Pericardite: sintomi, cause e terapia per l'infiammazione del pericardio
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La pericardite è un’infiammazione del pericardio la membrana che riveste il cuore. Si manifesta con sintomi specifici, come dolore toracico acuto e spesso ha come causa scatenante un’infezione batterica o virale che determina la comparsa di infiammazione e l’aumento di volume del liquido pericardico. Approfondiamo le cause, patologiche e non patologiche, che possono determinare l’infiammazione, e valutiamo la terapia farmacologica.
Che cos'è la pericardite?
Il termine pericardite indica un processo infiammatorio a carico del pericardio, una membrana che ricopre esternamente il cuore.
Il pericardio è formato da due strati uno fibroso esterno e uno sieroso interno (che a sua volta si divide in parietale e viscerale). L’infiammazione è solitamente a carico dei due foglietti che compongono il pericardio sieroso, i quali, a causa del processo infiammatorio, diventano rossi e gonfi e fanno attrito l’uno sull'altro. Tra i due foglietti è presente un liquido, il liquido pericardico, il quale, durante l’infiammazione, può aumentare di volume (per diminuire l’attrito venutosi a creare tra i due foglietti) e determinare la comparsa di versamento pericardico.
Nella maggior parte dei casi la pericardite si manifesta in soggetti di età compresa tra i 20 e i 50 anni e ha prognosi benigna.
Le diverse tipologie in base a: sintomi, cause, tempi e caratteristiche.
L’infiammazione del pericardio può essere suddivisa in diverse tipologie, ognuna distinta sulla base di caratteristiche ben precise.
In base alla comparsa dei sintomi distinguiamo una pericardite:
Acuta.
La pericardite è acuta quando i sintomi insorgono in maniera improvvisa e hanno una grande intensità. Solitamente i tempi di guarigione sono brevi, circa sei settimane, e in rarissimi casi la pericardite acuta può essere fulminante e risultare letale per il paziente in quanto non si riesce a intervenire in tempo.
Tale tipo di pericardite si differenzia in base alla composizione e alle caratteristiche dell’essudato, ovvero del liquido accumulato, in: pericardite sierosa, pericardite siero-fibrinosa, emorragica, caseosa, purulenta, quest’ultima può condurre anche alla morte. In generale, il rischio che si corre in casi di pericardite acuta riguarda la possibilità di recidive, di ricadute che interessano il 15-10% delle persone colpite da questa malattia.
Cronica.
E’ cronica quando i sintomi compaiono in maniera graduale oppure quando la pericardite tende ad essere recidivante, e ricorrente, alternando periodi in cui non si accusano sintomi a periodi sintomatici. La guarigione in questo caso può essere un processo abbastanza lungo, che supera i sei mesi.
In base alla causa scatenante distinguiamo un tipo di pericardite:
Infettiva e non.
Si ha pericardite infettiva quando la causa scatenante è un’infezione batterica, virale o fungina. È evidente che in questo caso esiste la possibilità che l’epatite virale sia contagiosa poiché i virus che determinano tale tipo di pericardite sono virus respiratori.Non infettiva, quando la causa di pericardite è una patologia non infettiva oppure una condizione non patologica.
Idiopatica.
La pericardite idiopatica è quella per la quale non si riesce a identificare la causa esatta che ha determinato l’insorgenza dell’infiammazione.
Epistenocardica.
Questo tipo di pericardite si manifesta come conseguenza di un infarto o di un qualsiasi evento ischemico cardiaco.
In base all'età, al momento della vita in cui si manifesta, la pericardite può essere:
Fetale, pediatrica, adulta o senile.
La pericardite viene detta fetale quando colpisce il feto durante la gravidanza. Si manifesta come idrope fetale, cioè come un accumulo di liquido in alcuni distretti del feto in formazione, nel caso del pericardio abbiamo un abbondante versamento di liquido pericardico. E’ pediatrica quando colpisce i bambini e in generale la fascia di età pre-puberale. È una condizione rara che però quando si manifesta tende a recidivare nel 15-30% dei casi. Dell’età adulta, quando la fascia d’età colpita è compresa tra 25 e 50 anni. Senile, quando colpisce gli anziani ed in generale soggetti al di sopra dei 60 anni.
In base alle caratteristiche abbiamo un tipo di pericardite:
Essudativa o sierosa.
Questo termine si riferisce ad un tipo di pericardite con cause di natura infettiva, in cui si forma, a livello del liquido pericardico, un essudato di tipo purulento e dalla consistenza sierosa. Viene anche definita pericardite umida a causa della formazione dell’essudato.
Costrittiva o adesiva.
E’ una tipologia di pericardite cronica, in cui la continua infiammazione provoca la comparsa di tessuto cicatriziale fibroso in sostituzione del tessuto pericardico. Questo provoca aderenze tra i due foglietti pericardici con conseguente riduzione dell’elasticità e maggiore opposizione al movimento di espansione del cuore.
Emorragica o secca.
Nella pericardite emorragica si riscontra la presenza di cellule ematiche (cioè del sangue) a livello del liquido pericardico. È correlata spesso a patologie neoplastiche. Nella secca non si ha un aumento di volume del liquido pericardico né la presenza di essudato di tipo sieroso-purulento.
Cause patologiche e non patologiche dell’infiammazione del pericardio.
Spesso la pericardite è idiopatica, cioè per la malattia non si riesce ad individuare l’esatta causa che ha determinato la comparsa dell’infiammazione. In altri casi invece può essere correlata a cause di natura patologica o a condizioni non patologiche. Importante è sapere quali sintomi possono essere la spia di una pericardite, anche per aiutare il clinico ad eseguire una corretta diagnosi, differenziando la pericardite da altre patologie.
Le cause patologiche: da dove si originano?
Le cause patologiche di pericardite possono essere di tipo infettivo (avremo quindi una pericardite batterica, virale o micotica) oppure correlate a patologie di natura non infettiva. Tra le cause infettive ricorrono:
- Infezioni batteriche: tra i batteri che causano pericardite abbiamo principalmente il batterio della tubercolosi (Mycobacterium tubercolosis responsabile di pericardite tubercolare nel 5% dei casi) ed altri batteri quali meningococchi, pneumococchi, Chlamydia e Treponema pallidum.
- Infezioni virali: le più comuni infezioni da virus che causano pericardite sono determinate da Echovirus, Cosackie virus, herpes virus, virus dell’Hiv, virus di Epstein-Barr (responsabile anche della mononucleosi), e virus dell’epatite (sia B che C).
- Altri agenti infettivi: possono essere miceti come Candida albicans o Histoplasma, o parassiti come Echinococco e Toxoplasma. Sono forme molto rare.
Tra le cause non infettive di pericardite possiamo citare:
- Tumori: nel 5% dei casi la pericardite è la conseguenza di una neoplasia e spesso nel liquido pericardico si trovano cellule tumorali. Tra le neoplasie che possono determinare pericardite abbiamo il linfoma, il mesotelioma pericardico, il tumore al seno e il tumore al polmone.
- Patologie autoimmuni: determinano pericardite nel 10-15% dei casi e tra le malattie autoimmuni maggiormente responsabili possiamo citare l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico.
- Altre patologie: tra le altre patologiche che provocano infiammazione del pericardio abbiamo l’insufficienza renale (causa di pericardite uremica), l’infarto (causa di pericardite epistenocardica), l’ipotiroidismo, il raffreddore e il mal di gola.
Quali le cause non patologiche della pericardite?
La pericardite può essere determinata anche da cause non patologiche.
Tra queste possiamo citare:
- Radioterapia: le sedute di radioterapia utilizzate per il trattamento di tumori nella zona toracica (ad esempio tumori polmonari o della mammella), possono determinare pericardite. Le radiazioni, infatti, risultano tossiche non solo per le cellule tumorali ma anche per le cellule sane, e possono quindi provocare la comparsa di infiammazione.
- Farmaci: alcuni farmaci, in particolare i potenti farmaci chemioterapici utilizzati nel trattamento dei tumori come l’antraciclina, possono causare danni anche ai tessuti sani, come il tessuto cardiovascolare, e determinare l’insorgenza di infiammazione e quindi di pericardite.
- Stress: lo stress può indirettamente essere causa di pericardite poiché indebolisce il sistema immunitario e rende l’organismo più suscettibile alle infezioni virali o batteriche.
- Freddo: l’abbassamento di temperatura e l’umidità possono essere causa indiretta di pericardite (per esempio favorendo la colonizzazione batterica) oppure possono provocare una ricaduta.
- Traumi: la pericardite traumatica è legata ad un insulto fisico che determina uno stato infiammatorio del pericardio (post-traumatica). Può essere conseguenza di un intervento chirurgico, di una lesione toracica accidentale, o può essere legata a una perforazione a livello della zona toracica o esofagea.
Come si manifesta l’infiammazione del pericardio? Sintomi.
Sebbene in alcuni casi la pericardite possa essere asintomatica, spesso presenta invece dei sintomi caratteristici che possono mettere in allarme il soggetto colpito. Tra i sintomi più comuni abbiamo:
- Dolore, di intensità acuta o lieve, che si manifesta a livello del petto, localizzato a sinistra o dietro lo sterno. Talvolta può irradiarsi anche al collo o al braccio sinistro e peggiora quando si inspira oppure quando ci si sdraia. Pratiche di medicina osteopatica può risultare utile per i dolori del collo e della schiena ma risulta difficile valutare l’osteopatia come una cura.
Puoi approfondire le altre patologie che possono causare dolore al petto.
- Febbre (sopra i 38°C) o febbricola (sotto i 38°C), specialmente nei casi in cui la pericardite sia causata da un’infezione virale o batterica. La febbre può anche non comparire qualora la causa non sia infettiva.
- Difficoltà respiratorie, come la dispnea, a sensazione di assenza d’aria e oppressione toracica, specialmente quando il soggetto si trova in posizione distesa.
- Talvolta possono manifestarsi anche altri sintomi come palpitazione, sudorazione fredda, stanchezza, pressione bassa, vertigini e tosse.
Complicanze dell infiammazione del pericardio.
La pericardite cronica è di per se una complicanza della pericardite e soprattutto se è di tipo costrittivo in cui il pericardio diventa rigido e spesso a causa del tessuto cicatriziale e quindi preme sul cuore e gli impedisce il corretto funzionamento. I rischi di questa forma di pericardite sono seri poiché può verificarsi una insufficienza cardiaca e talvolta si rende necessaria un’operazione chirurgica, nota con il nome di “pericardiectomia” (rimozione chirurgica del pericardio) per consentire la guarigione del paziente.
Tamponamento cardiaco.
Una conseguenza molto seria della pericardite è il Tamponamento cardiaco. Tale situazione è determinata da un eccessivo accumulo di liquido nella cavità pericardica che impedisce al cuore di riempirsi correttamente con pericolosa riduzione della pressione sanguigna. In tali condizioni è necessario ricorrere alla pericardiocentesi che è un intervento chirurgico volto ad eliminare il liquido in eccesso.
Indagini ed esami per una corretta diagnosi.
Per eseguire una corretta diagnosi di pericardite il medico deve prendere in considerazione diversi parametri tra cui l’esame obiettivo del paziente, l’anamnesi e la descrizione dei sintomi. Posto il sospetto di pericardite si potrà proseguire con le indagini strumentali e di laboratorio che serviranno a confermare o smentire la diagnosi. Tra le indagini diagnostiche possiamo citare:
- Esami di laboratorio: servono a individuare la presenza o meno di infezioni nell’organismo e l’eventuale presenza di danno miocardico. In particolare se vi è un’infezione, con conseguente processo infiammatorio in corso, si potrà avere leucocitosi, cioè aumento dei globuli bianchi, della VES, cioè della velocità di sedimentazione dei globuli rossi, e della proteina C reattiva. Se invece vi è un infarto miocardico in atto (e quindi un danno al cuore) possono risultare elevati i parametri enzimatici cardiaci.
- Auscultazione cardiaca: il medico, tramite l’utilizzo di uno stetoscopio, ausculterà il cuore e valuterà la presenza di eventuali rumori, come il rumore da sfregamento, dovuto all'aumento di attrito tra i due foglietti pericardici a causa dell’infiammazione.
- Rx torace: è una radiografia del torace che serve ad evidenziare le dimensioni del cuore, in caso di pericardite il cuore può essere di dimensioni più ampie a causa del versamento pericardico.
- Elettrocardiogramma: serve a valutare il corretto funzionamento elettrico del cuore. In presenza di pericardite l’ecg mostrerà un sottoslivellamento del tratto PR (che risulterà quindi più basso del normale) un sopraslivellamento del tratto ST (che risulterà quindi più alto del normale), oppure un appiattimento dell’onda T (i tratti PR e ST e l’onda T sono alcuni dei parametri che si osservano durante un elettrocardiogramma e che mettono in evidenza l’anormalità o la normalità dell’esame) o ancora una riduzione del voltaggio elettrico.
- Ecocardiografia: è un’ecografia cardiaca che serve a mettere in evidenza l’eventuale presenza di versamento pericardico.
Altri esami diagnostici, di minore utilizzo, sono: la tac e la risonanza magnetica, per avere un quadro ancor più chiaro della situazione cardiaca qualora le altre tecniche diagnostiche non abbiano sufficientemente risolto i dubbi; e il prelievo del liquido pericardico a cui si ricorre sia per consentire al cuore di tornare a espandersi normalmente, sia per analizzare il liquido andando alla ricerca di batteri, virus o cellule tumorali.
La diagnosi differenziale va posta con patologie che presentano sintomi simili alla pericardite, quali bronchite, polmonite, pleurite (con o senza versamento pleurico che può essere comunque presente anche in caso di pericardite infettiva), e infarto del miocardio.
Terapia per la pericardite. Cosa sapere.
La terapia per la pericardite non prevede cure naturali o di omeopatia (sebbene in alcuni casi preparati omeopatici possano essere dati in associazione a farmaci veri e propri), ma solo la somministrazione di determinati farmaci in base alla causa che ha provocato l’infiammazione. Anche la durata della terapia è dipendente dal tipo di infiammazione, se acuta o cronica, e in generale nel primo caso è inferiore alle sei settimane, mentre nel secondo caso è superiore ai sei mesi.
Quali le cure farmacologiche?
Per il trattamento farmacologico della pericardite bisogna innanzitutto conoscere la causa scatenante l’infiammazione, per esempio, nel caso in cui siamo in presenza di infezione batterica, virale o micotica il medico potrà prescrivere farmaci antibiotici, antivirali o anti micotici. Riferendoci invece al trattamento farmacologico dell’infiammazione del pericardio senza tenere in considerazione la causa, il medico consiglierà l’utilizzo di farmaci come:
- Antinfiammatori non steroidei (FANS): rappresentano il trattamento di prima linea per la terapia della pericardite. Tra questi quello più utilizzato è l’acido acetilsalicilico, conosciuto con il nome commerciale di aspirina, ma si utilizzano anche altri antinfiammatori come l’ibuprofene.
Puoi approfondire il meccanismo d'azione dei FANS.
- Cortisonici: la terapia cortisonica si utilizza di rado, e soltanto in quei casi in cui non vi sia una buona risposta alla terapia con antinfiammatori non steroidei.
- Colchicina: questo farmaco si utilizza solitamente per il trattamento della gotta, ma è stato dimostrato che, se somministrato a pazienti affetti da pericardite acuta, potrebbe ridurre fino a dimezzare il rischio di recidiva e risulta efficace in oltre il 60% dei pazienti trattati.
Altre indicazioni terapeutiche.
In associazione ai farmaci il medico consiglierà un periodo di riposo assoluto di almeno 4-6 settimane nei casi di pericardite acuta. Il ricovero è consigliato soltanto nei casi più gravi.
In caso di pericardite che presenta sintomi molto evidenti quali febbre alta, infezione grave, elevato versamento di liquido pericardico, il medico può decidere per il ricovero ospedaliero.
Solo nei casi di pericardite molto grave, come la pericardite costrittiva, o di complicazioni come il tamponamento cardiaco, si ricorre all'intervento chirurgico che può consistere nella rimozione del pericardio o nell'aspirazione del liquido in eccesso causato dall'infiammazione.
Informazioni utili per i malati.
Forniamo adesso un paio di informazioni di carattere pratico utili a chi soffre o ha sofferto di pericardite.
- Un soggetto affetto da pericardite non ha diritto all'esenzione ticket, nemmeno in caso di pericardite recidivante.
- Chi ha sofferto di pericardite o chi soffre di pericardite recidivante può praticare sport, e non è soggetto a nessuna limitazione. Si consiglia però di essere sempre seguiti da un medico sportivo, di sottoporsi a regolari esami, e di limitare l’attività fisica quando non ci si sente in ottima forma.
- Sebbene il fumo non sia considerato una causa di pericardite si consiglia ai soggetti affetti da tale patologia di smettere di fumare o, quantomeno, di limitare il numero di sigarette giornaliere.
- Chi soffre di pericardite non deve seguire nessuna dieta particolare, e deve attenersi alle norme di sana alimentazione fornite dalla piramide alimentare italiana.
Prognosi: la pericardite è mortale? Quali sono i tempi di guarigione?
La prognosi della pericardite è in genere benigna, con decorso autolimitante (cioè l’infiammazione tende a ridursi progressivamente nel tempo), ma in una percentuale di casi che va dal 15 al 30% può recidivare.
Molto dipende dal tipo di infiammazione e dalle cause che la provocano.
Generalmente la pericardite, se correttamente trattata, si risolve in poche settimane.
Quando, però, l’infiammazione è dovuta a patologie cardiache vi è il rischio di frequenti recidive e di cronicizzazione.
La pericardite costrittiva, e tamponamento cardiaco, sono eventi rari, ma possono essere mortali.
Se la pericardite è causata da un tumore al pericardio, la sopravvivenza è di circa un anno.