Intolleranza al lievito: sintomi. Cosa mangiare? Cibi consentiti e da evitare

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 Giada Zanza (Medicina e Chirurgia) Consulente Scientifico:
Giada Zanza
(Specialista in medicina e chirurgia)

Esaminiamo il tema dell’intolleranza al lievito, scopriamo come si manifesta e come comportasi a tavola per non affaticare l’intestino.

Intolleranza al lievito: cos’è?

L’intolleranza al lievito è un tipo di intolleranza alimentare, cioè una reazione avversa conseguente all'ingestione di uno o più cibi particolari che non coinvolge il sistema immunitario (cosa che accade nelle allergie).

L’espressione “intolleranza al lievito” non è proprio corretta, perché i sintomi percepiti sono dovuti ai prodotti della fermentazione, la decomposizione di molecole organiche in assenza di ossigeno, piuttosto che a una certa molecola facente parte della struttura del lievito.

Approfondisci le caratteristiche delle intolleranze alimentari.

Attualmente la diagnosi di intolleranza al lievito non è accettata dalla comunità medico-scientifica, e finora non sono stati condotti studi rigorosi in merito.

Gli agenti lievitanti: le tipologie.

Il lievito è un fungo che produce gli enzimi della fermentazione, cioè il processo che libera anidride carbonica per avere impasti soffici e gonfi.

Gli agenti lievitanti si possono dividere in due classi: naturali e chimici. Vediamoli nel dettaglio.

Lieviti naturali: lievito di birra e lievito madre.

Utilizzati fin dai tempi più remoti, sono così chiamati perché formati da esseri viventi, i lieviti, che hanno le seguenti caratteristiche:

Tra gli agenti lievitanti naturali ricordiamo:

Lieviti chimici.

Sono le tipiche polveri lievitanti usate nella preparazione dei dolci da forno. Due sono le caratteristiche che li distinguono da quelli naturali:

Cause della disbiosi intestinale.

In realtà, dunque, per intolleranza ai lieviti, si intende un mutamento della composizione della flora intestinale (disbiosi) a favore dei lieviti del genere Candida che comporta un rallentamento della digestione e altri sintomi.

La disbiosi può essere a sua volta anche la conseguenza della:

Una volta che le condizioni diventano favorevoli, Candida (soprattutto C. albicans) comincia a proliferare senza controllo e produce tutta una serie di proteine che le permettono di aderire alla mucosa, di operare una transizione da lievito a ifa (una struttura vivente filamentosa e ramificata) e di invadere la parete dell’organo in modo da entrare nel circolo sanguigno arrivando in nuovi organi e tessuti. Secondo i promotori dell’esistenza di questa intolleranza, l’assunzione di lievito contribuirebbe ad aggravare i danni fatti dalla Candida nell'apparato digerente e in altri organi. Ma perché allora si parla di ipotesi? Per due motivi:

I sintomi di questa intolleranza.

Sulla base dei disturbi riportati dalle persone che sospettano di soffrirne, si potrebbe collegare l’intolleranza al lievito ad una vasta gamma di sintomi, che differiscono da persona a persona. Vediamone alcuni:

Notiamo che tali sintomi non sono specifici, si tratta di manifestazioni che potrebbero tranquillamente essere dovute ad altri disturbi o patologie.

A questo punto è doveroso fare la seguente considerazione: è vero che ci sono degli individui che riferiscono di aver sperimentato effetti collaterali dopo aver mangiato prodotti lievitati, ma ciò non significa necessariamente che sia una questione legata agli agenti lievitanti, ma possono dipendere da altre cause quali:

Come scoprire l'intolleranza ai prodotti della fermentazione?

La diagnosi dell'intolleranza al lievito, non è semplice data la genericità dei sintomi che possono così configurare un gran numero di malattie.

Non vi sono test specifici ma solo alcuni esami che vengono impiegati per confermare un’intolleranza in genere, vediamone alcuni:

La comunità scientifica medica sottopone a un attento controllo tutti i nuovi test diagnostici, per poter dare ai clinici informazioni precise sulla validità dei test. I test menzionati sono risultati:

Cosa fare? Gli alimenti consentiti e quelli da evitare.

Una volta esclusa attraverso i test specifici che il malessere non sia imputabile ad altri disturbi ad esempio, intolleranza al lattosio o al glutine, è necessario rivolgersi ad un gastroenterologo per escludere la presenza di malattia infiammatoria intestinale cronica, come il morbo di Crohn.

Qualora i sintomi non sono dovuti a malattie conclamate si può provare ad escludere per qualche giorno o settimana sia gli alimenti con lievito che quelli ottenuti grazie alla fermentazione, ed osservare se vi è un miglioramento delle proprie condizioni.

Cosa non mangiare: alimenti che contengono lievito.

Alimenti senza lievito ma che hanno subito un processo di fermentazione.

La lista proposta coinvolge moltissimi alimenti per cui è evidente che risulta difficile toglierli tutti dal menù, in quanto si rischierebbe di privarsi dell’apporto dei nutrienti essenziali. L’approccio più corretto è quindi quello di migliorare le proprie abitudini a alimentari e, con la guida del medico curante, programmare una dieta su misura.

Esempio di dieta per disintossicarsi dai prodotti della fermentazione.

Questo regime alimentare di solito è programmato per concedere alla persona il recupero della tolleranza ad un determinato cibo.

La dieta prevede due giorni alla settimana, ad esempio il mercoledì e la domenica, nei quali possa mangiare prodotti lievitati o in generale fermentati (con moderazione) alternati a giorni di astinenza.

Giorno di astinenza tipo.

Colazione.

Spuntino metà mattina/metà pomeriggio.

Pranzo.

Cena.

Giorno di reintroduzione tipo.

Colazione.

Spuntino metà mattina/metà pomeriggio.

Pranzo.

Cena.

Col passare delle settimane sarà possibile aumentare i giorni di alimentazione libera, fino ad arrivare a concedere all'organismo un solo giorno per depurarsi.

Eventualmente, come sostituire il lievito?

Come abbiamo visto anche in presenza di sintomi provocati da prodotti lievitati non è consigliabile eliminarli del tutto perchè si potrebbe incorrere in un'alimentazione poco equilibrata.

Si possono, invece sostituire i lieviti comuni con agenti lievitanti più digeribili come il Cremor tartaro un sale acido al quale viene addizionato del bicarbonato perché avvenga la lievitazione, o bicarbonato di sodio sciolto in acqua frizzante o nel succo di limone.

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