L’infarto renale è la necrosi di una parte del tessuto di un rene per mancanza totale o parziale di sangue e può essere dovuta ad una ostruzione dell’arteria renale o ad una trombosi della vena renale. Esaminiamo i sintomi che consentono di diagnosticare la patologia e le possibili terapie.
L’infarto renale, come per tutti gli infarti, è la necrosi (morte) limitata della parenchima renale (tessuto tipico dell’organo) susseguente ad una ischemia (mancata perfusione o perfusione molto ridotta di sangue) per un di tempo che deve risultare superiore alle 2 ore.
L’ischemia è quasi sempre una diretta conseguenza dell’ ostruzione parziale o totale dell’arteria renale.
Breve richiamo sull’anatomia del rene. I reni sono due organi posizionati nella parte posteriore dell’addome a destra e sinistra della spina dorsale. La loro funzione è di filtro. Essi, infatti, rimuovono dal circolo sanguigno tutte le molecole organiche la cui concentrazione travalica i livelli fisiologici.I rifiuti filtrati vengono poi inviati alla vescica attraverso gli ureteri ed escreti sotto forma di urina.I reni sono alimentati dalle arterie renali che si dipartono dall’aorta.Il sangue addotto viene poi drenato dalle vene renali che sfociano nella vena cava inferiore. La funzionalità renale è misurata da un parametro che è noto come “ velocità di filtrazione glomerulare “ o VFG che è la velocità con cui si forma il filtrato renale nella regione dell’organo deputata a tale funzione che è il corpuscolo renale di Malpighi. Valori fisiologici di VFG sono contenuti intorno ai 125 millilitri al minuto. |
L’infarto renale, anche se è un evento abbastanza raro, infatti, la sua incidenza (percentuali di nuovi casi in un anno) è stimata tra lo 0,004% e lo 0’007%, è particolarmente infido e può creare non pochi problemi alla salute del paziente. Infatti la sua scarsa incidenza, unita ad una ad una sintomatologia fortemente aspecifica, fa si che la sua diagnosi non avviene quasi mai nei tempi brevi che la condizione richiederebbe per un trattamento efficace ed anzi, in molti casi la diagnosi non viene effettuata affatto. Condizioni che ovviamente possono compromettere in maniera totale e permanente la funzionalità de rene. Di norma l’infarto interessa un solo rene e molto raramente è bilaterale.
L’infarto renale è determinato, come già detto, dall’ostruzione dell’arteria renale o di un suo ramo da parte di un corpo estraneo al normale torrente ematico proveniente da altra regione anatomica o della stessa arteria renale.
Tali corpi estranei possono essere:
Quindi le cause dell’infarto renale possono essere dovute a :
Come evidenziato la sintomatologia dell’infarto renale è fortemente aspecifica il che significa che è sovrapponibile a molte altre patologie. E, come se ciò non bastasse, in alcuni casi di infarti lievi (ostruzione parziale dell’arteria) la sintomatologia non compare.
Tutto ciò complica enormemente il lavoro del personale medico che dovrebbe riuscire, per la futura salute del paziente, a formulare la diagnosi in tempi brevissimi in maniera da mettere in atto un tempestivo ed appropriato intervento per minimizzare i danni provocati al tessuto renale dalla sofferenza ischemica.
I sintomi e segni più comuni dell’infarto renale, quando presenti, sono:
Puoi approfondire le possibili cause di dolore ai reni.
L’infarto renale con la sola analisi dei sintomi e segni non è semplice da diagnosticare.
Si rende perciò necessario eseguire delle indagini strumentali che possano confermarne un possibile sospetto.
Tali indagini sono:
TAC spirale con mezzo di contrasto. E' un esame diagnostico per immagini che consente di esaminare il rene ed i suoi vasi sanguigni fornendone un foto tridimensionale. Per fare ciò si avvale di una scansione con vari fasci di raggi X che sono proiettati mentre la sorgente radiante viene fatta ruotare intorno al corpo del paziente in maniera da formare una spirale. I dati raccolti vengono elaborati da un computer che con uno speciale software elabora una immagine tridimensionale dell’organo. Per rendere più dettagli degli organi molli e dei vasi sanguigni si usa iniettare al paziente un mezzo radiopaco (generalmente un composto iodato) che ne evidenzia i dettagli.
Arteriografia renale. Si esegue iniettando mediante un catetere nell’arteria renale un mezzo di contrasto radiopaco e poi eseguendo delle radiografie. In tal modo nelle immagini risulteranno evidenziate le arterie renali ed i loro rami e le eventuali ostruzioni.
Ecografia doppler duplex. E’ una particolare ecografia utilizzata per lo studio delle strutture vascolari (vene ed arterie) che sfruttando l’effetto Doppler ed utilizzando lo stesso trasduttore in maniera pulsata (sia come emettitore di ultrasuoni che ricevitore e da qui il duplex) ed elaborando i dati con un computer si riesce a visualizzare movimento, velocità e direzione del flusso sanguigno e quindi stenosi ed ostruzioni. L’esame anche se molto sensibile non è molto utilizzato perché richiede tempo ed un operatore esperto in grado di interpretare i risultati.
Analisi del sangue. Possono fornire un sospetto di diagnosi valori elevati di leucociti (globuli bianchi), valori elevati di creatinina, valori elevati di LDH (enzima lattato deidrogenasi) con valori normali delle transaminasi. Ricordiamo che l’ LDH è presente nei tessuti muscolari, nel fegato e nel rene e che suoi valori elevati possono essere indice di infarto del miocardio, infarto renale e compromissione epatica.
I possibili trattamenti dell’infarto renale mirano a prevenire un’ulteriore riduzione del flusso ematico all’arteria e a ristabilire la vascolarizzazione dell’organo. Essi sono:
La complicanza principale dell’infarto renale è l’ insufficienza renale. Affinché non si verifichi detta evenienza bisogna ripristinare il flusso ematico nell’arco delle 2 ore. Cosa che, come già ripetutamente sottolineato, riesce particolarmente difficile. Se tutto ciò non risulta possibile si svilupperà negli anni successivi all’evento insufficienza renale. La sua comparsa sarà ovviamente tanto più rapida quanto più consistenti saranno i danni causati dalla ischemia. L’insufficienza renale riduce drasticamente l’aspettativa di vita del paziente.
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