L’angioma è una malformazione vascolare, quasi sempre benigna, dovuta ad una anomala maturazione cellulare del tessuto epiteliale dei vasi sanguigni sia venosi che arteriosi. Analizziamo i vari tipi di questi tumori benigni che spesso sono asintomatici e di cui non è ancora ben nota la causa. Vediamo, inoltre quali sono le possibili cure per non incorrere nel rischio di emorragia.
Il termine angioma, nel linguaggio comune, viene usato, forse in maniera impropria, o comunque non universalmente condivisa, per indicare un gran numero di lesioni non omogenee tra loro. Per tale motivo anche nella letteratura scientifica non si è riusciti a formalizzare una definizione univoca.
Nel seguito faremo riferimento alla definizione fornita dal “ Dorland's Medical Dictionary for Healthcare Consumers“. Secondo tale fonte, pertanto, l’angioma è un tumore di natura benigna che può originarsi a partire dalle:
cellule dell’endotelio (tessuto che riveste la parte interna) dei vasi sanguigni e linfatici;
cellule dell’epitelio (tessuto che riveste la superficie esterna) dei vasi sanguigni e linfatici;
cellule dei tessuti limitrofi di entrambi i tipi di vasi.
Gli angiomi generalmente si manifestano in prossimità della superficie della pelle, ma possono essere presenti anche in organi interni, come macchie violacee o color vinaccia spesso in rilievo Nel linguaggio comune sono, infatti, anche noti come “ voglie di vino “. Solitamente non creano problemi né degenerano in lesioni maligne e per questo motivo non vengono quasi mai rimossi. Quando, perciò, si decide di farlo è, o per motivi estetici o perché locati in posizione dove lo sfregamento può determinarne rottura. Solo in pochi casi essi sono il segno di una grave patologia di base. Un esempio di ciò è fornito dagli angiomi al fegato conseguenti alla cirrosi epatica.
Ovviamente la mancanza di una univoca definizione di angioma fa si che anche la loro classificazione non sia univoca. Noi faremo riferimento nel seguito a quelle che più generalmente diversifica l’insieme delle anomalie vascolari.
Una prima generale classificazione degli angiomi può aversi in base al loro aspetto, per cui avremo
Angioma piano, è una macchia rossa piatta e non rilevata che può avere dimensioni varie. Si sviluppa sulla cute solitamente sul volto e sul collo e non regredisce ma anzi può estendersi;
Angioma tuberoso si presenta con una macchia rilevata di colore rosso scuro tendente al blu e di forma irregolare. L’emangioma tuberosa interessa il derma e talvolta le mucose e solitamente tende a scomparire dopo il settimo anno di età.
Angioma profondo o cavernoso cresce nello spessore della cute ed in profondità provocando un rigonfiamento superficiale di color rosso o, se molto profondo, di color carne. Generalmente gli angiomi cavernosi si sviluppano sulla testa o sul collo, ma possono presentarsi anche in organi interni come fegato ed occhi.
Approfondisci le caratteristiche dell'angioma cavernoso.
Una seconda classificazione può aversi in base al tessuto in cui si origina, per cui avremo :
Emangiomi capillari o voglie di fragole o nevi vascolari o emangiomi infantili. Si localizzano in qualunque parte del corpo sulla superficie della pelle. Sono un groviglio di capillari sfiancati che si sollevano dalla pelle formando una papula rugosa (sorta di piccola cupola) di colore vivido che può andare dal rosso al viola intenso.
Puoi approfondire le tipologie di angioma capillare.
Emangiomi cavernosi. Insieme di vasi sanguigni dilatati nelle cui cavità o caverne, e da qui il nome, il sangue scorre con una velocità più bassa di quella fisiologica dei vasi normali. Una pericolosa caratteristica degli emangiomi cavernosi è che le cellule che li formano non hanno le normali giunzioni con le cellule circostanti e ciò ne rende facile la rottura con pericolose emorragie. Emorragie ancor più pericolose perché gli angiomi cavernosi tendono a svilupparsi all’interno degli organi. Come ad esempio cervello, fegato ed occhi.
Granuloma piogenico o emangioma capillare lobulare. E’ una lesione vascolare che può comparire su cute o mucosa. Si presenta sulla pelle o sulle mucose orali: guance, lingua e gengive.
Nella maggioranza dei casi gli angiomi sono asintomatici. Se interessano organi interni tuttavia possono dar luogo a sintomatologie che ovviamente risulteranno strettamente correlate all’organo interessato. Ad esempio nel caso che sia interessato il cervello si potranno avere:
Emicranie.
Crisi epilettiche.
Comunque anche in questi casi si tratta, generalmente, di sintomi di entità contenuta e facilmente controllabili con una terapia farmacologica opportuna.
Nonostante la gran mole di studi condotti in materia nella maggior parte dei casi le cause che hanno determinato l’insorgere di un angioma non sono ben note. Solo in un numero ridotto di situazioni è possibile, infatti, identificare una ezio-patologia precisa del disturbo. Sono di solito i casi in cui l’angioma è un segno di una precisa patologia di base come accade nel caso della cirrosi epatica o cirrosi alcolica, che hanno come segni lo sviluppo di discreto numero angiomi a ragno lungo il percorso della vena cava, o come accade in gravidanza per l’elevato livelli di estrogeni.
Sicuramente avere parenti stretti che soffrono o hanno sofferto di una tipologia di angioma aumenta a probabilità di svilupparne il medesimo tipo. Esistono poi fattori specifici che aumentano la probabilità di sviluppare particolari classi della lesione come livelli alti di estrogeno aumentano il rischio di incorrere in angiomi a ragno.
Poiché la stragrande maggioranza degli angiomi sono visibili, la diagnosi è quasi immediata e basta l’esame obiettivo. Per quelli che si sviluppano in organi interni la diagnosi può essere effettuata con tecniche di imaging, che consentono di visualizzare lo stato dei tessuti molli, come ecografia e risonanza magnetica nucleare. Il problema è che solitamente l’angioma è asintomatico e per tale motivo la sua scoperta è casuale effettuando indagini per altre problematiche.
Quasi sempre gli angiomi hanno un andamento più che benigno e tendono a regredire in maniera spontanea col trascorrere degli anni. Infatti, una percentuale che è superiore al 70 di quelli presenti alla nascita, scompare o si riduce a pochissimi segni dopo il raggiungimento del settimo anno. Comunque anche quando rimangono immutati al loro posto originario, generalmente, non arrecano problema alcuno. Per tale motivo il loro trattamento ha quasi sempre una pura finalità estetica. In qualche caso, però, si rende necessario perché la loro posizione arreca disturbi, come quando sono collocati nelle palpebre superiori dove possono determinare compromissioni del visus. In qualche caso ancora, fortunatamente pochi, il loro trattamento è più che indispensabile perché possono costituire un pericolo per la vita del paziente. E’ il caso in cui tendono a sanguinare e sono allocati in organi vitali come vie respiratorie, fegato e cervello.
Comunque sia il loro trattamento non è semplicissimo nel seguito riportiamo qualcuna delle tecniche più utilizzate.
Si utilizzano per il trattamento e la riduzione degli angiomi cutanei superficiali nella fase in cui si espandono e per il trattamento degli angiomi presenti in organi interni che possono sanguinare.
Corticosteroidei.
Interferone.
Propanololo. Un beta bloccante utilizzato nel trattamento dell’ipertensione che determina vasocostrizione e quindi determina riduzione delle lesioni vascolari degli angiomi.
Gli angiomi cutanei vengono trattati con:
Chirurgia laser. Viene utilizzato un Dye laser ossia un laser che utilizza un colorante organico. E’ un laser selettivo per il colore rosso ed è quindi particolarmente indicato per gli angiomi superficiali della pelle che hanno appunto il colore rosso.
Crioterapia. Consiste nel raffreddare la lesone con neve carbonica. Usata con perizia distrugge la lesione e non arreca pregiudizio ai tessuti limitrofi. E utilizzata per il trattamento di angiomi capillari.
Gli angiomi locati in regioni corporee che sono raggiungibili con difficoltà vengono trattati con:
Radio terapia che consente interventi mirati sull’angioma senza ledere i tessuti circostanti;
Chirurgia tradizionale che consiste nel rimuove l’angioma o l’eventuale organo danneggiato o che ancora interrompe il flusso di sangue alla formazione tramite la legatura dell’arteria che lo alimenta.
Sia gli angiomi superficiali che quelli profondi non comportano rischi e non causano dolore.
Inoltre, come già detto, essi regrediscono spontaneamente nella maggior parte dei casi.
Il rischio maggiore degli angiomi deriva dalla rottura e dal conseguente sanguinamento che talvolta è difficilmente arrestabile.
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