Malattia di Lyme: sintomi, cause, diagnosi e terapia della sindrome

Ultimo aggiornamento: 04 Luglio 2019

Consulente Scientifico:
Dottoressa Delia Belluccia
(Specialista in biologia, nutrizione e nutraceutica)

Scopriamo la malattia di Lyme: patologia infettiva trasmessa all’uomo da una zecca. Meno nota e, per certi versi, meno grave della malaria, presenta sintomi quali eritema e dolori alle ossa, che possono aggravarsi man mano che la patologia evolve. Ma come si effettua la diagnosi di questa sindrome? Qua’è la terapia per sconfiggerla? E cosa fare per evitare il contagio?

    Indice Articolo:
    • Caratteristiche
      • Stadi della malattia
    • Sintomi
    • Cause
    • Contagio
      • Trasmissione uomo a uomo
      • In gravidanza
    • Diagnosi
    • Terapia
      • Primo intervento
      • Farmaci
      • Vaccino
    • Conseguenze
    • Prevenzione

Malattia di Lyme: cos'è?

La malattia di Lyme è una malattia infettiva trasmessa dalle zecche; prende il nome dalla cittadina americana in cui i sintomi sono stati individuati per la prima volta, negli anni settanta; solo negli anni ottanta però si è giunti alla scoperta del batterio responsabile di questa patologia.

La malattia è causata dal batterio Borrelia burgdorferi, che infesta le zecche che, a loro volta lo trasmettono ad animali ed uomini.

Stadi della malattia.

In generale possibile fare una classificazione in tre diversi stadi in base all'evoluzione della sintomatologia, tenendo però presente che non necessariamente i sintomi si presentano nel momento in cui si contrae la malattia. Vediamo da vicino l’evoluzione della malattia:

  • Stadio I. Infezione precoce localizzata: è il primo stadio della malattia, cioè quello che si verifica a partire da una settimana dalla contrazione del batterio ma che può manifestarsi anche dopo ben due mesi, quindi il periodo di incubazione non è definito.
  • Stadio II. Infezione precoce disseminata: quando la prima fase della malattia non viene curata, si passa ad una seconda fase che inizia di solito entro il primo anno dall’infezione. Questa fase è caratterizzata dall’espansione dell’infezione che, dalla cute, si espande a livello sistemico tramite il flusso sanguigno. Può succedere che questa fase sia addirittura la fase di esordio della malattia, quando cioè non si presentano i sintomi legati alla prima fase.
  • Stadio III. Infezione tardiva: in alcune persone la malattia può cronicizzare se non viene trattata o se trattata in maniera sbagliata. In questi casi l’infezione tende a divenire cronica e la sua durata può interessare lunghi periodi, anche anni.

Sintomi e decorso della borreliosi.

Si tratta di una malattia dai sintomi molto vari, sia per tipologia che per intensità, tanto che spesso può manifestarsi in forme totalmente diverse in soggetti diversi.

Il sintomo principale della prima fase è la comparsa dell’eritema migrante, ossia un’infiammazione cutanea che si presenta con un arrossamento localizzato con la caratteristica forma “a bersaglio”, cioè di forma circolare, con un puntino al centro e un rossore diffuso, che può raggiungere dimensioni anche piuttosto vistose, con eritemi dal diametro di oltre 5 cm. In concomitanza alla comparsa dell’eritema si possono presentare altri sintomi, la gran parte dei quali somigliano molto ai sintomi di una banale influenza:

  • senso di spossatezza,
  • mal di testa,
  • dolori muscolari,
  • febbre e anche prurito.

Le espressioni caratteristiche della fase disseminata sono generalmente manifestate da sintomi gravi e sono:

  • dolori alle articolazioni maggiori, soprattutto al ginocchio,
  • mialgia generalizzata (cioè dolore muscolare),
  • fibromialgia cronica,
  • disturbi cardiaci con alterazioni della frequenza cardiaca.

I sintomi della terza fase sono seri e molti sono sintomi neurologici:

  • artrite ricorrente,
  • atassia, cioè perdita delle coordinazione dei muscoli,
  • disturbi cognitivi anche molto gravi, come la perdita della memoria,
  • disturbi comportamentali e insonnia.

Cause: da dove si origina la sindrome da borrelia?

La malattia di Lyme è causata dall’infezione di un batterio appartenente all'ordine delle spirochete e denominato Borrelia burgdorferi, dal nome dello scopritore. Questo microrganismo è stato isolato per la prima volta da una zecca ed è proprio attraverso questo animale che si ha la diffusione e il contagio della malattia. Il serbatoio di questo batterio è rappresentato dagli animali selvatici, ma la zecca, attaccando tutti gli organismi a sangue caldo, può diffonderlo anche ad animali domestici e all'uomo.

Approfondisci quali altre patologie può trasmettere la puntura di zecca.

In Italia la zecca responsabile della diffusione della Borrelia è l’Ixodes ricinus ma non si può escludere che altre specie di zecche possano avere le stesse caratteristiche.

Si è stimato che in Europa circa il 20% delle zecche risulta essere infetto e in alcune aree questa percentuale può arrivare anche al 70%. In Italia, le zone endemiche in cui la malattia di Lyme risulta più diffusa sono le regioni del centro-nord (Liguria, Veneto, Emilia, Friuli) anche se, secondo i pareri del Ministero della Salute, questi dati sono fortemente sottostimati.

Il contagio: come e dove si diffonde il batterio?

Ecco come avviene il contagio: le zecche, diffuse soprattutto in terreni aperti e incolti o su animali selvatici, si attaccano alla pelle degli esseri umani, grazie ad una sostanza anestetizzante emessa dalle zecche stesse, tale morso non viene assolutamente avvertito. Le zecche rimangono adese alla pelle e solo dopo circa 36-48 ore iniziano a inoculare il batterio a livello cutaneo; normalmente dopo un certo periodo la zecca casca da sola. Per questo motivo, le persone a maggiore rischio di contagio sono i lavoratori della Forestale o comunque persone che svolgono il proprio lavoro a diretto contatto con terreni incolti, escursionisti o coloro che lavorano con gli animali.

Si può trasmettere da uomo a uomo?

La malattia di Lyme non si trasmette da un soggetto ad un altro tramite contatto, né tantomeno tramite scambio di sangue o saliva, non è dunque contagiosa da uomo a uomo; perché il contagio possa avvenire il batterio deve necessariamente essere trasportato dalla zecca.

Malattia di Lyme in gravidanza

Teoricamente, è possibile che il batterio possa attraversare la barriera placentare, con un passaggio al sangue del feto nelle donne in gravidanza, ma non esistono evidenze scientifiche che dimostrino questa tipologia di contagio; allo stesso modo non è dimostrato il contagio tra madre e bambino durante l’allattamento.

Come si effettua la diagnosi della malattia di Lyme?

Il tema della diagnosi della malattia di Lyme è molto controverso, in quanto diversi esperti hanno avanzato ipotesi differenti e non si è ancora stabilita una procedura valida e accettata universalmente.

Al momento non esiste un’analisi che accerti in modo univoco la presenza o l’assenza della malattia, a causa della grande varietà di sintomi e della difficoltà di accertare la puntura della zecca. Sicuramente, la presenza dell’eritema migrante è la caratteristica più immediata sulla base della quale è possibile diagnosticare la malattia di Lyme; spesso però l’eritema può essere localizzato in parti del corpo poco visibili (per esempio sul cuoio capelluto) oppure l’eritema può essere del tutto assente, in questo caso è molto complicato giungere ad una diagnosi certa poiché gli altri sintomi sono comuni a moltissime altre patologie.

In generale è bene tenere presente due aspetti:

  • è possibile eseguire una diagnosi sierologica, effettuare le analisi del sangue, con la ricerca dei marcatori nel sangue. Questi esami sono generalmente poco specifici; infatti, molto spesso all'inizio della patologia i marcatori non sono ancora presenti nel flusso ematico oppure possono essere presenti senza che ci sia effettivamente una malattia in corso. In definitiva, i test di laboratorio possono dare molti errori, sia falsi negativi sia falsi positivi, quindi da sole non sono pienamente attendibili.
  • Per effettuare una buona diagnosi, il medico dovrebbe valutare, attraverso una diagnosi differenziale, i vari sintomi emersi durante gli esami e accertarsi che negli ultimi mesi la persona che presenta i disturbi abbia avuto modo di venire a contatto con le zecche; dovrebbe escludere altre patologie che possono dare gli stessi sintomi e dovrebbe interpretare bene le analisi di laboratorio.

È evidente che una diagnosi corretta condiziona il decorso della malattia.

Qual'è il protocollo terapeutico per la borreliosi?

Se la malattia di Lyme viene scoperta precocemente ci sono ottime possibilità di guarigione completa ma se lo stadio è già avanzato si rischia di avere delle conseguenze anche permanenti.

Primo intervento: ecco cosa fare se si viene morsi da una zecca.

In primo luogo, mai cercare di rimuovere avventatamente la zecca in quanto questa azione potrebbe peggiorare la situazione. Quindi, mantenere la calma è d’ordine! Il metodo migliore per rimuovere la zecca è quello di usare una pinzetta e cercare di tirare verso l’alto in modo che la rimozione avvenga con il minore trauma possibile (mai usare le mani). Se le misure preventive non sono bastate a tenere lontano le zecche dalla nostra pelle, è possibile attuare delle semplici mosse per evitare il contagio o comunque tenere sotto controllo la situazione.

  • Osservare attentamente la cute. È utile assicurarsi che la zecca sia stata estratta integra e che non abbia lasciato una parte all'interno della cute, in tal caso rimuovere la parte rimasta con un ago sterile.
  • Se il morso della zecca è avvenuto poche ore prima del momento in cui è stata rilevata la presenza ci sono scarsissime probabilità che il contagio sia avvenuto: in ogni caso tenere sotto controllo la parte interessata e rivolgersi al medico o ad un dermatologo se si cominciano a verificare dei cambiamenti o se si avvertono sintomi

Terapia farmacologica.

La profilassi consigliata in caso di malattia di Lyme è normalmente quella antibiotica, con somministrazione regolare di amoxicillina o altri antibiotici ad azione simile (penicillina o eritromicina). Non bisogna però abusare con l’antibioticoterapia, che va eseguita sotto stretto controllo medico e solamente quando si è certi dell’effettiva presenza della malattia.

Infatti, la variabilità dei sintomi può molto spesso ingannare: assumere antibiotici quando non si è certi della patologia può peggiorare le condizioni di salute!

Inoltre, è sconsigliato evitare di iniziare la profilassi antibiotica dopo un morso di zecca, se non si è certi dell’avvenuto contagio, in quanto la presenza dell’antibiotico potrebbe mascherare sintomi importanti.

Per quanto riguarda la posologia, questa può variare moltissimo in base allo stadio della patologia e alle caratteristiche fisiologiche della persona che l’ha contratta, è necessario dunque attenersi strettamente alle dosi indicate dal medico.

Immunità: esiste il vaccino contro la malattia di Lyme?

Il vaccino contro la malattia di Lyme è stato sperimentato e sono già stati condotti vari studi scientifici che ne provano l’efficacia sugli adulti mentre sono in corso gli studi riguardanti l’efficacia sui bambini.

Questo vaccino agisce con un duplice meccanismo:

  • da un lato stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici per la Borrelia burgdorferi ,
  • dall'altro distrugge i batteri iniettati nel sangue da zecche infettate.

Sembra che l’efficacia arrivi all’80% e che la protezione duri a lungo, soprattutto in casi di richiamo. Si tratta di un vaccino ben tollerato, con pochi e lievi effetti collaterali, tra cui il più diffuso è il dolore a livello cutaneo (nel punto dove viene fatto il vaccino); al momento è consigliato soprattutto a persone che vivono in zone dove la malattia è molto diffusa o che sono a rischio a causa della professione. In altri casi si preferisce attuare le misure di prevenzione.

Conseguenze della sindrome.

Come già accennato, se la malattia di Lyme non viene identificata e curata possono sopraggiungere disturbi a carico di vari organi, decisamente più gravi e talvolta permanenti.

Vediamo quali sono le conseguenze e quali apparati coinvolgono:

  • Apparato osseo e muscolare: tumefazione alle principali articolazioni con persistenza di artrite, soprattutto in corrispondenza delle articolazioni maggiori come ginocchio, caviglia e spalla.
  • Sistema nervoso: meningiti, encefalopatie e neuriti possono essere dovute alla stabilizzazione del batterio a livello cerebrale. Possono essere presenti paresi facciale e spesso anche infezione dei nervi ottici.
  • Apparato cardiovascolare: alterazione della frequenza cardiaca con palpitazioni e miocardite acuta sono le sindromi più comuni in caso di cronicizzazione della malattia di Lyme.

E' possibile prevenire la malattia di Lyme?

Dato il meccanismo di contagio, si possono prendere alcune precauzioni per evitare il morso della zecca e dunque il contagio della malattia. Vediamo quali sono gli accorgimenti da avere:

  • coprirsi bene la pelle quando si lavora o si fanno escursioni all'aperto, in aree in cui possono esserci animali;
  • utilizzare repellenti che sono molto utili per tenere lontane le zecche sia dall'uomo sia dagli animali domestici;
  • controllare bene il proprio corpo e i vestiti quando si passa molto tempo in luoghi potenzialmente “contaminati” da zecche. Verificare quindi con un attento controllo visivo che non ci siano animali attaccati alla pelle o agli indumenti. È una precauzione importante e va eseguita anche sui bambini

È utile ricordare che la contrazione della patologia e la successiva cura non protegge da ulteriori contagi, cioè una persona che chi ha già avuto la patologia di Lyme può contrarla nuovamente dopo anni, per questo motivo non deve calare il livello di attenzione.

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