Sindrome del colon irritabile: sintomi, dieta, test e cura
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La sindrome del colon irritabile è una patologia intestinale che si manifesta con sintomi caratteristici, quali dolore e modificazioni dell'alvo per un periodo minimo di 12 settimane. La diagnosi è prevalentemente di tipo differenziale: si escludono altre patologie con simili sintomi mediante analisi e test. Come curarla? Analizziamo i farmaci e le terapie di tipo naturale e vediamo qual è la dieta più adatta per trattare i sintomi.
Che cos’è la sindrome del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile (chiamata anche sindrome dell'intestino irritabile, IBS da Irritable Bowel Syndrome o disbiosi) è una patologia dell'intestino crasso caratterizzata da dolori di tipo crampiforme e dall'alternanza di diarrea e stitichezza. Colpisce una percentuale di soggetti variabile dal 10 al 20% della popolazione Europea e Statunitense, e solo in Italia si stima che ne sia affetto il 30% della popolazione.
Si manifesta prevalentemente nelle donne, in un rapporto donna: uomo di 2:1 e solitamente sono colpiti i soggetti di sotto dei 35 anni, con un picco di prevalenza nelle fasce di età di 20 - 30 anni, ma può comparire anche dopo i 40 anni e negli adolescenti.
Come si sviluppa la malattia? Le cinque ipotesi fisiopatologiche dell’IBS.
Attualmente la fisiopatologia della sindrome del colon irritabile non è ancora stata del tutto chiarita. Sono però state avanzate delle ipotesi, cinque in particolare, su come possa insorgere questa sindrome:
- Iperalgesia viscerale: è un fenomeno per cui il soggetto ha una sensibilità anomala al dolore viscerale. Questi soggetti in pratica avvertono il dolore che proviene da una parte dell'intestino come se provenisse da una zona più ampia, quindi ad esempio se il dolore reale è a livello del colon discendente, il soggetto affetto da iperalgesia viscerale lo avvertirà non solo a livello di quel segmento del colon, ma anche a livello degli altri segmenti (ad esempio sigma o colon trasverso).
- Infiammazione microscopica: secondo questa ipotesi la sindrome sarebbe conseguenza di uno stato infiammatorio del colon legato ad una pregressa infezione batterica, come per esempio un'infezione da Salmonella, Shigella o Giardia Lamblia. Questa condizione, chiamata IBS post - infettiva, sarebbe legata ad un aumento dei globuli bianchi in sede intestinale (a livello intramucoso, cioè all'interno della mucosa gastrica) e ad un aumento della produzione di serotonina (un neurotrasmettitore implicato nella motilità intestinale), da parte delle cellule enteroendocrine.
- Alterata motilità gastrointestinale: secondo questa teoria la sindrome del colon irritabile sarebbe da imputare ad un'alterazione della motilità intestinale. L'intestino è composto da una muscolatura ben strutturata (vi sono due diverse tipologie di muscoli, muscoli circolari e muscoli longitudinali, i quali si alternano nella contrazione per sospingere il materiale fecale lungo tutto il tratto intestinale), che fa procedere il materiale fecale attraverso due tipi di contrazione, onde di contrazione lente che rappresentano il livello di contrazione basale (quello cioè sempre presente), e onde di contrazione più veloci e potenti in fase post prandiale (ovvero dopo i pasti). I pazienti affetti da sindrome dell'intestino irritabile avrebbero un'alterazione nella frequenza dei due tipi di contrazione che si manifesta con i caratteristici sintomi come dolore e alternanza di diarrea (quando le onde di contrazione sono più frequenti e quindi più vicine l'una all'altra), e stipsi (quando le onde di contrazione sono meno frequenti e quindi più distanti l'una dall'altra).
- Fattori genetici: la sindrome del colon irritabile potrebbe avere anche una patogenesi genetica. Sembra, infatti, che chi ha un parente che soffre di questa patologia abbia un rischio da due a tre volte maggiore di soffrirne a sua volta.
- Psicopatologia: un'altra possibile ipotesi è quella dell'associazione tra patologie psichiatriche e psicologiche e sindrome del colon irritabile. Gli studi sono tutt'ora in corso e non vi è ancora un'evidente correlazione ma si pensa che alla base vi siano dei meccanismi di tipo neuro - ormonale mediati dall'asse ipotalamo - ipofisi.
Le cause sono sconosciute, ma esistono dei fattori di rischio!
Considerata la complessa possibile fisiopatologia della sindrome appare evidente come le cause effettive siano ad oggi sconosciute.
Vi sono però dei fattori di rischio che possono provocare l'insorgenza del colon irritabile e tra questi possiamo citare:
- Stress e ansia: gli stati di stress o di forte ansia, correlati a situazioni personali, affettive o lavorative, possono avere un grande impatto sull'intestino e sulla sua motilità. Non è un caso, infatti, che spesso la sindrome del colon irritabile insorga a causa di un forte stress quale un lutto, una separazione o un licenziamento e si protragga poi per tutta la vita dell'individuo.
- Sbalzi ormonali: un altro possibile fattore di rischio, valido per le donne, è quello delle variazioni ormonali che avvengono durante l'arco della vita. La sindrome del colon irritabile può quindi comparire prima del ciclo mestruale, durante l'ovulazione oppure in gravidanza.
- Intolleranze alimentari: le intolleranze alimentari come quella per il glutine o per il lattosio o per determinati tipi di zuccheri, possono essere causa di sindrome del colon irritabile a causa dei danni alle mucose provocati dall'ingestione di tali alimenti non tollerati.
Approfondisci le caratteristiche delle intolleranze alimentari.
- Alimentazione scorretta: un altro possibile fattore di rischio è l'alimentazione. Chi segue un'alimentazione non regolare, senza orari ben definiti, con pasti frettolosi e consumati in poco tempo, e non sana, povera di fibre, ricca di grassi e di cibi speziati e piccanti, può soffrire di colon irritabile. Questo è legato sia allo stato infiammatorio causato dall'abuso degli alimenti non sani (e non controbilanciato dall'assunzione di alimenti sani), sia dallo stress a cui si sottopone il sistema gastrointestinale mangiando di fretta e senza orari ben stabiliti.
- Abuso di farmaci: alcuni farmaci, in particolare gli antibiotici, possono determinare l'insorgenza di intestino irritabile a causa dell'impatto che hanno sulla flora batterica intestinale. Difatti gli antibiotici tendono a ridurre la presenza di batteri intestinali i quali mantengono in buona salute l'intestino. Questo può determinare uno stato di infiammazione e lo sviluppo dei sintomi della sindrome.
Sintomi che caratterizzano la disbiosi.
La sindrome del colon irritabile si manifesta con una sintomatologia molto variabile da individuo a individuo.
In generale però vi sono dei sintomi caratterizzanti tale patologia, come ad esempio:
- Dolore di tipo spastico o crampiforme che si manifesta in qualsiasi momento della giornata e che si allevia solo dopo la defecazione. Il dolore può manifestarsi a livello di tutto l'addome, oppure colpire il lato destro o il lato sinistro dell'addome e può estendersi anche posteriormente determinando mal di schiena.
- Alterazioni dell'alvo con prevalenza di stitichezza o di diarrea o con alternanza tra periodi di stipsi e periodi di diarrea.
- Meteorismo, con abbondante produzione di gas addominali che determinano la distensione dell'addome (aumentando il dolore) e gonfiore addominale con possibile aumento di peso.
- Problemi nell'evacuazione con sensazione di incompleto svuotamento intestinale.
- Presenza di muco nelle feci e alterazione nella consistenza fecale (le feci possono presentarsi eccessivamente dure e associate a stipsi o eccessivamente liquide e associate a diarrea).
I sintomi caratteristici devono avere una durata di almeno 12 settimane/6 mesi non consecutivi nell'arco di un anno per poter diagnosticare tale sindrome.
Accanto ai sintomi caratterizzanti la patologia vi sono poi dei sintomi che variano da individuo a individuo e che possono non riguardare soltanto l'apparato gastrointestinale.
In particolare possiamo avere:
- Sintomi intestinali: sensazione di pienezza dopo i pasti anche se si è mangiato poco, nausea con assenza di vomito, borbottii gastrici o intestinali, mal di stomaco, presenza di alitosi o di sapore amaro in bocca, alternanza tra periodi di inappetenza e periodi di eccessiva fame.
- Sintomi uro - genitali: necessità di urinare la notte (condizione indicata dal termine medico di nicturia), presenza di mestruazioni dolorose, difficoltà a svuotare la vescica con sensazione di incompleto svuotamento, dolore durante i rapporti sessuali, sensazione di urgenza di dover urinare, sensazione di pesantezza (tenesmo) a livello del pube, prostatite (spesso le due patologie sono correlate).
- Sintomi psichici: possono essere presenti depressione, ansia, sensazione di nodo in gola.
- Altri sintomi: stanchezza generale, cefalea, tachicardia, eccessiva sonnolenza diurna, dolori muscolari ed ai tendini, reflusso gastroesofageo (spesso le due patologie sono associate).
Quali sono i test da effettuare per diagnosticare l’IBS ?
Per diagnosticare la sindrome del colon irritabile è necessario che il gastroenterologo ponga per prima cosa una diagnosi differenziale con altre patologie.
In particolare le malattie che possono avere sintomi in comune con tale sindrome sono:
- Morbo di Chron;
- Tumore del colon;
- Colite ulcerosa;
- Intolleranze alimentari (ad esempio intolleranza al glutine o al lattosio o ad alcuni zuccheri o alle fibre);
- Diverticolosi o diverticolite;
- Calcoli biliari o malassorbimento dei sali biliari o conseguenze di una colecistectomia;
- Ostruzione funzionale (determinata ad esempio da un prolasso);
- Effetti secondari di alcuni farmaci (ad esempio farmaci diuretici, lassativi, farmaci per il Parkinson);
- Malattie psichiatriche;
- Parassitosi intestinali (determinate da batteri o parassiti quali Salmonella, Shigella e così via).
Per fare diagnosi differenziale e riuscire a comprendere se i disturbi sono legati alla sindrome dell'intestino irritabile è necessario:
- Un primo esame obiettivo del paziente in cui il medico valuterà i sintomi sulla base dell'insorgenza, della durata e dell'entità e visiterà il paziente determinando se vi sono state variazioni di peso (in generale se il paziente ha perso peso potrebbe non trattarsi di colon irritabile), e se vi sono dolori alla palpazione addominale.
- Un esame del sangue, volto a scoprire se vi sono alterazioni ematochimiche di alcuni parametri (ad esempio globuli rossi, emoglobina e globuli bianchi), che possono far pensare ad una patologia che non sia il colon irritabile.
- Il test del sangue occulto delle feci, per comprendere se vi è la presenza di sangue che può far pensare a patologie più serie quali morbo di Chron o tumori intestinali.
- Test per le intolleranze alimentari come il Breath test per l'intolleranza al lattosio o la ricerca di anticorpi specifici della celiachia.
- Una colonscopia, per valutare lo stato del colon, della mucosa, ed evidenziare la presenza di lesioni, polipi, stati infiammatori o neoplasie.
Puoi approfondire come si esegue la colonscopia.
- Altri esami che il medico può richiedere possono essere tecniche di imaging quali tac addome, rx addome ed ecografia addome completo per valutare la presenza di ostruzioni, masse tumorali, presenza di calcoli o prolassi.
Una volta escluse tutte le possibili patologie con sintomatologia simile, si potrà porre diagnosi di sindrome del colon irritabile.
Cosa fare per trattare la sindrome del colon irritabile.
Poichè non è ancora nota una causa scatenante della malattia, i rimedi mirano a trattare i sintomi della sindrome del colon irritabile che tra l'altro variano da persona a persona.
Dieta corretta.
Chi soffre di sindrome del colon irritabile deve anzitutto prestare particolare attenzione all'alimentazione.
Vi sono, infatti alcuni alimenti che possono aggravare il problema ed altri invece che possono aiutare a risolverlo.i
Alimenti da evitare o da limitare per non aggravare i crampi intestinali.
Sono da evitare o da limitare tutti quegli alimenti che possono rallentare i processi digestivi, aumentare la produzione di gas intestinali, aumentare la frequenza delle scariche di diarrea, o aumentare la motilità intestinale con conseguente aggravamento del dolore crampiforme. Tra questi abbiamo:
- Dolcificanti artificiali come sorbitolo, xilitolo e mannitolo, che hanno azione lassativa.
- Condimenti grassi di origine animale come burro, lardo, strutto e panna, che causano difficoltà digestive.
- Spezie quali pepe, peperoncino, curry, poiché irritano la mucosa intestinale.
- Alcuni tipi di fibre, come quelle della crusca di frumento o di avena, poiché aumentano la motilità intestinale.
- Bevande a base di caffeina o teina per la loro azione stimolante che potrebbe aggravare le contrazioni intestinali.
- Alcolici, superalcolici e bevande gassate, per evitare la formazione di gas intestinali.
- Legumi interi, cioè non passati, poichè la buccia può fermentare e dare luogo a meteorismo e flatulenza.
- Alimenti contenenti amidi che non vengono totalmente digeriti nell'intestino tenue e che possono quindi portare alla formazione di gas. Un esempio sono le banane acerbe, i cereali bolliti e consumati previo raffreddamento, e il pane raffermo.
- Particolari tipi di frutta fresca come albicocche, banane e prugne e la frutta con la buccia, per problemi di formazione di gas intestinali con conseguente gonfiore addominale.
- Alcuni tipi di verdure come broccoli, cavolfiori, rape, peperoni con la buccia, ravanelli, cipolle, porri e cavoli, per la loro caratteristica capacità di determinare la formazione di gas intestinale.
- Latte, che in alcuni casi può aggravare la diarrea.
- Cereali integrali, che per il loro contenuto di fibre possono aggravare i casi di diarrea. Vanno però consumati in caso di stipsi.
Alimenti da preferire per ridurre i sintomi del colon irritabile.
Sono da preferire tutti quegli alimenti che riducono i sintomi intestinali della sindrome del colon irritabile, come per esempio:
- Lo yogurt, ricco di fermenti lattici, aiuta a riequilibrare la flora batterica intestinale e a ridurre sintomi quali dolore, flatulenza e diarrea.
- I prodotti a base di cereali non integrali come pasta, riso, pane, crackers, grissini, fette biscottate ed i cereali come orzo, farro e kamut. Contenendo meno fibre dei prodotti integrali questi alimenti riducono i problemi legati a episodi di diarrea.
- Carne e pesce, preferibilmente carne bianca come pollo e tacchino, e pesce azzurro, per il suo contenuto di grassi buoni. Questi alimenti sono facilmente digeribili.
- Formaggi stagionati con ridotto contenuto di lattosio, in tutti quei casi in cui vi sia una ridotta tolleranza al lattosio.
- Verdure e frutta in base alla tolleranza individuale.
- Legumi passati.
Terapie mediche per curare la sindrome del colon irritabile.
In tali casi si ricorre all'utilizzo di farmaci specifici per ridurre la sintomatologia oppure a sedute di psicoterapia o di tecniche di rilassamento.
Rimedi farmacologici da usare sotto stretto controllo medico.
L'utilizzo di farmaci per trattare la sindrome del colon irritabile è da fare sotto stretto controllo medico poichè i farmaci utilizzati sono molto forti e se usati in maniera errata possono provocare gravi effetti collaterali. Tra quelli che è possibile usare abbiamo:
- Anticolinergici: chiamati anche antispastici questi farmaci agiscono a livello dell'acetilcolina un neurotrasmettitore implicato nella genesi della contrazione muscolare. In particolare essi inibiscono l'azione di questa sostanza riducendo quindi gli spasmi ed i crampi addominali. Tra quelli maggiormente utilizzati abbiamo atropina, propantelina bromuro, dicloverina cloridrato, scopolamina, iosciamina, alverina citrato, ioscina e mebeverina. Possono essere somministrati per via orale, sottocutanea o intramuscolare, in base ai casi.
- Antidepressivi: si utilizzano per il loro effetto sull'umore e per gli effetti analgesici, rilassanti e sedativi, grazie ai quali placano i sintomi relativi alla sindrome del colon irritabile e le eventuali cause che l'hanno scatenata. Quelli più utilizzati sono gli antidepressivi triciclici come la clomipramina, e gli inibitori della ricaptazione della serotonina, come la venlafaxina e l'alosetron.
- Antidiarroici: si usano nel caso in cui la sindrome si accompagni a diarrea intensa che provoca disidratazione e limita le attività quotidiane. Tra quelli più usati abbiamo loperamide, colestiramina e difenossilato.
- Antibiotici: da usarsi nel caso in cui vi sia la presenza di un'infezione intestinale a opera di batteri gram positivi o gram negativi che provocano forti episodi di diarrea. Quello maggiormente usato è la rifaximina.
- Procinetici: sono farmaci da usare nel caso in cui si manifesti come sintomo una grave forma di stipsi. Tali farmaci agiscono, infatti, a livello della peristalsi aumentando la motilità intestinale e favorendo il transito fecale. Tra quelli più usati abbiamo benzamide, metoclopramide, domperidone, levosulpiride, e bromopride.
Altre terapie che intervengono sulle cause psicologiche della colite.
Tra le altre possibili terapie del colon irritabile abbiamo la psicoterapia, la terapia cognitivo - comportamentale e le tecniche di rilassamento.
- Psicoterapia: si utilizza con lo scopo di comprendere le cause dell'ansia, dello stress e di eventuali altri problemi psicologici, come ad esempio dei problemi nelle relazioni interpersonali, che hanno determinato l'insorgenza della patologia. In particolare è indicata in tutti quei casi in cui la sindrome del colon irritabile è legata a depressione, ansia, non presenta dolori costanti, presenta sintomi che durano poco ma che sono intensi e presenta dolore localizzato in una parte circoscritta dell'addome.
- Terapia cognitivo - comportamentale: simile alla psicoterapia, la terapia cognitivo - comportamentale non solo ricerca le cause dell'ansia o dello stress accusati dal paziente, ma coinvolge quest'ultimo nell'accettazione, comprensione e risoluzione del problema. È pertanto utile in tutti quei casi di sindrome del colon irritabile legata a condizioni di stress duraturi nel tempo come problemi nelle relazioni di coppia o al lavoro.
- Tecniche di rilassamento: possono essere utili come completamento alle terapie sopra descritte. Il paziente può essere invitato a svolgere sedute di yoga, di pilates o di training autogeno che aiutino a rilassare muscoli e mente e che gli insegnino a controllare le crisi di ansia.
Rimedi naturali.
I rimedi naturali che possono essere di aiuto per ridurre i sintomi del colon irritabile comprendono moltissime discipline quali medicina orientale, fitoterapia, omeopatia, utilizzo di oli essenziali e di fiori di Bach.
Ognuno di questi rimedi può essere utilizzato per trattare un sintomo specifico o i sintomi in generale.
Fitoterapia.
La fitoterapia rappresenta uno dei "rimedi della nonna" per il trattamento della sindrome dell'intestino irritabile poiché interviene sia con preparazioni fitoterapiche vere e proprie, sia utilizzando le erbe per la preparazione di tisane casalinghe. L'uso delle piante varia in base ai sintomi predominanti.
Se predomina la stitichezza il naturopata consiglia di utilizzare:
- Liquirizia: se ne utilizza la radice che contiene glicirrizina, liquiritina, mannite, saponine e fitosteroli, ed ha una blanda azione lassativa (da imputarsi alla presenza di mannite). Si utilizza prevalentemente come decotto da prepararsi ponendo un cucchiaio di radice di liquirizia in una tazza di acqua bollente, si lascia in infusione per 10 - 15 minuti, si filtra e si beve preferibilmente dopo i pasti.
- Frangola: è una pianta utile per la stimolazione della peristalsi intestinale grazie ai suoi principi attivi, i glicosidi antrachinonici. Va utilizzata sottoforma di decotto da farsi con un cucchiaio di radice di frangola da porre in una tazza di acqua, portare il tutto a ebollizione e lasciare in infusione per una decina di minuti, successivamente filtrare e bere dopo i pasti.
- Senna: contiene mucillagini, flavonoidi e glicosidi antrachinonici che svolgono la loro azione a livello dell'intestino crasso a favore della peristalsi. Si usa preparando una tisana mediante macerazione a freddo (ovvero lasciando a macerare un cucchiaio di foglie in una tazza d'acqua a temperatura ambiente per almeno 10 - 12 ore al termine delle quali il composto va filtrato e bevuto), oppure sottoforma di estratto fluido (10 - 20 gocce due volte al giorno), o ancora sottoforma di tisana a caldo (preparata ponendo in infusione un cucchiaio di foglie e frutti di senna in una tazza di acqua bollente per almeno 15 - 20 minuti, successivamente filtrare e bere).
- Semi di psillo: la sua azione lassativa è dovuta alla presenza di mucillagini, e si consiglia di assumere da 1 a 3 cucchiaini di semi in base alle necessità. Calcolare per ogni cucchiaino di semi 150 - 200 ml di acqua in cui lasciare macerare i semi per almeno 3 - 4 ore, successivamente bere il tutto dopo i pasti.
Attenzione! Liquirizia, frangola e senna sono controindicate in gravidanza: la liquirizia provoca un lieve rialzo della pressione sanguigna, mentre la frangola e la senna potrebbero determinare un'eccessiva perdita di liquidi per la loro azione lassativa. |
Vediamo ora cosa utilizzare se il sintomo predominante è la diarrea.
- Potentilla: contiene fitosteroli, tannini, triterpeni e flavonoidi ed ha azione antidiarroica (in particolare per la presenza di tannini). Si utilizza sottoforma di infuso (3 g di potentilla in 150 ml di acqua da tenere in infusione per 10 minuti circa, successivamente filtrare e bere al bisogno) o di estratto secco (in capsule, da 3 a 6 g al giorno da suddividere in tre volte).
- Mirtillo: foglie e frutti del mirtillo hanno proprietà astringenti grazie a principi attivi quali i glucosidi antocianici, meglio conosciuti come antocianine, ed i tannini. Si può consumare in molti modi, come frutto fresco o come succo di frutta, come estratto secco (in compresse da assumere lontano dai pasti e con un dosaggio giornaliero di 60 - 120 mg), come tintura madre (40 gocce due volte al giorno), o come decotto (da prepararsi facendo bollire circa 70 g di bacche in un litro d'acqua per 5 - 10 minuti, filtrare e bere a piacimento).
- Noce: se ne utilizzano le foglie che contengono tannini, naftochinoni e jugloni, per contrastare la stipsi, e si assume sottoforma di decotto (1,5 g di foglie da lasciare macerare per un paio d'ore in una tazza d'acqua a temperatura ambiente, successivamente filtrare e bere un paio di volte al giorno), o di tintura madre (30 gocce da assumersi tre volte al giorno).
Quando vi è presenza di meteorismo invece è possibile utilizzare piante che contrastano la formazione di gas addominali o ne favoriscono l'eliminazione come:
- Finocchio: contiene anetolo, estragolo, pinene e limonene; aiuta la digestione e inibisce i processi intestinali che portano alla formazione di gas. Può essere consumato sia come ortaggio crudo o cotto, oppure sottoforma di tisana da farsi con 10 g di finocchio essiccato da porre in infusione in una tazza d'acqua per dieci minuti, successivamente filtrare e bere dopo i pasti.
- Angelica: esplica un'azione rilassante a livello intestinale favorendo la digestione e limitando la formazione di gas grazie ai suoi principi attivi quali acido angelico, angelicina, cumarine, acido clorogenico ed acido caffeico. Si utilizza sotto forma di infuso (da farsi con un cucchiaio di radice di angelica), e lo si pone in infusione in una tazza di acqua bollente per almeno 10 minuti. Successivamente si filtra e si beve dopo i pasti. È sconsigliata in gravidanza, probabilmente poichè contiene sostanze fotosensibilizzanti, che possono determinare danni a livello fetale.
Infine per il trattamento dell'infiammazione in generale, per riequilibrare il sistema neurovegetativo e per il trattamento di coliche e spasmi è possibile usare:
- Melissa: la sua azione è da imputarsi al contenuto di principi attivi quali olio essenziale, acidi polifenolici e polisaccaridi che le conferiscono proprietà antispasmodiche e antinfiammatorie. Si utilizza sottoforma di tisana (porre in infusione un cucchiaio di foglie di melissa in una tazza di acqua bollente, lasciare circa 10 minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno), o di tintura madre (20 gocce tre volte al giorno dopo i pasti).
- Malva: regola la funzione intestinale ed ha proprietà antinfiammatorie grazie al contenuto di mucillagini. Si utilizza come decotto (1 cucchiaio di fiori e foglie da porre in infusione per 10 minuti in una tazza di acqua e da bere più volte al giorno), o come macerato a freddo (10 - 15 g di fiori e foglie da lasciare a macerare in acqua fredda per 5 ore circa, successivamente filtrare e bere un paio di volte al giorno).
- Tiglio: da utilizzarsi per le sue proprietà antispasmodiche legate a principi attivi quali tannini, mucillagini, oli essenziali, cumarine e flavonoidi, il tiglio si assume sottoforma di tisana (un cucchiaio di foglie e fiori da porre in infusione per 10 - 15 minuti in una tazza di acqua bollente, successivamente filtrare e bere un paio di volte al giorno), come tintura madre (30 - 40 gocce prima di andare a dormire) o come macerato glicerico (30 - 50 gocce due volte al giorno lontano dai pasti).
- Menta: rappresenta il "rimedio della nonna" per eccellenza per regolare e favorire i processi digestivi e per ridurre il gonfiore intestinale e la formazione di gas, grazie al contenuto di mentolo. Viene utilizzata prevalentemente sottoforma di tisana da prepararsi con 2 cucchiaini di foglie di menta (fresca o secca) da porre in infusione in una tazza di acqua per almeno 10 minuti, trascorsi i quali si può filtrare e bere la bevanda un paio di volte al giorno. La si può usare anche sottoforma di tintura madre (30 gocce 2 - 3 volte al giorno).
Omeopatia.
Per trattare efficacemente la sindrome del colon irritabile è possibile utilizzare anche delle preparazioni omeopatiche.
Le più indicate dall’omeopata per questa patologia sono:
- Mercurius corrosivus: da usare nel caso di intestino irritabile con sintomi quali diarrea associata a muco, dolore intenso e sensazione di non completa evacuazione. La posologia è di 5 gocce quattro volte al giorno ad una concentrazione di 5 CH.
- Carbo vegetabilis: da utilizzarsi con una posologia di 10 gocce tre volte al giorno e ad una concentrazione di 5 CH, questo rimedio è utile nel caso di gonfiore addominale, meteorismo e dolori che si intensificano con il passaggio dell'aria nelle anse intestinali.
- Magnesia phosphorica: si utilizza nel caso di sintomi quali diarrea, flatulenza e dolore crampiforme, ad una concentrazione di 5 CH e con una posologia di 3 granuli tre volte al giorno.
- Lycopodium: da usare nel caso di colon irritabile associato a meteorismo e stipsi, questo rimedio si usa ad una concentrazione di 15 CH e con una posologia di 10 granuli al giorno, 5 al mattino e 5 alla sera.
- Argentum nitricum: da usare in concentrazione variabile tra 5 e 7 CH e con una posologia diversa in base ai casi, è un rimedio utile in caso di sindrome del colon irritabile causata da ansia e stress, con sintomi quali meteorismo, diarrea e nausea..
Altri rimedi della medicina alternativa: fiori di Bach e agopuntura.
Tra gli altri rimedi naturali possiamo citare l'utilizzo di fiori di Bach e della medicina alternativa. Per quanto riguarda i fiori di Bach più indicati possiamo citare Scleranthus miscelato in Rescue Remedy; tale rimedio va assunto 4 volte al giorno con una posologia di 4 gocce ogni volta.
Per quanto riguarda la medicina alternativa è possibile intervenire con l'agopuntura che utilizza i seguenti punti:
- NEI TING, situato tra il secondo ed il terzo dito del piede, serve per ridurre il dolore.
- TIAN SHU, situato lateralmente all'ombelico, regola l'energia a livello intestinale.
- ZU SAN LI, situato appena sotto la rotula, tonifica l'apparato gastrointestinale.
Quanto dura la sindrome del colon irritabile? Si può guarire? A chi rivolgersi?
La sindrome del colon irritabile è una malattia cronica che però, con una costante attenzione all'alimentazione ed allo stile di vita, consente di tenere i sintomi sotto controllo e di condurre una vita normale.
Siccome la sintomatologia del disturbo è altalenante, occorre adottare un'alimentazione sana come stile di vita per prevenire la ricomparsa dei sintomi.
Se pensate di soffrire di sindrome del colon irritabile è bene in ogni caso consultate un medico (gastroenterologo) che saprà valutare il singolo caso e adottare la terapia più adatta.