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L’alopecia femminile: quali sono le cause della perdita di capelli? Quali sono le cure a cui si può far ricorso? Esistono dei rimedi naturali? Quando è opportuno allarmarsi e quando invece la caduta dei capelli è un evento fisiologico? Ci possono essere fattori scatenanti la caduta? Cercheremo insieme di valutare tutti i vari aspetti. Esistono diverse forme di alopecia femminile le cui cause sono svariate e talvolta non ancora individuate con certezza. Analizzeremo, inoltre, i sintomi, gli esami sul capello che possono essere eseguiti.
L’alopecia femminile è la perdita di capelli sia in termini qualitativi che quantitativi che colpisce le donne. I capelli diventano più radi su tutto il cuoio capelluto ma non si osserva la classica stempiatura come accade per gli uomini. La perdita di capelli nella donna è sicuramente un evento destabilizzante soprattutto dal punto di vista emotivo e rappresenta una fonte di grande disagio.
Il ciclo della vita del capello è composto da tre fasi: anagen, catagen e telogen.
La perdita di capelli nelle donne può manifestarsi in tre forme: l’alopecia areata, quella androgenetica e quella seborroica.
L'alopecia aerata è una forma su base autoimmune che non colpisce solo le donne ma anche gli uomini e i bambini. Il sistema immunitario attacca i follicoli da cui crescono peli e capelli causandone la caduta. Ha un esordio quasi sempre preceduto dalla formazione di chiazze a livello del cuoio capelluto, ma può interessare anche ciglia, sopracciglia e pube. In base all’estensione è possibile distinguere una forma “a chiazze”, una forma “totale” che coinvolge l’intero cuoio capelluto ed una forma “universale” che coinvolge tutti i peli del corpo.
L'alopecia androgenetica è la forma è più diffusa e può colpire fino al 50% delle donne nel corso della loro vita. E’ caratterizzata da un progressivo assottigliamento dei capelli dovuto ad un aumento della sensibilità del follicolo agli ormoni androgeni. Questa aumentata sensibilità dipende da un enzima (5α-reduttasi di tipo 2) prodotto dalle cellule follicolari. Questo enzima è in grado di trasformare il testosterone in di-idrotestosterone (DHT) una forma dell’ormone ancora più potente e responsabile di questa condizione. Il DHT, nello specifico si dice che causi la “miniaturizzazione” del follicolo, cioè la sua riduzione.
L’eccessiva produzione di sebo può causare un diradamento dei capelli ed accelerarne la caduta. Si caratterizza con prurito alla testa, talvolta dolore al cuoio capelluto e formazione di forfora grassa. C’è una stretta correlazione con quella androgenetica in quanto l’ormone DHT è responsabile della produzione di sebo.
Le diverse forme sono accomunate dalla medesima sintomatologia che è ovviamente quella di un’iniziale indebolimento o diradamento dei capelli, dapprima lieve fino poi ad arrivare a situazioni più gravi.
In un caso su tre la calvizie femminile è procurata dall’alopecia androgenetica.
Il primo segno con cui si manifesta l’alopecia androgenetica è rappresentato da un diradamento nella parte centrale del cuoio capelluto.
Le zone prive di capelli corrispondono ai follicoli che in quel momento sono vuoti, cioè non è presente un altro capello pronto a ricrescere come invece accade normalmente. Il diradamento dei capelli per le donne, contrariamente a quello tipico degli uomini, che inizia dalle tempie e dalla fronte, parte dal centro e con più precisione dalla sommità della testa. Si forma nella zona centrale del cuoio capelluto una sorta di medaglione in cui si nota una caduta di capelli più o meno accentuata.
E’ possibile individuare una forma acuta ed una cronica.
L’alopecia femminile si presenta generalmente con il modello proposto da Ludwig che nel 1977 la studiò e la classificò.
Secondo la classificazione proposta da Ludwig si possono distinguere tre diversi stadi:
C’è, poi, una forma ancora più grave, sebbene molto rara, in cui il diradamento è esteso a tutto il capo e anche alla zona frontale.
Oltre alla classificazione di Ludwig esistono altre due classificazioni per l’alopecia androgenetica femminile, quella “Christmas tree pattern” (varietà ad albero di Natale) e il tipo “Hamilton”.
Innanzitutto occorre fare una distinzione tra l’alopecia areata, quella androgenetica e quella seborroica.
Nel primo caso ci troviamo di fronte ad una malattia autoimmune le cui cause non sono ancora ben chiarite, esistono solo ipotesi di implicazioni di geni, stress o concomitanza di altre patologie autoimmuni quali ad esempio tiroiditi, celiachia, lupus eritematoso, dermatiti.
L’alopecia seborroica è dovuta ad un’eccessiva produzione di sebo sul cuoio capelluto e la causa è riconducibile ad un aumento di ormoni androgeni, in particolare il DHT.
Per quanto riguarda, invece, l’alopecia androgenetica, essa è dovuta alla presenza di androgeni.
Gli studi condotti per definire le cause dell’alopecia androgenetica femminile mostrano il coinvolgimento di diversi geni ed in particolare nelle persone affette è stata riscontrata una mutazione nel gene AR. Questo gene mutato causa un aumento dell’attività svolta dall’ormone DHT (di-idrotestosterone), che è coinvolto nel meccanismo della perdita di capelli. Ad ogni modo si tratta ancora di studi in corso di approfondimento.
Esistono tutta una serie di fattori ambientali, oltre che genetici, implicati nell’insorgenza dell’alopecia androgenetica.
Le cause dell’alopecia femminile sono molte e tra loro diverse. Alcune di esse sono delle vere e proprie malattie come nel caso dell’alopecia areata, altre transitorie dovute a carenze di alcuni nutrienti essenziali o a scompensi ormonali, altre ancora una sorta di processi fisiologici che si evolvono col trascorrere degli anni.
I fattori concomitanti possono essere svariati:
La caduta dei capelli è un evento normale e non significa che essa sia legata sempre all’insorgenza di alopecia. Innanzitutto bisogna dire che la quantità di capelli che perdiamo è in proporzione a quella presente sul cuoio capelluto, quindi si possono arrivare a perdere anche fino a 100 capelli al giorno. La cosa fondamentale è che i capelli persi vengano sostituiti da quelli che ricrescono. Ci sono alcune condizioni che portano ad una maggiore perdita di capelli ma che è da considerarsi fisiologica e pertanto non associata ad alcuna forma di alopecia.
Ci sono svariati test che ci permettono di valutare lo stato di salute dei capelli e dei follicoli piliferi da quelli più semplici che vengono effettuati comunemente anche presso le farmacie a quelli più complessi che richiedono dosaggi di minerali o esami ematologici.
Dopo aver indagato sullo stato di salute dei nostri capelli il passo successivo, se si è riscontrata una forma di alopecia, sarà quello di intervenire attraverso cure mirate alla risoluzione del problema. Queste possono variare a seconda della tipologia di alopecia che ci troviamo a fronteggiare e sarà il medico ad indicare il trattamento più idoneo da seguire.
Oggi è possibile ricorrere a diversi tipi di trattamento per curare l’alopecia. E’ fondamentale, però, stabilire preventivamente di fronte a quale tipo di alopecia ci troviamo. Solo così il medico potrà iniziare uno specifico percorso di cura.
I farmaci per trattare l’alopecia femminile sono diversi a seconda della tipologia di calvizie e possono essere sia topici che sistemici.
In caso di alopecia areata è possibile ricorrere a:
In caso di alopecia androgenetica:
L’autotrapianto è da considerarsi un pò come ultima spiaggia in caso di insuccesso delle terapie farmacologiche. Può risultare efficace se fatto da personale esperto in quanto non si tratta di un intervento semplice. Prevede il trasferimento di follicoli piliferi di capelli ancora vitali in quelle zone del cuoio capelluto interessate dal diradamento. L’intervento deve essere effettuato da un medico-chirurgo. Poiché non vi è alcuna differenza sostanziale tra il cuoio capelluto di uomini e donne, l’intervento può essere eseguito su entrambi.
E’ sconsigliato in alcuni casi quali ad esempio:
Ogni soggetto risponde in maniera differente al tipo di trattamento a cui si sottopone, per cui non esiste una cura che sia meglio o peggio di un’altra. Vi sono, però, alcune convinzioni sbagliate riguardo l’utilizzo di determinati prodotti che spesso ci propinano come miracolosi, che magari lo potranno essere se siamo di fronte ad una caduta fisiologica ma cosa diversa è se ci troviamo ad avere a che fare con una caduta di capelli dovuta ad alopecia.
La medicina alternativa ci offre tutta una serie di rimedi naturali per trattare e migliorare la perdita eccessiva di capelli. Anche se molte di esse non sono validate da sperimentazioni cliniche pertanto potrebbero non avere alcuna efficacia. Si utilizzano spesso fitoterapici ed oli essenziali per uso topico. Si tratta di oli da utilizzare direttamente sul cuoio capelluto per eseguire massaggi e frizionare leggermente. Tra questi i più utilizzati sono::
Una sana alimentazione ci garantisce il giusto introito di macro e micronutrienti indispensabili a mantenere un buono stato di salute. Anche i capelli risentono di squilibri e carenze alimentari. Ci sono, inoltre, alcuni alimenti che migliorano la salute dei capelli e del bulbo pilifero ed altri che invece possono peggiorarla. Vediamo quindi un elenco dei cibi da preferire per contrastare la caduta dei capelli:
I ricercatori sono alla continua ricerca di rimedi, cure e nuovi farmaci in grado di contrastare e curare sempre meglio l’alopecia. Si cercano nuovi trattamenti per combattere l’insorgenza della calvizie ma per ora non vi è alcuna cura definitiva per questo problema.
Attraverso studi di terapia genica si sta cercando, agendo direttamente sui possibili geni coinvolti, di bloccare la caduta e favorire la ricrescita.
In uno studio condotto in America nel 1998 è, infatti, stato trovato un gene ribattezzato “hairless” che potrebbe essere un punto di partenza per nuovi scenari terapeutici.
Altre notizie sono quelle su un’ipotetica clonazione dei capelli, ma si tratta comunque di informazioni spesso infondate o comunque imprecise ed ancora in fase di valutazione.
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