Candida intestinale: sintomi, diagnosi, cura, dieta e rimedi naturali
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Quali sono i sintomi con cui si manifesta la candida intestinale e come viene diagnosticata? Approfondiamo le possibili cure, dai farmaci ai rimedi naturali ed alla dieta adeguata che contrasta il proliferare del fungo normalmente presente nel nostro organismo.
Cos’è la candida intestinale.
La candida è un fungo che normalmente si trova nel nostro organismo come commensale (che vive dentro un altro organismo a cui non arreca alcun danno) sottoforma di spora di lievito, cioè in forma unicellulare. I distretti in cui comunemente si trova la candida come commensale sono diversi e comprendono le mucose specialmente quelle del tratto genito - urinario e intestinale. La candida inoltre, è anche un fungo opportunista, è in grado cioè, ad opportune condizioni, di determinare una patologia infettiva chiamata candidosi che, nel caso in cui sia localizzata nell'intestino, prende il nome di candidosi intestinale.
Approfondisci come si manifesta l'infezione da candida.
Come avviene la trasformazione da fungo commensale a patogeno?
In condizioni fisiologiche la candida vive nell'organismo umano come commensale saprofita che si nutre degli zuccheri e che non crea alcun danno all'essere umano, anche perché la sua crescita è tenuta, sotto controllo sia dal sistema immunitario che dalla flora microbica intestinale.
Tuttavia in determinate condizioni è possibile che tale fungo assuma le caratteristiche di un patogeno, passando dalla condizione quiescente e silente, che non crea alcun problema, alla forma vegetativa, capace di determinare malattia. La trasformazione della candida da commensale a patogeno prevede i seguenti passaggi:
- Le ife: la membrana della cellula inizia ad estroflettersi formando dei filamenti che si vanno allungando a partire dal loro apice, in questa forma la cellula prende il nome di ifa.
- Proliferazione: le estroflessioni, che prendono il nome di rizoidi, si attaccano ai tessuti che circondano la cellula, nel caso della candidosi intestinali alle pareti dell'intestino, e proliferano causando la patologia.
Contagio.
La candidosi intestinale non non si trasmette da persona a persona, non ha quindi nessuna modalità di trasmissione e non vi è contagio, è semplicemente una malattia che si manifesta in particolari condizioni. Per lo stesso motivo può colpire sia soggetti di sesso maschile che di sesso femminile (per la candidosi vaginale sono più esposte le donne rispetto agli uomini) in maniera indiscriminata, e può manifestarsi anche nei bambini.
Le cause per cui si ha la trasformazione del fungo in patogeno.
Le cause dell'infezione non sono molte e sono da ricondursi spesso a condizioni particolari (prime tra tutte l'immunocompromissione o l'immunosoppressione) in cui si trova il soggetto in un determinato momento della sua vita.
Terapia antibiotica.
Nelle persone che sono state sottoposte a terapia antibiotica, la normale flora batterica intestinale viene modificata ed alterata il che permette alla candida di proliferare e prendere il sopravvento.
AIDS, o patologie autoimmuni.
I soggetti affetti da AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita, causata dal virus HIV) o da patologie autoimmuni quali sclerosi, Lupus o diabete, hanno un sistema immunitario è fortemente compromesso a causa della malattia. Questo consente alla candida di riprodursi incontrollatamente.
Trapianti.
I soggetti sottoposti a trapianto devono assumere farmaci immunosoppressori. Tali farmaci riducono il funzionamento del sistema immunitario per impedire il rigetto del trapianto ma nello stesso tempo aumentano il rischio di infezioni in quel dato paziente.
Neoplasie, radioterapia o chemioterapia.
I soggetti affetti da neoplasie che si stanno curando mediante radioterapia o chemioterapia sono più soggetti all'infezione perché queste terapie debilitano il sistema immunitario.
Stress.
Quando si è eccessivamente stressati o ansiosi si instaura un immunosoppressione temporanea che può scatenare l’insorgenza del fungo.
Come si effettua la diagnosi della micosi?
La diagnosi di candidosi intestinale non è molto semplice in quanto, se la candida è localizzata solo nel tratto intestinale e non ha colonizzato altri distretti quali il sangue o la vescica, non sarà facilmente rilevabile. Gli esami clinici e strumentali che possono essere utilizzati sono:
Esame delle feci.
va eseguito specificando che la coprocoltura (nome tecnico dell'esame delle feci) va eseguita ricercando specificatamente la candida e non i miceti in generale. L'esame delle feci però non ha un grande significato diagnostico in quanto la presenza di candida a livello fecale non sempre è indice di patologia. Nonostante ciò è spesso utilizzato come conferma della sintomatologia.
Esame istologico.
E’ un esame molto invasivo, prevede di prelevare tramite colonscopia una biopsia dei campioni di tessuto intestinale e di analizzarli successivamente al microscopio per rilevare la presenza di microrganismi. Non viene utilizzato di frequente.
Qualora la candida abbia colonizzato anche altri distretti dell'apparato gastro - intestinale è possibile ricorrere ad altri esami come:
- la gastroscopia al fine di osservare un'eventuale colonizzazione dell'esofago,
- oppure di test in farmacia utile a determinare una colonizzazione del cavo orale da parte del fungo.
- I comuni esami del sangue invece non sono utili al rilevamento della candida ma è possibile sottoporre il campione di sangue a test immunoenzimatici (come il test ELISA) al fine di ricercare la presenza di specifici antigeni del fungo.
Sintomi: le tossine prodotte dal fungo provocano una sintomatologia molto varia.
Vediamo quindi, quali sono i sintomi che devono far sospettare di soffrire di candidosi intestinale. La candida intestinale altera il normale equilibrio dell'organismo in quanto l'intestino è uno degli organi maggiormente coinvolti nel mantenimento dello stato di salute del soggetto, sia perché in esso hanno sede i processi digestivi, sia perché contiene la flora batterica intestinale che funge da sistema immunitario. Inoltre la candida è capace di produrre un gran numero di tossine (almeno 80) che una volta entrate nel circolo sanguigno raggiungono tutti i distretti corporei causando un'ampia e diversa sintomatologia.
I sintomi più comuni che possono aiutare a riconoscere la candida intestinale sono rappresentati da:
Rallentamento dei processi digestivi.
La cattiva digestione è causata dall'azione inibitoria sugli enzimi della digestione e dell'alterazione della mucosa intestinale. Il rallentamento della digestione è frequente causa di meteorismo che causa la sensazione di avere la pancia gonfia e frequenti dolori al basso ventre.
Stipsi, diarrea e muco nelle feci.
L’alterazione della mucosa intestinale per l'azione distruttiva e irritante della candida provoca la comparsa di diarrea o stipsi, episodi di colite e presenza di muco nelle feci.
Vertigini, mal di testa e depressione.
Manifestazioni di tipo neuropsichico lievi, come vertigini, mal di testa, difficoltà di concentrazione, o gravi come episodi di depressione e disturbi ossessivo - compulsivi sono causati dalla capacità della candida di produrre delle sostanze tossiche come l'acetaldeide la quale riesce a passare la barriera emato-encefalica provocando diversi danni a livello del sistema nervoso centrale.
Perdita di peso.
A causa dell'alterazione degli enzimi digestivi e del processo di digestione in generale il soggetto colpito da candida intestinale non riesce ad assimilare in maniera corretta i nutrienti e quindi si trova in uno stato di malnutrizione.
Stanchezza, febbre, prurito, dolori muscolari.
Altri sintomi non da ricondurre specificatamente un'azione diretta della candida ma dovuti allo stato d’infezione e alle tossine che il micete rilascia nell'organismo, sono senso di stanchezza e di spossatezza, talvolta comparsa di febbre, prurito e bruciore a livello anale, mentre altri sintomi non specifici possono essere gli arrossamenti degli occhi, la ritenzione idrica (responsabile di un aumento di peso) e i dolori muscolari e ossei.
Conseguenze della candida: la cronicizzazione può portare intolleranze alimentari.
La candidosi intestinale può cronicizzare e portare conseguenze tra cui lo sviluppo di intolleranze alimentari. Questo è dovuto al fatto che i rizoidi quando si attaccano alla parete intestinale ne alterano la struttura e la permeabilità e favoriscono la formazione di microcanali attraverso i quali passano dei piccoli frammenti proteici non digeriti. Questi frammenti di proteine passano nel sangue e vengono riconosciuti come allergeni, sostanze cioè in grado di scatenare allergie e intolleranze.
In particolare si è visto che in alcuni soggetti affetti da candida intestinale vi è un alto numero di anticorpi anti - gliadina e anti - caseina, responsabili rispettivamente di intolleranze al glutine e al lattosio.
Puoi approfondire cosa sono le intolleranze alimentari e come è possibile curarle.
Che fare?
La terapia può essere varia, farmacologica e naturale, sarà il medico in ogni caso, dopo le indagini diagnostiche, a indicare la terapia più opportuna per ogni singolo soggetto.
L’alimentazione è utile per prevenire la patologia?
Importante sia nella prevenzione che nel trattamento delle candidosi intestinali è l'alimentazione in quanto una dieta scorretta, priva di fibre e ricca di zuccheri semplici, può portare all'insorgenza della patologia. Chi soffre di candidosi intestinale non deve seguire una vera e propria dieta ma deve limitare o evitare il consumo di alcuni alimenti e prediligerne altri, in particolare:
Alimenti da evitare. Vanno eliminati ti gli alimenti che forniscono zuccheri semplici come i carboidrati raffinati quali pane e pasta bianchi, lo zucchero da cucina, le bevande gassate e quelle alcoliche, i succhi di frutta, i dolcificanti, i prodotti a base di lievito, il latte e i latticini come per esempio i formaggi molto stagionati., la frutta secca, e i dolcificanti sintetici. Anche tutti gli alimenti che contengono caffeina vanno evitati in quanto può provocare il rilascio di zuccheri da parte dell'organismo.
Alimenti da limitare. Sono da limitare fortemente i cibi come le patate, i peperoni, le melanzane, la frutta, alcuni condimenti come l'aceto, il mais, il pane integrale. Alcuni latticini come lo yogurt magro o il latte parzialmente scremato o a basso contenuto di lattosio possono essere assunti limitatamente.
Alimenti da preferire. Sono da preferire i sostituti del latte come il latte di soia, di avena o di riso, le carni magre come pollo e tacchino, il pesce, i cereali come il kamut, la quinoa o il farro, le verdure di stagione, i legumi, gli oli di origine vegetale come l'olio di semi di lino.
Nel caso la prevenzione non sia sufficiente bisogna intervenire farmacologicamente.
I farmaci da utilizzare nei casi gravi di candida all'intestino.
In alcuni casi, i più gravi o i più resistenti, è necessario ricorrere alla terapia farmacologica per ridurre la sintomatologia e accelerare il processo di guarigione. La posologia e la durata della terapia verranno stabilite dal medico in base ai casi.
Per molti anni la terapia antimicotica contro la candida era rappresentata dal Ketoconazolo venduto in Italia sotto il nome di Nizoral. Nel 2013, però, la FDA ( Food and Drug Administration -Agenzia per gli alimenti ed i medicinali) ha proibito l'utilizzo di tale farmaco per via orale che perchè può avere gravi effetti collaterali a livello epatico. Il farmaco è ammesso solo per un uso topico sotto forma di shampoo o creme per trattare le infezioni fungine del cuoio capelluto.
I farmaci attualmente utilizzati sono antimicotici e antibiotici ad uso sistemico come:
- fluconazolo: è uno dei farmaci più comunemente utilizzati ed ha la funzione di inibire la sintesi di uno dei componenti della parete cellulare del fungo. Si somministra per via orale sottoforma di compresse.
- Nistatina: conosciuto con il nome commerciale di Mycostatin questo farmaco è un antibiotico che si assume per via orale sottoforma di compresse, solitamente tre volte al giorno. La sua azione è nei confronti della membrana citoplasmatica, in quanto ne inibisce le funzioni impedendo alla cellula di vivere.
- Amfotericina B: è un antimicotico ad ampio spettro, non ha cioè specificità per la candida ma si utilizza per le infezioni sostenute in generale dai miceti. Viene somministrato per via parenterale.
- Echinocandina: appartiene ad una classe di farmaci di nuova generazione ed ha uno spettro d'azione ristretto agendo in maniera specifica contro la candida. La sua modalità di azione è nei confronti della parete cellulare del fungo, il farmaco inibisce infatti un enzima responsabile della formazione di un componente della parete della cellula. Si somministra per via orale..
Rimedi naturali: integratori a base di erbe.
La terapia della candidosi intestinale basata su cure naturali prevede l'impiego di sostanze naturali, sia derivate dalle piante che da microrganismi chiamati probiotici, che hanno un'azione antimicrobica e antibiotica. Questa soluzione è da applicare in caso in cui la candidosi sia causata da stress o da alimentazione errata oppure da terapia antibiotica. Tra i rimedi possiamo citare:
- GSE o estratto di semi di pompelmo i quali contengono numerosi principi attivi come narginina, quercetina, apigenina ed esperidina che hanno proprietà antimicotiche.
- L'uva ursina: che contiene eterosidi fenolici come l'arbutina, che le conferiscono proprietà curative contro i miceti e i batteri. È particolarmente attiva a livello vescicale ma può essere utilizzata anche come disinfettante intestinale per la candidosi.
- Bicarbonato: (un cucchiaino da sciogliere in acqua e da assumere due volte al giorno) aiuta ad alzare il pH e a creare quindi un ambiente basico che non consente la proliferazione della candida.
- L'acido caprilico: un acido grasso che si trova nelle noci di cocco e nell'olio di semi di palma, che si utilizza in quanto è capace di distruggere la membrana cellulare della candida portando quindi a morte la cellula.
- Probiotici: cioè microrganismi come i lactobacilli (in particolare Lactobacillus acidophilus) e alcuni lieviti (come Saccharomyces Boulardii) che sono in grado di ripristinare la flora batterica intestinale.
- Tea tree oil. Ha proprietà antibiotiche e può essere utilizzato sia per uso interno che esterno.
- L’aglio, antibiotico ed antifungino naturale per eccellenza va consumato fresco o in compresse gastroresistenti.
Le terapie naturali hanno una durata variabile che va da un minimo di 1 - 2 mesi qualora vi sia solo il sospetto di soffrire di candidosi intestinale, a un massimo di 3 - 6 mesi qualora vi sia l'effettiva conferma diagnostica di soffrire della patologia. La somministrazione di questi integratori erboristici avviene per via orale e la posologia varia in base alla gravità della situazione.
Come trattare la candida in gravidanza.
Nonostante la candidosi durante la gravidanza non sia ritenuta pericolosa per il feto, necessita comunque di una terapia.
Purtroppo in gravidanza alcuni farmaci non possono essere assunti ed anche il fluconazolo per via orale è sconsigliato perché potrebbe avere effetti sul feto. Tuttavia il fluconazolo, a dosaggi standard e per brevi periodi di trattamento, può essere assunto su consiglio del medico in casi necessari dopo il primo trimestre di gestazione. La FDA americana ha segnalato che un alto dosaggio di questo farmaco assunto per tempi prolungati è associato a malformazioni fetali
Esiste un vaccino contro la candida?
Al momento in Italia non è disponibile alcun vaccino contro la candida.
Tuttavia pare una specie di vaccino il Gynatren, possa essere acquistato a San Marino, in Vaticano o in Svizzera.
Il vaccino consiste in tre iniezioni da fare a distanza di due settimane una dall'altra e in due richiami a distanza di un anno.