Come curare il mal di schiena ? Farmaci, tecniche, esercizi e rimedi naturali
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Cosa possiamo fare per curare il mal di schiena, di cui soffrono due persone su tre? Generalmente si può scegliere tra: farmaci (antinfiammatori, rilassanti muscolari, corticosteroidi, analgesici oppioidi); rimedi naturali (fitoterapia) e tecniche (dispositivi che rilasciano calore, massaggi). Approfondiamo.
Come curare il mal di schiena?
Il mal di schiena è un disturbo serio e assai diffuso. Nella maggior parte delle persone colpite il dolore scompare da solo, e questo porta a credere che sia possibile curarlo con trattamenti fai-da-te, senza parlarne con il medico. Questo ragionamento è sbagliato, perché spetta al medico fare diagnosi e presentarci le opzioni terapeutiche più opportune.
Possiamo gestire il dolore alla schiena avvalendoci di:
- Rimedi farmacologici, come farmaci antinfiammatori non steroidei, rilassanti della muscolatura scheletrica, corticosteroidi, analgesici oppioidi.
- Rimedi naturali, come la fitoterapia.
- Tecniche, come dispositivi che rilasciano calore e massaggi.
- Esercizi, per rinforzare i muscoli della parete addominale e i muscoli della parete lombare.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento, conosciamo il disturbo da trattare.
Generalità sulla lombalgia.
Il mal di schiena comporta una limitazione considerevole delle attività che una persona può compiere, e anche una certa spesa economica, sia per la ricerca di trattamenti che possano risolverlo sia per le assenze dal lavoro.
Può coinvolgere qualsiasi tratto della colonna vertebrale, ma la regione più interessata è quella lombare: si parla, infatti, di lombalgia. Le vertebre lombari, infatti, presentano dimensioni notevoli, perché devono sostenere il peso del corpo. Al tempo stesso, la porzione lombare della colonna è dotata di una certa libertà di movimento - permette la flessione, l’estensione, l’inclinazione laterale e, cosa molto importante, la rotazione; questo fatto la rende meno stabile della porzione sovrastante, quella toracica.
Le cause del mal di schiena sono molteplici e di diversa natura, il dolore può essere dovuto a patologie quali:
- malattie congenite, come la spina bifida occulta,
- traumi della colonna vertebrale,
- ernia del disco,
- malattie reumatiche, come la spondilite anchilosante,
- malattie degenerative, come la stenosi (restringimento) del canale vertebrale.
- osteoporosi,
- infezioni, come l’osteomielite vertebrale,
- neoplasie, solitamente metastasi ossee,
o anche a abitudini scorrette quali:
- postura errata,
- o materasso troppo morbido.
Farmaci usati per la lombalgia.
Esistono diverse classi di farmaci prescritti allo scopo di alleviare o eliminare il dolore:
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS),
- rilassanti della muscolatura scheletrica (SMR),
- corticosteroidi (o farmaci antinfiammatori steroidei, FAS),
- analgesici oppioidi.
Vedremo che si tratta di molecole con meccanismi d’azione assai diversi tra loro, sulle quali sono stati condotti numerosi studi scientifici.
Approfondisci quali sono i farmaci per il mal di schiena.
Farmaci antinfiammatori non steroidei.
I FANS sono tra i farmaci più conosciuti perché esistono diverse specialità da banco, che possono cioè essere acquistate senza la prescrizione del medico.
Sono molecole che trovano largo impiego nelle patologie dell’apparato muscolo-scheletrico; hanno un’azione analgesica che dipende dall’effetto antinfiammatorio.
I FANS agiscono inibendo un enzima chiamato cicloossigenasi (COX). Quest’ultimo è responsabile della produzione di mediatori dell’infiammazione chiamati prostaglandine. Le prostaglandine inducono una iperalgesia nei tessuti, significa che riducono la soglia del dolore. Esempi sono il diclofenac e l’ibuprofene.
il paracetamolo viene considerato un FANS sebbene praticamente non possieda un effetto antinfiammatorio, perché condivide con questi farmaci il potere analgesico.
Secondo le nuove linee guida sul trattamento del mal di schiena dell’American College of Physicians, ACP (pubblicate su Annals of Internal Medicine, 2017) i FANS sono considerati i farmaci di prima scelta sia per il mal di schiena acuto/subacuto, che cronico, nel momento in cui le opzioni non farmacologiche (esercizio etc.) non riescono da sole a far star meglio la persona.
L’uso continuativo di FANS è associato soprattutto ad effetti collaterali di tipo gastrico, con bruciore e formazione di ulcere; questo perché le prostaglandine vengono prodotte quotidianamente nella mucosa gastrica per il loro effetto protettivo.
Rilassanti muscolari per le contratture della schiena.
Gli SMR sono farmaci che riducono il dolore generato dalla contrazione eccessiva dei muscoli, che può essere provocata da traumi, strappi o dalla compressione di un nervo spinale.
Un esempio è la ciclobenzaprina; secondo le nuove linee guida ACP è possibile usare i SMR nel trattamento della lombalgia acuta e subacuta in alternativa ai FANS.
L’effetto collaterale più importante dei rilassanti della muscolatura è rappresentato dalla sedazione: infatti, l’uso di macchinari o la guida di un veicolo sono controindicati nel momento in cui si assume un farmaco di questo tipo; una soluzione potrebbe essere l’uso nelle ore notturne.
Corticosteroidi.
Si tratta di farmaci sintetizzati a partire da ormoni prodotti nel nostro organismo, chiamati glucocorticoidi.
Sono capaci di ridurre il dolore perché sono antinfiammatori; ma rispetto ai FANS hanno uno spettro d’azione più vasto, perché agiscono a monte del processo, sul DNA, influenzando l’espressione genica e quindi la produzione di mediatori dell’infiammazione.
I corticosteroidi sono largamente usati per trattare il mal di schiena associato alla radicolopatia, il danno delle radici nervose che può essere provocato da:
- stenosi vertebrale; il restringimento del canale vertebrale può essere provocato da patologie come la spondilite anchilosante o anche dal fumo di sigaretta
- da un’ernia discale; la degenerazione dell’anello fibroso permette la protrusione del nucleo polposo del disco all’interno del canale vertebrale.
Patologie che possono portare alla compressione delle radici nervose e quindi al danno e al dolore.
Gli effetti collaterali associati all’uso di corticosteroidi insorgono quando vengono usati per lunghi periodi. Sono in grado di arrestare la sintesi degli ormoni glucocorticoidi endogeni, hanno un effetto diabetogeno, determinano osteoporosi, per citarne alcuni; infatti vengono usati in situazioni particolari, e sempre valutando il rapporto rischio/beneficio.
La ricerca.
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (Friedly et al. 2014) valutava gli effetti di iniezioni epidurali, tra la dura madre e le pareti del canale vertebrale, di corticosteroidi più lidocaina, confrontandoli con iniezioni di anestetico locale da solo. Lo studio ha coinvolto 400 partecipanti e gli autori sono rimasti sorpresi quando hanno osservato che dopo 6 settimane i glucocorticoidi non mostravano un effetto superiore nel ridurre la percezione del dolore e della disabilità, rispetto alla lidocaina da sola. Tra le ipotesi formulate per spiegare questo risultato c’è l’effetto placebo. È stato pubblicato un editoriale di commento allo studio di Friedly e colleghi, nel quale si osserva che purtroppo le alternative di trattamento sono poche e su alcuni pazienti i corticosteroidi sono efficaci, per cui potrebbero continuare ad usufruire delle iniezioni di farmaco.
Analgesici oppioidi per il dolore alla schiena.
Questi farmaci possono essere di origine naturale, come la morfina, oppure sintetica, come idromorfone e ossicodone.
Gli oppioidi alleviano il dolore modificando l’attività dei neuroni. Si legano a recettori, indicati con la lettera greca μ, e riducono la trasmissione dello stimolo dolorifico lungo il midollo spinale; altra cosa molto importante è che riducono l’ansia e l’angoscia scatenate dal dolore, dando una sensazione di benessere; si dice che agiscono sulla componente emotiva del dolore.
Il farmaco tramadolo viene incluso tra gli oppioidi, pur avendo un meccanismo particolare; infatti è meno efficace sui recettori μ rispetto alla morfina, tuttavia aumenta l’attività delle vie nervose serotoninergiche e noradrenergiche, che inibiscono la trasmissione del dolore lungo il midollo.
Gli oppioidi non sono farmaci da banco. Vengono prescritti nel momento in cui altre terapie farmacologiche, in questo caso a base di FANS, falliscono, soprattutto se stiamo parlando di pazienti con dolore alla schiena cronico o dolore generato da un cancro.
Le linee guida dell’American College of Physicians consigliano di tentare prima col tramadolo, e di usare gli oppioidi con meccanismo “classico” come ultima opzione di scelta.
La scelta di prescrivere a una persona degli oppioidi per il mal di schiena avviene dopo una valutazione di rischi e benefici: sono responsabili di effetti collaterali importanti, come nausea e vomito, la sedazione, la depressione respiratoria, oltre alla possibilità che si sviluppi dipendenza dal farmaco.
Rimedi naturali: la fitoterapia.
Abbiamo visto che il mal di schiena può derivare da uno stato infiammatorio dell’apparato muscolo-scheletrico.
Esistono degli estratti di piante, o di parti di esse, che hanno dimostrato un effetto antinfiammatorio, per esempio:
- l’artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens), del quale si usano le radici secondarie, ricche di un composto chiamato arpagoside;
- il salice bianco (Salix alba), del quale si adopera la corteccia, che contiene un principio attivo chiamato salicina.
Questi fitoterapici possono essere somministrati per via orale, o anche per via topica, sotto forma di creme. È possibile associarli.
La loro efficacia nel trattamento del mal di schiena è stata valutata dal gruppo Cochrane (2014), che periodicamente raccoglie gli studi condotti su un certo argomento e fa delle revisioni sistematiche. È stato visto che riducevano il dolore più del placebo e più o meno allo stesso modo di una dose standardizzata del farmaco scelto per il confronto.
Però si trattava di studi di bassa qualità che non verificavano gli effetti a lungo termine di questi fitoterapici; inoltre, il rofecoxib è stato ritirato dal commercio qualche anno fa perché aumentava il rischio cardiovascolare, per cui sarebbe l’ideale fare un confronto con farmaci che ancora vengono usati.
Tecniche per trattare il dolore alla schiena.
Sia il mal di schiena acuto, che quello subacuto sono caratterizzati da un’ottima prognosi; questo vuol dire che la maggior parte delle persone colpite migliora col tempo, a prescindere da un trattamento farmacologico.
Alcune delle tecniche esaminate dagli esperti che possono determinare un miglioramento del dolore alla schiena sono:
Elettroterapia.
Viene effettuata attraverso dispositivi che rilasciano calore. Hanno l’aspetto di larghe fasce monouso che si applicano sulla pelle. Stando a quanto riportato sulle linee guida dell’ACP, evidenze di qualità discreta mostrano che il calore ha un effetto moderato sul dolore acuto, e la disabilità che questo comporta, e quindi è superiore al placebo. Il miglioramento è stato osservato dopo 4-5 giorni.
I massaggi.
Per quanto riguarda il mal di schiena subacuto e cronico, evidenze di bassa qualità mostrano che i massaggi abbinati a un altro intervento, per esempio l’esercizio, determinino un miglioramento a breve termine del dolore. In generale, gli studi che valutavano i massaggi hanno dato risultati positivi, anche se di piccola entità, per questa ragione li ritroviamo nelle linee guida dell’American College of Physicians.
Agopuntura.
L'agopuntura è una pratica orientale che, attraverso l'inserimento di sottilissimi agli sottocutanei in punti specifici del corpo, stimola la produzione di endorfine.
Le endorfine sono messaggeri chimici prodotti dal cervello che hanno la proprietà di calmare il dolore e lenire l'infiammazione.
Se eseguita correttamente l'agopuntura non è dolorosa e non presenta effetti collaterali.
Osteopatia.
L'osteopatia è una tecnica di medicina alternativa nata alla fine dell'ottocento negli Stati Uniti ad opera di Tylor Still.
L'osteopatia ritiene la causa del dolore è spesso lontana dalla sede in cui esso si manifesta, per cui l'osteopata deve ricercare le alterazioni del corpo che portano al manifestarsi del dolore e, attraverso la manipolazione, eliminarle per eliminare il dolore. E' particolarmente utilizzata per il dolore lombo-sacrale.
Esercizi per avere muscoli lombari e muscoli addominali più forti.
È appurato che rimanere a letto per il mal di schiena può essere utile per uno, massimo due giorni. Senza dubbio è importante rimettersi in moto il prima possibile, evitando lavori pesanti che possono peggiorare il nostro mal di schiena.|
Gli esercizi che proporremo servono a rinforzare i muscoli del dorso, che controllano i movimenti della colonna vertebrale, e anche i muscoli dell’addome, perché la stabilità della nostra schiena dipende anche da una parete addominale robusta!
Sono esercizi semplici che possono essere fatti a letto senza alcuna attrezzatura e in particolare si tratta di:
- esercizi per rinforzare i muscoli della regione lombare,
- esercizi per rinforzare i muscoli della parete addominale,
- stretching,
- esercizi per la mobilità della colonna vertebrale.
Esercizi per rinforzare i muscoli della regione lombare.
- Esercizio 1. Stenditi sul letto a pancia in giù (posizione prona). Inspirando col naso ed espirando con la bocca solleva il braccio sinistro e la gamba destra, torna alla posizione di riposo, poi solleva il braccio destro e la gamba sinistra. Questo esercizio prevede 3 serie con dodici ripetizioni per ogni coppia braccio-gamba, e un riposo tra una serie e la successiva di 15-30 secondi.
Esercizi per rinforzare i muscoli della parete addominale.
Di seguito elenchiamo gli esercizi per allenare i muscoli della parete addominale.
- Esercizio 1. Stenditi a pancia sopra (posizione supina) piega le ginocchia, senza esagerare, mantenendole distanziate, con i piedi paralleli e ben appoggiati al letto. Incrocia le braccia portando le mani sulle spalle e tieni il mento rientrato, cioè avvicinalo allo sterno. Inspira col naso, e mentre espiri con la bocca solleva la testa, le spalle e la parte superiore della schiena, contraendo i muscoli addominali; torna alla posizione di partenza e riprendi dopo un attimo di pausa. Questo esercizio va ripetuto dieci volte.
- Esercizio 2. In alternativa, sempre tenendo le ginocchia piegate metti le mani dietro la testa, tenendo le braccia piegate con i gomiti in fuori. Inspira col naso, e mentre espiri solleva parzialmente il busto contraendo gli addominali. Questo esercizio prevede 3 serie formate da 15 ripetizioni; il riposo tra una serie e l’altra dura 30-45 secondi.
Stretching.
Vediamo quali sono gli esercizi per allungare la colonna vertebrale.
- Esercizio 1. Sistemati in ginocchio sul letto, siediti sui talloni e tieni le mani appoggiate sulle cosce. Inspira col naso, e mentre porti fuori l’aria fai scivolare le braccia sul letto, con le mani aperte e mantenendo la testa rilassata, fino a che non avrai allungato per intero la colonna vertebrale. Dopo aver mantenuto questa posizione per qualche istante, inspira nuovamente ed espira ripetendo dolcemente il movimento al contrario e torna alla posizione di partenza. Questo esercizio va ripetuto 5 volte.
- Esercizio 2. Sistemati in posizione supina e distendi le gambe. Porta il ginocchio sinistro al petto e trattienilo con le mani per 10-15 secondi, per allungare i muscoli della regione lombare. Distendi la gamba, e ripeti con il ginocchio destro. Infine, porta entrambe le ginocchia al petto.
- Esercizio 3. Stenditi a pancia in su e avvicina il bacino al muro portando in alto gli arti inferiori: i talloni devono toccare il muro e il piede deve formare un angolo retto (90°) con la gamba. Le ginocchia devono essere estese, e le braccia estese e rilassate lungo i fianchi. Si mantiene la posizione per 10-15 secondi respirando lentamente.
- Esercizio 4. Stenditi a pancia in giù, tenendo le gambe unite e i piedi rilassati. Inspira con il naso e, facendo leva sulle braccia ben distese, solleva il busto per allungare gli addominali; espirando ritorna alla posizione di partenza, e riprendi dopo una breve pausa. Questo esercizio va ripetuto 3 volte.
Esercizi per la mobilità della colonna vertebrale.
Elenchiamo, infine, alcuni esercizi per aumentare la flessibilità della schiena.
- Esercizio 1. Sistemati sul letto in posizione supina, piega le ginocchia nella giusta misura, mantenendole distanziate, e appoggia bene i piedi al letto; tieni le braccia distese lungo i fianchi con i palmi delle mani verso l’alto, e il mento rientrato. Inspira col naso e nel mentre inarca la zona lombare della colonna. Ritorna alla posizione originale portando fuori l’aria. Questo esercizio va ripetuto 10 volte.
- Esercizio 2. Disponiti a quattro zampe con le ginocchia divaricate e perfettamente in linea con l’anca. Le mani, invece, devono essere in linea con le spalle e con i palmi ben appoggiati sul letto. Tieni la testa in posizione neutra. Inspira col naso, e solleva la testa inarcando la colonna vertebrale; espirando porta la testa verso il basso, fino a guardare la pancia, e curva la schiena verso l’alto. Questo esercizio va ripetuto 5 volte.
Attenzione! Non dimentichiamo che chi soffre di mal di schiena dovrebbe evitare di:
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Come possiamo prevenire la lombalgia? Consigli utili.
Considerato che la lombalgia spesso è il risultato di una postura scorretta quando dormiamo o durante le attività quotidiane, o di altre abitudini scorrette, vediamo pochi e semplici suggerimenti per imparare ad amare di più la nostra schiena. Perché si sa, meglio prevenire che curare:
Postura corretta.
Mantenere una postura corretta quando:
- Si lavora. Questo vale soprattutto per chi studia e chi fa lavoro d’ufficio. Bisogna stare seduti occupando l’intero sedile, tenendo il bacino vicino allo schienale, e non lavorare con la schiena curva.
- Si sollevano pesi. Bisogna piegare le ginocchia e sollevare il peso tenendolo vicino al corpo. Se un oggetto è troppo pesante per noi, meglio lasciar da parte l’orgoglio e farci aiutare da qualcuno! I carichi, ad esempio la spesa, vanno distribuiti equamente su entrambe le braccia.
- Si dorme. La posizione migliore è quella fetale, perché è quella che più rispetta le curvature fisiologiche della colonna; possiamo mettere un cuscino tra le ginocchia flesse per contribuire a scaricare il peso degli arti inferiori. Se si dorme a pancia in su, il cuscino va messo sotto le ginocchia, in modo che la parte lombare della colonna poggi completamente sul letto, rilassata. Se invece non si può fare a meno di dormire a pancia in giù, il cuscino va messo sotto la pancia.
- Ci si sveglia. Esiste una strategia per alzarsi la mattina senza avere dolore: partendo dalla posizione supina bisogna piegare le ginocchia, ruotare sul fianco, portare le gambe giù dal letto, e contemporaneamente mettersi in posizione seduta facendo leva sulle braccia.
Attività fisica.
Fai attività fisica per mantenere la colonna, con le sue articolazioni e il suo sistema di legamenti i muscoli in allenamento. Gli esercizi presentati nel capitolo precedente sono adatti anche per fare prevenzione.
Dieta sana.
Anche la dieta ha la sua importanza:
- non saltare i pasti, la colazione in particolare, perché è il pasto più importante della giornata;
- cerca di assumere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, non esagerare con i grassi e gli zuccheri semplici;
- assumi la quantità di calorie giusta per te, perché il sovrappeso contribuisce ad affaticare la schiena, ed ecco che arriva il dolore.
Non fumare.
Il fumo di sigaretta contiene diverse sostanze che alterano il trasporto dell’ossigeno ai tessuti (come il monossido di carbonio), mentre altre provocano una vasocostrizione. Per questa ragione si riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti alle vertebre e ai dischi intervertebrali, i quali sfruttano i vasi sanguigni vertebrali, le sostanze di scarto si accumulano e gradualmente si hanno delle alterazioni degenerative dei dischi e della colonna, che provocano dolore.
Curiosità. Alcune persone ritengono che la nicotina allevi un po’ il dolore, ma non è così. Uno studio condotto da tre università statunitensi, e che ha coinvolto più di 5300 persone con dolore cronico alla schiena, ha utilizzato una scala che misura il dolore visivamente. In questo modo i ricercatori hanno osservato che i non fumatori e gli ex-fumatori sentivano un dolore meno intenso rispetto a chi, invece, fumava: questo significa che un trattamento per il mal di schiena funziona di meno nei fumatori (Journal of Bone and Joint Surgery). |
Come curare il mal di schiena in gravidanza?
Il mal di schiena in gravidanza è un disturbo molto frequente che può presentarsi all'altezza delle vertebre lombari o all'altezza della cintura pelvica.
Questo disturbo che colpisce il 60/70% delle donne, è dovuto a molte possibili cause:
- incremento degli ormoni che rendono più flessibili muscoli ed articolazioni con conseguente diminuzione del consueto sostegmo alla colonna vertebrale,
- maggior carico di lavoro per la colonna causato dall'aumento dell'addome e dalla modifica del baricentro,
- aumento di peso e postura scorretta.
Per prevenire l'insorgenza del mal di schiena durante i nove mesi, o per lo meno per ridurlo al minimo, è necessaria anzitutto una costante attenzione nell'adottare alcuni comportamenti:
- non aumentare molto il peso corporeo,
- indossare calzature adatte,
- evitare di dormire supine,
- non alzare pesi troppo pesanti ,
- mantenere una postura corretta sia da sedute che in piedi.
Quando però il dolore diventa acuto e persiste nel tempo è consigliabile rivolgersi al proprio ginecologo per accertarsi della causa e per studiare la terapia più adatta.
Difatti, anche se è opportune ridurre al minimo l'assunzione di farmaci durante la gestazione, talvolta il medico può prescrivere degli antidolorifici compatibili con la gravidanza.
La tachipirina è il farmaco di elezione perchè il paracetamolo è sicuro per il feto ed oltre ad avere un'azione analgesica è anche un blando antinfiammatorio.