Antiaritmici

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Gli antiaritmici sono una classe di farmaci di diverse tipologie, che servono a correggere le aritmie cardiache o addirittura a prevenirle.Come agiscono e quali sono le controindicazioni? Vediamo quando assumere tali farmici e quando, invece, non è consigliata la somministrazione.

Il ritmo cardiaco: le aritmie.

Il ritmo cardiaco è il naturale susseguirsi di una serie di processi di tipo elettrico e meccanico che consentono al muscolo cuore di contrarsi in maniera ritmica ed ad una frequenza prefissata (con un determinato e costante numero di pulsazioni al minuto). E poiché il cuore è cavo ed irrorato di sangue contraendosi ritmicamente riesce a spingere questo in tutto il corpo adducendo nutrimento ed ossigeno necessari allo svolgimento delle reazioni metaboliche cellulari.

Il pacemaker.

L’oscillatore o pacemaker che genera i summenzionati impulsi elettrici che inducono le contrazioni è noto come “ nodo del seno “ o anche “nodo seno atriale“. Esso è una sottile striscia di tessuto delle dimensione di una quindicina di millimetri posta all’interno del cuore nell’atrio destro.

La regolare conduzione dei segnali da esso prodotti è poi assicurata dal “sistema di conduzione elettrica del cuore“. Una sorta di filatura che trasporta gli impulsi elettrici.

Lungo tale circuito è presente una sorta di relais che è il “ nodo atrioventricolare “ che ha il compito di impedire il ritorno degli impulsi e di sommare ad essi un opportuno ritardo. In tale maniera i ventricoli battano un prefissato tempo dopo gli atri.

Aritmie e impulsi elettrici: anomalie.

Alla luce di quanto detto quindi le aritmie possono essere conseguenza di anomalie nella generazione degli impulsi elettrici, che possono distinguersi in:

  • Anomalie della velocità dell’impulso.
  • Anomalie del luogo in cui viene generato l’impulso. Gli impulsi possono anche originarsi in fibre diverse da quelle del pacemaker naturale ed entrare in competizione con questi ultimi.
  • Anomalie della conduzione dell’impulso.
  • Anomalie del suo spegnimento.
  • Mix delle precedenti opzioni.

Gli antiaritmici sono quindi una categoria di farmaci in grado di contrastare tali anomalie. E poiché da svariate evidenze si è desunto che il ritmo cardiaco è essenzialmente influenzato e regolato dal flusso di 4 diversi ioni attraverso le membrane delle cellule cardiache e precisamente dal flusso degli ioni Na+, K+, Ca++, Cl-; essi perciò agiscono modificando tali flussi.

Classificazione degli antiaritmici.

In base a quanto detto gli antiaritmici;  farmaci (molecole chimiche) in grado di correggere eventuali anomalie del ritmo cardiaco o addirittura di prevenirle, si classificano in:

Antiaritmici di classe I.

Bloccano in vario modo e misura i canali dello ione sodio Na+ e perciò riducono la conduzione del segnale elettrico generato nel nodo del seno. Si suddividono in:

  • Antiaritmici classe I A. Hanno un contenuto effetto sul blocco dei canali del sodio; a questa classe appartengono: chinidina e disopiramide.
  • Antiaritmici classe I B. Hanno un blocco molto debole dei canali del sodio; appartengono ad essa: lidocaina e tocanide.
  • Antiaritmici classe I C. Hanno un consistente effetto sul blocco dei canali del sodio ed ad essi appartengono: propafenone e flecanide.

Antiaritmici classe II.

Sono i cosi detti Beta bloccanti. E perciò utilizzati anche per la cura di numerose altre patologie cardiache. Nel controllo delle aritmie rendono sinusoidale il ritmo cardiaco eliminando battiti irregolari noti come extrasistole. Tra essi l'Atenololo, il Metoprololo, il Nadololo ed il Propranololo.

Antiaritmici di classe III.

Bloccano i canali dello ione potassio K+. Non influenzano la conduzione elettrica ed allungano la durata dell’impulso. Sono usati sia nelle aritmie atriali che ventricolari. Tra essi ricordiamo l'Amiodarone, il Bretilio ed il Sotalolo.

Antiaritmici di classe IV.

Bloccano i canali dello ione calcio Ca++. Dilatano i vasi sanguigni e possono inibire la forza di contrazione del cuore. Tra essi il Diltiazem ed il Verapamil.

Antiaritmici: controindicazioni.

I betabloccanti non devono essere assunti da soggetti asmatici.

L' Amiodarone che è un inibitore dei canali del potassio può essere tossico, per cui è consigliabile solo in soggetti con gravi aritmie.

Il Diltiazem e gli altri inibitori dei canali del calcio non devono essere assunti da pazienti affetti da sindrome di Wolff Parkinson.

Tra gli effetti collaterali dei farmaci utilizzati per curare le aritmia, vi possono essere disturbi digestivi, depressione, astenia, insonnia, aumento dei trigliceridi, stipsi o diarrea.

Se è necessario somministrare antiaritmici in gravidanza, bisogna monitorare la crescita del feto in quanto tali farmaci riducono il flusso del sangue alla placenta e pertanto possono causare aborti ed anche malformazioni del feto.

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