Alopecia femminile: cause, cure e rimedi naturali
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L’alopecia femminile: quali sono le cause della perdita di capelli? Quali sono le cure a cui si può far ricorso? Esistono dei rimedi naturali? Quando è opportuno allarmarsi e quando invece la caduta dei capelli è un evento fisiologico? Ci possono essere fattori scatenanti la caduta? Cercheremo insieme di valutare tutti i vari aspetti. Esistono diverse forme di alopecia femminile le cui cause sono svariate e talvolta non ancora individuate con certezza. Analizzeremo, inoltre, i sintomi, gli esami sul capello che possono essere eseguiti.
Cos’è l’alopecia femminile?
L’alopecia femminile è la perdita di capelli sia in termini qualitativi che quantitativi che colpisce le donne. I capelli diventano più radi su tutto il cuoio capelluto ma non si osserva la classica stempiatura come accade per gli uomini. La perdita di capelli nella donna è sicuramente un evento destabilizzante soprattutto dal punto di vista emotivo e rappresenta una fonte di grande disagio.
Il ciclo vitale del capello.
Il ciclo della vita del capello è composto da tre fasi: anagen, catagen e telogen.
- Anagen: si tratta di una fase molto lunga che va dai 3 ai 5 anni. In questa fase la matrice produce le cellule del capello il quale inizia a risalire lungo il follicolo. Normalmente, in un soggetto sano l’ 80-90% dei capelli deve essere in questa fase.
- Catagen: questa è una fase che si potrebbe definire di riposo per il follicolo, in quanto non si producono più le cellule. Il capello rimane fisso nel cuoio capelluto e questo dura circa 2 settimane. In un soggetto sano circa l’1% dei capelli deve trovarsi in questa fase.
- Telogen: in questa fase non vi è più alcuna attività produttiva ed entro 4 mesi il capello dovrebbe cadere. In condizioni fisiologiche circa il 10-20% dei capelli dovrebbe trovarsi in questa fase.
I vari tipi di alopecia nelle donne.
La perdita di capelli nelle donne può manifestarsi in tre forme: l’alopecia areata, quella androgenetica e quella seborroica.
Alopecia areata.
L'alopecia aerata è una forma su base autoimmune che non colpisce solo le donne ma anche gli uomini e i bambini. Il sistema immunitario attacca i follicoli da cui crescono peli e capelli causandone la caduta. Ha un esordio quasi sempre preceduto dalla formazione di chiazze a livello del cuoio capelluto, ma può interessare anche ciglia, sopracciglia e pube. In base all’estensione è possibile distinguere una forma “a chiazze”, una forma “totale” che coinvolge l’intero cuoio capelluto ed una forma “universale” che coinvolge tutti i peli del corpo.
Alopecia androgenetica.
L'alopecia androgenetica è la forma è più diffusa e può colpire fino al 50% delle donne nel corso della loro vita. E’ caratterizzata da un progressivo assottigliamento dei capelli dovuto ad un aumento della sensibilità del follicolo agli ormoni androgeni. Questa aumentata sensibilità dipende da un enzima (5α-reduttasi di tipo 2) prodotto dalle cellule follicolari. Questo enzima è in grado di trasformare il testosterone in di-idrotestosterone (DHT) una forma dell’ormone ancora più potente e responsabile di questa condizione. Il DHT, nello specifico si dice che causi la “miniaturizzazione” del follicolo, cioè la sua riduzione.
Alopecia seborroica.
L’eccessiva produzione di sebo può causare un diradamento dei capelli ed accelerarne la caduta. Si caratterizza con prurito alla testa, talvolta dolore al cuoio capelluto e formazione di forfora grassa. C’è una stretta correlazione con quella androgenetica in quanto l’ormone DHT è responsabile della produzione di sebo.
Le diverse forme sono accomunate dalla medesima sintomatologia che è ovviamente quella di un’iniziale indebolimento o diradamento dei capelli, dapprima lieve fino poi ad arrivare a situazioni più gravi.
In un caso su tre la calvizie femminile è procurata dall’alopecia androgenetica.
Quali sono i sintomi con cui si manifesta l’alopecia androgenetica?
Il primo segno con cui si manifesta l’alopecia androgenetica è rappresentato da un diradamento nella parte centrale del cuoio capelluto.
Le zone prive di capelli corrispondono ai follicoli che in quel momento sono vuoti, cioè non è presente un altro capello pronto a ricrescere come invece accade normalmente. Il diradamento dei capelli per le donne, contrariamente a quello tipico degli uomini, che inizia dalle tempie e dalla fronte, parte dal centro e con più precisione dalla sommità della testa. Si forma nella zona centrale del cuoio capelluto una sorta di medaglione in cui si nota una caduta di capelli più o meno accentuata.
E’ possibile individuare una forma acuta ed una cronica.
- Forma acuta: caratterizzata da una cospicua perdita di capelli che dura, però, per breve tempo. Tra le cause possono esserci l’utilizzo di farmaci anticoagulanti, antidepressivi, malattie come anoressia o tumori, o anche più semplicemente periodi di stress o cambi di stagione.
- Forma cronica: questa è una forma che non ha una precisa causa riconosciuta. E’ caratterizzata da un’intensa perdita di capelli che può essere temporanea oppure ripresentarsi.
Gli stadi secondo le più comuni classificazioni.
L’alopecia femminile si presenta generalmente con il modello proposto da Ludwig che nel 1977 la studiò e la classificò.
Secondo la classificazione proposta da Ludwig si possono distinguere tre diversi stadi:
- Tipo I: caduta e lieve diradamento percepibile a vista all’interno di una corona circolare sulla parte superiore della testa.
- Tipo II: diradamento pronunciato nella corona descritta in precedenza ed ancora presenza della linea frontale.
- Tipo III: calvizie quasi completa nella corona con diradamento più o meno accentuato della linea frontale.
C’è, poi, una forma ancora più grave, sebbene molto rara, in cui il diradamento è esteso a tutto il capo e anche alla zona frontale.
Oltre alla classificazione di Ludwig esistono altre due classificazioni per l’alopecia androgenetica femminile, quella “Christmas tree pattern” (varietà ad albero di Natale) e il tipo “Hamilton”.
- Christmas tree pattern: colpisce in particolare le adolescenti. Il diradamento interessa la parte centrale dell’attaccatura dei capelli con una forma triangolare che ricorda un albero di Natale, da cui il nome di questa variante.
- Tipo Hamilton: colpisce soprattutto le donne dopo la menopausa e si caratterizza per una stempiatura simile a quella che si verifica nella calvizie maschile.
Le cause della perdita di capelli nelle donne.
Innanzitutto occorre fare una distinzione tra l’alopecia areata, quella androgenetica e quella seborroica.
Nel primo caso ci troviamo di fronte ad una malattia autoimmune le cui cause non sono ancora ben chiarite, esistono solo ipotesi di implicazioni di geni, stress o concomitanza di altre patologie autoimmuni quali ad esempio tiroiditi, celiachia, lupus eritematoso, dermatiti.
L’alopecia seborroica è dovuta ad un’eccessiva produzione di sebo sul cuoio capelluto e la causa è riconducibile ad un aumento di ormoni androgeni, in particolare il DHT.
Per quanto riguarda, invece, l’alopecia androgenetica, essa è dovuta alla presenza di androgeni.
Gli studi condotti per definire le cause dell’alopecia androgenetica femminile mostrano il coinvolgimento di diversi geni ed in particolare nelle persone affette è stata riscontrata una mutazione nel gene AR. Questo gene mutato causa un aumento dell’attività svolta dall’ormone DHT (di-idrotestosterone), che è coinvolto nel meccanismo della perdita di capelli. Ad ogni modo si tratta ancora di studi in corso di approfondimento.
Esistono tutta una serie di fattori ambientali, oltre che genetici, implicati nell’insorgenza dell’alopecia androgenetica.
Fattori che possono favorire l’insorgenza dell’alopecia femminile.
Le cause dell’alopecia femminile sono molte e tra loro diverse. Alcune di esse sono delle vere e proprie malattie come nel caso dell’alopecia areata, altre transitorie dovute a carenze di alcuni nutrienti essenziali o a scompensi ormonali, altre ancora una sorta di processi fisiologici che si evolvono col trascorrere degli anni.
I fattori concomitanti possono essere svariati:
- Carenze di ferro: il ferro è presente nell’organismo principalmente sotto forma di ferritina (proteina che lo ingloba) in quanto in forma libera è dannoso perché produce radicali liberi molto reattivi. Le carenze di ferritina oltre ad indurre anemia producono radicali liberi che invecchiano i follicoli del cuoio capelluto e generano l’alopecia.
- Gravidanza: si presenta qualche mese dopo la nascita del neonato. Il calo di estrogeni che ha azione protettiva sul follicolo provoca la caduta dei capelli che però in genere è transitoria.
- Allattamento: l’aumento della prolattina, ormone che stimola la produzione del latte ha effetto di allungare la fase telogen del capello, in cui si interrompe l’attività produttiva del capello ed inizia la caduta. (Per gli approfondimenti sulle fasi del ciclo vitale del capello si rimanda alla fine dell’articolo).
- Menopausa: in questa fase della vita si ha un aumento di androgeni e una riduzione di estrogeni. Alcuni studi mostrano come nelle donne in menopausa sia più frequente osservare casi di alopecia androgenetica proprio a causa di questi squilibri ormonali.
- Pillola contraccettiva: la pillola, riducendo la produzione di androgeni, può essere d’aiuto ma è importante sceglierla bene poichè alcuni tipi contengono progestinici che possono aggravare una condizione di alopecia androgenetica già presente.
- Fattori ereditari: può esservi una familiarità che predispone all’alopecia ma sono comunque stati osservati casi in cui non vi erano altri casi in famiglia per cui la presenza o meno di un’ereditarietà è ancora da chiarire.
Quando la perdita di capelli non è collegata all’alopecia.
La caduta dei capelli è un evento normale e non significa che essa sia legata sempre all’insorgenza di alopecia. Innanzitutto bisogna dire che la quantità di capelli che perdiamo è in proporzione a quella presente sul cuoio capelluto, quindi si possono arrivare a perdere anche fino a 100 capelli al giorno. La cosa fondamentale è che i capelli persi vengano sostituiti da quelli che ricrescono. Ci sono alcune condizioni che portano ad una maggiore perdita di capelli ma che è da considerarsi fisiologica e pertanto non associata ad alcuna forma di alopecia.
- Cambi di stagione: soprattutto in primavera e in autunno si assiste ad una maggiore caduta dei capelli dovuta ad una sorta di meccanismo di rinnovamento dei peli, una sorta di “muta”. Ma non è certamente un evento che causa calvizie.
- Stress: condizioni di stress psicofisico prolungati possono determinare una maggiore caduta dei capelli. Tra le cause possono esservi periodi di iperattività, malattie debilitanti e alimentazione scorretta. In questi casi, attraverso tempestivi trattamenti locali a livello del cuoio capelluto si riporta la condizione alla normalità.
- Farmaci: alcuni farmaci sono responsabili della caduta di capelli tra cui gli antibiotici e gli antidepressivi che fanno entrare un numero elevato di capelli in fase telogen.
Gli esami necessari per valutare lo stato di salute dei capelli.
Ci sono svariati test che ci permettono di valutare lo stato di salute dei capelli e dei follicoli piliferi da quelli più semplici che vengono effettuati comunemente anche presso le farmacie a quelli più complessi che richiedono dosaggi di minerali o esami ematologici.
- Tricogramma: si tratta di un esame in cui, attraverso l’osservazione al microscopio di alcuni capelli prelevati da diverse zone del cuoio capelluto, si va a valutare quanti crescono e quanti muoiono. E’ possibile controllare eventuali problemi di ricrescita. Infatti attraverso questo esame è possibile identificare in modo preciso quanti capelli sono in fase anagen e quanti in telogen. (Per gli approfondimenti sulle fasi del ciclo vitale del capello si rimanda alla fine dell’articolo).
- Wash Test: questo è un test in cui si vanno a quantificare i capelli che cadono in un certo periodo in modo da poter valutare l’intensità della loro caduta. I dati ottenuti possono essere sovrapposti a quelli del tricogramma in modo da ottenere un monitoraggio preciso del processo di caduta.
- Fototricogramma: consiste nello scattare una vera e propria foto di alcune aree del cuoio capelluto dove i capelli sono stati rasati a circa 2 mm di lunghezza. Le foto vengono ripetute nei giorni successivi così sarà possibile, confrontandole, rilevare il processo di ricrescita dei capelli in quell’area.
- Mineralogramma: attraverso questo esame si è in grado di dosare i minerali presenti nel soggetto negli ultimi mesi e risulta utile per valutare eventuali carenze alimentari come ad esempio quella da ferro.
- Esame ematologico: questo tipo di esame è riferito in particolare ai dosaggi ormonali che, in particolar modo nell’alopecia femminile, hanno un ruolo notevole nella perdita dei capelli.
- Sebometria e corneometria: si tratta di due test meno diffusi, la sebometria misura l secrezione sebacea e la corneometria valuta il grado di idratazione della cute. Sono due fattori che influenzano lo stato di salute del capelli e di conseguenza possono essere coinvolti nel processo di caduta.
Dopo aver indagato sullo stato di salute dei nostri capelli il passo successivo, se si è riscontrata una forma di alopecia, sarà quello di intervenire attraverso cure mirate alla risoluzione del problema. Queste possono variare a seconda della tipologia di alopecia che ci troviamo a fronteggiare e sarà il medico ad indicare il trattamento più idoneo da seguire.
Come è possibile intervenire sull’alopecia femminile?
Oggi è possibile ricorrere a diversi tipi di trattamento per curare l’alopecia. E’ fondamentale, però, stabilire preventivamente di fronte a quale tipo di alopecia ci troviamo. Solo così il medico potrà iniziare uno specifico percorso di cura.
Terapia farmacologica.
I farmaci per trattare l’alopecia femminile sono diversi a seconda della tipologia di calvizie e possono essere sia topici che sistemici.
In caso di alopecia areata è possibile ricorrere a:
- Corticosteroidi: si tratta di farmaci antinfiammatori. Essendo degli immunosoppressori sono impiegati nella cura di malattie autoimmuni, tra cui proprio l’alopecia areata. Possono essere somministrati per via orale, mediante iniezioni locali che rilasciano il farmaco nelle zone colpite, oppure per via topica attraverso l’uso di lozioni e creme applicate sulla zona interessata.
- Minoxidil 5%: questo principio attivo favorisce la crescita dei capelli stimolandone la ricrescita. Si tratta di una soluzione che viene applicata per via topica secondo le indicazioni del medico.
- Antralina: altro principio attivo in grado di alterare la funzionalità immunitaria della pelle si è rivelato efficace nel trattamento dell’alopecia areata.
In caso di alopecia androgenetica:
- Minoxidil 2%: utilizzato per stimolare la crescita dei follicoli nei casi di alopecia androgenetica. Si tratta di una lozione che va applicata regolarmente tutti i giorni per 2 volte al giorno, salvo diversa prescrizione.
- Finasteride: è un farmaco utilizzato sia per la cura dell’alopecia androgenetica che per quella seborroica. Il suo meccanismo d’azione è quello di andare a bloccare l’enzima 5α-reduttasi di tipo 2 impedendo così la trasformazione del testosterone in di-idrotestosterone. In questo modo si riduce il processo di “miniaturizzazione” del follicolo ed anche la produzione eccessiva di sebo (ricordiamo che il DHT è anche responsabile della produzione di sebo).
Intervento chirurgico.
L’autotrapianto è da considerarsi un pò come ultima spiaggia in caso di insuccesso delle terapie farmacologiche. Può risultare efficace se fatto da personale esperto in quanto non si tratta di un intervento semplice. Prevede il trasferimento di follicoli piliferi di capelli ancora vitali in quelle zone del cuoio capelluto interessate dal diradamento. L’intervento deve essere effettuato da un medico-chirurgo. Poiché non vi è alcuna differenza sostanziale tra il cuoio capelluto di uomini e donne, l’intervento può essere eseguito su entrambi.
E’ sconsigliato in alcuni casi quali ad esempio:
- alopecia totale o universale in quanto non vi sono parti da cui poter prelevare follicoli piliferi vitali
- se ci sono condizioni di salute del soggetto che non sono compatibili con l’intervento chirurgico.
I “falsi miti” sui trattamenti terapeutici.
Ogni soggetto risponde in maniera differente al tipo di trattamento a cui si sottopone, per cui non esiste una cura che sia meglio o peggio di un’altra. Vi sono, però, alcune convinzioni sbagliate riguardo l’utilizzo di determinati prodotti che spesso ci propinano come miracolosi, che magari lo potranno essere se siamo di fronte ad una caduta fisiologica ma cosa diversa è se ci troviamo ad avere a che fare con una caduta di capelli dovuta ad alopecia.
- Shampoo anticaduta: in generale non ci sono evidenze che uno shampoo abbia potere anticaduta, può essere sicuramente un ottimo coadiuvante in una cura anticaduta.
- Prodotti a base di cheratina: non si ha nessuna prova di una loro utilità nella cura dell’alopecia ed in particolare non sono efficaci per quella androgenetica.
- Massaggiatori per il cuoio capelluto: andare a stimolare ulteriormente il cuoio capelluto causa un aumento della produzione di sebo che come abbiamo visto ha effetti negativi sul capello.
Quali sono invece i rimedi naturali a cui possiamo far ricorso?
La medicina alternativa ci offre tutta una serie di rimedi naturali per trattare e migliorare la perdita eccessiva di capelli. Anche se molte di esse non sono validate da sperimentazioni cliniche pertanto potrebbero non avere alcuna efficacia. Si utilizzano spesso fitoterapici ed oli essenziali per uso topico. Si tratta di oli da utilizzare direttamente sul cuoio capelluto per eseguire massaggi e frizionare leggermente. Tra questi i più utilizzati sono::
- Rosmarino: utileperchè conferisce una piacevole sensazione di freschezza della parte interessata e riduce la degenerazione del tessuto.
- Timo: ha spiccate proprietà antibatteriche e balsamiche.
- Anche l’Aloe Vera è molto utilizzata in questi casi. Ha proprietà antinfiammatore e antibatteriche, ricca di vitamine e minerali, utile per contrastare il prurito, favorisce la proliferazione cellulare. Nella cura della calvizie va utilizzata per via topica. Esistono dei gel da applicare direttamente sul cuoio capelluto o anche mescolati al normale shampoo lasciando agire per qualche minuto. Un’altra alternativa è quella di sciogliere il gel in acqua e applicarlo, poi, sul cuoio capelluto aggiungendo un pò di sale da cucina. Questa alternativa si è dimostrata efficace nella stimolazione della ricrescita e nel mantenimento di un buono stato di salute del cuoio capelluto.
- Si possono utilizzare, inoltre, alcuni integratori alimentari contenenti fitosteroli (principi attivi vegetali) con azione simile a quella del farmaco finasteride, che ricordiamo blocca la trasformazione del testosterone in di-idrotestosterone, responsabile dell’alopecia androgenetica e di quella seborroica.
Un aiuto ci può venire anche da una sana e corretta alimentazione.
Una sana alimentazione ci garantisce il giusto introito di macro e micronutrienti indispensabili a mantenere un buono stato di salute. Anche i capelli risentono di squilibri e carenze alimentari. Ci sono, inoltre, alcuni alimenti che migliorano la salute dei capelli e del bulbo pilifero ed altri che invece possono peggiorarla. Vediamo quindi un elenco dei cibi da preferire per contrastare la caduta dei capelli:
- Legumi, in particolare la soia: buona fonte di fitoestrogeni in grado di contrastare la produzione di testosterone.
- Uva rossa, tè verde, cioccolato extra-fondente: ricchi di polifenoli, antiossidanti.
- Frutta e verdura di stagione.
- Pesce e carni bianche.
Novità e studi futuri per contrastare la caduta dei capelli.
I ricercatori sono alla continua ricerca di rimedi, cure e nuovi farmaci in grado di contrastare e curare sempre meglio l’alopecia. Si cercano nuovi trattamenti per combattere l’insorgenza della calvizie ma per ora non vi è alcuna cura definitiva per questo problema.
Attraverso studi di terapia genica si sta cercando, agendo direttamente sui possibili geni coinvolti, di bloccare la caduta e favorire la ricrescita.
In uno studio condotto in America nel 1998 è, infatti, stato trovato un gene ribattezzato “hairless” che potrebbe essere un punto di partenza per nuovi scenari terapeutici.
Altre notizie sono quelle su un’ipotetica clonazione dei capelli, ma si tratta comunque di informazioni spesso infondate o comunque imprecise ed ancora in fase di valutazione.