Parto cesareo: anestesia e rischi, ferita e cicatrice post taglio
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Scopriamo quando e perchè viene praticato il parto cesareo, quali sono i rischi legati all?anestesia e quali le conseguenze della ferita post intervento come la cicatrice. Vediamo nei dettagli di che cosa si tratta e quando è opportuno farlo.
Il parto cesareo: cos'è?
Il parto cesareo è un intervento chirurgico che prevede un taglio nella parete dell’utero, attraverso il quale viene fatto nascere il feto.
E’ una pratica che risale all'epoca romana col nome di Lex Caesarea, che prevedeva di far nascere il bambino in questo modo quando la madre moriva durante il travaglio.
Il parto cesareo può essere eseguito d’urgenza ma anche volontariamente (cioè su richiesta della paziente) tanto che è ormai una pratica sempre più diffusa. Per tale motivo si cerca da anni di stabilire una legge che favorisca la scelta del parto naturale piuttosto che del cesareo per diminuire la spesa sanitaria ed evitare un alto numero d’interventi. Ma quando è consigliato effettuarlo?
Quando si consiglia il cesareo? Le cause.
Partorire attraverso il cesareo non è soltanto una scelta della madre, ci sono alcuni casi in cui i medici consigliano tale modalità di parto. Quando è consigliato?
Le motivazioni possono dipendere sia da problemi materni che da problemi fetali. Vediamo nei dettagli quali sono i motivi che inducono a effettuare un parto cesareo.
Tra i problemi materni per i quali si consiglia il cesareo, abbiamo:
Bacino stretto.
Se una donna ha per conformazione fisica il bacino stretto oppure se il feto ha dimensioni superiori a quelle del bacino materno può essere difficile partorire in maniera naturale per una questione di spazio. Tale difficoltà potrebbe mettere a rischio sia la vita della madre sia quella del feto.
Distocia.
E'una condizione in cui non si può partorire in maniera naturale a causa di un problema di tipo meccanico relativo alla dilatazione del canale del parto, oppure dinamico, quando il problema è determinato da una difficoltà dell’utero a contrarsi.
Placenta previa.
Se la placenta si trova posta tra il bambino e il canale del parto si deve ricorrere al cesareo perché la placenta in questa posizione rappresenta un vero e proprio ostacolo all'espulsione del feto.
Fibromi uterini.
Se ci si accorge di avere un fibroma all'utero dopo aver scoperto di essere incinta, il medico potrà decidere di optare per un taglio cesareo, da effettuarsi al termine della gravidanza intorno alla 39 esima settimana, specialmente se il fibroma si trova vicino al collo dell’utero perché potrebbe essere d’ostacolo all'uscita del bambino.
Gravidanza gemellare.
In caso di gemelli contenuti nello stesso sacco amniotico o nel caso in cui uno dei gemelli sia in posizione podalica, o se i gemelli sono più di due si deve ricorrere al cesareo.
Patologie.
Si ricorre al taglio cesareo se la madre è affetta da patologie come diabete, nefropatia, o se è affetta da HIV, epatite C o herpes genitale, patologie virali che si trasmettono da madre a feto durante il passaggio attraverso il canale del parto.
Dopo il primo cesareo si deve sempre partorire con quest’intervento?
In caso di precedenti parti cesarei e in generale dal secondo cesareo in poi, è bene partorire con il cesareo per evitare il rischio di rottura dell’utero che si potrebbe presentare partorendo in maniera naturale. La rottura dell’utero è legata alle incisioni effettuate per i precedenti cesarei. Non esiste un numero massimo di cesarei che si possono avere nella vita e sarà il medico, caso per caso, a decidere se la donna può affrontare un’altra gravidanza e un altro parto dopo i precedenti.
Per quanto riguarda invece i problemi fetali che richiedono il ricorso al parto cesareo, abbiamo:
Sofferenza fetale.
Va effettuato il cesareo quando si verifica una qualsiasi condizione che provochi una sofferenza fetale come per esempio assenza di contrazioni dopo le 40 settimane o la mancanza di dilatazione del canale del parto, distacco di placenta ecc..
Bambino podalico.
Se il bambino si presenta podalico e le manovre per farlo girare in posizione corretta non sono servite sarà necessario ricorrere al cesareo. In questo caso, se non insorgono prima le contrazioni, non si dovrà intervenire prima della 39 esima settimana di gestazione per cercare fino all'ultimo di far girare il bambino.
Dimensioni eccessive.
Se il bambino ha dimensioni eccessive, per esempio supera i 4 – 5 kg di peso, si effettua il cesareo per evitare che il bambino non riesca a passare dal canale del parto.
In caso di utero retroverso serve il cesareo? Contrariamente a quanto si può pensare avere l’utero retroverso non è una condizione per cui si deve ricorrere obbligatoriamente al cesareo. In caso di utero retroverso sarà il medico a valutare se si deve ricorrere al cesareo o se si può partorire in maniera naturale. |
Dette le cause che possono portare ad effettuare un taglio cesareo, ora vediamo nei dettagli come questo si esegue.
Come si svolge l’intervento?
Il parto cesareo è un intervento vero e proprio che richiede quindi anestesia e decorso post operatorio. La procedura è abbastanza semplice ma non va mai dimenticato che, come tutte le operazioni chirurgiche, può presentare dei rischi. Inoltre è bene concordare con il medico la data in cui eseguire il parto in base alla valutazione delle condizioni fetali e materne.
Prima dell’operazione: la preparazione ed esami.
Prima dell’intervento la preparazione al cesareo prevede:Il parto cesareo solitamente è programmato e si effettua due settimane prima del termine della gestazione, quindi tra la 37 esima e la 39 esima settimana. Vi sono casi in cui si deve ricorrere al cesareo d’urgenza e in quel caso può essere fatto anche prima ma si cerca sempre di evitare di farlo prima della 35 esima settimana in modo che il bambino sia già formato. Una volta programmata la data in cui si compirà l’intervento, la preparazione al cesareo prevede che il medico richieda degli esami del sangue per valutare se tutti i parametri sono nella norma e si dovrà avere un incontro con l’anestesista.
- Rasatura del pube: per evitare problemi infettivi.
- Calze compressive: indossare calze compressive al fine di evitare la formazione di coaguli nelle gambe durante l’intervento.
- Esami: all'ingresso in sala operatoria verranno misurati battito del cuore, pressione arteriosa e ossigenazione del sangue.
- Catetere e flebo: verrà applicata una fleboclisi, un catetere vescicale.
- Anestesia: una volta eseguite le procedure di preparazione all'intervento, si passerà alla somministrazione dell’anestesia.
Ora vediamo nei dettagli quale e come viene effettuata l’anestesia.
Anestesia totale, spinale o epidurale?
Come tutti gli interventi chirurgici, il parto cesareo ha bisogno di anestesia. La tipologia di anestesia può essere scelta insieme al medico e all'anestesista, e la scelta dipende sia dalla volontà della madre sia dalle condizioni della gestante e del feto. Le tipologie di anestesia sono:
- Totale: l’anestesia totale o generale viene usata poco nell'ambito dei parti cesarei a meno che non sia espressamente indicata dal medico. Con quest’anestesia la paziente è completamente addormentata e intubata (respira cioè con l’ausilio di una macchina) per cui non assiste alla nascita del proprio bambino.
- Spinale: è un tipo di anestesia locale in cui viene iniettato l’anestetico a livello della membrana che contiene i nervi spinali che controllano le sensazioni della parte inferiore del corpo. Si fa mediante l’inserimento di un ago nella schiena attraverso cui è iniettato l’anestetico e ha una rapida modalità di azione. La paziente è addormentata dalla vita in giù per cui assiste alla nascita del proprio bambino.
- Epidurale: questo tipo di anestesia locale, chiamata anche peridurale, si effettua inserendo un catetere nello spazio epidurale in cui passano i nervi spinali. Quest’anestesia si esegue anche in caso di parto naturale perché prevede la somministrazione di dosi di anestetico in base alla necessità. Rispetto all'anestesia spinale viene richiesta una maggiore dose di anestetico ed è meno rapida come modalità di azione, inoltre il catetere epidurale permane durante tutto l’intervento. Anche in questo caso la paziente è sveglia e può assistere alla nascita del proprio figlio.
Attenzione: l’anestesia spinale ed epidurale possono essere combinate tra di loro in base alle necessità dei singoli casi.
Le tecniche.
La durata di un parto cesareo dal momento del taglio fino alla nascita è di circa 10 – 45 minuti in base ai casi. In generale vi sono tre momenti fondamentali del parto cesareo che sono incisione dell’addome e della parete dell’utero, estrazione del feto, chiusura dell’utero e della parete addominale.
Le linee guida prevedono due modalità diverse per effettuare le tre fasi del parto cesareo:
- Tecnica Pfannenstiel: si incide l’addome circa 10 cm sopra il pube con un taglio orizzontale e vengono tagliati tutti gli strati dell’addome, partendo dalla cute, attraversando la sottocute, le fasce muscolari, i muscoli, e il peritoneo parietale e viscerale fino ad arrivare all'utero. Si incide l’utero, si estrae il bambino e poi si iniziano a ricucire uno per uno tutti gli strati tagliati. Questo intervento ha una durata di 30 – 45 minuti.
- Tecnica Stark: si effettua un’incisione trasversale e in maniera superficiale circa 2 cm sopra il pube con il bisturi e si allarga l’incisione mediante il bisturi e le mani del chirurgo. Si incide l’utero con un taglio centrale che verrà allargato con le mani, si estrae il bambino, e si richiude l’utero con dei punti. A differenza della precedente tecnica l’addome non viene ricucito con i punti ma viene lasciato cicatrizzare da solo. Con questa tecnica non si ha lo scollamento delle fasce che ricoprono i muscoli dell’addome, non sono incisi tutti gli strati che dalla cute portano all'utero e si ha quindi meno sanguinamento con un decorso post operatorio è più rapido e meno doloroso. Inoltre l’intervento ha una durata di 10 – 15 minuti quindi è molto rapido.
Dopo l'intervento: decorso post operatorio.
Vediamo adesso alcune informazioni pratiche sul decorso post operatorio che segue il parto cesareo. Il decorso prevede una fase ospedaliera immediatamente successiva all'intervento e una fase casalinga. I tempi di recupero dopo un cesareo sono abbastanza rapidi e dopo circa un mese si ha la ripresa totale della paziente.
Degenza: i 3-7 giorni successivi al parto.
Sebbene l’operazione del parto cesareo duri meno di un’ora, non è un intervento che si fa in day hospital e la degenza dura normalmente da tre a sette giorni in base ai casi. Subito dopo che è passato l’effetto dell’anestesia si possono avvertire dei dolori in corrispondenza del taglio addominale, dovuti non solo alla ferita in sé ma anche alle fisiologiche contrazioni dell’utero che avvengono dopo il parto e che consentono di espellere il materiale residuo della gravidanza, per cui anche avere delle perdite di sangue è assolutamente normale.
Dopo un giorno dall'intervento vengono tolti flebo e cateteri e nelle ore successive all'intervento si invita la paziente a camminare per evitare la formazione di trombi nelle gambe, dopo due giorni invece viene tolta la benda che ricopre la cicatrice. Secondo come è stata eseguita la sutura della ferita i punti possono essere o riassorbiti oppure vanno tolti, in questo secondo caso verranno tolti dopo circa 5-10 giorni. Chi ha partorito con il cesareo, se ha fatto l’anestesia locale, può allattare al seno il proprio bambino ma bisogna tenere presente che in alcuni casi la montata lattea ci metterà un po’ di più a manifestarsi rispetto a coloro che hanno partorito naturalmente, questo può essere dovuto allo stress che il corpo ha subito.
A casa: gli accorgimenti che ci aiutano nella convalescenza.
Il periodo che segue la dimissione dall'ospedale è il periodo della guarigione e della completa ripresa dal parto. E’ bene però quando si torna a casa osservare alcuni accorgimenti che possano aiutare a riprendersi nel minor tempo possibile. Ecco cosa si deve fare:
- curare la ferita: curare giornalmente la ferita mediante l’applicazione di una crema idratante che riduce le fastidiose sensazioni di prurito e di “pelle che tira”. E’ possibile applicare sulla ferita anche dei rimedi di natura omeopatica.
- Evitare sforzi eccessivi: e cercare di riposarsi il più possibile specialmente se si avverte mal di schiena, una condizione frequente nel post parto, tanto che si verifica nel 40 – 50% dei casi. E’ bene preferire il riposo alla somministrazione di farmaci, specialmente se si sta allattando, e in ogni caso è possibile ricorrere all'omeopatia, sempre sotto controllo medico.
- Guaina elastica: per favorire il ritorno alla normale elasticità muscolare dell’addome e far scomparire la pancia si consiglia di indossare una guaina elastica contenitiva. Il tempo di scomparsa della pancia varia da donna a donna e dipende da numerosi fattori.
- Bere: bere molto per evitare problemi di stipsi, infezioni urinarie e per favorire la reintegrazione di liquidi persi sia con il parto che con l’allattamento.
- Alimentazione: scegliere un’alimentazione adeguata al periodo post parto e all'allattamento. Può essere utile la consulenza con un nutrizionista che potrà fornire una dieta adeguata che comprenda i giusti nutrienti per sostenere la ripresa fisica e la formazione di latte. In generale vanno evitati i cibi grassi e i condimenti speziati e pesanti.
- Rapporti sessuali: per un primo periodo è bene evitare i rapporti intimi per evitare traumi. I rapporti possono essere ripresi dopo almeno 6 settimane.
- Attività fisica: la ripresa dell’attività fisica avviene un po’ più lentamente rispetto al parto naturale, si consiglia di attendere da 6 a 12 settimane dal parto prima di ricominciare a fare sport.
- Mestruazioni: la ripresa delle mestruazioni dopo un cesareo è analoga a quella dopo il parto naturale, se la donna allatta le mestruazioni potrebbero tornare anche dopo 5 – 6 mesi dal parto, mentre per le mamme che non allattano possono comparire anche 6 – 8 settimane dopo il parto.
Cicatrice post taglio: come trattarla.
Un parto cesareo lascia sull’addome della donna una cicatrice che, grazie alle tecniche sempre più avanzate di chirurgia, si presentano di dimensioni ridotte (intorno a 14 - 15 cm), scompare nel giro di un anno circa e bisogna evitare però di esporla al sole durante tale periodo. Se però non è curata, adeguatamente può diventare ipertrofica, cioè crescere di dimensioni e risultare esteticamente non gradevole.
Per evitare questo spiacevole inconveniente vi sono dei semplici trucchi:
- Creme idratanti: applicare delle creme idratanti sulla cicatrice al fine di favorire l’elasticità della pelle.
- Gel specifici: utilizzare dei gel specifici per il trattamento delle cicatrici da cesareo come quelli in silicone che si applicano per 12 - 24 ore al giorno o quelli a base di cipolla. I gel al silicone servono a prevenire l’evaporazione dei liquidi presenti nei tessuti e quindi favoriscono una corretta cicatrizzazione, quelli a base di cipolla invece aiutano naturalmente il processo di cicatrizzazione.
E’ possibile tuttavia che nonostante siano applicati questi rimedi la cicatrice rimanga visibile e mantenga un colorito rosso o rosato. In questo caso è possibile ricorrere quindi:
- Chirurgia estetica: la tecnica più utilizzata è il laser (frazionato o a CO2). Questa tecnica garantisce un risultato in tempi rapidi, basta, infatti, un paio di applicazioni nell'arco di 48 - 72 ore per avere risultati ottimi e duraturi. E’ una tecnica ambulatoriale e ha un costo compreso tra i 1000 e i 1500 euro.
- Radioterapia: si utilizzano le radiazioni per eliminare la cicatrice, anche in questo caso bastano due applicazioni, ha dei costi più elevati, che si aggirano sui 2000 - 3000 euro, ma secondo uno studio americano del 2006 risulta meno efficace rispetto al laser.
Rischi del cesareo: è pericoloso?
Come tutti gli interventi chirurgici, il parto cesareo presenta dei rischi sia per la madre che per il feto.
Per quanto riguarda la madre può andare incontro alle seguenti complicazioni:
- Emorragie: la comparsa di forti emorragie dovute alle incisioni degli strati dell’addome.
- Endometrite: il rischio di endometrite, un’infezione della parete dell’utero che causa febbre, nausea e dolori addominali.
- Vie urinarie: il rischio di infezioni alle vie urinarie a causa del catetere vescicale che viene inserito durante l’intervento.
- Intestino: riduzione della motilità intestinale dovuta alla manipolazione dei fasci muscolari addominali durante l’intervento.
- Infezioni: localizzate lungo il taglio effettuato per aprire la parete addominale.
Nascere con il cesareo: possibili problemi respiratori.
Il bambino può avere conseguenze sul piano respiratorio, si è visto, infatti, che i bambini nati con il cesareo presentano nei giorni successivi all'intervento una tachipnea, cioè un aumento eccessivo del ritmo respiratorio. Questo sembra legato al fatto che durante un parto naturale il passaggio lungo il canale del parto agevola l’eliminazione dei liquidi contenuti nei polmoni. Se il cesareo non è programmato e si verifica d’urgenza prima della 37 esima settimana il bambino potrebbe non avere i polmoni del tutto formati e soffrire della sindrome da di stress respiratorio.
Vantaggi e svantaggi di effettuare il cesareo.
Alla luce di ciò che abbiamo illustrato nei paragrafi precedenti è quindi più conveniente il parto cesareo o il parto naturale? Vi sono dei vantaggi e degli svantaggi nella scelta del parto cesareo rispetto a quello naturale, vediamo di comprendere quali sono.
I pro: perchè è meglio fare un parto cesareo.
I vantaggi del parto cesareo riguardano principalmente la sicurezza e anche in una certa misura la possibilità di “scegliere” quando fare nascere il proprio bambino. Tra i vantaggi che le madri elencano, abbiamo:
- Un maggior monitoraggio dei parametri vitali del feto che abbassa il rischio di morte fetale.
- Il bambino nasce “rilassato” e senza stress dovuto al passaggio attraverso il canale del parto.
- Minore rischio di incontinenza (sia urinaria che fecale) in futuro perché i muscoli del pavimento pelvico non sono sottoposti a nessuno sforzo, al contrario del parto naturale dove vengono impiegati per spingere.
- E’ una modalità di parto veloce ed evita le ore di travaglio spesso accompagnate da forti dolori dovuti alle contrazioni.
- Assenza totale del dolore, questo riduce anche lo stato di ansia e di paura che può manifestarsi nella gestante man mano che si avvicina il momento del parto.
I contro: perché è meglio il parto naturale.
Gli aspetti negativi del parto cesareo per la maggior parte sono da imputarsi al fatto che rimane sempre e comunque un intervento chirurgico per cui presenta tutti i rischi che si possono avere per una normale operazione. Gli aspetti negativi però non sono legati soltanto all'operazione in sé. Possiamo avere come controindicazioni:
- Problemi legati all'operazione chirurgica in sé come reazioni indesiderate all'anestesia e perdite di sangue eccessive con necessità di trasfusione.
- La parete dell’utero viene tagliata per cui si indebolisce e rende difficile scegliere per le gravidanze successive un parto naturale. Per questo motivo dopo un cesareo un parto naturale è spesso sconsigliato.
- Se la panciera che è stata utilizzata per favorire la ripresa della tonicità muscolare non basta a far tornare i muscoli come prima può essere necessario ricorrere ad un intervento chiamato addominoplastica. Tale intervento provvederà a togliere l’eventuale pelle in eccesso che si è formata durante la gravidanza e a riportare i muscoli in sede.
Quando ricorrere all'intervento di chirurgia estetica che consente di correggere cicatrici e cedimento dei muscoli dell'addome? Approfondisci!
- La placenta di una gravidanza successiva a un cesareo potrebbe presentarsi dura e impiantarsi molto in fondo alla parete dell’utero causando problemi al feto.
- Se effettuato presso cliniche private, come nella maggior parte dei casi, il parto cesareo ha un costo che supera 2000 euro per cui può risultare una pratica non proprio economica. E’ gratuito se invece non è programmato ma d’urgenza.
Visto i pro e i contro del taglio cesareo, ora tocca a voi sceglierlo o meno. Se invece dovete effettuarlo per cause specifiche questa voleva essere una guida su che cosa, come, quando si effettuerà tenendo conto che, comunque sia, è un intervento chirurgico.