Sindrome di Rett: cos’è? Sintomi, cause e cure del morbo

Dottoressa Margherita Mazzola (Biologia e Nutrizione) Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

La sindrome di Rett è una patologia congenita neurologica con probabile origine genetica, che colpisce prevalentemente le bambine. Si manifesta con un progressivo deterioramento delle capacità cognitive e motorie ed anche sintomi simili all'autismo e crisi epilettiche. Non esistono terapie per la sindrome, vediamo però quali sono i farmaci e le terapie per migliorare la qualità di vita.

Sindrome di Rett: cos’è?

La sindrome di Rett è una patologia neurologica congenita, chiamata anche "sindrome delle bambine dagli occhi belli", che si manifesta durante l'età dello sviluppo e che colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile, sebbene siano stati osservati rari casi della sindrome nei maschi. Non si manifesta alla nascita ma tende a comparire tra i 6 e i 18 mesi di vita, colpisce il sistema nervoso centrale e causa un deficit cognitivo e motorio progressivo, con gravità variabile ma solitamente invalidante.

Prendendo come campione di popolazione le bambine femmine di 12 anni, la patologia ha una prevalenza di 1:/9000, mentre prendendo come riferimento la popolazione generale, la prevalenza è di 1/30000. Si stima che in Italia il numero di bambine affette sia di 2500 - 3000.

La sindrome prende il nome da Andreas Rett, il medico che scoprì tale patologia, nel 1966, attraverso l'osservazione di alcune bambine e il confronto tra varie cartelle cliniche. Fu però solo nel 1983 che la sindrome di Rett fu riconosciuta come patologia. Oggi è annoverata nei manuali diagnostici tra i disturbi dello sviluppo insieme ad autismo, Asperger e disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificati.

Puoi approfondire le caratteristiche della sindrome di Asperger.

Cause e varianti della "sindrome delle bambine dagli occhi belli".

Ad oggi non si conosce la vera causa scatenante la sindrome di Rett ma si pensa che sia di origine genetica (sporadica non ereditaria) e legata alla mutazione di alcuni geni, in particolare il gene MECP2 nella maggior parte dei casi ed i geni CDKL5 e Foxg1 in meno del 10% dei casi, i primi due situati sul cromosoma X, il terzo situato sul cromosoma 14.

Vi sono alcune varianti di questa sindrome, in particolare possiamo riscontrare:

I sintomi: le fasi in cui si manifesta il morbo.

La sindrome di Rett presenta dei sintomi caratteristici la cui insorgenza può essere suddivisa in fasi, relative all'età del soggetto.

Le fasi sintomatiche sono le seguenti:

La diagnosi: come si identifica la sindrome di Rett.

La sindrome di Rett è una patologia  che viene diagnosticata secondo dei criteri diagnostici ben precisi, chiamati criteri diagnostici di Trevathan, i quali sono stati ultimamente revisionati dalla Società Europea di Neurologia Pediatrica.

In particolare:

La diagnosi quindi si esegue attraverso l'esame obiettivo, l'osservazione e la valutazione dei sintomi e, a completamento, può essere eseguita anche un'analisi genetica. È stata inoltre messa a punto una tecnica diagnostica prenatale nota come amniocentesi molecolare, che permette di diagnosticare la sindrome in gravidanza.

Cure: terapie per migliorare i sintomi.

La sindrome di Rett non si cura e le terapie attuali sono volte per lo più a migliorare i sintomi e di conseguenza la sopravvivenza degli ammalati. La prognosi della patologia è ancora sconosciuta, vi sono casi di sindrome di Rett che non arrivano ai 18 anni, altri che arrivano fino a 20 - 25 anni, altri ancora riescono a raggiungere l'età adulta di 25 - 40 anni.

La classica terapia della sindrome di Rett è legata a diverse figure professionali quali logopedista, dietista, fisioterapista, ed altri terapisti, i quali cercano di attenuare i sintomi della patologia ed eseguire una riabilitazione sia cognitiva che motoria. Ad esempio:

È possibile poi ricorrere ad altre terapie quali la musicoterapia, la pet therapy o l'ippoterapia, per cercare di migliorare i sintomi simili all'autismo.

Oltre a queste terapie vi sono dei farmaci quali lisuride e bromocriptina che migliorano i sintomi motori, e farmaci antiepilettici quali il naltrexone per migliorare e ridurre le crisi epilettiche ma anche per migliorare i disturbi respiratori.

Ultimamente la ricerca sta mettendo a punto dei nuovi protocolli sperimentali quali ad esempio l'utilizzo di farmaci per il parkinson per migliorare i sintomi motori e di farmaci sperimentali quali ANAVEX 2-73 per migliorare i disturbi motori e comportamentali.

Articoli correlati

Fotofobia: sintomi, cause e rimedi Glaucoma all'occhio: sintomi, cause, cure, intervento e tipi Uveite: anteriore, intermedia, posteriore, totale. Sintomi, cause e cura Sintomi della Rosolia: Riconoscere e Prevenire l'Infezione Mononucleosi nei bambini: sintomi, terapia, contagiosità e rischi Leismhmaniosi umana: contagio nell'uomo, sintomi, cura e prevenzione