Cistocele: gradi, sintomi, cure ed intervento per il prolasso della vescica

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Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Il cistocele è la dislocazione della vescica dalla sua sede originaria dovuta all'indebolimento della muscolatura pelvica e della fascia di tessuto connettivo. In base a quanto la vescica scende scende si identificano vari gradi della malattia. Esaminiamo quali sono i sintomi fisici e psicologici e quali le cure più adatte, dai farmaci all’intervento chirurgico per riposizionare la vescica.

Cos’è il cistocele?

Il cistocele è una patologia che appartiene alla categoria dei disturbi del supporto pelvico che indica un prolasso vescicale, cioè uno scivolamento della vescica verso il basso dalla sua sede anatomica normale.

La vescica tende a scendere a livello della parete vaginale, talvolta protrudendo all'esterno dalle labbra vaginali e, in molti casi, si accompagna ad un prolasso uterino.

Colpisce le donne nelle fasi avanzate dell'età, tra la quarta e la quinta decade di vita, e colpisce una percentuale di popolazione che va dal 15% al 35%, con una maggiore frequenza nelle donne che hanno avuto una o più gravidanze. Negli uomini è una patologia più rara e si manifesta come un'ernia che può insorgere a livello inguinale, pertanto ci occuperemo del cistocele nelle donne.

Meccanismo fisiopatologico.

Il processo fisiopatologico che porta alla formazione del cistocele è il cedimento dei muscoli del pavimento pelvico, del tessuto connettivo e dei legamenti ad essi associati. In particolare il cedimento è dato dal distacco o dall'indebolimento del tessuto connettivo che si trova nella zona pubica (tessuto connettivo vescico - vaginale) ed inoltre, nella donna, è strettamente legato ad un prolasso dell'utero che, abbassandosi rispetto alla sua sede naturale, provoca una mancanza di sostegno agli organi della pelvi, come la vescica, la quale tende quindi a scivolare verso il basso, in particolare verso la parete vaginale anteriore.

Gradi del prolasso vescicale.

Il cistocele è classificabile in gradi, in base alla gravità di discesa verso la parete vaginale, e possiamo avere:

Un’ ulteriore classificazione suddivide il cistocele in quattro gradi, ponendo un grado intermedio tra il secondo ed il terzo grado, cioè:

Un'altra possibile classificazione del cistocele si effettua in base a come questo si presenta nel canale vaginale, in questo caso possiamo avere:

Cause e fattori di rischio che possono provocare l’abbassamento della vescica.

Generalmente l'indebolimento della muscolatura e del tessuto connettivo della pelvi è spesso correlato ad eventi che hanno sottoposto queste strutture ad un eccessivo sforzo, in realtà l’abbassamento della vescica non è legato a vere e proprie cause ma più che altro a dei fattori di rischio che predispongono una donna a soffrire di questo disturbo.

Tra quelli più comuni associati al cistocele abbiamo:

Sintomi del cistocele.

Il cistocele di grado 1 e di grado 2 è nella maggior parte dei casi asintomatico e non provoca particolari problemi al soggetto. Quando però si ha un cistocele di grado 3 i sintomi iniziano a comparire, e possiamo avere:

Possibili conseguenze.

Oltre alla sintomatologia, che di per se provoca già problemi al paziente, il cistocele può essere causa di fastidiose conseguenze come:

Puoi approfondire cause e sintomi delle infezioni alle vie urinarie.

Approfondisci le cause che possono provocare incontinenza urinaria.

Come si effettua la diagnosi.

Per eseguire una corretta diagnosi di cistocele bisogna eseguire una visita uro ginecologica, cioè una visita in cui sia presente un medico urologo e un medico ginecologo. La diagnosi si esegue prevalentemente mediante l'esame obiettivo che consiste nell'osservare il canale vaginale della paziente e vedere fin dove scende la vescica. Con questo esame si determina il grado del cistocele e si può pianificare il trattamento.

In aggiunta è possibile eseguire degli esami urodinamici, di laboratorio e di imaging, complementari all'esame obiettivo che possono essere eseguiti facoltativamente e che il medico può richiedere per valutare eventuale presenza di incontinenza urinaria o di altre problematiche come le infezioni urinarie. Tra questi abbiamo:

Come viene trattato il cistocele?

Il trattamento del cistocele è diverso in base ai gradi di gravità. Per il cistocele di grado 1 e di grado 2 si interviene mediante delle terapie non chirurgiche che aiutano a rallentare o fermare il progredire dell’ abbassamento evitando che si arrivi ad un grado superiore di gravità. Nei casi più gravi che presentano una pesante sintomatologia occorre intervenire chirurgicamente.

Terapie per i gradi più lievi.

In presenza di cistocele di primo o secondo grado, le terapie più utilizzate sono le seguenti:

Intervento chirurgico, quando l’abbassamento ha raggiunto il grado 3.

Quando il cistocele è molto grave (grado 3) o quando si accompagna a prolasso uterino, è necessario intervenire chirurgicamente. Al giorno d'oggi esistono diverse modalità di intervento chirurgico, e possono essere così riassunte:

E' possibile prevenire il cistocele?

Esistono delle strategie preventive che possono aiutare ad evitare l’insorgenza del cistocele. Tra queste possiamo citare una dieta ricca di fibre per prevenire la stitichezza, evitare di sollevare pesi e carichi pesanti. Una delle misure preventive più utili risulta però essere il praticare gli esercizi di Kegel.

Esercizi di Kegel.

Gli esercizi di Kegel sono dei movimenti di contrazione che servono a rinforzare i muscoli del pavimento pelvico e ad evitare l’insorgenza di cistocele e di complicanze legate al cedimento dei tessuti muscolari e connettivi. Vanno eseguiti nel seguente ordine di modo da ottimizzare al massimo la loro efficacia:

Gli esercizi vanno ripetuti per almeno 10 volte e per almeno tre volte al giorno ed è importante che il movimento di contrazione riguardi solo i muscoli del pavimento pelvico e non i glutei o gli addominali poichè gli effetti non sarebbero gli stessi e gli esercizi perderebbero di efficacia.

E’ possibile aggiungere un altro esercizio che prevede di non svuotare la vescica ma di emettere una quantità di urina, interrompere il getto, e poi continuare ad emettere la rimanente quantità di urina. In questo modo non solo si rinforzeranno i muscoli ma verrà aumentato il controllo sulla vescica.

Prognosi: si guarisce?

Un cistocele lieve o moderato, come detto, non necessita di cure specifiche e, poichè non presenta sintomi importanti, e consente al paziente di convivere con la malattia. In caso di cistocele le grave è necessario l'intervento che è risolutivo, ma come tutti gli interventi, può avere complicazioni.

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