Malattie veneree maschili e femminili: elenco, sintomi e prevenzione

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Malattie veneree maschili e femminili: elenco, sintomi e prevenzione

In medicina si indica col termine malattia venerea una patologia infettiva il cui contagio è successivo ad un rapporto intimo.Esse generalmente si classificano in base all'elemento patogeno responsabile dell'infezione: batteri, funghi e virus.Le più comuni provocate da batteri sono:gonorrea, sifilide, vaginosi batterica, ulcera venerea, ureaplasma. Le malattie provocate da funghi sono le candidosi, mentre quelle causate da virus comprendono: verruche genitali, infezioni da HPV, infiammazioni da virus erpetici. Esistono poi altre gravi patologie che possono contrarsi con rapporti intimi ma la cui diffusione non è ad assoluto appannaggio della trasmissione sessuale per cui non possono considerarsi vere e proprie malattie veneree; esse fondamentalmente sono: AIDS, Epatiti C e B. Ogni malattia naturalmente ha una specifica terapia, ma il miglior modo per combattere le malattie veneree è la prevenzione.

Cosa sono le malattie veneree.

Le malattie veneree o anche sessualmente trasmesse (MST) sono patologie infettive che si diffondono principalmente attraverso il contatto sessuale. Si è usato il termine “ principalmente” perché il contatto intimo è il principale veicolo dell’infezione ma, come nel seguito vedremo, non è l’unico: alcune malattie possono trasmettersi anche con un bacio o uno stretto rapporto corporeo, mentre altre possono essere trasmesse dalla madre al bambino alla nascita oppure con l’allattamento o anche attraverso cibo o acqua contaminati. In merito al contagio va ancora detto, che talune malattie sessualmente trasmesse possono diffondersi anche per scambio di strumenti da toletta tipo i rasoi, strumenti chirurgici non sterilizzati, uso comune di asciugamani, strumenti per tatuaggi e piercing, scambio di siringhe infette per somministrarsi droga, etc.

Di malattie veneree ne sono note almeno venti distinte. Le caratteristiche essenziali che le differenziano sono:

Epidemiologia.

E' difficile valutare l’attuale diffusione delle malattie veneree. Infatti dopo un periodo in cui si era avuta una loro netta regressione, tanto che talune di esse (come la sifilide) erano praticamente scomparse, si assiste oggi ad una loro recrudescenza che interessa essenzialmente i giovanissimi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, su un totale di circa 330 milioni di nuovi ammalati di MST annui nel mondo, almeno 110 milioni riguardano giovani o adolescenti. Le ragioni di tale fenomeno sono svariate: scarsa conoscenza della problematica, malattie, che pur contagiose, hanno lunga incubazione per cui si è infetti senza sapere di esserlo, imbarazzo e reticenza nel rivolgersi ad un medico per la delicatezza dell’argomento. A tale proposito facciamo notare in maniera esplicita che occorre interpellare senza esitazione il medico per qualunque dubbio e che questi è tenuto all'obbligo della segretezza dal codice deontologico professionale.

Elenco delle principali malattie veneree.

Riportiamo di seguito le principali malattie veneree o sessualmente trasmissibili specificando per sommi capi per ognuna : agente patogeno, come avviene il contagio e tempi di incubazione, sintomi, diagnosi, terapia e decorso.

Gonorrea o blenorragia.

La gonorrea è un’ infezione causata dal batterio Neisseria gonorrhoeae che colonizza nelle mucose dell’apparato genitale ma anche nell'ano, nella faringe e nella congiuntiva dell’occhio.

Contagio. Può avvenire in seguito a qualunque tipo di rapporto intimo: orale, vaginale od anale, non protetto. Basta infatti il semplice contatto con la mucosa infetta (anche un bacio). Raramente però il contagio avviene scambiandosi tovaglie o biancheria intima contaminata o attraverso i servizi igienici infetti. Il contagio può anche avvenire per passaggio da madre a figlio alla nascita o in allattamento.

Incubazione. Il quadro clinico della malattia compare dopo poco tempo dalla infezione dai 3 ai 10 giorni.

Sintomatologia. Nella donna è generalmente assente. Può però verificarsi infiammazione degli organi interni e quindi bruciore e dolore durante la minzione. Nell'uomo invece di norma si ha: balanite o balanopostite (infiammazione del glande), dolore e bruciore nella minzione, infiammazione dell’uretra, secrezioni purulente, biancastre o gialle verdastre, dal pene (e da qui la denominazione popolare della malattia: “scolo”), gonfiore delle gonadi.

Diagnosi. Esistono test veloci che consistono in un esame al microscopio di prelievi dalle secrezioni o in alternativa analisi delle urine.

Terapia. E' essenzialmente, trattandosi di un batterio, antibiotica. Spesso se ne utilizzano diversi in combinazione per scongiurare possibili sovra infezioni generalmente di tipo micotico.

Complicanze. Può condurre nell'uomo a restringimento dell’uretra, infiammazione della prostata ed infertilità. Nella donna ad infiammazione degli organi dell’apparato urogenitale. In entrambi, per diffusione del batterio attraverso il circolo sanguigno, può indurre artrite e problemi cardiaci.

Decorso. Se ben curata e nei tempi giusti si ha una rapida e completa guarigione in pochi giorni.

Sifilide o Lue.

La sifilide è un’ Infezione del batterio Treponema pallidum. Il batterio difficilmente sopravvive all'esterno del corpo umano e prolifica nel canale vaginale ed anale e nel cavo orale.

Contagio. La sifilide è altamente contagiosa, può sopravvenire durante un unico rapporto non protetto (vaginale, anale od orale) attraverso microlesioni della mucosa che consentano la penetrazione del batterio. In tali condizioni si parla di sifilide acquisita. Il contagio può anche avvenire da madre al figlio durante la gestazione ed allora si parla di sifilide congenita. Assolutamente raro, anche se teoricamente non impossibile, è il contagio con oggetti infetti. Il periodo di incubazione varia tra la decina di giorni ed il mese.

Sintomatologia. La malattia senza interventi si evolve in tre successivi stadi:

Diagnosi. Si effettua con analisi al microscopio di tessuti prelevati dalle lesioni o con analisi ematochimiche.

Terapia. Negli stadi iniziali è molto semplice, efficace ed immediata. Prevede, trattandosi di infezione batterica, somministrazione di antibiotici. La penicillina per via endovenosa è l’antibiotico migliore per qualsiasi stadio della sifilide. Negli stadi avanzati si può solo prevenire danni ulteriori ma quelli presenti sono irreversibili.

Decorso. Se la malattia è affrontata in maniera corretta,  la prognosi nella sifilide primaria e secondaria è eccellente e la guarigione è certa. Un soggetto guarito da sifilide non diventa immune e può di nuovo contrarre la malattia.

Clamidia.

La Clamidia è un’Infezione del batterio Chlamydia Trachomatis. Entrambi i sessi possono risultare portatori sani della malattia ossia essere infetti dal batterio ma non sviluppare sintomatologia. Sono ovviamente questi che trasmettono inconsapevolmente l’infezione.

Contagio. Può avvenire con ogni tipo di rapporto non protetto (vaginale, anale, orale). Il periodo di incubazione va dalla settimana alle tre.

Sintomatologia. Negli uomini la malattia è con maggior frequenza asintomatica. Il batterio penetra nel corpo e si annida nell'ano, nel caso di rapporti omosessuali, nell'uretra o nell'epididimo (dotto che mette in comunicazione prostata e testicolo e che concorre alla produzione della parte liquida dello sperma). I sintomi, se presenti, sono: perdite chiare dal glande, bruciori nella minzione, rapporti sessuali dolorosi. Nelle donne il batterio infetta, ovaie, tube, salpinge, uretra o ano. I sintomi sono perdite vaginali giallastre abbondanti, rapporti sessuali dolorosi, bruciori mentre si urina, sanguinamenti dal retto.

Diagnosi. Analisi al microscopio di prelievi che effettuati: negli uomini sul pene e nelle donne sul collo uterino.

Terapia. Vengono somministrati antibiotici per via orale per una settimana quali doxiciclina o levofloxacina.

Decorso. Correttamente curata la malattia guarisce in maniera completa.

Complicanze. Nelle donne la Clamidia  può causare sterilità conseguente ad ostruzione delle tube del Falloppio. Nell'uomo si possono avere febbre, infiammazioni dell’apparato riproduttivo ed in qualche raro caso sterilità. Possono insorgere anche problemi artritici e infiammazione delle congiuntive oculari.

Vaginosi batterica.

Col termine di vaginosi batterica si intende un’ infezione di batteri che di norma popolano la vagina ma che, in talune condizioni, proliferano oltre i limiti fisiologici. I batteri responsabili più comuni sono: Gardnerella, Haemophilus vaginalis e Mycoplasma. La vaginosi è una patologia comune tra le donne in età fertile e in gravidanza, è rara nelle donne in menopausa.

Contagio. I rapporti sessuali non protetti costituiscono la principale causa dell’infezione. Ma il contagio è possibile anche nelle piscine e per l’uso di indumenti infetti. La malattia è in aumento e si ipotizza che le cause di tutto ciò siano imputabili all'uso di detergenti intimi che abbassano troppo il naturale ph acido della vagina.

Sintomi. In metà della popolazione femminile infetta la sintomatologia è assente. Se compare è costituita da perdite maleodoranti, irritazioni e dolorosità dei rapporti sessuali. Negli uomini i sintomi sono quasi sempre assenti.

Terapia. Spesso la malattia regredisce spontaneamente ma in presenza di sintomi è opportuno una a terapia a base di antibiotici.

Complicanze. In qualche caso nelle donne può procurare infiammazione pelvica (infiammazione di tube, ovaie e peritoneo). Nelle donne in gravidanza la vaginosi può essere causa di parti prematuri o di neonati di basso peso corporeo.

Decorso. Opportunamente curata porta a guarigione completa.

Ulcera molle o ulcera venerea o cancroide.

L’ulcera molle o venerea è un’ infezione del batterio Haemophilus Ducreyi che provoca dolorose piaghe genitali.

Contagio. Il contagio può avvenire per qualunque tipo di rapporto sessuale non protetto.

Sintomi e complicanze I sintomi compaiono dopo circa 7 giorni dal contagio e comportano ulcere ai genitali molto dolorose, ingrossamento dei linfonodi genitali che possono anche formare un accesso che può rompersi e cacciare una secrezione purulenta.

Diagnosi. Il cancroide si diagnostica attraverso l’analisi al microscopio di uno striscio dell’ulcera.

Terapia. La terapia prevede la somministrazione di antibiotici quali ceftriaxone per via endovenosa o azitromicina per via orale.

Decorso. Si guarisce completamente.

Ureaplasma.

L’ureoplasma è un’infezione del batterio Ureaplasma urealyticum, un microorganismo che vive nelle mucose ed in particolare della faringe, genitali e del retto. In talune condizioni prolifera a dismisura ed origina l’infezione.

Contagio. Circa il 70% della popolazione è portatore sano del batterio. Il contagio può avvenire con qualunque tipo di rapporto sessuale non protetto. Si trasmette anche da madre a feto.

Sintomi. Nelle donne produce infiammazione dell’uretra ed infiammazione pelvica. Negli uomini infiammazione dell’uretra della prostata e dei testicoli.

Diagnosi. Esistono test specifici basati sulla ricerca del DNA del batterio.

Terapia. La terapia è antibiotica, di norma si utilizza la tetraciclina. Se curata la guarigione è completa.

Complicanze. Nelle donne gravide può indurre aborti e nascite premature, meningite e polmonite congenita al neonato. Può ancora causare infertilità. Egualmente negli uomini.

Trichomoniasi.

La Trichomoniasi è un’ infezione del protozoo (parassita unicellulare) Trichomonas vaginalis, che interessa la vagina e l’uretra.

Contagio. Si trasmette per rapporti sessuali non protetti e, poichè il protozoo al di fuori del corpo ha vita brevissima, la trasmissione attraverso oggetti o indumenti infetti è praticamente impossibile. L’uomo è quasi certamente il serbatoio del parassita.

Sintomi. Spesso la malattia è asintomatica in special modo nell'uomo. Se esiste una sintomatologia è caratterizzata da perdite dal pene, lievi bruciori nella minzione e nell'eiaculazione. Nella donna, più soggetta a sviluppare sintomi, si presentano perdite maleodoranti e sanguinolenti, infiammazione dei genitali interni ed esterni con rapporti sessuali dolorosi.

Diagnosi. il Trichomonas vaginalis viene facilmente individuato nelle donne osservando la secrezione vaginale al microscopio o con esami colturali. In genere il Trichomonas si accompagna a gonorrea e a Clamidia.

Terapia. La terapia è a base di antibiotici specifici quali il metronidazolo per via orale.

Decorso e Complicanze. Le donne infette guariscono con la terapia nel 95% dei casi, ma possono reinfettarsi. Se non curata La Trichomoniasi può indurre infertilità.

Candidosi.

La candidosi è un'infezione da funghi (lieviti) del genere Candida che generalmente popolano le mucose dell’organismo. In particolari condizioni detto fungo, però, prolifera oltre il limite fisiologico e determina infezioni.

Contagio. Il contagio avviene nelle donne per rapporti sessuali non protetti ma anche attraverso biancheria infetta, servizi igienici, trasporto dall'ano per errate manovre igieniche. Negli uomini solo attraverso rapporti non protetti.

Sintomi. Nelle donne la candidosi provoca perdite bianche e bruciori. Negli uomini la sintomatologia è quasi sempre assente o lievissima (bruciori).

Terapia. Antimicotici per uso locale sotto forma di pomate, candelette o anche assunti per via orale.

Decorso. Si guarisce completamente, ma le infezioni possono recidivare.

Pediculosi.

La Pediculosi è un’ infezione causata dal parassita Phthirus pubis o piattole, simile al pidocchio, che prolifera nei peli del pube ma anche, in misura minore, di ascelle e petto.

Contagio. Avviene per contatto diretto con la persona infestata e quindi durante un rapporto intimo, ma pure per contatto con indumenti, asciugamani, lenzuola utilizzati da un soggetto infestato.

Sintomi. Intenso prurito nella zona pubica.Il grattamento può provocare lesioni cutanee con possibili infezioni batteriche.

Terapia. La pediculosi viene trattata con farmaci da banco come schiume e lozioni a base di piretrina che uccidono il parassita e le uova che deposita tra i peli. Le applicazioni di detti prodotti vanno effettuate ripetutamente per almeno otto giorni. L’area va accuratamente rasata.

Condilomatosi genitale.

La condilomatosi è un'infezione di alcuni sottotipi del Papillomavirus umano o HPV. Ne sono circa trenta distinti ma i più comuni sono il 6 e l’11. Provocano verruche (piccole escrescenze cutanee in rilevo e con i bordi fortemente frastagliati, da qui il loro nome corrente di “creste di gallo”, nell'area dei genitali e dell’ano.

Contagio. Il contagio avviene attraverso rapporti intimi ma anche per contatto con biancheria o oggetti infetti. L’incubazione del virus può anche superare i sei mesi.

Sintomi. La  condilomatosi  può procedere in maniera asintomatica o con lesioni talmente piccole da passare inosservate sia negli uomini che nelle donne. Il segno tipico dell’infezione è la comparsa delle verruche che in alcuni casi possono crescere e diventare ruvide soprattutto nelle donne in gravidanza e nei soggetti immunodepressi.

Diagnosi. La diagnosi avviene attraverso l’ analisi da parte dello specialista (ginecologo o andrologo) dei sintomi e segni ed anche con l’esame al microscopio per escluderne l’origine maligna.

Terapia. Non esiste un preciso protocollo terapeutico per il trattamento delle infezioni da HPV. Generalmente si procede eliminando le verruche e attendendo l’azione del sistema immunitario. Talvolta si utilizza l’interferone ma è molto costoso e non da un esito certo. Per l’eliminazione dei condilomi si utilizzano terapie fisiche come: crioterapia (bruciature provocate da basse temperature ottenute con azoto liquido), laserterapia (evaporazione dei tessuti per esposizione ad una radiazione ottica di elevata energia), elettrocoagulazione. O ancora terapie chimiche ossia applicazioni di creme o gel come quelle a base di podofillotossina.

Complicanze. La malattia sovente, in special modo nelle donne, progredisce in maniera silente ed in tali casi aumenta la probabilità di contrarre tumore al collo uterino. Per scongiurare tale evenienza è consigliato una periodico test di Papanicolau che consente la diagnosi della malattia in assenza di sintomi visibili.

Herpes Genitalis.

L’herpes genitalis è un’ infezione causata da due virus della famiglia degli Herpes e precisamente dall'Herpes Simplex di tipo 1 (labiale) e dall'Herpes Simplex di tipo 2 (genitale).

Contagio. Il primo si trasmette per contatti con la bocca (rapporti oro genitali ma anche semplici baci). Il secondo per rapporti intimi in cui non viene usato il preservativo. L’incubazione dura pochi giorni dai tre ai sei. Il contagio attraverso oggetti infetti è estremamente improbabile. Al contrario è estremamente probabile, durante il parto, il contagio da madre a figlio.

Sintomi. L’infezione da HSV causa piccole vescicole ripiene di liquido posizionate nell'aria dei genitali e perianale. Vescicole che si rompono e si evolvono in ulcere dolorose che guariscono da sole in qualche settimana. Questo è il primo stadio della malattia, noto come infezione primaria, che può essere accompagnato da febbre e senso di malessere generale oltre che da bruciore durante la minzione. Dopo tale esordio il virus si annida nelle cellule nervose senza abbandonare il corpo e periodicamente (anche dopo anni) da luogo a ricadute meno gravi dell’infezione primaria.

Diagnosi. La diagnosi è di norma basata sulla constatazione clinica. Esistono anche test colturali e di tipizzazione del virus  effettuati su prelievi delle ulcerazioni.

Terapia. Non esiste una cura per l’Herpes. E possibile l’uso di farmaci antivirali per tenere sotto controllo la sintomatologia e la comparsa di recidive. Le infezioni gravi vengono trattate con aciclovir per via endovenosa.

Complicanze. L’herpes genitalis è essenzialmente un problema femminile che aumenta la probabilità di contrarre tumore alla cervice uterina.

AIDS (Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita).

L’AIDS o Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita è un insieme di malattie e sintomi per la compromissione del sistema immunitario causata da infezione del virus HIV. Il virus distrugge progressivamente i linfociti, globuli bianchi del sangue, che sono parte importante delle difese immunitarie dell’organismo. Con la distruzione dei linfociti l’organismo viene esposto all'attacco di microrganismi che causano numerose altre infezioni.

Contagio. Quando si viene a contatto col virus che può evidenziarsi in quasi tutti i fluidi corporei, soprattutto sangue, sperma e latte materno, ma anche urine, lacrime e saliva, dopo circa 1/3 mesi si diviene siero positivi (è possibile rintracciare nel proprio sangue il virus HIV) ma la malattia conclamata può giungere anche a distanza di 20 anni. Il contagio può venire sia da siero positivi che da ammalati di AIDS. Circa l’80% avviene a causa di rapporti intimi, ma anche con siringhe infette, strumenti chirurgici contaminati, attrezzature per il piercing e tatuaggio. Contatti col sangue infetto possono essere ulteriori veicoli di infezione. Altro modo notevole con cui il virus si trasmette è l’infezione da madre a figlio nel parto o durante l’allattamento.

Diagnosi. Esiste un test ematico specifico per la ricerca del virus HIV, detto ELISA. L’ELISA viene confermato con un test più specifico detto Western Blot. Ulteriori test servono a determinare la carica vitale del virus.

Sintomi. I sintomi dell’AIDS si distinguono tre stadi della malattia e precisamente:

Infezione primaria acuta. Dopo un periodo di incubazione che va da qualche settimana a tre mesi si scatena una sindrome simil influenzale: febbricola, ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, dolori muscolo scheletrici, cefalea. L’infezione primaria può essere in molti casi asintomatica.

Stadio di latenza. Può durare molti anni ed il paziente essendo infetto è in grado di trasmettere il virus.

AIDS conclamata. Mediamente si manifesta dopo 10-12 anni dalla infezione. In questa fase il sistema immunitario è compromesso ed il corpo diviene preda di una serie di malattie che normalmente è in grado di contrastare con facilità.

Terapia. Non esiste allo stato attuale una terapia in grado di debellare la malattia ed egualmente non esiste un vaccino per prevenirla. Il trattamento prevede pertanto il contenimento della replicazione virale e la cura delle patologie che induce. Per trattare l’infezione da HIV si somministrano tre tipi di farmaci associati che inibiscono la replicazione del virus, lo indeboliscono e fanno regredire i danni a carico del sistema immunitario.

Prognosi. L’infezione da HIV se trattata determina in molti soggetti un buono stato di salute per oltre un decennio e molti convivono a lungo con la malattia conducendo una vita normale.

Epatiti virali B e C.

Le epatiti virali sono malattie epatiche causate da infezione da virus HBV ed HCV che provocano un’infiammazione del fegato.

Contagio. Il contagio si ha per contatto con sangue infetto e quindi i rapporti intimi possono costituire un veicolo. Si può però avere contagio anche per: scambio di siringhe usate, attrezzi da toletta (rasoi), attrezzi per il piercing contaminati, etc. Il periodo di incubazione è variabile e spazia tra uno e quattro mesi dall'infezione.

Sintomi.I sintomi dell’epatite sono vari, la malattia può essere asintomatica, come comportare malessere generale, ittero, urine scure, valori elevati delle transaminasi.

Diagnosi. La diagnosi viene effettuata attraverso test ematici specifici che consentono di individuare il virus responsabile e gli anticorpi specifici prodotti dall'organismo per combatterlo.

Trattamento. Il trattamento viene effettuato con antivirali ed interferone ma non è risolutivo né definitivo. Per l’epatite B esiste un vaccino.

Complicanze. Possono indurre degenerazione del tessuto epatico ed a lungo andare cirrosi e carcinoma epatico.

Prevenzione.

La prevenzione delle malattie veneree si basa su tre punti essenziali: una corretta igiene intima, comportamenti sessuali sicuri e diagnosi e trattamento tempestivo.

Corretta igiene intima.

La prevenzione delle malattie veneree si effettua tenendo conto di alcune semplici norme di igiene intima che di seguito riportiamo.

Una corretta igiene intima femminile deve uniformarsi ai seguenti canoni:

Una corretta igiene intima maschile prevede: Lavaggio dei genitali, due volte al giorno e dopo ogni rapporto intimo,con detergenti leggermente acidi avendo cura di scoprire il glande tirando giù il prepuzio e detergendo con cura il solco balano- prepuziale alla sua base.

Comportamenti sessuali sicuri.

Poiché il contagio delle malattie veneree è di norma causato da esposizione a: sperma, fluidi vaginali, sangue proveniente da piccole lesioni dell’apparato genitale maschile e/o femminile, determinati comportamenti possono risultare a rischio più elevato di altri. In generale sono da considerarsi

Comportamenti a basso rischio: baci, masturbazione, stimolazione dei genitali, penetrazione con l’utilizzo del preservativo.

Sono invece da considerarsi a rischio elevato rapporti intimi completi, rapporti orogenitali e rapporti anali non protetti.

In ogni caso l’uso corretto del preservativo o di profilattico femminile o dental dam nei rapporti è fondamentale. I profilattici servono a difendersi dalle infezioni durante i rapporti che prevedono penetrazione sia vaginale che anale e sono conformati in maniera tale da adattarsi all'anatomia maschile e/o femminile.

Il dental dam è uno accessorio utilizzato nell'odontoiatria per la pulizia dei denti usato anche per difendersi dalle possibili infezioni nei rapporti oro genitali.

Inoltre è consigliabile seguire costumi sessuali adeguati, ossia evitare i rapporti occasionali con partner sconosciuti e se ciò accade proteggersi adeguatamente.

Rivolgersi ad uno specialista al minimo dubbio.

Infine è importante consultare il medico ad ogni minimo dubbio e sottoporsi a una terapia tempestiva.

Per facilitare il controllo della diffusione delle malattie veneree il personale sanitario tenta, ogni qualvolta si trova in presenza delle malattia, di rintracciare i contatti avuti dal paziente e quindi di trattarli e verificarne la guarigione.

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