Connettivite: indifferenziata, differenziata e mista. Sintomi, cause, diagnosi e cura

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Esaminiamo cosa sono le connettiviti e come possono essere classificate. Scopriamo quali sono le terapie per questo folto gruppo di malattie del tessuto connettivo (circa 200) tanto eterogenee per sintomatologia e cause scatenanti.

Cos’è la connettivite?

Se facciamo riferimento alla sola etimologia della parola, la connettivite dovrebbe essere una infiammazione acuta del tessuto connettivo (uno dei 4 tessuti fondamentali del corpo umano). Nella realtà, però, la cosa è ben più complessa. Infatti col termine connettiviti viene raggruppato un corposo numero di patologie (più di 200) che interessano il tessuto connettivo. Patologie molto diverse ed eterogenee fra loro sia per sintomatologia che per eziologia (cause) che per patogenesi (modalità con cui si originano) il cui solo tratto unificante è il tessuto bersaglio ossia il connettivo.

La connettivite è, quindi, in generale, un disordine a carico del tessuto connettivo, per la precisione, si parla di connettivite ogni volta che si è di fronte ad una qualsiasi disfunzione, strutturale o metabolica, ereditaria o acquisita, a carico del tessuto connettivo.

Questa ampia eterogeneità della categoria fa sì, come potremo ben verificare nel seguito, che sia particolarmente difficile, se non impossibile, una classificazione univoca della malattia. Le cause di ciò sono, probabilmente, da ricercarsi nella stessa natura del tessuto connettivo che è caratterizzato da estrema variabilità e disomogeneità delle cellule che lo costituiscono.

Tessuto connettivo: com’è fatto?

Il connettivo è uno dei quattro tessuti fondamentali del corpo umano (insieme al muscolare, nervoso ed epiteliale), ed ha la funzione di collegare e nutrire i tessuti che costituiscono i vari organi. Esso ha caratteristiche peculiari che lo rendono profondamente differente dagli altri per struttura, distribuzione e consistenza.

Struttura.

Un tessuto è per definizione un insieme di cellule affini per forma e funzione, unite, o comunque strettamente connesse, le une alle altre per svolgere un’azione comune. Nel tessuto connettivo, invece, le cellule sono sparpagliate all’interno di una matrice extracellulare da esse stesse secreta distinte in tre grandi tipologie:

  • Quelle che mantengono e producono la matrice extra cellulare. Questa è una componente essenziale del tessuto connettivo (in essa sono disperse le cellule che costituiscono il connettivo e quindi anche quelle che producono la matrice cellulare stessa). Appartengono a questa categoria ad esempio: i fibroblasti che producono le fibre che la parte più consistente della matrice, i condroblasti che producono la matrice cartilaginea, gli osteoblasti che producono la matrice ossea, gli odontoblasti la matrice dei denti, etc.

  • Quelle che difendono il corpo da intrusioni ed attacchi esterni. Appartengono a questa tipologia: macrofagi (cellule del sistema immunitari la cui principale funzione è inglobare nel loro citoplasma, liquido contenuto nella membrana cellulare e che avvolge il nucleo, elementi estranei e potenziali nemici) ; mastociti e leucociti.

  • Quelle che svolgono funzioni speciali come gli adipociti che accumulano nel grasso che contengono riserve energetiche per l’organismo.

Distribuzione.

Ogni tessuto è distribuito nel corpo in base alla funzione che deve svolgere. Il tessuto connettivo, invece, è praticamente ubiquitario: interponendosi fra organi e tessuti, rappresenta la “colla” del nostro organismo garantendo che ci sia comunicazione e scambio tra i vari distretti. Oltre che dalla varietà le cellule del connettivo sono quindi caratterizzate da mobilità diversificata. Avremo infatti:

  • Cellule connettivali che espletano il loro ciclo vitale rimanendo fisse nel tessuto stesso come ad esempio: adipociti, fibroblasti, etc.

  • Cellule connettivali migranti che arrivano al connettivo con il sangue. Sono di due tipi: alcune come i linfociti sono libere di muoversi dal sangue al connettivo e viceversa, altre come i neutrofili se migrano nel connettivo, passando attraverso la parete dei vasi sanguigni su stimolazione di segnali chimici determinati da processi infiammatori in atto, non sono più grado di farvi ritorno.

Consistenza.

La consistenza del tessuto connettivo varia notevolmente passando da un distretto all’altro, passa dalla fluidità del sangue alla durezza delle ossa. In funzione della morfologia con cui si presenta e le funzioni che è deputato a svolgere viene classificato in:

    • Tessuto connettivo denso. E’ presente in numerosissimi organi e tessuti e serve a seconda della sua composizione a fornire differenti proprietà meccaniche: elasticità, deformabilità, resistenza alla trazione, etc.

    • Tessuto connettivo lasso. E’ il più diffuso e serve a colmare spazi e proteggere organi ed altri tessuti quali:

        • Tessuto adiposo

        • Tessuto cartilagineo.

        • Tessuto osseo.

        • Sangue

        • Linfa

Da quanto detto è quindi ovvio che definire connettivite o collagenosi una qualsiasi disfunzione del connettivo vuol dire abbracciare innumerevoli possibilità, dalle anomalie dei singoli costituenti (es fibroblasti, condrolasti, etc.) ad alterazioni di strutture complesse (es. sangue, ossa,….). Ciò che è certo è che, qualunque sia il problema, esso riguarderà l’intero organismo vista l’elevata distribuzione del tessuto.

La presenza di queste caratteristiche pressoché costanti fa si’ che spesso le disfunzioni del connettivo vengano indicate anche come malattie infiammatorie sistemiche.

Ma come vengono riconosciute e classificate le connettiviti?

Classificazione delle connettiviti: differenziate, indifferenziate e miste.

Come è facile immaginare, considerando la varietà e le numerose caratteristiche del tessuto connettivo, le malattie che possono interessarlo sono numerose, molto differenti tra loro e con quadri clinici (insiemi di sintomi e segni) estremamente complessi e spesso neanche ben definiti. Riesce perciò particolarmente difficile differenziarle perlomeno in base ai criteri canonici ossia in funzione di sintomatologia, eziologia e patogenesi. Nonostante ciò si è comunque sviluppata nel tempo una diversificazione che raggruppa le connettiviti in corpose classi e sottoclassi. Secondo detta classificazione abbiamo:

Connettiviti differenziate e sintomi con cui di manifestano.

Sono quelle meglio conosciute e perciò hanno quadro clinico, eziologia e patogenesi ben noti e definiti. Da qui quindi l’appellativo differenziate. Le connettiviti differenziate spesso sono suddivise in due sottoclassi: autoimmuni ed ereditarie.

Le connettiviti ereditarie (HCDTs,heritable disorders of connective tissue): sono dovute a modificazioni di alcuni geni. Sono piuttosto rare. Riportiamo le più comuni:

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Le connettiviti autoimmuni sono dovute ad alterazioni del sistema immunitario il quale comincia a produrre anticorpi contro le strutture stesse del corpo (proteine, tessuti, etc.) come se fossero agenti estranei. Le più comuni sono:

Il lupus è 10-20 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini ed è probabile che si sviluppi tra i 15 ed i 40 anni.

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Connettiviti indifferenziate.

Sono state codificate solo recentemente intorno al 1980 da Leroy. Sulla loro reale natura in campo scientifico non vi è accordo unanime. Alcuni autori ritengono, infatti, che esse costituiscano una entità clinica distinta. Altri invece che esse costituiscano semplicemente le prime manifestazioni incomplete e confuse di una connettivite differenziata che si manifesterà col progredire del tempo. In definitiva quindi le connettiviti indifferenziate sono malattie che si manifestano con un insieme di sintomi e segni che lasciano presagire una connettivite ma che non riescono a configurare in maniera chiara ed univoca una connettivite differenziata nota (individuata da precisi criteri diagnostici). Naturalmente date queste premesse una connettivite indifferenziata può:

Questo ne rende ovviamente difficile una diagnosi e di conseguenza lo sviluppo di una cura appropriata.

Connettiviti miste.

Sono patologie che presentano contemporaneamente i quadri clinici ben caratterizzati di diverse connettiviti differenziate e quindi ad esempio di Lupus, Artrite reumatoide e Sclerosi sistemica.

Cause delle Colagenosi.

Tranne che per le connettiviti differenziate genetiche in cui la causa è nota (mutazione di precisi geni) per tutte le altre è sconosciuta o almeno non è completamente nota. Sicuramente alla base vi è un processo auto immune e quindi l’azione del sistema immunitario contro il self. Sicuramente una predisposizione genetica che dota alcuni soggetti di particolari antigeni è altrettanto certa. Ma non sono note le cause che possono attivare il sistema immunitario a scatenare la reazione che determinerà la malattia, ne è chiaro se esistono delle concause. Si ipotizza che talune infezioni possano agire da grilletto. Naturalmente poiché le connettiviti sono tante e varie altrettanti numerosi e vari sono gli agenti patogeni incriminati. La constatazione che le connettiviti sono più comuni nelle donne che non negli uomini sembra discendere dal ruolo che gli estrogeni hanno nell’attivazione del sistema immunitario e nello scatenamento di reazioni autoimmuni.

Una diagnosi per ogni tipologia di connettivite.

Come si curano? Trattamento delle connettiviti.

Dato il gran numero di malattie non esiste un protocollo unico che vada bene per tutte. Comunque dato che esiste sicuramente un problema infiammatorio generalizzato questo viene curato con somministrazione di infiammatori non steroidei e nei casi seri (quando il processo interessa organi vitali) con cortisone. Per le connettiviti autoimmuni si possono utilizzare anche modulatori del sistema immunitario come ad esempio la ciclosporina.

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