Farmaci in gravidanza: quelli permessi e quelli da evitare
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Assumere farmaci in gravidanza è pericoloso per il bambino? Ecco una mini guida che cerca di rispondere a questo interrogativo, considerando i farmaci permessi e quelli invece da evitare in relazione alle patologie più diffuse. Faremo inoltre una panoramica sulle molecole controindicate in gravidanza, con i rischi annessi alla loro assunzione. Il principio guida è: meno farmaci, gravidanza più serena.
Farmaci in gravidanza: perché fare attenzione.
Una delle problematiche che maggiormente creano confusione e stress nella mente delle future mamme è legata all'assunzione di farmaci durante la gestazione.
E’ risaputo, infatti, che durante i nove mesi alcune molecole possono provocare danni al feto perchè:
- passano al feto attraverso la placenta e quindi possono provocare difetti congeniti ed anche la morte.
- Restringono i vasi sanguigni e quindi causano un minor passaggio di ossigeno e sostanze nutritizie dalla madre al feto.
- Contraggono i muscoli dell’utero, e quindi possono causare un parto pretermine.
Quindi è preferibile valutare sempre i benefici e i rischi prima di assumere qualunque farmaco, anche di tipo naturale.
Da che cosa dipendono gli effetti teratogeni?
E’ importante inoltre specificare che l’azione di una molecola teratogena, ossia capace di provocare un danno embrionale o fetale, non dipende solo dalla molecola stessa, ma anche da altri fattori.
Epoca gestazionale.
Possiamo distinguere tre grandi fasi durante la gestazione:
- la fase pre impianto, che va dal momento del concepimento (ossia quando la cellula uovo femminile incontra lo spermatozoo e si fondono formando un’unica grande cellula figlia) fino al 17° giorno. Le cellule si moltiplicano molto velocemente e nel frattempo viaggiano per raggiungere il punto dell’utero in cui si impianteranno. Questa è la fase del “tutto o nulla”: se nell'organismo materno viene introdotta una sostanza nociva o farmacologica, saranno solo due i possibili scenari che si creeranno. O la molecola distrugge molte cellule irreparabilmente, provocando l’aborto precoce o agisce su poche cellule, che verranno rimpiazzate da nuove cellule e quindi la gravidanza procederà senza lasciare alcun segno sul futuro embrione. Tutto ciò accade perché le cellule in questa fase sono “totipotenti” ossia possono trasformarsi in qualunque cellula serva, rimpiazzando quelle danneggiate.
- la fase embrionale, che va dal momento in cui si forma l’embrione annidato nell'utero fino alla fase fetale. (12 settimana circa).Questo è il periodo della differenziazione degli organi per cui agenti nocivi o farmaci possono in alcuni casi interagire e provocare delle malformazioni. A seconda dell’epoca, interesseranno un organo piuttosto che un altro (es. palato, sistema nervoso, ecc).
- la fase fetale, che va dalla 12 settimana al termine della gravidanza. Gli organi sono ormai sviluppati e il feto cresce, sviluppando pian piano tutte le funzioni corporali. In questa fase un farmaco può interagire causando malfunzionamenti o alterazione degli organi.
la potenza del farmaco.
La potenza del farmaco è la concentrazione di principio attivo richiesta per dare una risposta efficace. Un farmaco è più potente quando anche a basse concentrazioni, danno una risposta elevata.
Predisposizione genetica.
Il corredo genetico della gestante influisce sulla quantità di farmaco attivo. Alcuni soggetti metabolizzano i farmaci lentamente e causare tossicità, altri invece li smaltiscono rapidamente.
Date queste premesse analizziamo meglio le categorie di farmaci che vengono considerati sicuri e quelli che invece vanno evitati durante la gestazione.
Classi di farmaci in gravidanza.
Poiché non è possibile avere certezze sui possibili effetti teratogeni dei farmaci, in quanto non è possibile effettuare studi su donne in gravidanza, la FDA (Food and Drug Administration) ha comunque stilato una classificazione che si basa su un fattore di rischio relativo.
Secondo tale classificazione abbiamo:
- Farmaci di classe A: in questa classe rientrano i farmaci che non hanno mostrato effetti teratogeni sui feti indipendentemente dalle settimane di gestazione.
- Farmaci di classe B: secondo studi sugli animali, questi farmaci sono potenzialmente sicuri ma non vi sono dati certi per quanto riguarda l’uomo.
- Farmaci di classe C: secondo gli studi, i farmaci che appartengono a questa classe sono potenzialmente nocivi per il feto ma possono in alcuni casi portare molti benefici per cui se ne valuta l’uso in casi in cui non è possibile utilizzare farmaci più sicuri.
- Farmaci di classe D: a questa categoria appartengono i farmaci per cui non sono conosciuti studi che indicano se il farmaco sia pericoloso o meno, oppure quelli risultati nocivi negli animali ma che non hanno studi specifici per l’uomo.
- Farmaci di classe X: appartengono a questa classe farmaci assolutamente vietati nelle donne in gravidanza, che provocano malformazioni nei feti e i rischi sono eccessivi rispetto ai potenziali benefici.
Cosa prendere in gravidanza? Guida ai farmaci.
Secondo l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) durante la gravidanza possono essere assunti medicinali necessari purché prescritti dal medico che sceglierà le medicine:
- che sono sul mercato da più tempo e quindi ne sono noti potenziali effetti dannosi,
- somministrando le minori dosi possibili per limitare al il rischio di effetti indesiderati.
Vista la classificazione teorica cerchiamo di capire praticamente quali sono i farmaci delle diverse categorie che rientrano nelle diverse classi.
Farmaci consentiti in gravidanza o da assumere con moderazione.
Sono molti i farmaci che possono essere assunti con una certa tranquillità in gravidanza, sebbene sia sempre valido il consiglio di assumerli con moderazione e sempre con una precisa indicazione medica.Vediamo i principali:
Vitamine.
Le vitamine sono molecole importanti in gravidanza, in quanto ognuna ha un suo specifico effetto e nessuna deve mancare affinché il piccolo riceva tutti i nutrimenti di cui ha bisogno. In genere una alimentazione sana e varia, ricca di frutta e verdura, è in grado di fornire l’apporto vitaminico necessario per il buon proseguimento della gravidanza.
Ad ogni modo, in alcuni casi alcune vitamine sono carenti e, per sopperire alla mancanza, vengono prescritti integratori multivitaminici a basso dosaggio per tutto il periodo della gestazione.
Un cenno particolare merita l’acido folico, fondamentale per la prevenzione dei disturbi del sistema nervoso embrionale. Si consiglia di assumerlo già da un mese prima della gravidanza e comunque per i primi tre mesi. C’è da dire che una corretta alimentazione potrebbe sopperire a queste mancanze, ma si tende ugualmente a consigliarlo alle future mamme, dato che non presenta controindicazioni ed è facile da assumere. La dose giornaliera è di 400 mcg, una compressa prima dei pasti.
Antibiotici.
Alcune classi di antibiotici (farmaci di largo uso per combattere le infezioni di natura batterica) sono sicure in gravidanza ed è stato dimostrato che non apportano pericoli al nascituro. Tra questi, ricordiamo le molecole di più largo uso:
- penicillina
- amoxicillina
- ampicillina
- eritromicina
In particolare, penicillina e ampicillina vengono largamente utilizzate nella prevenzione della trasmissione dell’infezione da Streptococco B emolitico in travaglio di parto. Alle donne che risultano positive a questa infezione tramite tampone vagino/rettale alla 37 settimana, si somministra una prima dose di antibiotico in travaglio o dopo la rottura delle acque e si ripete la dose, dimezzata, ogni 4 ore fino al parto. Questo permette una adeguata protezione del nascituro nei confronti dello Streptococco.
Le molecole appartenenti alla classe delle cefalosporine invece vengono utilizzate solo se strettamente necessario, in quanto non è stato ancora possibile escludere la possibilità di potenziali danni.
La ciprofloxacina, usata soprattutto per il trattamento delle infezioni delle vie urinarie, va usata solo se strettamente necessario e non per lunghi periodi, in quanto può interferire nella corretta formazione di ossa e cartilagini del nascituro.
Sempre nell’ambito delle molecole usate per il trattamento delle infezioni urinarie (cistiti), ricordiamo anche la fosfomicina, che può essere assunta con una certa tranquillità in gravidanza, specie in caso di cistiti improvvise, frequenti nei nove mesi di gestazione.
Farmaci per l’acidità e il vomito.
A causa dei frequenti disturbi di stomaco, specie nelle prime settimane, le gravide fanno grande richiesta di questi prodotti. E’ bene quindi ricordare che è possibile assumere antiacidi che non contengono bicarbonato: in commercio esistono molteplici formulazioni, a base di magnesio idrossido, vitamina b6 (la cui dose massima giornaliera è 80 mg), sodio e potassio citrato, che sono compatibili con lo stato di gravidanza. Esistono poi rimedi naturali per ovviare a questi disturbi, quali lo zenzero, che deve essere però assunto a basso dosaggio, sebbene non esistano studi che lo collegano a danni a carico dei feti.
Per il vomito, è possibile assumere metoclopramide, ma sotto consiglio medico e per una fase acuta, quindi per brevi periodi.
Per le manifestazioni spastico-dolorose del tratto gastroenterico, delle vie biliari, urinarie e dell’utero è possibile assumere floroglucinolo/meglucinolo. Non esistono studi specifici su possibili danni al feto, ma nonostante il largo uso in gravidanza, non sono segnalati effetti tossici o teratogeni sui nascituri.
Farmaci per il dolore e gli stati febbrili.
Il paracetamolo è la molecola di scelta per il trattamento di stati dolorifici e febbrili (febbre oltre i 38°), in quanto non ci sono dimostrazioni che possa far male al feto.
Approfondisci le indicazioni e gli effetti collaterali del paracetamolo.
I farmaci denominati FANS (farmaci antiinfiammatori non steroidei) e l’acido acetilsalicilico possono, se assunti per lunghi periodi, interferire con la corretta chiusura del Dotto di Botallo (dotto che permette il passaggio del sangue dall'arteria polmonare all'aorta nella vita fetale e, in condizioni di fisiologia, si chiude spontaneamente poche ore dopo la nascita, quando il bimbo comincia a respirare autonomamente). Inoltre determinano una riduzione della coagulazione, per cui le mamme sono a maggior rischio di emorragie intra e post parto.
Farmaci per tosse, raffreddore, allergie.
Per quanto riguarda le allergie, i farmaci di scelta normalmente sono gli antistaminici. Alla seconda generazione, appartiene la molecola più sicura in gravidanza: la cetirizina. La maggior parte degli studi ha, infatti, concluso che questo farmaco può essere assunto in gravidanza senza l’aumento del rischio di complicanze fetali. Solo se assunto a ridosso del parto, può provocare una leggera depressione respiratoria nel neonato. O in allattamento, può causare irritabilità, coliche e sonnolenza, in quanto la molecola passa nel latte materno.
In caso di tosse o raffreddore, è possibile assumere farmaci a base di destrometorfano. Bisogna però tenere presente che, sebbene gli studi non confermino un pericolo per il feto, è ugualmente preferibile ridurre l’assunzione ai casi strettamente necessari e per un periodo di tempo breve.
I prodotti a base di codeina, come i calmanti per la tosse, vanno evitati specie in prossimità del parto, in quanto possono aumentare il rischio di depressione respiratoria del neonato.
Gli spray nasali a base di nafazolina, efedrina andrebbero evitati in gravidanza, come riportato nella didascalia dei farmaci. Queste molecole, infatti, possono provocare vasocostrizione con conseguente diminuzione dell’afflusso di sangue dall'utero alla placenta. Non ci sono studi sufficienti per valutare invece il rischio di danni al feto, quindi vanno usati solo dietro prescrizione medica valutandone rischi e benefici.
Farmaci che agiscono sulla coagulazione.
La molecola con effetto anticoagulante di scelta in gravidanza è l’eparina, non frazionata e a basso peso molecolare. Questa, infatti, non supera, la barriera placentare. E’ stato dimostrato che se assunta nel primo trimestre, non provoca un aumento dei rischi per il nascituro. Nel secondo e terzo trimestre invece può, in rari casi, provocare un rallentamento della crescita fetale o prematurità. Non è ancora ben chiaro però se queste patologie sono da addebitarsi all’uso della molecola o alla problematica materna per cui vengono prescritte.
Anestetici.
Gli anestetici locali possono attraversare la barriera placentare. Nonostante questo, possono essere utilizzati, sebbene in prossimità del parto possano aumentare il rischio di alterazione della frequenza cardiaca fetale (bradicardia). Le molecole più usate sono: procaina, tetracaina, bupivacaina, lidocaina, mepivacaina, ropivacaina.
Farmaci da evitare.
Come abbiamo detto, esistono delle classi di farmaci che possono provocare danni al nascituro e che quindi vanno evitati in gravidanza.
Ecco i principali:
- La vitamina A, che partecipa a molte funzioni corporee quali lo sviluppo delle ossa, delle mucose e agisce come antiossidante naturale, se assunta in eccesso può provocare danni al feto. E’ importante quindi mantenerne la quantità tramite la normale alimentazione, senza integrarla se non in casi di ipovitaminosi, per evitare potenziali danni al sistema nervoso, acustico e cardiaco del nascituro.
- Le tetracicline, una classe di antibiotici che riescono ad attraversare la barriera placentare, creando danni ai futuri denti del neonato. Possono, infatti, mostrare una colorazione gialla permanente, mostrare una crescita lenta ed essere meno resistenti. E’ fondamentale evitarne l’assunzione in particolar modo tra la 20 e la 40 settimana di gestazione.
Puoi approfondire i rischi degli antibiotici in gravidanza.
- La streptomicina e la gentamicina possono provocare danni all'udito e all'equilibrio, danneggiando il labirinto dell’apparato acustico del neonato.
- I sulfamidici possono causare ittero neonatale alla nascita, specie se assunti nelle ultime settimane di gravidanza.
- Alcuni antiepilettici, come l’acido valproico, possono aumentare il rischio di spina bifida (una malformazione neonatale che riguarda la chiusura incompleta della colonna vertebrale).
- Farmaci antiulcera, come la cimetidina, possono provocare danni al sistema nervoso, o a base di misoprostolo, che può provocare l’aborto.
- Alcuni anticoagulanti, come warfarin, possono causare una sindrome che coinvolge il sistema nervoso centrale. Il periodo più critico per l’azione di questa molecola è tra la 6 e la 12 settimana; il dicumarolo invece è tossico per l’embrione e ha effetti teratogeni. Più in generale, questi anticoagulanti possono ridurre la crescita fetale e aumentare il rischio di morte fetale intrauterina.
I casi talidomide e dietistilbestrolo, ritirati dal commercio La farmacologia è piena di casi di molecole che, dopo anni, sono state ritirate dal commercio per i gravi effetti collaterali che provocavano. Due su tutte spiccano: la talidomide e il diestistilbestrolo. La talidomide è un farmaco immesso in commercio dal 1956, usato largamente per l’influenza, l’insonnia, le nausee delle gravide. Gli studi sui ratti non avevano evidenziato nessun effetto collaterale. Eppure si notò un incremento di nascituri con gravi difetti nello sviluppo degli arti. Fu per questo ritirato dal commercio dagli anni 60. La finestra di esposizione più pericolosa è dalla 5 alla 9 settimana di gestazione, con un rischio di difetto congenito che si aggira intorno al 50 %. Attualmente la talidomide è usata per trattare alcune gravi malattie, come l’AIDS ma viene somministrata solo ed esclusivamente in casi selezionati e in nessun caso a gravide. Il dietistilbestrolo invece è comparso sulla scena farmacologica a partire dagli anni 40 per il trattamento e la prevenzione delle minacce di aborto. Intorno agli anni 50 è stato dimostrato che questo farmaco era invece inutile per lo scopo che si prefiggeva e solo dagli anni 60 è cominciato ad emergere un dato pericoloso: i figli di donne esposte a DES presentavano problemi riproduttivi e un maggiore rischio di sviluppare tumori o situazioni pre cancerose. Precisamente, il rischio era altissimo per 12 patologie mediche, tra cui un rischio doppio di infertilità, un rischio fino a 5 volte maggiore di partorire prima del tempo e un rischio di sviluppare un cancro della cervice circa 40 volte superiore alle donne non esposte. |
Numero verde per i farmaci in gravidanza:
Dopo questa panoramica sui farmaci di più largo uso, appare chiaro che in gravidanza, anche se molti farmaci sono permessi, sarebbe meglio non assumere alcun medicinale e porre attenzione anche a semplici vitamine o antidolorifici.
Se dovesse ritenersi necessario, l’assunzione va fatta esclusivamente sotto stretto controllo del medico.
Qualora però si hanno dubbi sull'uso di un medicinale durante la gravidanza è possibile rivolgersi ad alcuni numeri verdi che è possibile consultare per avere precise informazioni:
- 06/3050077 - Policlinico Gemelli di Roma - attivo lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e il martedì e giovedì dalle 14.30 alle 18.30.
- Associazione Studio Malformazioni (ASM), che ha tre sedi: Milano - 02/8910207 , Roma - 06/5800897, Napoli -081/5463881.
- 800571661 - Numero verde AIFA attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00.
E' inoltre possibile consultare la lista dei principi attivi sul sito Farmaci e gravidanza dell'AIFA, (agenzia Italiana del Farmaco) l'ente che, sotto la direzione del Ministero della Salute, regola l'immissione in commercio e l'uso e dei prodotti farmaceutici.
Questa guida deve essere utilizzata solo a scopo informativo.