante.
Come detto il vaccino di cui abbiamo parlato è un vaccino terapeutico e la strada per un vaccino preventivo (che possa immunizzare prima dell’infezione) sembra ancora lunga. Almeno a sentire gli scienziati Gallo e Montagnier che per anni si sono contesi la scoperta del virus HIV. Ma comunque l’attacco al virus attraverso la sua proteina TAT al momento sembra la linea guida principale