Tiroide: cos’è? funzioni, malattie, esami ed analisi dei valori

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Dottore Vincenzo Giuseppe Pio Cordone (Farmacia) Consulente Scientifico:
Dottore Vincenzo Giuseppe Pio Cordone
(Specialista in farmacia)

Tiroide: una piccola ghiandola con un ruolo di primaria importanza. Gli ormoni che rilascia infatti incidono sul funzionamento del metabolismo, del sistema nervoso, di quello cardiaco e non solo. Scopriamo tutte le sue funzioni, ed analizziamo le malattie che possono colpirla alterando i valori fisiologici degli ormoni e quali sono le analisi e gli esami per effettuare la diagnosi necessaria per stabilire una corretta terapia.

Cos'è la tiroide?

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, costituita da due porzioni, note come lobi (destro e sinistro), collegati tra loro da un istmo (una sorta di ponte). Posteriormente a ciascuno dei due lobi tiroidei, si collocano le ghiandole paratiroidi. Quest’organo si posiziona a livello anatomico tra l’esofago, laringe e trachea. Più nello specifico si trova posteriormente all'esofago e anteriormente a laringe e trachea. La tiroide è lunga tra 5 e 8 centimetri, larga tra 3 e 4 centimetri e spessa tra 2 e 3 centimetri; pesa circa 20 grammi.

Come funziona?

A livello fisiologico, l’attività della tiroide è regolata dall'asse ipotalamo-ipofisi. Nello specifico:

Il meccanismo si attiva quando i livelli di ormoni tiroidei in circolo scendono sotto la soglia considerata normale. Se però la tiroide rilascia in circolo quantitativi troppo alti di questi due ormoni, essi stessi vanno ad agire sull'asse ipotalamo-ipofisi inducendo il blocco della sintesi e del rilascio di TRH e TSH.

A che serve questa ghiandola?

A livello funzionale, la tiroide è una ghiandola endocrina. La sua funzione è, infatti, quella di produrre ormoni, in particolare triiodotironina, anche nota come T3, e tiroxina, o T4, e di rilasciarli in circolo.

Una volta nel torrente circolatorio, questi ormoni si legano a proteine plasmatiche che servono per il loro trasporto all'interno del circolo ematico. Arrivati ai tessuti, una piccola parte di questi ormoni viene rilasciata e andrà a rappresentare la forma libera, o forma attiva, ossia la forma che eserciterà infine l’azione (in questo caso si parla di FT3 e FT4, ossia di free T3 e free T4). Circa un quinto del T3 totale è prodotto direttamente, mentre i restanti quattro quinti sono prodotti per deiodazione del T4.

Anche se il T4 circolante è quantitativamente maggiore del T3, quest’ultimo è più attivo ma per più breve tempo rispetto al T4.

Valori degli ormoni T3, T4, FT3, FT4.

I seguenti valori degli ormoni tiroidei e delle loro forme libere, rappresentano i valori normali che dovrebbero essere trovati in seguito ad analisi del sangue.

Tutto ciò che differisce da questi valori, sta ad indicare disfunzioni della ghiandola tiroide.

Funzioni degli ormoni tiroidei.

Gli ormoni tiroidei, hanno svariate funzioni tra le quali:

Il ruolo di iodio e selenio per la produzione degli ormoni.

Per un funzionamento corretto e la produzione della giusta quantità di ormoni la tiroide ha bisogno di iodio.

Lo iodio è presente, infatti, sia nell'ormone triiodotironina T3 (tre atomi), che nella tiroxina T4 (quattro atomi).

Lo iodio è un oligoelemento che deve essere assunto con la dieta, è, infatti, contenuto oltre che nel sale marino, nel pesce e nei frutti di mare.

Per il corretto funzionamento della tiroide è richiesto un fabbisogno giornaliero di:

Quando non viene assunto tale quantitativo di iodio la tiroide va soggetta a molte patologie ed in gravidanza può comportare conseguenze sul feto.

Oltre allo Iodio anche il selenio è indispensabile per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea.

Questo micronutriente contenuto in pesce, verdure, pasta, frutta secca, cereali, è un componente delle desiodasi proteine necessarie per convertire in T3 gli ormoni T4.

Secondo i LARN ( Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) il fabbisogno giornaliero di selenio deve essere di 55 μg/die.

Supplemento di selenio in gravidanza contro la tiroidite autoimmune.

In uno studio in doppio cieco, condotto dal Young Italian Endocrinologists Group, su 45 donne in gravidanza affette da tiroidite, trattate con una supplementazione di selenio, è stato evidenziato n effetto benefico sul titolo degli autoanticorpi durante la gravidanza e una minore incidenza di recidive dopo il parto.

Come cambia la funzione della tiroide in gravidanza e menopausa?

Durante la gravidanza, la tiroide è costretta a lavorare un po’ di più in quanto gli ormoni prodotti, oltre a regolare i processi fisiologici della donna in gravidanza, servono al feto per un giusto sviluppo, soprattutto a livello cerebrale (tanto che se manca iodio e, di conseguenza, vi è carenza di ormoni tiroidei in gravidanza, il nascituro potrebbe avere problemi mentali).

La quantità di ormoni prodotti dalla madre deve quindi essere superiore al normale come maggiore deve essere lo iodio che occorre per la produzione degli ormoni tiroidei. E’ quindi importante in caso di gravidanza implementare lo iodio, magari tramite assunzione di integratori specifici o tramite la dieta, mediante il consumo di alimenti contenenti iodio tra i quali sale iodato e alghe, e fare controlli regolari alla tiroide prima, durante e dopo la gravidanza per scongiurare il pericolo di depressione post-partum che può essere causata da disturbi della tiroide.

In menopausa, e quindi con la scomparsa del ciclo mestruale, è confermata una riduzione dell’attività della tiroide che può portare ad ipotiroidismo, dovuta ad un calo degli estrogeni che, essendo presenti in quantità molto minori, stimolano molto meno la ghiandola, con conseguente riduzione della produzione e del rilascio di ormoni tiroidei.

Sintomi che possono far supporre un malfunzionamento della tiroide.

I sintomi delle varie patologie tiroidee sono molteplici e diversi a seconda della patologia, ma alcuni sono dei campanelli di allarme che suggeriscono di consultare un medico:

Ipotiroidismo ed apnee del sonno.

Uno studio pubblicato sul The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism statunitense ha evidenziato una relazione significativa tra l'insorgenza di apnea del sonno e ipotiroidismo.

Tuttavia va detto che questo studio ha effettuato la sua ricerca su un campione di piccole dimensioni.

Approfondisci i sintomi dei problemi alla tiroide.

Malattie della tiroide.

Quando i valori degli ormoni tiroidei scendono al di sotto o superano i valori fisiologici sopra riportati, si configurano diverse patologie che possono colpire la ghiandola.

Ipotiroidismo ed aumento di peso.

L'ipotiroidismo è una patologia della tiroide in cui la ghiandola produce una quantità insufficiente di ormoni. Può essere causato da una disfunzione del meccanismo ipotalamo-ipofisi-tiroide (perciò potrebbe succedere che l’ipotalamo non rilascia TRH o che l’ipofisi non rilascia TSH e che quindi la tiroide non venga stimolata a produrre e rilasciare T3 e T4), o da tiroidite autoimmune, ossia quella condizione caratterizzata da un processo infiammatorio che porta alla produzione di anticorpi diretti contro la tiroide stessa (per tale motivo parte della tiroide potrebbe essere danneggiata con riduzione della funzionalità della ghiandola stessa).

L’ipotiroidismo si presenta con sintomi quali:

Insonnia in caso di Ipertiroidismo.

L'ipertiroidismo, dato il livello elevato di ormoni tiroidei prodotti, e quindi data l’iperattività della tiroide, può essere causato dal gozzo diffuso tossico (o morbo di Basedow), dal gozzo uninodulare tossico (o morbo di Plummer), o dal gozzo multinodulare tossico.

Tra i sintomi dell’ipertiroidismo ritroviamo:

Tiroiditi autoimmuni, di Hashimoto, subacute.

Le tiroiditi sono patologie infiammatorie della tiroide che possono essere acute o subacute. Tra le acute vi è la tiroidite autoimmune, o tiroidite cronica di Hashimoto, precedentemente citata tra le cause di ipotiroidismo. Questa condizione si instaura in seguito ad una infiammazione che provoca l’attivazione del sistema immunitario e la conseguente produzione di anticorpi diretti contro l’organo stesso che vanno a distruggere le cellule che costituiscono la tiroide con conseguente riduzione della funzionalità della ghiandola (ecco la motivazione per la quale questa patologia può essere causa di ipotiroidismo).

La tiroidite di Hashimoto può essere asintomatica, o può presentarsi con sintomi quali:

La tiroidite subacuta, o tiroidite di De Quervain invece, è una condizione infiammatoria che si presenta di solito in seguito ad infezione virale con sintomi quali:

Noduli caldi o freddi asintomatici.

I noduli alla tiroide sono un problema molto comune e quasi sempre hanno origine benigna.

Essi non comportano alcun fastidio in quanto non interferiscono col funzionamento della ghiandola. Vanno comunque controllati periodicamente per evitare future complicanze.

I noduli alla tiroide vanno generalmente distinti in:

Gozzo multinodulare, diffuso o tossico.

Il “gozzo” tiroideo, sta ad indicare un ingrossamento o iperplasia della ghiandola tiroide, quindi in tale condizione la tiroide aumenta molto di volume.

Come abbiamo avuto modo di intuire precedentemente, vi sono vari tipi di gozzo.

Tumore della tiroide.

Abbiamo precedentemente detto che i noduli alla tiroide possono essere benigni o maligni. Quando si parla di tumore della tiroide, o di carcinoma della tiroide, si parla sostanzialmente di un nodulo maligno. Questo tipo di tumore, pur presentandosi in percentuale bassa (2-3% di tutti i carcinomi), rappresenta il tumore endocrino più diffuso.

Vi sono quattro diversi tipi di carcinoma della tiroide, che differiscono sia per l’aggressività con la quale colpiscono sia per il tessuto tiroideo colpito:

Diagnosi: esami ed analisi per individuare le malattie della ghiandola.

Dopo aver esaminato quali sono i valori normali che dovrebbero essere trovati in seguito ad analisi del sangue, possiamo vedere ora quali sono gli esami da fare e comunque il percorso da seguire per la diagnosi di malattie della tiroide. Per prima cosa sta al medico di base valutare la sintomatologia ed eventualmente richiedere esami più specifici e la valutazione di questi ultimi da parte di un endocrinologo. Tra gli esami vi sono:

Test di laboratorio volti a valutare i livelli di TSH in circolo.

Si fa un prelievo di sangue e si dosa il quantitativo di questo ormone stimolante la tiroide; se il livello di TSH è basso, vuol dire che vi è ipertiroidismo (o tireotossicosi), ossia che la tiroide sta producendo quantità troppo alte di T3 e T4 (in quanto se il livello di TSH è basso significa che l’elevato quantitativo in circolo di ormoni tiroidei sta regolando l’ipotalamo facendo sì che esso produca meno ormone stimolante la tiroide), mentre se il livello di TSH è alto, significa che vi è ipotiroidismo, ossia che la tiroide sta producendo quantità basse di T3 e T4 (in quanto se il livello di TSH è alto, ciò vuol dire che l’ipotalamo avendo riconosciuto che nel sangue vi sono bassi livelli di ormoni tiroidei, rilascia TSH in modo da stimolare la tiroide a produrre T3 e T4).

Ecografia della tiroide.

Con questa metodica, si va ad analizzare la forma di questa ghiandola ed è possibile vedere se vi sono ad esempio dei noduli alla tiroide (formazioni di tessuto tiroideo solide o contenenti liquido; in quest’ultimo caso si parlerà di cisti tiroidee) o se vi è tiroidite (infiammazione della ghiandola tiroide); in alcuni casi vi può essere un’area detta “ipoecogena”, ossia una porzione della tiroide che rimanda il segnale della sonda utilizzata per l’ecografia; questo fenomeno può essere dovuto al fatto che quella porzione di tiroide è interessata da infiammazione o da un nodulo; in ogni caso bisogna procedere con altra metodica per esaminare tale porzione.

Ecocolordoppler.

E' sempre un esame strumentale che è utile però per valutare la vascolarizzazione, ossia lo stato dei vasi sanguigni che irrorano quest’organo.

Scintigrafia.

La scintigrafia è un esame simile all'ecografia, ma a differenza di quest’ultima, la scintigrafia oltre a valutare la morfologia (forma) della tiroide, fornisce informazioni supplementari per quel che riguarda la funzionalità della ghiandola e di eventuali noduli che possono essere presenti (è possibile vedere se questi noduli sono iperattivi o “caldi” o poco attivi o “freddi”). In questo caso, si somministra al paziente iodio radioattivo, nello specifico isotopi dello iodio quali I-131 (iodio-131) o I-125 (iodio-125), o tecnezio (si usa il Tc-99, anche noto come tecnezio-99), che vanno ad essere captati ed assorbiti dalle varie aree del tessuto tiroideo e, andando successivamente ad esaminare l’organo con apposita strumentazione, verrà fornita un’immagine della tiroide data da questi traccianti radioattivi e ne potranno essere esaminate quindi forma e funzionalità.

Ago aspirato.

Anche nota come biopsia della tiroide o FNA (Fine-Needle Aspiration), questa metodica permette il prelevamento di parti minuscole del tessuto che costituisce la tiroide al fine di analizzarlo; è una tecnica molto utile se ad esempio si hanno dei noduli e si vuole vedere se essi sono benigni o maligni.

Cause e fattori di rischio.

Come abbiamo visto i disturbi della tiroide possono essere molteplici ed ognuno ha delle cause specifiche.

Tuttavia vi sono dei fattori comuni che aumentano il rischio di incorrere in un cattivo funzionamento della tiroide.

Essere donna.

Le donne vanno maggiormente soggette alle patologie tiroidee nel rapporto di 4 a 1 . La causa di ciò può essere attribuita agli ormoni femminili, estrogeni, ed alle continue modificazioni ormonali che si verificano nella vita della donna, dal mestruo alla menopausa.

Familiarità.

Se in famiglia vi è un genitore o un parente con problemi alla tiroide è più probabile ammalarsi.

Fumo.

Il fumo aumenta il rischio di patologie tiroidee perché nelle sigarette vi sono delle sostanze tossiche come il tiocianato. In realtà non vi sono ancora studi che chiariscono la correlazione, ma è stato constatato che i fumatori hanno livelli più bassi di TSH e livelli più elevati di Ft3 e FT4 il che aumenta rischio di sviluppare l’ipertiroidismo , ma tale condizione sparisce se si smette di fumare.

Dieta povera di iodio.

Come è stato detto lo iodio è un elemento essenziale per il corretto funzionamento della tiroide che senza di esso non può produrre i suoi ormoni. La carenza di iodio nella dieta è quindi una delle principali cause delle malattie tiroidee.

Come si curano le patologie della tiroide?

Le terapie per il trattamento dei disturbi della tiroide variano a seconda del tipo di disfunzione o malattia che si presenta. In generale tra le terapie ritroviamo:

Terapia ormonale sostitutiva.

La terapia è a base soprattutto di levotiroxina (T4), ma è possibile utilizzare anche triiodotironina o un’associazione di entrambi questi attivi; questa terapia viene prescritta in particolare in caso di ipotiroidismo, in quanto la tiroide non produce ormoni tiroidei a sufficienza, e vi è la necessità da parte del paziente di implementarli attraverso i farmaci.

Terapia radiometabolica.

Si utilizza iodio radioattivo al fine di ridurre la dimensione di eventuali noduli o dopo rimozione di tumori dell’organo al fine di trattare rimanenze di tessuto tumorale o normale per evitare recidive.

Rimedi naturali.

Per eliminare la sintomatologia dei vari disturbi tiroidei può venirci in aiuto la fitoterapia. Essa propone un rimedio naturale per ogni patologia da affiancare alle cure della medicina tradizionale.

Cosa mangiare in caso di problemi alla tiroide.

Esaminiamo infine la dieta da seguire se si hanno particolari disfunzioni della tiroide.

Se si è colpiti da ipotiroidismo e se si è in terapia con levotiroxina è importante sottolineare che vi sono cibi che possono modificare l’assorbimento di questo farmaco portando ad una variazione dell’effetto terapeutico.

In caso invece di ipertiroidismo, è essenziale evitare di consumare, o ridurre fortemente il consumo di cibi particolarmente ricchi di iodio tra cui il sale iodato. E’ invece importante assumere alimenti a basso contenuto di questo elemento tra cui:

Quando toglierla? Terapia chirurgica.

Anche nota come tiroidectomia l'asportazione chirurgica della ghiandola tiroide si esegue in particolare in caso di noduli, tumori e gozzi e si va a rimuovere in parte o totalmente l’organo tanto che in alcuni casi, dopo intervento chirurgico è necessaria terapia ormonale sostitutiva.

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