Nevralgia del pudendo: sintomi, cause, terapia e rimedi naturali

Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

La nevralgia del pudendo è l'infiammazione del nervo che innerva la regione pelvica, anale, perianale e genitale. Solitamente il processo infiammatorio è causato da una lesione traumatica o da una compressione del nervo per cause non del tutto note. Il principale sintomo è il dolore di intensità variabile, che si può accompagnare a bruciore, formicolio e sensazione di puntura di spilli. La terapia medica consiste nella somministrazione di farmaci, mentre la terapia chirurgica prevede la decompressione del nervo attraverso quattro diversi approcci. È possibile integrare la terapia medica con rimedi omeopatici e tecniche di osteopatia e fisioterapia.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
  2. Cause
  3. Sintomi
  4. Diagnosi
  5. Terapie

Cos’è la nevralgia del pudendo?

La nevralgia del pudendo, nota anche come sindrome di Alcock, è un processo infiammatorio, solitamente cronico, a carico del nervo pudendo. Questo nervo ha origine dalla regione sacrale (quella situata più in basso) del midollo spinale e si dirama in due parti, un ramo perineo (o nervo perineo) ed un ramo dorsale (o nervo dorsale), interessando tutta la zona dei genitali e tutta la zona anale e perianale. Per tale motivo la nevralgia del pudendo è una patologia estremamente dolorosa e talvolta invalidante in quanto il dolore si irradia a tutta la pelvi (cioè a tutto il basso ventre). La patologia è piuttosto rara, si manifesta nel 4% della popolazione con un rapporto donne:uomini di 7:3.

Cause dell’infiammazione del nervo.

La nevralgia del pudendo è determinata da un processo infiammatorio causato da un danno meccanico o da uno schiacciamento del nervo per cause che non sono ancora del tutto note.

Si ipotizza che tra le possibili cause di insorgenza della patologia vi siano:

  • Traumi di natura fisica insorti ad esempio durante un'attività sportiva agonistica in cui si sollecita la zona genitale e perianale, come il ciclismo, o durante un'attività sportiva non eseguita correttamente.
  • Gravidanza e parto, che possono provocare uno schiacciamento del nervo con conseguente infiammazione cronica.
  • Interventi chirurgici endoscopici, pelvici, proctologici, urologici o ginecologici che hanno determinato una lesione o la compressione di uno dei rami del nervo.
  • Rapporti sessuali violenti.

I sintomi della nevralgia pelvica.

Per quanto riguarda i sintomi quello principale è rappresentato dal dolore nella zona pelvica, che può avere diverse entità, da lieve a invalidante che talvolta, nel 78,4% dei casi, non consente al paziente di stare seduto, e in alcuni casi, circa il 34,8%, lo costringe a stare a letto per tutto il giorno. Tra gli altri sintomi possiamo avere:

  • Sensazione di corpo estraneo all'interno del retto.
  • Bruciore della zona genitale e perianale.
  • Formicolio e sensazione di intorpidimento della zona pelvica, perianale e genitale, che si accompagna a sensazione di freddo.
  • Fastidi o dolori durante la minzione, la defecazione ed i rapporti sessuali.
  • Sensazione di avere come degli spilli o dolori simili a pugnalate nella zona anale, perianale, pelvica e genitale.

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi di nevralgia del pudendo non prevede particolari esami diagnostici e si basa sull'osservazione dei sintomi e sulla diagnosi differenziale con altre patologie quali la vulvodinia o la prostatite.

Approfondisci sintomi e cause della prostatite.

Le terapie per la nevralgia del pudendo.

I rimedi contro questa infiammazione sono per lo più di natura farmacologica e chirurgica, ma in alcuni casi possono essere utili anche rimedi di tipo fisioterapico o omeopatico.

Analizziamoli nel dettaglio.

Terapia medico - chirurgica

La terapia medica della nevralgia del pudendo è di tipo farmacologico e prevede la somministrazione, per via sistemica o attraverso infiltrazioni locali, di:

  • Antinfiammatori non steroidei quali ibuprofene, ketoprofene, o diclofenac.
  • Steroidi, ovvero antinfiammatori steroidei a base di cortisone.

Qualora nonostante questi farmaci non si risolva il problema, è possibile ricorrere all'intervento chirurgico di decompressione del nervo che solitamente ha una percentuale di successo variabile tra il 60% e l'85%.

L’intervento per decomprimere il nervo non punta alla guarigione totale, ma alla diminuzione della sintomatologia dolorosa di almeno il 50%.Nei casi in cui si riesce ad ottenere una guarigione completa questa avviene nell'arco di circa 12 mesi.

L'intervento può essere svolto con quattro diverse modalità:

  • Approccio trans - ischio - rettale, in cui viene incisa la zona perianale negli uomini e la zona posteriore della vagina nelle donne. Attraverso le incisioni praticate il chirurgo libera la zona interessata dalla compressione mediante una recisione di alcuni legamenti o di alcune fasce di tessuto. Questa tecnica ha il vantaggio di un'incisione minore, con minore probabilità di cicatrici evidenti, ma lo svantaggio di non avere una totale visione dell'area chirurgica.
  • Tecnica trans - gluteale, in cui si incide il muscolo gluteo situato sulle natiche e da lì si accede al nervo pudendo, individuando le zone di compressione e liberandole attraverso il bisturi. Attraverso questa tecnica si ha una migliore visualizzazione dell'area chirurgica ma l'incisione, e la conseguente cicatrici, sono abbastanza grandi.
  • Tecnica laparoscopica, in cui si accede alla zona pelvica attraverso tre buchi sull'addome attraverso cui passano gli strumenti chirurgici tra cui il laparoscopio che è collegato ad una telecamera e che permette una visualizzazione completa della zona pelvica. È una tecnica poco invasiva che non lascia quasi cicatrici.
  • Approccio perianale, in cui si incide la zona perianale e si libera il nervo compresso non mediante il bisturi ma mediante l'utilizzo delle dita. Questa tecnica, seppur vantaggiosa in termini di invasività e risparmio dei legamenti, presenta degli svantaggi legati ad una scarsa visibilità dell'area chirurgica.

Tutti gli interventi si svolgono in regime di ricovero ed in anestesia generale, con un tempo di ricovero medio di 3 - 4 giorni.

Altre terapie per l’infiammazione della regione pelvica.

In alcuni casi è possibile affiancare alla terapia medico - farmacologica anche dei rimedi omeopatici, di medicina orientale o delle tecniche di fisioterapia.

Ad esempio:

  • È possibile utilizzare il rimedio omeopatico Hypericum, indicato per tutti i casi di nevrite, nevralgie, dolore acuto, dolore cronico e lesioni o dolore che originano dalla parte sacro - coccigea della colonna vertebrale. Lo si utilizza alla concentrazione 6 CH con una posologia di 3 granuli oppure 10 gocce da tre a sei volte al giorno fino a miglioramento dei sintomi.
  • Ci si può rivolgere ad un osteopata il quale interverrà attraverso uno specifico protocollo chiamato ART (Active Release Technique). Tale protocollo consiste nella manipolazione e dall'applicazione di una tensione a livello della zona interessata dalla compressione. In questo modo l'osteopata indurrà il paziente a contrarre ed allungare i muscoli in maniera attiva, favorendo così anche la decompressione nervosa.
  • Si possono fare durante il giorno 2 - 3 docce calde per favorire il rilassamento muscolare, e di conseguenza anche la tensione e la compressione a livello del nervo.
  • Ci si può rivolgere ad un bravo fisioterapista il quale farà svolgere al paziente degli esercizi e dei movimenti (come ad esempio la kinesiterapia attiva e la riabilitazione perianale) mirati alla decompressione del nervo e all'allentamento delle tensioni muscolari.
  • Si consiglia inoltre di seguire una dieta sana e di evitare la vita sedentaria al fine di ridurre l'insorgenza di sovrappeso ed obesità che potrebbero aggravare il quadro sintomatico. Sconsigliata invece l'agopuntura che non sembra avere molta efficacia per il trattamento di questa patologia.

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