La biopsia è una tecnica che serve a prelevare una porzione di tessuto al fine di analizzarlo e di comprendere se è un tessuto patologico oppure no. Si utilizza molto in campo oncologico per distinguere lesioni benigne da tumori maligni e può essere di diverse tipologie in base al tipo di lesione da caratterizzare ed alla procedura con cui si esegue. L’operazione chirurgica, consiste nell’asportare con il bisturi il tessuto o una porzione di tessuto, durante un intervento che può essere effettuato anche in ambulatorio, oppure eseguito per via endoscopica o agoguidata. Il campione viene poi analizzato da un anatomo patologo.
Con il termine biopsia ci si riferisce ad una procedura medico - chirurgica che prevede il prelievo di una porzione di tessuto al fine di sottoporlo ad analisi istologica, per determinarne la tipologia. La biopsia è un esame molto utilizzato in campo oncologico, al fine di diagnosticare l'esatta tipologia di tumori e per valutare le forme benigne e quelle maligne. La procedura di prelievo viene eseguita da un medico chirurgo, mentre il tessuto prelevato viene poi analizzato da un anatomopatologo che chiarirà di che tipo di tessuto si tratta.
Il termine biopsia è stato coniato nel 1879 e deriva dal greco, più precisamente dall'unione di due parole, bios (che significa vita), e opis (che significa visione), e pertanto si riferisce alla "visione della vita", intesa come visione delle cellule viventi al microscopio.
Tipologie.
La biopsia viene eseguita da un medico competente (solitamente un medico chirurgo) in ospedale, in laboratori specializzati o durante un intervento chirurgico.
La procedura si distingue a seconda della strumentazione utilizzata e a seconda delle parti del corpo interessate:
la biopsia incisionale asporta una porzione di tessuto presumibilmente patologico al fine di analizzarlo. Si utilizza quando il tessuto da analizzare è troppo grande per essere asportato tutto.
La biopsia escissionale asporta l'intero tessuto sospetto al fine di analizzarlo. Si utilizza quando il tessuto presumibilmente patologico è di piccole dimensioni e può essere asportato nella sua interezza, compresa una porzione di tessuto normale (da 2 a 5 mm) intorno al tessuto patologico, per garantire la radicalità dell'intervento chirurgico.
La biopsia endoscopica si esegue cioè nell'ambito di un esame in endoscopia quale una colonscopia o una gastroscopia. Si asportano delle piccole porzioni di tessuto che poi verranno analizzate.
La biopsia agoguidata è il prelievo del tessuto avviene mediante l'inserimento di un ago da prelievo all'interno della presunta lesione patologica.
la biopsia perioperatoria è un tipo di biopsia che si esegue mentre il paziente è ancora in sala operatoria. Consiste nell'asportare una porzione di tessuto interessato, e analizzarlo immediatamente in modo da dare al chirurgo indicazioni su come proseguire l'intervento.
la biopsia punch prende il nome dal particolare bisturi circolare che viene utilizzato per asportare la porzione di cellule della cute. Essa serve per la diagnosi di malattie della pelle.
A cosa serve? Gli organi interessati.
La biopsia si esegue in tutti quei casi in cui è necessario sapere di che natura è il tessuto presumibilmente patologico. Per questo motivo, la biopsia può essere eseguita su qualsiasi tessuto o organo del corpo umano. Per tale motivo la si può distinguere in:
Epatica, quando è necessario distinguere un tumore da un nodulo epatico di natura benigna (cisti, angioma, grasso e così via) o di natura infettiva (causato per esempio da un'infezione da virus dell'epatite B o C).
Renale, quando è necessario discriminare tra forme benigne e maligne di tumore al rene.
Mammaria, quando si necessita di conoscere la natura di un nodulo al seno e distinguere un carcinoma mammario da altre patologie benigne (quali cisti o fibroadenomi).
Uterina, nel caso in cui si necessita di verificare la presenza di cellule modificate o tumorali a livello del collo dell'utero.
Endometriale, nel caso in cui si debba fare discriminazione tra un tumore dell'endometrio ed una patologia benigna quale l'endometriosi.
Ossea, nel caso in cui è necessario comprendere se vi sia una patologia dell'osso di natura tumorale o una patologia infiammatoria come l'osteomielite.
Del midollo osseo, solitamente eseguita quando si ha il sospetto di un tumore del sangue quale la leucemia.
Prostatica, per distinguere la presenza di un tumore alla prostata dalla presenza di patologie benigne quali l'ipertrofia prostatica.
Cerebrale, nel caso in cui siano state evidenziate lesioni o masse cerebrali e se ne voglia conoscere l'esatta natura.
Muscolare, che si esegue nel caso in cui vi sia il sospetto di un'infezione muscolare o di una patologia del muscolo.
Cutanea, utilizzata per distinguere lesioni cutanee benigne, quali i nervi, da lesioni maligne quali il melanoma.
Polmonare, nel caso in cui è necessario conoscere l'esatta natura di un nodulo polmonare.
Linfonodale, quando è necessario capire se un linfonodo è aumentato di dimensioni perchè infiammato o perché colpito da tumore.
Colica, per caratterizzare polipi e lesioni di tipo benigno da quelli di tipo maligno, o per identificare precocemente cellule trasformate in senso oncologico.
Gastrico - duodenale, per verificare lo stato della mucosa gastrica e del duodeno e diagnosticare patologie quali la celiachia o le patologie infiammatorie intestinali.
Come si esegue? La procedura.
Vi sono diverse modalità di esecuzione di una biopsia, ognuna delle quali prevede un tempo di recupero diverso ed un diverso approccio al paziente.
Generalmente la biopsia va fatta in anestesia locale e non richiede il ricovero ospedaliero ma solo l’osservazione del paziente per qualche ora.
In alcuni casi è invece richiesta l’anestesia generale e quindi il paziente va ricoverato per un giorno.
La biopsia può essere eseguita con le seguenti tecniche:
Classica: si esegue attraverso l'utilizzo del bisturi asportando una porzione di tessuto o il tessuto per intero. Può essere eseguita durante un intervento chirurgico (e pertanto essere eseguita in anestesia totale con tempi di recupero variabili in base all'intervento) o in ambulatorio (per esempio nel caso di biopsie cutanee, eseguite in anestesia locale, senza regime di ricovero).
Endoscopica: si esegue durante esami endoscopici quali colonscopia, broncoscopia o gastroscopia. L'endoscopio è dotato di una pinza per biopsie che preleva un piccolo campione di tessuto da analizzare. Si esegue in sedazione cosciente ed in regime ambulatoriale.
Agoguidata: viene eseguita solitamente in anestesia locale e consiste nell'introdurre un ago all'interno della lesione per prelevarne un campione. La lesione, ed il punto in cui inserire l'ago, vengono identificati mediante tecniche di imaging (ad esempio radiografia o tac nel caso di un nodulo polmonare o di un nodulo epatico) o alla palpazione (ad esempio nel caso di un nodulo mammario). Si esegue solitamente in regime di day hospital, o può essere necessaria una notte di ricovero per osservazione.
Una volta prelevato il tessuto, questo viene inviato in laboratorio, dove verrà trattato con formalina, incluso in paraffina, tagliato in sezioni molto sottili, posto su un vetrino (dopo essere stato eventualmente colorato) ed analizzato al microscopio.
Le analisi di laboratorio esaminano le caratteristiche cellulari del tessuto asportato e talvolta vengono effettuati test genetici per capire l'assetto cromosomico o genico delle cellule anomale.
Possibili rischi e complicanze della biopsia.
Al giorno d'oggi i rischi di una biopsia sono pochi soprattutto per quanto riguarda le biopsie ambulatoriali.
Si può tuttavia riscontrare un leggero dolore o bruciore della parte da cui è stato prelevato il tessuto, o può verificarsi un lieve sanguinamento della parte bioptizzata, che si autorisolve nel giro di poche ore.
In caso di biopsia eseguita durante un intervento chirurgico le complicanze sono relative al tipo di intervento chirurgico.
Nel caso di biopsia polmonare può presentarsi uno pneumotorace cioè il collasso di un polmone.
In caso di biopsia uterina, possono verificarsi sanguinamenti vaginali che richiedono trasfusioni.
In quanto tempo si hanno i risultati della biopsia? Quanto costa.
Le biopsie non operatorie (che non si svolgono cioè durante un intervento chirurgico), eseguite presso un presidio ospedaliero, il costo equivale al solo ticket. In regime privato, invece, il costo dipende dal tipo di biopsia e dal tipo di esame.
In generale i risultati della biopsia si hanno in circa 15 - 20 giorni, a meno che non si tratti di una biopsia perioperatoria nel qual caso il referto si ottiene velocemente.