Dermatite atopica in bambini e neonati: cause, rimedi ed alimentazione

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La dermatite atopica è un'infiammazione della pelle estremamente pruriginosa che colpisce soprattutto soggetti di età compresa tra i 3 mesi ed un anno. Infatti, sebbene possa interessare anche gli adulti, oltre il 50% dei casi riguardano bambini o neonati. Approfondiamone le cause ed i possibili rimedi.

La dermatite atopica colpisce neonati e bambini.

La dermatite atopica o anche D A è una infiammazione della pelle: pruriginosa, non contagiosa e con decorso cronico o recidivante, che quindi può alternare periodi di relativo miglioramento a periodi di forte virulenza.

E' una dermatite diffusissima, ed in circa il 70% dei casi colpisce i neonati ed i bambini nel primo anno di vita. Percentuale che raggiunge il 90% nei primi 5 anni.

La patologia compare dopo i primi tre mesi di vita ed i sintomi si riducono con l’adolescenza, fino a scomparire del tutto intorno ai 30 anni. Nella maggioranza dei casi, infatti, con il trascorrere degli anni la dermatite tende ad avere lunghissimi periodi di remissione, fino ad arrivare ad una spontanea e completa guarigione tanto che negli adulti la sua incidenza è inferiore all’1%.

Le cause della malattia non sono ancora del tutto chiarite.

Sembra che concorrano al suo insorgere più fattori tra cui la predisposizione genetica ha una rilevanza consistente. Predisposizione genetica che ovviamente da sola non determina la malattia. Questa, infatti, per scatenarsi necessita del contributo di fattori ambientali che devono: alterare la fisiologica integrità della barriera cutanea, rendere la pelle ipersensibile all'azione di agenti esterni, modulare il sistema immunitario in maniera da renderlo responsivo ad agenti esterni innocui alla maggioranza degli individui.

Nonostante l’attributo atopico, che significa: “ senza particolare collocazione “, la distribuzione sul corpo delle sue lesioni infiammatorie, varia con l’età del soggetto.

Le lesioni possono avere differente aspetto e variare da paziente a paziente per dislocazione, estensione, gravità, colore, etc., ma hanno comunque un tratto caratteristico che le accomuna tutte: il prurito. Esse, infatti, sono tanto pruriginose da pregiudicare nei bambini il riposo notturno rendendoli irrequieti e nervosi e negli adulti relazioni sociali nonché qualità della vita per l’imbarazzo che i continui grattamenti producono.

Frequentemente la dermatite atopica si associa a patologie allergiche come: asma allergico, rinite allergica, allergie alimentari. Nonostante ciò la dermatite atopica non è in se una allergia e tanto meno una allergia alimentare. Semplicemente, per una predisposizione scritta nei geni, è l’ipersensibilità (attitudine a reagire in maniera abnorme) della cute, e spesso anche di mucose respiratorie e gastroenteriche, all'esposizione ad agenti comuni come: lana, polveri, etc. Naturalmente tutto questo non impedisce che l’atopico che è ipersensibile possa anche essere allergico.

Nonostante i disagi che arreca questa dermatite atopica è una patologia benigna che non crea preoccupazioni per salute ed aspettativa di vita del paziente.

Sintomi e segni della dermatite: vari e complessi.

L’insieme dei sintomi e segni della malattia può variare da soggetto a soggetto ed anche nel medesimo soggetto col progredire degli anni. Nel seguito perciò tenteremo di riassumere e rendere riconoscibile una sintomatologia per sua natura varia e complessa.

Eruzioni cutanee. L’aspetto e la dislocazione di queste lesioni varia in maniera sostanziale col trascorre degli anni. E’ possibile distinguere tre fasi:

Prurito. Qualunque sia l’aspetto e la distribuzione delle eruzioni cutanee sono sempre caratterizzate da un forte prurito che a volte risulta incontenibile e costringe il paziente a continuo grattamento. Lo sfregamento che ne consegue aggrava l’irritazione/infiammazione dell’area ed il prurito anziché diminuire aumenta.

Xerosi. Pelle secca per mancanza di acqua e sebo nella pelle.

Livelli elevati nel siero (frazione liquida del sangue) delle IgE totali. Dove le IgE sono un particolare tipologia di anticorpi che partecipano alla risposta immunitaria (riconoscimento e contrasto di un organismo riconosciuto estraneo e quindi nemico). Di norma le IgE sono deputate a combattere le infezioni di parassiti. Ma nei paesi industrializzati, per la scarsità di questi ultimi in conseguenza degli elevati livelli di igiene, le IgE hanno finito per assumere un ruolo negativo per la responsabilità nella conduzione di reazioni di ipersensibilità ed allergiche. Comunque non in tutti gli ammalati di dermatite atopica sono riscontrabili alti livelli di IgE totali. La percentuale è di circa il 50%.

Livelli elevati nel siero delle IgE specifiche dirette contro allergeni di tipo alimentare o da inalazione (pollini, acari delle polveri). Anche in questo caso non sono riscontrabili in tutti i pazienti di dermatite atopica, ma solo nel 50% di essi.

Approfondisci cosa sono le gammaglobuline e quali sono i valori fisiologici.

Complicanze.

Possibili complicanze della dermatite sono:

Cause della malattia: come insorge e come si sviluppa.

La dermatite atopica è una malattia in cui alcuni fattori giocano un ruolo egualmente importanti.Tali fattori sono:

Diagnosi della dermatite atopica.

La diagnosi della malattia è fondata sulla clinica ossia su: anamnesi, analisi dei sintomi e segni, esame obiettivo delle lesioni. Non esiste, infatti, una analisi specifica e definitiva che possa accertare la presenza o meno della patologia. Poiché la diagnosi risultava complessa, per facilitare il compito dello specialista, nel 1980 Hanifin e Rajka hanno stilato un protocollo diagnostico preciso. Protocollo che è stato negli anni aggiornato alla luce delle nuove consapevolezze sulla malattia.

Il protocollo stabilisce due criteri clinici che configurano la malattia: uno maggiore e uno minore.

Al criterio clinico maggiore appartengono segni come: prurito, aspetto e distribuzione delle lesioni in funzione dell’età, xerosi della pelle, familiarità o storia personale per malattie atopiche.

A quello minore invece appartengono un nutrito elenco di segni dei quali a mo’ di esempio ne riportiamo qualcuno: livelli elevati delle IgE seriche, intolleranze alimentari, intolleranza alla lana, irrequietezza,..etc.

La presenza in un paziente di 3 segni appartenenti ai criteri maggiori e di 3 ai criteri minori è la condizione per una diagnosi positiva di Dermatite Atopica.

Spesso risulta necessario, perché gli allergeni alimentari e/o inalatori giocano un ruolo importante nell'evoluzione della malattia, effettuare i seguenti test:

Esistono in circolazione molti test per la diagnosi della DA (kinesiologici, del capello, etc.) per i quali non esiste alcun presupposto scientifico di attendibilità.

Rimedi: farmaci, prevenzione ed alimentazione.

La cura della dermatite atopica è rivolta a contenere la sintomatologia pruriginosa e l’infiammazione ed a ripristinare se possibile la barriera cutanea compromessa e, nell'eventualità sia presente, ad eradicare una possibile sovra infezione delle lesioni di origine: batterica, virale o micotica. Le terapie utilizzate prevedono:

Prevenzione: le precauzioni da mettere in atto per evitare la riacutizzazione della malattia.

Come già detto la malattia alterna periodi di relativo miglioramento a periodi di forte virulenza. Per evitare le riacutizzazioni della fastidiosa sintomatologia è consigliabile attenersi ad alcune norme igieniche comportamentali:

Alimentazione.

Anche una alimentazione corretta già nella prima infanzia può essere utile per alleviare la fastidiosa sintomatologia in caso di forme lievi di dermatiti atopiche nei bambini.

Alcuni alimenti, infatti, anche se non si è allergici o intolleranti, provocano un acutizzarsi dei sintomi, perchè ricchi di istamina che sono i mediatori dell’infiammazione.

Tra gli alimenti vietati abbiamo:

Ancora controversa è la questione dell’ allattamento al seno nei primi quattro mesi di vita. Non è, infatti, dimostrato che l’ esclusivo allattamento al seno e la tardiva introduzione di alimenti nella dieta del neonato possa escludere la comparsa di dermatite atopica, anche se può realmente ritardarne la comparsa.

E’ naturalmente opportuno introdurre gli alimenti nella dieta del neonato progressivamente per escludere intolleranze che possono causare reazioni atopiche.

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