Approfondiamo caratteristiche e tipi di bradicardia sinusale. Quali sono le cause e le cure di questa anomalia cardiaca? Quali rischi comporta il rallentamento del battito se associato a malattie cardiache? Scopriamolo.
Come indica anche l’etimologia greca della parola (bradis/lento, cardia/cuore) la bradicardia è una anomalia del ritmo cardiaco per cui il numero dei battiti cardiaci, contati in un minuto, risulta inferiore al valore limite ritenuto fisiologico.
Ma cosa è il ritmo cardiaco?
Per ritmo cardiaco si intende la sequenza dei battiti controllata dagli impulsi elettrici originati nel pacemaker cardiaco localizzato nel nodo del seno che si trova nella sommità dell'atrio destro.
Il nodo del seno dà origine ad un impulso elettrico che corre attraverso gli atri e poi si diffonde ai ventricoli facendoli contrarre.
La frequenza delle scariche elettriche del pacemaker determina quindi la frequenza cardiaca che viene regolata automaticamente dal sistema nervoso autonomo.
In condizioni normali in un adulto a riposo il numero di battiti compreso tra i 60 ed i 100, in un minuto, con una media di circa 70.
Nel feto invece la frequenza cardiaca è considerevolmente più elevata ed è compresa tra i 110 ed i 160 battiti al minuto. Per tale motivo si parlerà di bradicardia fetale solo se i battiti scendono al di sotto del limite di 100 al minuto.
Quando per ragioni fisiologiche o patologiche vi è una diminuzione dello stimolo elettrico nel nodo senoatriale e quindi una diminuzione del numero dei battiti si ha bradicardia sinusale.
Non sempre la bradicardia è sinonimo di malattia, negli sportivi, infatti, ma anche in molti giovani in buona salute, la frequenza cardiaca può essere fisiologicamente bassa se non addirittura bassissima senza che tutto ciò costituisca una malattia con relativa sintomatologia. In alcune occasioni però la bradicardia può divenire un serio problema fino a costituire una pericolosa emergenza medica che richiede un pronto intervento per evitare una prognosi infausta.
Classificazione della brachicardia in funzione del numero di battiti o delle cause.
Una prima classificazione della bradicardia si effettua in funzione del numero di pulsazioni al minuto (frequenza cardiaca FC).
In base a tale criterio la bradicardia si distingue in:
Bradicardia Lieve. Se si riscontrano valori della FC compresi tra 50/60 battiti per minuto.
Bradicardia Moderata. Se si misurano valori di FC compresi tra 40/50 battiti per minuto.
Bradicardia Severa. Se si rilevano valori di FC inferiori a 40 battiti per minuto.
Notiamo in maniera chiara che i valori riportati non hanno comunque validità assoluta in quanto vi sono soggetti che pur avendo frequenza cardiaca al disotto di 40 pulsazioni al minuto a riposo non avvertono alcun disturbo. Infatti la brachicardia diviene patologica e quindi si manifesta con una sua sintomatologia precisa solo se il cuore non riesce a pompare la necessaria quantità di sangue che assicuri a tutte le cellule corporee la giusta quantità di ossigeno. Ossigeno che è indispensabile per il corretto svolgimento delle reazioni metaboliche.
Una ulteriore classificazione della bradicardia viene solitamente effettuata in funzione della sua eziologia ossia delle cause che la provocano. In base a tale criterio la bradicardia può distinguersi in:
Bradicardia miogena. Ossia che ha origine nel muscolo cardiaco. Appartengono perciò a questa tipologia tutte le bradicardie che insorgono per compromissioni del miocardio che è la tonaca muscolare del cuore.
Bradicardia neurogena. Si origina per effetto di compromissioni e/o lesioni della regione del sistema nervoso centrale (insieme del cervello e midollo spinale) da cui si diparte il nervo vago. Detta regione, che è quella del tronco encefalico, è l’area circoscritta da midollo spinale allungato e mesencefalo. Queste lesioni o compromissioni possono provocare una eccessiva stimolazione del nervo vago che è il cardine del sistema nervoso parasimpatico. Sistema parasimpatico che ha tra le sue funzioni la diminuzione della frequenza cardiaca.
Bradicardia iatrogena o chimica. E’ conseguente alla assunzione di particolari prodotti chimici che possono essere: farmaci (come ad esempio i beta bloccanti per il controllo della pressione alta), ma anche stupefacenti. Una ulteriore condizione che può determinare l’instaurarsi di bradicardia chimica è quella di eccessiva concentrazione ematica di alcuni elettroliti ed in particolare dello ione potassio K+. Condizione che è nota come iperkaliemia.
Cause dell'aritmia bradicardica.
Le cause che possono indurre la bradicardia sono numerose ed eterogenee tra loro. Molte di esse sono patologiche (causate da malattie) ed altre no. Poi tra quelle patologie alcune sono conseguenza di una diretta compromissione del cuore altre invece interessano organi e tessuti diversi.
Di seguito riportiamo quelle più comuni.
Bradicardia dell’atleta o cuore di atleta. Sportivi che praticano attività agonistiche possono avere il cuore particolarmente allenato e forte che riesce a pompare anche con frequenze cardiache basse una gran quantità di sangue che consente la giusta ossigenazione dei tessuti.
Invecchiamento naturale delle fibre muscolari del miocardio.
Vagotonia o parasimpaticotonia. La tendenza che può manifestarsi in alcuni soggetti di una prevalenza del sistema nervoso parasimpatico ed in particolare de nevo vago che ne costituisce l’asse portante su quello simpatico. L’iperstimolazione del vago si traduce in un abbassamento della frequenza cardiaca.
Cardiopatie congenite. Un esempio è costituito dai difetti atrio-ventricolari. Questi sono una famiglia di malformazioni delle cavità cardiache, presenti fin dalla nascita, che possono riguardare sia le valvole atrio ventricolari sia i setti inter-ventricolari ed interatriali ad esse prospicienti.
Conseguenze di un infarto del miocardio. Le lesioni ed il conseguente tessuto cicatriziale possono danneggiare il pacemaker naturale del cuore che genera gli impulsi elettrici che ne inducono la contrazione e determinare bradicardia.
Miocardite. Infiammazione del tessuto muscolare del cuore. Può avere svariate cause: infezione di virus e/o batteri, reazioni autoimmuni, intossicazione da farmaci. Sono abbastanza comuni le miocarditi e quindi la brachicardia conseguenti ad infezioni di tifo (infezione del batterio salmonella thyphi), difterite (infezione da Corynebacterim diphtheriae), febbre reumatica (infezione da parte del batterio streptococco piogeno) ed anche virus influenzali.
Emocromatosi. Accumulo patologico di ferro nel corpo e in vari organi tra cui il cuore. L’accumulo di ferro ha un effetto tossico che danneggia le fibre muscolari del miocardio ed induce bradicardia e scompenso.
Steatosi del miocardio. Infiltrazione nel citoplasma delle cellule delle fibre muscolari del miocardio di goccioline di acidi grassi che è conseguente a dislipidemie: ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia o intossicazioni.
Problemi del nodo senoatriale. Il nodo senoatriale è posizionato nell'atrio destro ed è il punto del cuore in cui si generano i segnali elettrici che determinano le contrazioni delle cavità cardiache che permettono la circolazione sanguigna. Esso è il pacemaker naturale che regola i battiti cardiaci. Un danneggiamento del nodo seno atriale induce aritmie ossia variazioni del normale ritmo cardiaco che può o accelerare dando luogo a tachicardia o rallentare ed indurre bradicardia.
Blocco atrioventricolare. Il segnale elettrico che determina la contrazione del cuore generato nel nodo seno atriale raggiunge i ventricoli passando attraverso il nodo atrioventricolare (una sorta di relais che serve a ritardare il segnale), il fascio di His (sorta di circuito per convogliare l’impulso) e le branche destra e sinistra. Durante tale percorso può capitare che il segnale venga bloccato in maniera totale o parziale insorge così la patologia del blocco atrioventricolare che caratterizzata dalla diminuzione della frequenza del battito cardiaco e quindi bradicardia. Esistono vari gradi di blocco e precisamente:di I, II, III e di branca. Il blocco di I grado è asintomatico.
Ipotiroidismo. Gli ormoni tiroidei agiscono direttamente sulle cellule del tessuto del miocardio determinando uno stimolo alla contrazione (effetto cronotropo). Quindi una diminuzione dei loro livelli ematici per effetto dell’iposecrezione determina un abbassamento della frequenza cardiaca e quindi bradicardia.
Ittero ostruttivo. Aumento della concentrazione nel sangue della bilirubina per ostruzione delle vie biliari che così non riesce a passare nell'intestino per essere eliminata con le feci. Livelli elevati di bilirubina hanno effetti tossi e determina abbassamento della frequenza cardiaca e bradicardia.
Ictus e tumori celebrali. Se interessano l’area del mesencefalo, dove si inserisce il nervo vago, possono generare stimolazione del sistema parasimpatico e indurre abbassamento della frequenza cardiaca.
Ipertensione endocranica. Aumento anomalo della pressione all'interno della scatola cranica. Può avere svariate cause. Tra queste la malattia di Lyme (infezione da parte del batterio Borrelia burgdorferi) e la malattia di Cushing (eccessiva secrezione di cortisolo per un adenoma della pituitaria). La ipertensione endocranica può indurre stimolazione del vago ed abbassamento della frequenza cardiaca.
Apnee notturne. Possono essere causate da ostruzioni o semplicemente perché il meccanismo che regola la respirazione notturna salta qualche atto respiratorio. L’ipossia (mancanza di ossigeno) e l’ipercapnia (aumento di anidride carbonica) possono avere effetti tossici ed indurre bradicardia.
Farmaci. Come già accennato alcuni principi attivi farmacologici ma anche alcune droghe hanno la proprietà di indurre bradicardia. I farmaci di uso comune che possono causare bradicardia sono i beta bloccanti usati nella terapia ipertensiva ed i farmaci anti psicotici.
Elevati livelli di potassio nel sangue. Elevate concentrazione dello ione K+ possono indurre problemi di conduzione dei segnali elettrici generati nel seno atriale che determinano la contrazione del muscolo cardiaco e quindi determinare bradicardia.
Sintomi e segni della bradicardia patologica.
Come già ripetutamente detto la bradicardia può, se non è patologica, essere assolutamente asintomatica. La bradicardia si instaura di norma in maniera lenta e progredisce nel tempo. Se invece insorge in maniera rapida è importante contattare immediatamente il medico. E altresì importante se si avverte l’incalzare dei sintomi descritti di non tentare di raggiungere l’ospedale con propri mezzi e peggio ancora guidando. Si potrebbe verificare una sincope. Pertanto è bene farsi accompagnare o contattare il 118.
La bradicardia quando è patologica è caratterizzata dal seguente quadro clinico:
Scompenso cardiaco. Anomalia della pompa cardiaca che non riesce ad assicurare la quantità di sangue necessaria alla corretta ossigenazione dei tessuti e garantire l’esecuzione delle reazioni metaboliche.
Astenia-Adinamia. Cospicua riduzione della forza dei muscoli che rende difficoltoso ogni movimento. E conseguente all'insufficiente apporto di ossigeno che non permette la giusta esecuzione delle reazioni metaboliche che sviluppano energia.
Stanchezza. Si manifesta anche a riposo o dopo sforzi di portata minima tali da non giustificarne la comparsa.
Dispnea.E una condizione che è anche nota come fame d’aria. E quindi è una condizione di respirazione difficoltosa anch'essa legata allo scarso apporto di ossigeno.
Vertigine.Sensazione che l’ambiente circostante ruoti intorno. Può portare alla perdita dell’equilibrio. E conseguenza del deficit di ossigeno al cervello.
Sincope. Perdita di coscienza e svenimento. La condizione è di norma preceduta da una fase prodromica con sudorazione fredda, turbe della visione, capogiri, etc.
Dolori al petto.
Diagnosi: gli esami per stabilire le cause del rallentamento del battito.
Stabilire se un paziente è bradicardico è cosa di estrema semplicità basta misurare a riposo la frequenza cardiaca ossia contare il numero di battiti in un minuto. Ben più difficile è ovviamente una corretta diagnosi ossia stabilire quale è la causa che determina il problema.
Per giungere a detta diagnosi il medico si avvarrà di:
Storia clinica del paziente.
Analisi dei sintomi e segni.
Visita cardiologica.
Si renderanno anche necessari le seguenti indagini cliniche:
Elettrocardiogramma. Rileva con appositi sensori collegati alle braccia ed al petto l’andamento grafico dei segnali elettrici del cuore.
ECG dinamico secondo Holter. E una apparecchiatura che fornisce un tracciato elettrocardiografico per un periodo ininterrotto di 24 o 48 ore. L’apparecchiatura utilizzata ha le funzionalità di un comune ECG ma è miniaturizzato e quindi consente di essere indossato per il tempo necessario.
ECG sotto sforzo. E un elettrocardiogramma che viene effettuato mentre il paziente corre su un tapis roulant.
Ecodoppler. Servendosi degli ultrasuoni si ottiene una immagine del cuore in movimento.
Registratore di eventi cardiaci. E’ un ECG portatile che viene indossato ed attivato quando si scatena la sintomatologia in maniera da registrare la funzione cardiaca durante l’evento.
A queste indagini per la funzionalità cardiaca occorrerà anche affiancare: test ematici per scoprire eventuali infezioni, processi infiammatori in atto, dosaggio degli ormoni tiroidei per rilevare eventuali problemi di ipotiroidismo, concentrazione degli elettroliti. Ed ancora Tac o risonanza magnetica del cranio per rilevare eventuali problemi neurologici che possano comportare stimolazione del sistema nervoso parasimpatico e quindi del vago.
Come curare la bradicardia sinusale.
Data la varietà di cause che possono indurre bradicardia non esiste ovviamente un protocollo terapeutico univoco. Anzi la terapia è fortemente connessa alla causa che determina la condizione.
Se la bradicardia non è patologica non è necessaria alcuna terapia.
Se la bradicardia è patologica il primo passo è una corretta diagnosi per individuare la malattia che è alla base della sua eziologia. Occorre poi curarla e se possibile guarirla.
Così ad esempio curando l’ipotiroidismo si guarisce dalla bradicardia che questo causa. Nell'eventualità che non sia possibile guarire la malattia che causa il rallentamento della frequenza cardiaca sarà necessario quantomeno mantenerla sotto controllo con cure adeguate.
Va detto che spesso la bradicardia si associa a malattie cardiache i cui farmaci inducono ulteriori rallentamenti del ritmo cardiaco. In questi casi di concerto con lo specialista bisognerà valutare il trattamento che induce minor problemi.
Se la bradicardia dipende da problemi del nodo seno-atriale e quindi da problemi del pacemaker naturale del cuore la situazione può essere migliorata impiantando un pacemaker elettronico alimentato a batteria che stimoli il muscolo cardiaco. Questo genera degli impulsi elettrici che vengono addotti alle cavità cardiache mediante un elettro catetere che viene introdotto nelle dette cavità attraverso la vena succlavia o quella brachiocefalica.
Se la bradicardia si presenta durante un<strong > attacco cardiaco la terapia consiste nel somministrare per endovena un<strong > farmaco cronotropo positivo ossia in grado di aumentare la frequenza cardiaca.
Rischi e prevenzione.
La bradicardia patologica non trattata può nei casi severi condurre a:
Svenimenti ricorrenti per ridotto apporto di ossigeno al cervello.
Arresto cardiaco e morte.
Come per molte altre malattie anche per la brachicardia è possibile selezionare un certo numero di fattori che aumentano la probabilità di svilupparla e quindi riducendo l’incidenza di questi è possibile contenere il rischio di sviluppare il male. Detti fattori sono essenzialmente di 2 tipi e precisamente:
Età.
Fattori che accrescono il rischio di malattia cardiovascolare. E quindi: ipertensione, obesità,dislipidemia, diabete, tabagismo, alcoolismo, uso di droghe, stress.
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