Infarto polmonare: cos'è? Sintomi, cause, terapia e conseguenze

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L’infarto polmonare è la necrosi del tessuto dei polmoni dovuta a mancanza di afflusso del sangue. La malattia è generalmente causata da un embolo che ostruisce le arterie polmonari e si manifesta con un forte dolore al torace. Quali sono gli altri sintomi? Quali terapie bisogna seguire per evitare le temibili consegue che possono insorgere in seguito a recidiva?

Descrizione e caratteristiche dell’infarto polmonare.

L’infarto polmonare è la necrosi di una porzione più o meno estesa del tessuto che costituisce i polmoni causata da insufficiente, o assente, irrorazione sanguigna e quindi da mancanza di ossigeno e nutrienti.

Generalmente l’infarto polmonare è conseguenza di un embolia, ovvero dell’ostruzione dell’arteria polmonare o di uno dei suoi rami, causata da un embolo o da un trombo provenienti dagli arti inferiori. L’interruzione dell’afflusso sanguigno provoca necrosi del tessuto che poi viene sostituito da tessuto connettivo (cicatrice). Ma vediamo nel dettaglio cosa sono emboli e trombi e quindi quali le cause dell’infarto polmonare.

Cause e fattori di rischio della necrosi del tessuto polmonare.

L’ischemia (mancanza di sangue) che genera l’infarto del polmone interessa il sangue veicolato dalle arterie polmonari e può essere causata da:

Emboli. Aggregati di materiale, presenti all'interno del sistema circolatorio, che non si mescolano col sangue. Possono essere: solidi, liquidi e gassosi.

Trombi. Insiemi di cellule sanguigne (piastrine e globuli rossi) e fibrina (proteina coinvolta nel processo di coagulazione del sangue). In altre parole grumi sanguigni e quindi particolari tipologie di emboli. Normalmente si formano su lesioni di placche aterosclerotiche da cui successivamente si distaccano per passare nel circolo sanguigno e da questo trasportati sul luogo dell’ostruzione. Di solito il trombo si origina per una trombosi venosa profonda (ostruzione di una vena degli arti inferiori causata da un processo del tipo di quello sopra descritto). Più raramente il trombo si origina nella parte destra del cuore per fibrillazione atriale, infarto del ventricolo destro, tumore del cuore (mixoma atriale).

Fattori che aumentano il rischio.

I fattori che aumentano il rischio di infarto polmonare possono essere vari.

I fattori congeniti sono legati cioè a problemi dei geni che sovrintendono alla protrombina (una glicoproteina che sovraintende alla coagulazione e svolge un ruolo essenziale nella riparazione dei danni ai vasi sanguigni) o a deficit di antitrombina (proteina che disattiva gli enzimi della coagulazione).

Altri fattori di rischio sono secondari a condizioni fisiologiche o patologie quali:

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Sintomi di un infarto ai polmoni.

I sintomi dell’infarto polmonare si manifestano all'improvviso ed esordiscono con un violento dolore toracico che si accompagna a:

Se l’infarto polmonare è provocato da Trombosi Venosa Profonda si hanno anche:

Diagnosi: dall'analisi dei sintomi alle tecniche di imaging.

Il sospetto della patologia in atto che si fonda sull'analisi dei sintomi e segni che in genere sono abbastanza indicativi, va comunque confermato con una serie di test diagnostici che riportiamo:

Terapia per l’infarto polmonare.

La cura dell’infarto polmonare mira a:

Al paziente colpito da infarto polmonare viene pertanto somministrata morfina per alleviare il dolore e ossigeno con la maschera facciale.

Viene poi iniziata una terapia farmacologica a base di anticoagulanti quali l’eparina, farmaci trombolitici per distruggere il trombo che ostruisce l’arteria e antibiotici per evitare possibili infezioni derivanti dalla necrotizzazione del tessuto.

Talvolta in casi di embolia polmonare massiva o in caso di pazienti che non possono assumere farmaci anticoagulanti, si rende necessaria la rimozione del trombo per via endovascolare (introduzione di un catetere nell'arteria).

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Prognosi e conseguenze dell’infarto del tessuto polmonare.

La mortalità per infarto polmonare se il paziente è in buone condizioni cardiocircolatorie sono molto basse a meno che l’infarto non comprometta più del 50% della vascolarizzazione del polmone.

Se il paziente ha condizioni cardiorespiratorie compromesse le probabilità di morte superano il 25% dei casi.

Un infarto non trattato adeguatamente può avere invece avere gravi conseguenze:

recidive estremamente pericolose con esito infausto in circa il 50% dei casi,

un embolo di grosse dimensioni o un’embolia che insorge rapidamente può comportare shock o morte improvvisa.

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