Mastopessi con protesi: intervento, prezzo ed opinioni

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Mastopessi con protesi: intervento, prezzo ed opinioni

La mastopessi con protesi è una tecnica adottata in chirurgia plastica per ridefinire la forma del seno, e al tempo stesso aumentarne il volume, grazie alle protesi. Vediamo in cosa consiste l’intervento, il parere degli esperti e quanto può costare.

Cos'è la mastopessi con protesi?

La mastopessi, chiamata anche lifting del seno, è un intervento volto a risollevare le mammelle, dando o restituendo a questi organi una forma che sia gradevole per la donna.

Grazie alla mastopessi i seni possono essere rimodellati; ma l’intervento non modifica in modo significativo le dimensioni delle mammelle, ecco perché, se la donna desidera aumentarne la grandezza, esiste la possibilità di inserire delle protesi. L’uso delle protesi può anche risolvere il problema delle mammelle asimmetriche.

Le protesi sono progettate per dare una sensazione di morbidezza al tatto, di modo che le mammelle non risultino artificiali. Possono variare per forma, volume, etc. e vanno scelte a seconda del caso clinico.

Il chirurgo ha il compito di valutare quale dimensione è proporzionata al fisico della paziente e, soprattutto, se sia meglio posizionare delle protesi rotonde (quelle ‘storiche’) oppure delle protesi anatomiche (a goccia); Il chirurgo considera:

Contrariamente a quanto si potrebbe credere, non è detto che una protesi a goccia dia un risultato più bello e naturale. Infine ricordiamo che la protesi anatomica presenta uno svantaggio rispetto alla protesi rotonda: se dovesse ruotare il seno potrebbe mostrare delle deformità.

Il materiale usato per le protesi è un gel di silicone che aderisce bene ai tessuti e si muove insieme ad essi. Il gel adoperato è coesivo, perché il silicone non si sparge anche se la protesi viene divisa.

Quando si ricorre alla mastopessi additiva?

Solitamente le donne che ricorrono alla mastopessi hanno un’età compresa tra i 35 e i 55 anni.

Tale tecnica diventa necessaria quando le mammelle hanno subito una ptosi, cioè una discesa, risultano appiattite, con i capezzoli rivolti verso il basso mentre le areole - le zone di pelle pigmentata attorno ai capezzoli - si sono allargate, risultando sproporzionate rispetto alla mammella stessa.

Il chirurgo chiedendo alla paziente di portare le mani più in alto che può, non riesce a vedere il solco inframammario, perchè risulta nascosto dalla ‘caduta’ delle mammelle.

Come dice il nome, il solco inframammario si trova a livello del margine inferiore della mammella. È prodotto dall’aderenza della fascia superficiale - cioè lo strato adiposo situato al di sotto della pelle - alla parete toracica - su cui sono inseriti i muscoli - situata più in profondità.

Sono diverse le cause della ptosi delle mammelle:

C’è anche un’altra ragione che motiva una donna a rivolgersi al chirurgo estetico: un’asimmetria evidente delle mammelle, vale a dire che uno dei seni risulta più abbassato dell’altro.

Come si esegue questo intervento di chirurgia estetica?

Vediamo qual’è l’iter da seguire se, durante la visita, il chirurgo ha decretato che sei una candidata ideale per la mastopessi con protesi. 

L'iter può essere suddiviso in tre fasi:

Anzitutto la paziente dovrà sottoporsi a tutti gli esami clinici richiesti e sostenere un colloquio con il chirurgo e con l'anestesista per decidere quale intervento fare, quali protesi scegliere e quale anestesia è più indicata.

Il chirurgo in accordo con la paziente sceglierà la tecnica di intervento o di posizionamento delle protesi che andranno valutate caso per caso.

Fase pre-operatoria

La visita pre-operatoria consiste in un colloquio con il medico,  per capire come deve essere gestita la tua situazione clinica. Forte delle sue conoscenze lo/la specialista può stabilire se si debba sospendere un farmaco e quale sia il momento opportuno.

Vediamo qualche esempio:

Colloquio con l’anestesista.

Il colloquio serve per consentire al medico la scelta del tipo di anestesia. La mastopessi con protesi può essere eseguita in anestesia locale con leggera sedazione, significa che si elimina la sensazione dolorosa a livello mammario e la persona è sveglia, ma con un livello di coscienza ridotto; o in alternativa si usa l’anestesia generale.

Puoi approfondire le caratteristiche dell'anestesia generale.

L’intervento.

Prima dell’anestesia il chirurgo disegna sul seno della paziente, posta in posizione eretta, le linee che guideranno le incisioni quando la paziente sarà distesa sul tavolo operatorio. 

L’intervento può durare da un’ora e mezza a tre ore a seconda del caso clinico.

Il chirurgo procede alla scelta della tecnica in base all’entità della discesa delle mammelle.

Tecnica round block.

E’ la tecnica adottata nei casi di ptosi lieve e viene prevede un’incisione circolare intorno all’areola;

Tecnica di Lejour.

Laddove la ptosi sia più pronunciata si pratica un’altra incisione verticale, che dall’areola arriva al solco inframammario.

Tecnica con incisione “a T invertita”.

Si utilizza nei casi più gravi, dove vi è una notevole discesa delle mammelle, si pratica una ulteriore incisione orizzontale in corrispondenza del solco inframammario.

Il tipo di incisione effettuata determinerà la cicatrice residua. 

Durante l’operazione viene asportata la pelle in eccesso nella zona intorno all’areola e nella parte inferiore del seno: restano dei lembi cutanei, sui lati e sopra l’areola, che vengono tesi e cuciti al di sotto dell’areola stessa, mentre la ghiandola mammaria, il capezzolo e l’areola vengono spostati verso l’alto. Il diametro dell’areola, spesso sproporzionato rispetto alla mammella, viene ridotto. 

Posizionamento delle protesi.

Le protesi si posizionano nella stessa seduta operatoria. Gli impianti per aumentare il volume del seno vengono inseriti in modo da non alterare la struttura della mammella. Esistono tre possibilità:

Tecnica dual plane.

Al momento è la tecnica considerata migliore. Significa che la protesi risulta collocata in parte sotto il muscolo grande pettorale, e risulta ‘libera’ (dietro la ghiandola) nella parte inferiore. Il risultato ottenuto è molto naturale, sia per la forma che per la consistenza della mammella.

Tecnica di posizionamento retro-ghiandolare.

La protesi si colloca tra il tessuto ghiandolare e la fascia pettorale: ciò è possibile perché esiste lo spazio retro-mammario, riempito da tessuto connettivo lasso, il cui scopo è di tenere separata la mammella dai piani profondi.
Tale tecnica, però, non dà buoni risultati nelle donne con un tessuto ghiandolare di scarso spessore e con pelle molto sottile.

Tecnica di posizionamento retro-muscolare.

Diversamente dalla dual plane la protesi viene completamente inserita sotto il grande pettorale. Presenta due svantaggi: la mammella risulta dura al tocco e cambia forma durante la contrazione muscolare.

Una volta posizionata la protesi il chirurgo procede alla chiusura dell’incisione. Alcuni medici, prima di chiudere completamente l’incisione, inseriscono dei drenaggi, che verranno rimossi entro due giorni, altri, invece, non usano drenaggi. Infine, si coprono le ferite con cerotti e garze

Post-operatorio.

L’operazione viene terminata con una medicazione, sopra la quale la paziente dovrà indossare un reggiseno contenitivo. Il reggiseno va portato per 3-4 settimane e serve anche a evitare che qualcosa possa sporcare o rovinare la medicazione.

La medicazione successiva viene fatta 5 giorni dopo, e trascorsi 12-15 giorni vengono rimossi i punti di sutura.

La paziente deve evitare movimenti ampi e bruschi delle braccia, di sollevare carichi per due settimane, e usare prudenza anche passato questo periodo. Dovrà inoltre dormire in posizione supina (pancia in alto) e non esporsi al sole o alle lampade abbronzanti per un mese.

Per allontanare il rischio di infezione assumerà la terapia antibiotica prescritta dal chirurgo con le dosi e la frequenza previste.

Il ritorno alle normali attività sociali e lavorative avviene dopo 7-10 giorni, e si può riprendere a fare sport già 6-8 settimane dopo l’intervento. 

Risultati: Il parere degli esperti.

La mastopessi con protesi è un intervento eseguito migliaia di volte l’anno in tutto il mondo. La procedura di solito si esegue in day-hospital, ciò significa che la paziente può tornare a casa già qualche ora dopo l’intervento.

Il dolore avvertito dalla donna è minimo - pari a 1 se consideriamo lo zero “nessun dolore” e il cinque “massimo dolore” - e può tranquillamente essere controllato da un farmaco analgesico.

Dopo circa due mesi sparisce il gonfiore e dopo circa sei mesi si potrà apprezzare la forma del nuovo seno. Le cicatrici con il tempo saranno meno evidenti.

La mastopessi con protesi permette di ottenere mammelle sollevate e più toniche, nel complesso il décolleté appare visibilmente più giovane; il risultato dura parecchi anni, ma non è eterno.

Possibili complicanze.

Grazie all’attenta valutazione della paziente, alle procedure di sicurezza adottate in sala operatoria, e al continuo aggiornamento dei chirurghi il rischio di complicanze post-operatorie è minimo. Tuttavia come ogni intervento anche la mastopessi con protesi può comportare dei rischi.

Sanguinamento ed ematoma.

Un lieve sanguinamento con formazione di ematoma può verificarsi nei primi giorni dopo l’intervento. Se il sanguinamento è importante, occorre aspirare e drenare il sangue.

Sieroma.

La formazione di siero può assorbirsi spontaneamente. In caso persista dovrà essere asportato chirurgicamente.

Infezioni.

Sono molto rare in caso di mastopessi e vengono efficacemente prevenute con l’assunzione di antibiotici.

Perdita di sensibilità del capezzolo.

La perdita di sensibilità nell’area del capezzolo ed in quella circostante può aversi e perdurare per alcuni mesi. La sensibilità si riacquista nella quasi totalità dei casi.

Contrattura capsulare.

Col tempo la protesi può assumere una maggiore consistenza ed indurirsi, ma oggi, tale complicanza si e’ notevolmente ridotta con l’uso di protesi di ultima generazione e l’uso di tecniche moderne come la dual plane hanno ridotto di molto la possibilità di una contrattura capsulare. Le protesi in gel coesivo di silicone sono sicure.

Rottura della protesi.

Le protesi possono rompersi in seguito a traumi con l’appiattimento della mammella. In tal caso occorre l’immediata sostituzione. 

Interferenza con ecografia e mammografia.

Ultimo, ma non meno importante: un tempo la mastopessi poteva creare un'interferenza con le metodiche di imaging, oggi  l'intervento viene eseguito preservando la struttura della mammella, e non crea fonti di disturbo nel corso degli esami che identificano le patologie mammarie(ecografia e mammografia).

Controindicazioni.

In alcuni casi la mastopessi con protesi non può essere fatta, vediamo quali.

Gravidanza.

Durante la gestazione le mammelle aumentano di dimensioni sotto l’influenza di estrogeni e progesterone, in previsione dell’allattamento; una (nuova) gravidanza può pregiudicare gli effetti della mastopessi.

Il chirurgo potrebbe consigliarti di posticipare la mastopessi con protesi più in là nel tempo.

Allattamento.

In tal caso sarà necessario posticipare l’intervento di 9 mesi per non interferire con la funzionalità della ghiandola mammaria.

In caso di malattie respiratorie.

Queste malattie sono spesso accompagnate da tosse che crea una notevole pressione nel torace; la violenza con cui l’aria viene espirata potrebbe far sanguinare le ferite.

In presenza di malattie cutanee.

La presenza di una patologia della pelle può ostacolare il processo di guarigione delle ferite.

Predisposizione familiare di cancro al seno.

I medici sconsigliano l’intervento di mastopessi nelle donne che hanno familiarità col tumore mammario. L’operazione, infatti, alterando la struttura delle ghiandole, potrebbe favorire l’insorgenza del cancro.

Quanto costa la mastopessi con protesi?

Riguardo il budget necessario per sottoporsi all’operazione, ovviamente l’inserimento delle protesi rende il costo più alto rispetto alla semplice mastopessi. Il prezzo può cambiare anche a seconda della protesi usata. Infatti:

Si parla di costo di partenza perché ogni persona è un caso a parte, con le sue necessità

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