Infiammazione intestinale: sintomi, cause, dieta, cura e rimedi naturali
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L’infiammazione intestinale è un processo che si verifica a carico dell’intestino, intero oppure di una delle sue parti, e può avere differenti risvolti a seconda della causa che l’ha generata e della gravità della situazione. Una dieta corretta può aiutare a fare prevenzione ed a migliorare la condizione dell’intestino infiammato. Vediamo quali sono i sintomi e i tutti i possibili rimedi.
Cos’è l’infiammazione intestinale?
L’infiammazione intestinale è un processo infiammatorio che colpisce qualsiasi tratto dell’intestino. l’infiammazione può essere cronica o acuta e colpisce indistintamente uomini e donne di ogni età.
Si manifesta nell’immediato con dolori addominali, crampi e gonfiore a livello dell’addome, ma possono comparire anche altri sintomi quali diarrea, che è il sintomo più comune, per arrivare a sangue e muco nelle feci. E’ bene riconoscere l'infiammazione, diagnosticarla per tempo e intervenire al più presto modificando il proprio stile di vita, nei casi più semplici, o attuando una terapia adeguata in quelli più complessi.
I vari tipi di infiammazioni dell’intestino.
Sulla base delle cause e del decorso del processo infiammatorio, si possono distinguere differenti tipologie di processi infiammatori intestinali che nella maggior parte dei casi si verificano a carico del colon.
Colite da stress (sindrome del colon irritabile o colite spastica).
La sindrome del colon irritabile è un processo infiammatorio dovuto soprattutto a situazioni di stress, motivo per cui si parla di ‘Colite da stress’; non comporta delle conseguenze gravi, tanto che, più che di un’infiammazione, spesso si tende a parlare di irritazione intestinale. Le cause di questa colite sono dovute soprattutto ad una disregolazione del nostro intestino che è controllato, come ogni parte del nostro corpo, dal sistema nervoso. Lo stress altera i meccanismi di digestione, la peristalsi intestinale, il meccanismo di produzione e di riassorbimento dei gas intestinali generando uno stato infiammatorio che a volte cronicizza nel tempo. La peristalsi intestinale accelerata impedisce il corretto assorbimento dei nutrienti che restano indigeriti procurando diarrea.
Malattie infiammatorie croniche: colite ulcerosa e Morbo di Crohn.
Le malattie infiammatorie croniche sono patologie infiammatorie, a decorso cronico. Solitamente non si guarisce mai completamente da queste malattie, ma, grazie alle diagnosi sempre più veloci e precise e alle nuove cure, si possono tranquillamente tenere sotto controllo, garantendo una buona qualità della vita.
Esistono fondamentalmente due patologie croniche intestinali:
- Colite ulcerosa: un processo infiammatorio vche interessa le mucose del colon partendo dalla porzione rettale per estendersi poi a tutto il colon. Dal momento che la colite ulcerosa colpisce molto i giovani nella fascia d’età che va dai 20 ai 40 anni, si pensa ad una predisposizione genetica, ma un fattore scatenante potrebbe essere certamente un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi. Lo stress non fa altro che aggravare il quadro sintomatologico.
- Morbo di Crohn: a differenza della colite ulcerosa che interessa soltanto il colon, intero o in parte, il morbo di Crohn determina un quadro sintomatologico più grave, dal momento che può estendersi a tutto l’intestino compromettendone la funzionalità. Le cause della patologia sono anche in questo caso non del tutto note. Si pensa sicuramente ad una predisposizione genetica e a fattori scatenanti come infezioni batteriche intestinali, patologie autoimmuni associate, alimentazione scorretta, fumo di sigaretta. Anche in questo caso si registra una maggiore incidenza in fasce d’età giovani tra i 20 e i 35 anni, ma non sono rari casi tra i bambini e i più anziani.
Diverticoli.
I diverticoli sono piccole sacche che si formano a livello della superficie del colon e che determinano un processo infiammatorio. Sembra che la causa di questo stato infiammatorio sia rappresentata dall’alimentazione. Le fibre aiutano l’intestino a tenere in equilibrio la sua normale regolarità e un’alimentazione ricca di grassi, ma povera di fibre, induce stipsi. Una stipsi prolungata nel tempo, induce sforzi di defecazione continui e un aumento di pressione all’interno del colon nei punti più deboli. In queste sacche ristagnano feci e batteri che causano l’infiammazione. Se non si interviene per tempo, si può indurre sanguinamento intestinale con infezioni estese perciò è bene correggere da subito il proprio stile di vita e condurre un’alimentazione idonea, ricca di fibre.
Infezione intestinali.
Le infezioni intestinali determinano un’infiammazione dell’intestino come evento secondario rispetto alla causa che l’ha generata. Di solito queste patologie sono causate dall’ingestione di alimenti contaminati da virus o batteri. I batteri più comuni causa di infezioni intestinali sono le Salmonelle e gli Stafilococchi, ma anche l’E.coli, il Campylobacter mentre tra i virus possiamo sicuramente citare il Rotavirus che è molto diffuso tra i bambini, oppure il virus dell’epatite A. Le infezioni intestinali causano infiammazione dell’intestino a seguito della colonizzazione di quest’ultimo da parte degli agenti patogeni che liberano tossine, causa della risposta infiammatoria. Possono interessare tutto l’intestino a seconda del punto in cui i patogeni si localizzano. Il decorso è di solito rapido e spontaneo , ma si può aiutare la guarigione con antibiotici specifici, per abbattere la carica batterica. Il pericolo nel caso dei processi infiammatori più acuti può presentarsi essenzialmente tra i bambini e gli anziani a causa della disidratazione che la diarrea comporta. E’ necessario perciò idratare i soggetti colpiti per ripristinare l’equilibrio elettrolitico. Lo stato infiammatorio si presenta solitamente dopo qualche ora dall’ingestione del cibo contaminato, in quanto serve del tempo affinché i patogeni si moltiplichino ed inizino ad agire. Se la carica batterica dell’alimento è già di per sé elevata, allora i sintomi possono manifestarsi a brevissima distanza dal pasto.
Allergie e intolleranze.
Questi stati infiammatori dell’intestino sono dovuti ad un allergene, oppure un alimento nei confronti del quale si manifesta un’intolleranza.
Le allergie raramente causano fenomeni intestinali in quanto coinvolgono il sistema immunitario scatenando reazioni a carico della pelle, oppure determinando shock anafilattico.
Le intolleranze, invece, determinano solitamente un’irritazione intestinale, più o meno importante a seconda dei casi.
Come si manifesta il processo infiammatorio: sintomi.
I sintomi dell'infiammazione intestinale possono essere più lievi o molto gravi a seconda del grado di infiammazione.
Essi sono caratterizzati, in forma variabile, da:
- crampi addominali diffusi,
- vomito,
- perdita di appetito,
- diarrea,
- cattiva digestione,
- flatulenza,
- febbre,
- sangue e muco nelle feci,
- perdita di peso.
La colite ulcerosa si manifesta con stati diarroici frequenti, feci sanguinolente e abbondante muco. Se trascurata può indurre la formazione di ulcere o tumori intestinali.
Il Morbo di Crohn si presenta con stati diarroici molto frequenti con feci acquose e con un’abbondante presenza di muco. Il sangue compare solitamente in tempi successivi quando il quadro sintomatologico si aggrava. I dolori addominali sono, inoltre, molto forti e localizzati soprattutto nella parte destra dell’addome.
Diagnosi: le tecniche variano in base al tipo di infiammazione intestinale.
Riconoscere la tipologia di infiammazione intestinale per tempo è fondamentale per una diagnosi precoce e una cura tempestiva.
Non è solitamente necessario intervenire con tecniche diagnostiche invasive nei casi di colite da stress, che si identificano abbastanza facilmente, soprattutto nel momento in cui non è presente febbre, gli stati diarroici non sono molto frequenti e il soggetto risponde agli antidiarroici e ad una terapia alimentare corretta.
Diverso il caso delle malattie infiammatorie croniche. In questa situazione la presenza di febbre e sangue nelle feci deve indurre il medico ad insospettirsi e a prescrivere esami più accurati.
Di solito, in questi casi si effettuano esami quali la colonscopia con biopsia intestinale, per valutare lo stato della mucosa e il suo livello di alterazione, e l’ecografia intestinale per valutare a livello macroscopico lo stato delle anse intestinali e se ci sono complicazioni. Esami più invasivi saranno da concordare a seconda della gravità della malattia.
Nei casi di diverticolosi è solitamente consigliata la colonscopia per verificare che nell’intestino ci siano i tipici rigonfiamenti dello stato infiammatorio.
Le infiammazioni da tossinfezioni alimentari richiedono essenzialmente esami di laboratorio. Si tratta di esami a carico delle feci per verificare quale patogeno sia la causa dell’infezione e individuare la terapia opportuna.
Per le intolleranze, invece, si procede ai test diagnostici del caso.
Per ciò che riguarda l’intolleranza al lattosio si dovrà effettuare il Breath test ed è l’unico modo per la diagnosi. Esso consiste nel somministrare al paziente una certa quantità di lattosio e nel misurare la quantità di idrogeno, prodotto in eccesso dalla fermentazione batterica in mancanza di lattasi, nel suo espirato
Per la celiachia, invece, si potranno rilevare nel sangue i valori degli anticorpi diretti contro il glutine (antigliadina, antiendomisio, antitransglutaminasi) e una colonscopia con biopsia duodenale per valutare lo stato di alterazione della mucosa intestinale.
Come curare l’intestino infiammato.
Anche la cura del processo infiammatorio intestinale è molto varia e dipende dalla causa dell’infiammazione.
Il primo intervento per alleviare i sintomi dell’ infiammazione è quello di agire sulla propria alimentazione. Se i sintomi permangono ma sono lievi e transitori, è possibile affidarsi a rimedi naturali e della nonna, ed in caso di patologie più gravi occorre ricorrere ai farmaci prescritti dallo specialista.
Cosa mangiare per ridurre i sintomi dell’infiammazione intestinale?
L’alimentazione rappresenta una terapia importante contro le infiammazioni intestinali sia a livello di cura, che di prevenzione.
- Nel caso delle infiammazioni croniche, soprattutto nella fase acuta, sarà necessario intervenire con una nutrizione parenterale per tenere l’intestino a riposo e in seguito, nella fase della convalescenza, si dovranno mangiare cibi con scarsa quantità di fibre per non sollecitare l’intestino, alimenti privi di lattosio, pasta di piccolo formato, carne poco fibrosa, marmellate, biscotti secchi, frutta (inizialmente solo sottoforma di succhi). Questa alimentazione dovrà essere corretta nel corso della guarigione aumentando via via l’apporto calorico e la qualità dei pasti.
- Nel caso della diverticolite se ci si trova nella fase acuta è bene evitare molta frutta e verdura, soprattutto quella ricca di fibre (come i finocchi o i carciofi), perché l’intestino non deve essere ulteriormente sollecitato. Sono vietati gli insaccati, gli alcolici, i dolci troppo elaborati. Sarebbe meglio mangiare derivati del latte privi di lattosio, legumi. Tra gli insaccati, consumare moderatamente solo prosciutto cotto e fesa di tacchino. Le verdure consigliate sono quelle povere di fibre (sedano, insalata, zucchine, carote, patate). Consumare cereali, come riso, pane e pasta.
- Per ciò che riguarda le infezioni intestinali, in tal caso, soprattutto quando ci sono eventi diarroici in atto, è bene non mangiare verdure e frutta, ma cereali (riso, pane tostato, crackers) pesce o carne (al forno o al vapore) per avere un effetto astringente.
Parlando di prevenzione, invece, è necessario che la dieta sia ricca di alimenti che stimolino l’intestino nella sua regolare funzionalità, quindi verdure ricche in fibre e frutta.
In ogni caso è importante assumere probiotici e fermenti lattici per favorire un ripristino della flora batterica intestinale.
Rimedi naturali nei casi più lievi.
I rimedi naturali contro le infiammazioni intestinali possono essere d’aiuto per ridurre i sintomi delle coliti da stress, oppure per lenire in maniera naturale il dolore addominale.
Le coliti da stress, dovute essenzialmente a stati ansiosi, possono essere trattate con ansiolitici naturali come il biancospino che, grazie ai flavonoidi in esso contenuti, dilata le pareti delle arterie abbassando la pressione e regolando il battito cardiaco.
Per alleviare i dolori addominali è poi possibile bere delle tisane rilassanti, come quelle a base di malva o passiflora o la più comune camomilla, che hanno proprietà antispastiche notevoli.
Tisane e infusi con piante dall’effetto carminativo, come il finocchio o effetto digestivo come la liquirizia, possono essere un toccasana per attenuare dolore e gonfiore addominale.
In caso di diarrea, si può preparare un decotto di corteccia di quercia che ha proprietà astringenti, mentre in caso di stipsi, un decotto con i semi di lino aiuta ad ammorbidire le feci.
Farmaci per ridurre l’infiammazione e i dolori addominali.
Non esiste un protocollo terapeutico standardizzato per l’infiammazione dell'intestino ma generalmente vengono impiegati farmaci antinfiammatori, antispastici o antibiotici a seconda del tipo di infiammazione:
- nel caso delle patologie croniche intestinali è necessario l’uso di antinfiammatori e di antibiotici. Antinfiammatori molto usati sono quelli a base di mesalazina che è un principio attivo con la capacità di essere assorbito localmente dall’intestino e agire nelle zone infiammate. I cortisonici a volte sono gli antinfiammatori prediletti in quanto sono in grado di spegnere qualunque processo infiammatorio. Tra gli antibiotici, i più usati sono quelli a base di ciprofloxacina e metronidazolo che sono in grado di ridurre l’infiammazione intestinale.
- Nel caso di coliti e diverticolosi possono essere molto utili gli antispastici per il controllo dei dolori addominali a base ad esempio di atropina, dicicloverina o propantelina.
- Nel caso del colon irritabile vengono anche in aiuto gli ansiolitici perchè essendo lo stress la causa principale, agendo sul controllo dell’ansia si distende la muscolatura intestinale e si allevia il processo infiammatorio. Possono essere usati ad esempio farmaci ansiolitici a base di diazepam.
- Nel caso specifico dei diverticoli, soprattutto quando si manifesta febbre, sarà opportuno effettuare una terapia antibiotica per abbattere la carica batterica che si accumula nei diverticoli. Gli antibiotici più usati sono quelli a base di ciprofloxacina o clindamicina.
- Le infiammazioni intestinali da gastroenteriti di solito si curano con terapie antibiotiche nel caso in cui siano i batteri la loro causa. Individuare il tipo di batterio permetterà di scegliere l’antibiotico opportuno e di evitare la somministrazione inutile di antibiotici qualora l’infezione sia dovuta a un virus, insensibile al trattamento antibiotico. Nel caso in cui si voglia effettuare una cura empirica di solito si somministra uno specifico antibiotico per le infezioni intestinali come quelli a base di Rifaximina (es. Normix). Facendo l’infezione comunque il suo decorso solitamente in pochi giorni, si potrebbe anche decidere di non assumere antibiotici ma di trattare solo i dolori addominale e la diarrea. Contro i dolori addominali molto utilizzati sono i farmaci a base di N-butilbromuro (es. Buscopan) che agiscono come antispastici, mentre contro la diarrea i più comuni antidiarroici sono quelli a base di loperamide (es. Imodium).
- Le infiammazioni intestinali da intolleranze si curano esclusivamente eliminando dalla dieta la causa che le ha determinate.
- La cura dello stato infiammatorio nel morbo di Chron è differente da quello di una semplice colite. Si somministrano, infatti, antibiotici e antinfiammatori per ridurre il dolore e l’infiammazione, ma è necessario intervenire spesso chirurgicamente per asportare la porzione di intestino compromessa, soprattutto nei casi più gravi.
Quanto dura l'infiammazione dell’intestino?
L’infiammazione intestinale acuta è una situazione transitoria che si risolve in un breve arco di tempo e molto spesso spontaneamente. Nel caso di malattie genetiche e immunitarie come il morbo di Crohn l’infiammazione è conica anche se alterna periodi acuti a periodi di remissione.