Sindrome di Turner: sintomi, cause, terapia ed aspettative di vita

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Sindrome di Turner: sintomi, cause, terapia ed aspettative di vita

Analizziamole cause della sindrome di Turner, i sintomi dell'alterazione genetica, la diagnosi e la terapia per aumentare l'aspettativa di vita in caso perdita di uno dei due cromosomi X nelle donne. Iniziamo con il capire bene in cosa consiste la patologia.

Cos’è la sindrome di Turner?

La sindrome di Turner è una malattia genetica rara, precisamente appartenente alla classe delle alterazioni nei cromosomi sessuali, che interessa soltanto il sesso femminile. E come tutte le malattie di tale tipo presuppone una alterazione del patrimonio genetico ovvero del corredo di cromosomi che le cellule del corpo posseggono. Ogni persona ha un corredo cromosomico fatto di 46 cromosomi, di cui 44 autosomi e due cromosomi sessuali, XX per la donna, XY per il maschio. Nella sindrome di Turner ad essere colpito è uno dei due cromosomi X della donna e per questo motivo è una patologia che si riscontra solo nelle femmine.

Il cariotipo normale (patrimonio cromosomico) di una donna è dunque 46XX mentre per la sindrome di Turner possiamo avere i seguenti cariotipi:

Per la sindrome di Turner è riconosciuta l’invalidità civile, che secondo le tabelle ha un valore del 41% a cui però possono essere sommati gli altri eventuali problemi presenti a carico degli apparati.

Quali sono le cause della perdita del cromosoma?

Come già accennato le cause della patologia sono imputabili ad assenza parziale o totale del cromosoma X.

La perdita del cromosoma X può avere due diverse cause, un appaiamento scorretto dei cromosomi durante la meiosi (divisione cellulare), oppure un’alterazione nel processo di gametogenesi, quel processo che porta alla formazione dei gameti (ovuli e spermatozoi) nei genitori.

I diversi cariotipi determinano l’insorgenza di una sintomatologia più o meno grave, con sintomi e segni più o meno marcati. Sebbene appartenga alla categoria delle patologie che causano l’intersessualità la sindrome di Turner, a differenza della sindrome di Klinefelter, genera un individuo di sesso femminile con caratteristiche femminili anche se poco sviluppate, quindi non rappresenta un caso di ermafroditismo o di reale intersessualità.

La diagnosi: prenatale e post nascita.

La diagnosi di sindrome di Turner può essere eseguita sia prima che dopo la nascita. In entrambi i casi l’esame che si effettua è la mappa cromosomica del soggetto, attraverso esami di citogenetica, per valutare se i cromosomi sono presenti nel giusto numero e con la giusta forma.

Diagnosi prenatale: si effettua mediante un esame chiamato amniocentesi che prevede il prelievo del liquido amniotico che contiene alcune cellule del futuro nascituro. Su queste cellule verrà fatto il cariotipo.

Approfondisci i benefici ed i rischi dell'amniocentesi che consente di diagnosticare precocemente molte malformazioni fetali.

Diagnosi post nascita: si fa il prelievo di linfociti da sangue periferico e si ricava la mappa cromosomica. Tale diagnosi può essere effettuata sia al momento della nascita qualora vi siano dei segni evidenti che possano ricondurre a sindrome di Turner, sia durante la pubertà, poiché tra i sintomi della sindrome di Turner vi sono l’amenorrea e uno sviluppo sessuale non completo.

Sintomi, primi segni e conseguenze.

A differenza delle trisomie autosomiche (come la sindrome di Down) o di altre sindromi correlate ad alterazione nei cromosomi sessuali come la sindrome di Klinefelter (in cui abbiamo più di due cromosomi sessuali), la sindrome di Turner non comporta ritardo mentale.

Si hanno però una serie di complicanze a livello degli apparati e dei segni caratteristici distintivi. Da sottolineare il fatto che tutti i sintomi dipendono dalla mancanza di uno dei cromosomi X che causa uno sviluppo cellulare non corretto e questo determina difetti a carico di organi e apparati.

Sintomi fenotipici.

I segni fenotipici della sindrome di Turner sono quei sintomi che “appaiono” all’esterno, quindi quelle caratteristiche visibili che contraddistinguono la persona affetta da tale malattia, e pertanto vengono definiti segni turneriani. Tra questi abbiamo:

Come precedentemente accennato non vi è ritardo mentale ma si può avere difficoltà nelle discipline matematiche e problemi di coordinazione visivo – motoria e orientamento nello spazio.

Conseguenze sugli apparati.

Chi è affetto da sindrome di Turner riporta non solo segni fenotipici caratteristici, ma presenta anche malformazioni e alterazioni a livello di vari organi e apparati.

Terapia e prevenzione: come trattare la sindrome di Turner con i farmaci.

La sindrome di Turner è una malattia genetica e pertanto la prognosi dipende da quanto la mutazione influisce sull’organismo e dalla tipologia di mosaicismo eventualmente presente e si fa quindi caso per caso. Le cure sono rivolte ai sintomi perché la causa è genetica e non vi sono rimedi.

Le cure farmacologiche.

Le notizie e le informazioni attuali che si hanno sulle malattie genetiche fanno presente che al momento non vi sono terapie, e per tale motivo la ricerca si sta impegnando molto in questo ambito. Il trattamento quindi attualmente è rivolto soltanto alla sintomatologia. Ad oggi la terapia che si attua è indirizzata al deficit di ormoni e prevede l’associazione di:

Oltre alla somministrazione di ormoni vi sono anche altri rimedi da poter attuare per una riduzione dei sintomi e delle complicazioni, per esempio:

La prevenzione.

La prevenzione della sindrome di Turner è possibile solo grazie alla diagnosi pre impianto che si fa prima della fecondazione assistita. Con questa tecnica infatti è possibile impiantare nella donna soltanto embrioni sani, che sono già stati sottoposti a screening genetico che ha escluso le più comuni alterazioni cromosomiche.

Aspettative di vita.

Essendo una patologia correlata alla delezione di uno dei due cromosomi X, la sindrome di Turner colpisce solo gli individui di sesso femminile e non quelli di sesso maschile. Non avremo quindi bambini maschi con la sindrome di Turner. L’incidenza della malattia negli embrioni è del 3% ma di questi nasce vivo soltanto l’1%, e questo determina un’incidenza sulle bambine nate vive di 1 caso ogni 2000 -3000 bambine. Il tasso di mortalità prenatale è molto elevato, si stima che circa il 9 – 10% degli aborti spontanei entro i primi tre mesi di gestazione avvenga proprio a causa di questa alterazione cromosomica. Sebbene rappresenti una buona causa di aborto spontaneo, la sindrome di Turner non è una patologia letale per coloro che ne sono affette.

Per le bambine nate vive nonostante questa anomalia genetica la sindrome di Turner non è letale e se la sintomatologia è di lieve entità, non vi sono complicazioni e gli unici sintomi presenti sono quelli a livello fenotipico, può consentire una vita normale.

Le aspettative di vita dipendono quindi dalla gravità o meno del quadro clinico, ma alcune persone possono arrivare alla vecchiaia senza problemi. Uno di questi esempi ce lo porta l’attrice statunitense Linda Hunt, affetta da sindrome di Turner che ha raggiunto l’età di 67 anni, ha vinto un oscar e continua a recitare in un telefilm americano.

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