Retinopatia diabetica proliferativa e non: sintomi, stadi, cure e diagnosi
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Informazioni sulla retinopatia diabetica: quali sono le differenze tra la fase proliferativa e non proliferativa? Come si cura, con quali sintomi si manifesta e come viene effettuata la diagnosi? Approfondiamo la patologia che può arrecare gravi conseguenze per la retina.
Che cos’è la retinopatia diabetica?
La retinopatia diabetica è una una patologia oculare che colpisce la retina, che è responsabile della corretta visione. Più precisamente colpisce i piccoli vasi sanguigni, i capillari, che irrorano la retina che, a causa di un ridotto apporto sanguigno, diventano ischemici e muoiono.
La retinopatia è delle maggiori complicanze del diabete, si può manifestare indistintamente sia nel diabete di tipo I (o insulino- dipendente) che nel diabete di tipo II (non insulino-dipendente) con una percentuale di soggetti affetti che va dal 30 al 50%.
I meccanismi fisiopatologici che portano alla malattia.
Le cause della patologia sono da ricondurre al meccanismo che porta alla comparsa della retinopatia diabetica che è collegato ad un'alterazione della parete dei capillari retinici, ovvero quei piccoli vasi sanguigni che portano il sangue alla retina.
In particolare a livello di questi capillari si verificano:
- Perdita di cellule: di tipo endoteliale e dei periciti, ovvero di cellule dell'endotelio vascolare e di cellule che circondano le cellule endoteliali.
- Ispessimento capillari: sia della membrana basale dei capillari che della parete stessa dei capillari con conseguente restringimento dell'arteria e possibile sviluppo di retinopatia ischemica, cioè aree in cui non si ha afflusso di sangue.
- Alterazione connessioni cellulari: perdita o alterazione delle connessioni tra le cellule endoteliali che causano un indebolimento della parete dei vasi con conseguente formazione di edemi a livello retinico.
Queste modifiche ai vasi retinici sono dovute alla presenza di grandi concentrazioni di glucosio, condizione nota come iperglicemia, nel sangue, che provoca alterazioni metaboliche causando microlesioni ai vasi del microcircolo sanguigno con conseguenti alterazioni morfologiche e funzionali. |
Cause e fattori di rischio che aumentano le probabilità di retinopatia diabetica.
Tutti i diabetici in generale sono a rischio di sviluppare una retinopatia. Tuttavia vi sono alcuni fattori di rischio che aumentano la probabilità che un soggetto sviluppi tale patologia. Tra i fattori di rischio abbiamo:
- Durata della malattia diabetica: si stima che, ponendo come momento della diagnosi i 30 anni di età del soggetto, dopo cinque anni si ha una possibilità del 20% di sviluppare la retinopatia, dopo dieci anni tale probabilità aumenta al 40 - 50% e dopo i vent'anni arriva all'altissima percentuale del 90%. Quindi maggiore è la durata della malattia, maggiore è il rischio di sviluppare retinopatia.
- Diabete scompensato: per diabete scompensato si intende che il soggetto non riesce a controllare i valori della glicemia e a mantenerli entro il limite massimo. Questo accade quando non si segue scrupolosamente la terapia, quando la cura non è adeguata oppure quando il soggetto non è disposto a cambiare il proprio stile di vita.
- Copresenza di altri fattori di rischio: la contemporanea presenza di fattori di rischio come fumo, alcol, ipertensione e dieta ricca di grassi aumentano la probabilità di soffrire di retinopatia diabetica poiché questi elementi danneggiano ancor di più la parete dei vasi arteriosi.
Gli stadi della retinopatia diabetica: proliferativa e non proliferativa.
La retinopatia diabetica può essere classificata in stadi di progressione che vanno di pari passo con l'aumento della gravità della patologia. La classificazione generale divide la patologia in due stadi principali:
Non proliferativa o essudativa.
La retinopatia non proliferativa o semplice è la forma meno grave di retinopatia. È caratterizzata dalla formazione di micro aneurismi, cioè dilatazioni della parete dei vasi, che provocano un indebolimento della parete e la possibile formazione di emorragie a livello retinico e di edemi maculari. Si verifica anche la presenza di essudati, per tale motivo questa forma viene definita anche essudativa, causati dal liquido che fuoriesce dai vasi a causa della parete alterata e non funzionale. Gli essudati in questa fase sono di tipo duro, cioè sono composti da grassi e proteine come la fibrina.
Retinopatia proliferativa.
Quella proliferativa è la forma più avanzata e più grave e caratterizzata dalla neoformazione di vasi sanguigni che si vengono a creare per sopperire alla mancanza di quelli che si sono otturati e che hanno quindi ridotto l'afflusso di sangue alla retina. Si ha la presenza di essudati di tipo molle o cotonoso, il cui aspetto ricorda i fiocchi di cotone, causati dall'ischemia di varie aree delle fibre retiniche e dall'accumulo di materiale assoplasmatico che fuoriesce dagli endoteli danneggiati. I nuovi vasi che si formano per sopperire alle aree d’ischemia hanno però una parete molto fragile e si rompono facilmente dando luogo alla formazione di emorragie retiniche chiamate vitreali (perchè coinvolgono il corpo vitreo). Si forma anche tessuto cicatriziale a causa della continua rottura di questi vasi, e questo può determinare il raggrinzimento della retina con conseguente distacco.
I sintomi possono essere specifici o generici.
La sintomatologia di quest’alterazione retinica compare solitamente nelle fasi più avanzate della patologia, i sintomi possono essere specifici oppure di tipo generico legati al diabete in generale e concomitanti alla retinopatia.
Tra i sintomi strettamente associati alla retinopatia diabetica abbiamo:
- Abbassamento della vista: che si verifica in modo lento e graduale tanto da non essere immediatamente percepito. Infatti, l 'emorragia rende l'area circostante edematosa e danneggia alcune parti del campo visivo. Distorsione nella visione delle immagini si accompagna alla minore capacità visiva. Se il sangue si espande in prossimità della macula si verifica la compromissione della parte centrale del campo visivo. I rigonfiamento della macula alla fine può determinare una perdita della vista. Nella retinopatia proliferante vengono sviluppati nuovi vasi, che crescono in maniera disordinata, soggetti ad emorragie e quindi alla formazione di aree cicatriziali. In questo caso la compromissione della vista è maggiore e può comportare la completa cecità.
Vi sono poi dei sintomi oculari associati in generale al diabete che si possono sovrapporre alla retinopatia e renderne più difficoltosa la diagnosi o peggiorarne la prognosi. Tra questi abbiamo:
- L'opacizzazione del cristallino o cataratta: che rende la visione meno nitida e può rappresentare un problema per la diagnosi in quanto può non rendere ben visibile la retina e non evidenziare quindi la retinopatia.
- La comparsa di glaucoma: cioè un danno al nervo ottico causato dall'ipertensione a livello dei capillari dell'occhio, e che può essere causa di retinopatia per i danni causati ai vasi. Oppure comparire come conseguenza della retinopatia a causa dell'occlusione dei vasi che provoca un aumento della pressione sanguigna.
La diagnosi.
Gli specialisti oftalmologi sono coloro che si occupano di diagnosticare la retinopatia diabetica. Come abbiamo in precedenza accennato questa patologia negli stadi iniziali non presenta sintomi specificiper cui, chi soffre di diabete, è bene che faccia un controllo sottoponendosi agli esami per diagnosticare la patologia.
Meglio non rischiare che la malattia degeneri! Le conseguenze della retinopatia diabetica possono anche gravi, come la cecità causata dal distacco della retina.
Gli esami utilizzati per la diagnosi di retinopatia diabetica sono:
- Esame del fondo oculare: permette di vedere il fondo dell'occhio e viene chiamata anche oftalmoscopia perchè si esegue mediante uno strumento, l'oftalmoscopio. Può essere di tipo diretto o indiretto e rivolta a un solo occhio (monoculare) o a entrambi gli occhi (binoculare). L'oftalmoscopia diretta è monoculare prevede l'utilizzo di un oftalmoscopio che somiglia a una torcia elettrica e che consente di ottenere immagini del fondo oculare diritte ingrandite di almeno 15 volte ma non riesce a fornire immagini di tutta la retina tanto che le aree periferiche vengono trascurate. L'oftalmoscopia indiretta è binoculare fornisce invece immagini rovesciate con un ingrandimento minore rispetto a quella diretta, ma riesce a evidenziare una maggiore area della retina e quindi a far visualizzare anche le zone periferiche.
- Fluorangiografia: questo esame serve a visualizzare la retina mediante uno strumento formato da speciali filtri, ed è un esame invasivo perchè lo strumento riesce a visualizzare la retina solo dopo che al paziente viene iniettato endovena un liquido di contrasto che contiene una sostanza che emette fluorescenza. Il risultato è una fotografia della retina in bianco e nero che evidenzia se vi sono anomalie alla retina e ai suoi capillari in base a dove è localizzato il liquido. Se non vi sono danni alle pareti dei capillari, la sostanza fluorescente sarà visualizzata all'interno dei capillari, viceversa si ritroverà diffusa nella retina.
Come si cura la retinopatia diabetica?Rallentare la progressione della patologia è fondamentale!
La cura della retinopatia diabetica è essenziale ed importantissima affinché il paziente possa conservare la vista rallentando la progressione della patologia. Attualmente la terapie più utilizzate sono quelle di tipo chirurgico, mentre poca applicazione trovano i farmaci.
Prevenzione.
La migliore prevenzione della retinopatia diabetica è quella di mantenere il diabete e la pressione arteriosa a livelli normali.
I diabetici devono, quindi, effettuare visite oculistiche almeno una volta all'anno in modo da controllare lo stato dei vasi sanguigni per poter cominciare tempestivamente il trattamento.
Quindi se siete malati di diabete tenete sempre sotto controllo la vostra vista facendo controlli frequenti.
Farmaci e iniezioni intravitreali.
Le terapie di tipo farmacologico e i rimedi naturali e omeopatici non trovano molte applicazioni nella cura della retinopatia diabetica, sebbene si sia sempre alla ricerca di nuove cure. Tra i farmaci attualmente utilizzati vi sono:
- Farmaci anti VEGF: appartengono a questa categoria i farmaci chiamati avastin e lucentis. Questi hanno come obiettivo il fattore di crescita delle cellule endoteliali vascolari chiamato VEGF che promuove la formazione dei nuovi vasi sanguigni.
- Farmaci corticosteroidei: tra questi farmaci abbiamo triamcinolone e desametazone. Sono utilizzati per il loro potente effetto antinfiammatorio che riduce la formazione degli edemi. Vanno però utilizzati sotto stretto controllo medico perchè possono portare alla formazione di glaucoma e cataratta.
Tra le nuove terapie farmacologiche che sono utilizzate per la retinopatia diabetica, vi sono le iniezioni intravitreali.
Questa terapia prevede di iniettare mediante un ago all'interno dello spazio vitreale un farmaco che riduca la formazione dei nuovi vasi sanguigni.
La procedura di somministrazione di questi farmaci per via intravitreale è abbastanza invasiva e può essere fastidiosa per il paziente. Inoltre, sebbene questa terapia sia abbastanza efficace, non vi sono garanzie a lungo termine nella cura della patologia ma solo nel rallentamento dei sintomi e la terapia va ripetuta per un lungo periodo che stabilirà il medico in base ai casi.
Rimedi naturali.
Per migliorare la vista è possibile modificare i propri occhiali con delle lenti che filtrano la luce e migliorano le condizioni d’illuminazione.
La fitoterapia propone dei rimedi naturali che servono a controllare il diabete e a migliorare la circolazione, in modo da ridurre la formazione di edemi ed emorragie.
Tra le piante ipoglicemizzanti troviamo l'Eucalipto e il Sambuco , il Picnogenolo, invece, è un potente antiossidante che riduce i danni alla retina e rinforza i capillari.
Tra i rimedi omeopatici troviamo i granuli di arnica 5 CH ma non se ne conoscono gli effetti specifici né i precisi meccanismi di azione.
Le terapie di tipo chirurgico sono riservate in tutti quei casi gravi di retinopatia diabetica cioè proliferativa o laddove le terapie farmacologiche non hanno prodotto risultati.
Fotocoagulazione mediante laser.
La fotocoagulazione è l'intervento chirurgico di maggiore utilizzo in cui viene sfruttata la luce di un laser all'argon per coagulare e cicatrizzare i piccoli vasi neoformati nella retina e impedirne lo sviluppo e la proliferazione. Questo trattamento ha un'efficacia dell'80% nel prevenire il distacco della retina, prevenire le complicanze e fermare l'avanzamento della malattia, ma non ha efficacia nel recupero della vista. Si compie in ambulatorio e dura circa una ventina di minuti, il paziente non sente dolore poiché prima dell'applicazione della luce laser viene somministrato un collirio anestetico. Il trattamento con il laser può essere di tipo focale, utilizzato per trattare piccole zone, a griglia, per ridurre l'edema maculare, o pan- retinico, quando si tratta la retinopatia in stadio proliferativo.
Vitrectomia.
La vitrectomia è un intervento che prevede la rimozione e l'asportazione del corpo vitreo e si utilizza sia quando vi sono ripetute emorragie senza riassorbimento del sangue, sia quando vi sono aderenze alla retina che tendono a sollevarla e a facilitarne il distacco. Si esegue in anestesia generale.
Nuove cure.
Sono in atto ricerche volte ad individuare nuove cure per la patologia, una delle ricerche si sta concentrando attualmente sull'impiego di cellule staminali per consentire la rigenerazione delle zone lesionate della retina.
La FDA, Food and Drug Administration (Agenzia per gli alimenti e i medicinali) americana ha, recentemente, dato il via libera ad una sperimentazione con cellule staminali su un gruppo di persone affette da una grave forma di cecità progressiva.
Informazioni utili.
Si può richiedere l’invalidità civile?
Chi è colpito da retinopatia diabetica, o in generale chi è affetto da diabete con complicanze, può presentare domanda d’invalidità civile
Si può guarire?
Dal diabete non si guarisce, ma può essere tenuto sotto controllo seguendo la terapia e un preciso stile di vita per tutto il resto dell’esistenza. Anche la retinopatia può essere prevenuta e curata per rallentare la progressione.
I centri d’eccellenza dove curare la retinopatia diabetica.
- La clinica oculistica dell’Ateneo D’Annunzio di Chieti-Pescara diretta dal professor Leonardo Mastropasqua, pioniere della chirurgia mini-invasiva e robotica.
- Clinica oculistica del policlinico dei Careggi a Firenze diretta dal preof. Fabrizio Giansanti .
- Clinica oculistica dell’ospedale "S.Paolo" Milano diretta dal professore Luca Rossetti.
- Clinica Oculistica Università Cattolica a Roma diretta dal professor Caporossi.
- Clinica Oculistica Università di Udine diretta dal professor Lanzetta.