Cardiomiopatia: classificazione, cause, sintomi e cure

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre 2021

Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Le cardiomiopatie sono un insieme di patologie che colpiscono il cuore e che possono essere primarie, quando la causa è solo di tipo cardiaco, o secondarie, quando cioè è stata una patologia non cardiaca a determinare la sofferenza cardiaca. Le cardiomiopatie possono essere asintomatiche e se non vengono diagnosticate in tempo possono portare a conseguenze molto gravi, fino alla morte. La terapia è variabile in base alla causa scatenante e si avvale di alcune tipologie di farmaci o, in alcuni casi, della chirurgia.

    Indice Articolo:
    • Caratteristiche
    • Tipologie
      • Ipertrofica
      • Dilatativa
      • Restrittiva
      • Aritmogena
    • Cause
    • Sintomi
      • Complicanze
    • Diagnosi
    • Terapie
    • Prognosi

Cos’è la cardiomiopatia?

La cardiomiopatia è un termine che identifica un insieme di processi patologici a carico del cuore, caratterizzati dal funzionamento anomalo del miocardio che fa fatica a contrarsi. Questo gruppo di patologie determina, spesso, insufficienza cardiaca, ovvero la difficoltà del cuore a pompare il sangue nel corpo, e può portare ad arresto cardiaco e morte del soggetto affetto.

I vari tipi di cardiomiopatie.

Le cardiomiopatie vengono classificate, in base alle cause ed alla modalità di insorgenza, in due macrocategorie:

  • Cardiomiopatie primarie, quando derivano da una problematica intrinseca al cuore e la sintomatologia è relativa soltanto al muscolo cardiaco.
  • Cardiomiopatie secondarie, quando derivano da una patologia che, seppur non cardiaca, ha determinato un problema al cuore e che determina anche la comparsa di sintomi extracardiaci.

Le cardiomiopatie primarie possono essere suddivise in:

Cardiomiopatia Ipertrofica.

Si parla di cardiomiopatia ipertrofica quando si ha un aumento di volume e di dimensioni del muscolo cardiaco. Nell'ambito della cardiomiopatia ipertrofica possiamo distinguerne una forma eccentrica in cui la patologia è limitata soltanto ad alcune zone del cuore (ad esempio l'ipertrofia può essere apicale cioè coinvolgere l'apice cardiaco, o più comunemente può essere a carico dei ventricoli), ed una forma concentrica, in cui la patologia è estesa a tutto il muscolo cardiaco.

Talvolta può verificarsi che, in soggetti che praticano sport con regolarità, si manifesti un aumento di volume del muscolo cardiaco. Questo non è assolutamente un problema di natura patologica e non va quindi confuso con la cardiomiopatia ipertrofica.

Cardiomiopatia dilatativa.

Chiamata anche congestizia, è una forma particolare di cardiomiopatia in cui si ha la dilatazione di alcune porzioni del cuore quale, ad esempio, il ventricolo. Si accompagna a riduzione della forza contrattile, ad un aumento di fibrosi del tessuto cardiaco e da una lieve ipertrofia del cuore.

Cardiomiopatia restrittiva.

Chiamata anche obliterativa, è l'unica forma di cardiomiopatia primaria che può insorgere anche per cause secondarie. La patologia è caratterizzata da un'alterazione della porzione di ciclo cardiaco in cui si verifica il riempimento del cuore, in particolare è come se vi fosse un ostacolo al riempimento (da qui il termine restrittiva).

Cardiomiopatia aritmogena.

Chiamata anche fibrosa, è una cardiomiopatia in cui il tessuto muscolare del ventricolo destro viene progressivamente sostituito da tessuto fibroso e adiposo.

Le cardiomiopatie secondarie riconoscono diverse cause primarie e possono essere suddivise in base a queste.

Le cause.

Le cardiomiopatie primarie solitamente sono a causa sconosciuta e per lo più legate a fattori genetico - ereditari.

Le cardiomiopatie secondarie ovvero quelle che sono secondarie ad altre patologie o a situazioni particolari possono avere svariate cause:

  • difetti del metabolismo quando la cardiomiopatia è legata a difetti nel metabolismo quali, ad esempio, deficit di alcuni enzimi,
  • febbre reumatica, una patologia infiammatoria legata ad un problema immunitario,
  • infezione generale dell'organismo (shock settico) causata da agenti patogeni batterici, virali o fungini,
  • insufficienza renale acuta o cronica che determina l'insorgenza di una sindrome uremica (accumulo nel sangue di sostanze azotate),
  • infezione causata da un virus come ad esempio il virus dell'HIV,
  • abuso di alcol che si protrae nel tempo,
  • patologie epatiche che determinano la comparsa di cirrosi epatica,
  • diabete di tipo I o II,
  • problema relativo alle valvole cardiache il cui funzionamento è compromesso per cause variabili (congenite, patologiche o legate all'età).
  • infarto o da altre patologie che colpiscono le coronarie.

Come si manifesta la cardiomiopatia? Sintomi.

Le cardiomiopatie possono manifestarsi con sintomi diversi in base alle cause scatenanti.

La cardiomiopatia, specialmente nelle forme primarie, è spesso asintomatica. Si possono comunque manifestare sintomi generici quali:

  • Stanchezza persistente che costringe il soggetto ad interrompere le normali attività quotidiane per riposarsi.
  • Mancanza di fiato e difficoltà a respirare (dispnea) che si manifestano sia a riposo che dopo uno sforzo anche lieve.
  • Gonfiore alle gambe o alle caviglie (edema) oppure gonfiore all' addome (ascite).
  • Alterazione del battito cardiaco (solitamente tachicardia cioè aumento del battito), con palpitazioni, vertigini e sensazione di svenimento.
  • Dolore al torace.

Attenzione alle complicanze!

La cardiomiopatia può provocare delle complicanze molto serie se non trattata adeguatamente, ad esempio:

  • Insuffienzica cardiaca, ovvero il cuore non ha la forza di pompare adeguatamente il sangue a tutto l'organismo.
  • Embolia polmonare, cioè l’ostruzione di uno o più rami dell’arteria polmonare, una complicanza che può manifestarsi in caso di peggioramento dell'edema o dell'ascite.
  • Aumento dell'alterazione del battito cardiaco con insorgenza di aritmie.
  • Arresto cardiaco e morte.

Diagnosi: come si scopre la malattia.

È importante che venga fatta una corretta e tempestiva diagnosi, per poter trattare nel migliore dei modi la patologia e migliorare prognosi e qualità di vita del paziente.

La diagnosi di cardiomiopatia viene solitamente posta da un medico cardiologo, il quale dapprima chiederà al paziente di descrivere i sintomi e poi potrà prescrivere esami diagnostici più approfonditi, quali ad esempio:

  • Radiografia toracica, per identificare eventuali anomalie nella dimensione del cuore.
  • Elettrocardiogramma, per vedere se vi sono alterazioni a livello del battito cardiaco e della contrattilità del cuore.
  • Ecocardiogramma per vedere meglio (rispetto alla radiografia) le dimensioni del cuore ed il suo funzionamento.
  • Analisi del sangue, per identificare eventuali problemi ad altri organi o situazioni infettive, o per valutare i livelli di omocisteina nel sangue, una sostanza che, se elevata, potrebbe essere correlata con una cardiomiopatia ischemica.
  • Scintigrafia miocardica a riposo o sotto sforzo, per vedere se il cuore pompa correttamente il sangue in circolo.

Come trattare le diverse tipologie di cardiomiopatia?

Il trattamento della cardiomiopatia varia in base al tipo di patologia.

Per le cardiomiopatie secondarie, solitamente si imposta una terapia sulla base della causa scatenante la quale, una volta trattata, dovrebbe risolvere anche il problema al cuore.

Negli altri casi, invece, si può ricorrere ad un insieme di cure che hanno lo scopo di tenere sotto controllo i sintomi, migliorare la qualità di vita del paziente e la prognosi.

Tra queste possiamo citare:

  • Impianto di pacemaker, defibrillatore, o stimolatore ventricolare, quando si hanno dei problemi di contrattilità del cuore. Questi dispositivi servono sia a mantenere costante il battito cardiaco sia ad intervenire come stimolatori nel caso in cui si verifichi un' aritmia.
  • Farmaci che mantengono costante la pressione sanguigna quali ACE inibitori, diuretici e betabloccanti. In questo modo si evitano sbalzi pressori che potrebbero aumentare il danno provocato dalla cardiomiopatia.
  • Chirurgia in caso di cardiomiopatia ipertrofica, con lo scopo di rimuovere le porzioni di tessuto cardiaco fibrotico in eccesso. Si utilizza nel caso in cui non funzionino solo i due rimedi precedenti.
  • Trapianto di cuore, quando non si può intervenire in nessun altro modo per salvare la vita del paziente, in quanto il cuore è ormai troppo compromesso.

Prognosi ed aspettative di vita.

Negli ultimi anni i pazienti con cardiomiopatia hanno, non solo una migliore qualità di vita, ma un’aspettativa di vita più lunga grazie ai trattamenti disponibili.

La sopravvivenza è di oltre 10 anni nell’85% dei casi.

la sopravvivenza dei pazienti di sesso maschile è minore di quelli di sesso femminile.

L’articolo ha uno scopo puramente informativo e non intende sostituire il parere del medico cardiologo.

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Dottoressa Margherita Mazzola
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