Timoma: sintomi, classificazione, prognosi e terapia del tumore al timo

Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Timoma: tumore che origina dalle cellule epiteliali del timo. Particolarmente difficile da diagnosticare visto che nella maggior parte dei casi è del tutto asintomatico, ed anche quando ci sono, i sintomi sono del tutto aspecifici: tosse, raffreddore, stanchezza muscolare ecc... Una volta diagnosticato viene scelta la terapia da mettere in atto in base allo stadio della formazione tumorale. Approfondiamo

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche 
    1. Classificazione 
    2. Stadi del tumore
  2. Patologie associate
  3. Sintomi e diagnosi
  4. Terapia

Che cos’è il timoma?

Il timoma è una neoplasia, cioè un tumore che coinvolge il timo, un piccolo organo che si trova a livello del mediastino anteriore (compartimento del torace). Il timoma origina dalle cellule epiteliali del timo ed è una patologia molto rara, spesso associata ad altre condizioni, in particolare alla miastenia gravis, che si manifesta tipicamente in un range di età molto ampio che va dai 30 ai 70 anni (mediamente si verifica intorno ai 50 anni). Spesso è un tumore benigno ma può assumere caratteristiche di malignità e coinvolgere le altre strutture che si trovano intorno al timo come il polmone, lo sterno, il pericardio e i vasi sanguigni. Ma come viene classificato?

Classificazione: tipo di cellule e tipologia del tumore.

La classificazione del timoma può essere fatta sulla base delle caratteristiche istologiche, secondo le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le quali serviranno poi per definire la tipologia di tumore. La classificazione istologica WHO, cioè basata sul tipo di cellule che costituiscono il tumore, prevede quattro tipi:

  • A o midollare: il tumore è composto da cellule di tipo epiteliale che hanno una forma ovale o affusolata e che sono quindi ben differenziate, hanno cioè una morfologia simile alle cellule sane del timo.

  • B: le cellule epiteliali hanno una forma poligonale o rotonda, e possono presentare diversi gradi di atipia (cioè si discostano da quella che è la forma tipica), che suddividono il tipo B in B1, (o corticale organoide), B2 (o corticale) e B3 (o carcinoma tipico ben differenziato) in base alla percentuale, crescente, di atipie riscontrate ed alla percentuale di linfociti presenti..

  • AB o misto: un timoma di tipo AB presenta cellule con caratteristiche simili alla forma A e presenta anche una discreta componente linfocitaria.

  • C o carcinoma: le cellule risultano essere poco differenziate, hanno cioè perso le caratteristiche morfologiche tipiche delle cellule del timo, e presentano moltissime atipie.

Definito il tipo di cellule è possibile classificare il tumore in tre diverse tipologie:

  • Tipico: presenta delle cellule ben differenziate e senza atipie ed ha quindi una struttura ed un aspetto del tutto simile a quello del timo normale. Le cellule si trovano prevalentemente in stadio A.

  • Atipico: il tumore è moderatamente differenziato, le cellule presentano alcune alterazioni morfologiche e alcune atipie e si possono trovare quindi in stadio B o in stadio AB.

  • Carcinoma timico: il tumore è scarsamente differenziato, le cellule presentano molte atipie e alterazioni morfologiche e si trovano in stadio C. E' la tipologia di timoma che presenta caratteristiche maligne e si manifesta nel 5 - 10% dei casi di timoma.

Gli stadi tumorali.

Per fornire una corretta prognosi al paziente è importante, oltre alla classificazione, anche la stadiazione del timoma che fornisce le indicazioni sul grado di differenziamento del tumore e sulla sua invasività. Gli stadi clinici, definiti da Masaoka, sono i seguenti:

  • Stadio I: il tumore presenta un aspetto di tipo capsulato, e non si osserva invasione microscopica del timo o delle strutture adiacenti. La prognosi è buona, il tumore non tende a recidivare e la sopravvivenza a 5 anni è superiore al 90%.

  • Stadio II: si verifica l'invasione della pleura (in questo caso il tumore si pone in contatto con il pericardio), o del tessuto adiposo circostante.

  • Stadio III: il tumore invade le strutture circostanti che si trovano nelle vicinanze del timo (esempio polmone, sterno, pericardio, vasi sanguigni). In questo stadio è ancora possibile intervenire chirurgicamente per rimuovere il tumore primario e le parti a cui si è diffuso, questo migliora la prognosi e fa si che si abbiano maggiori percentuali di sopravvivenza a 5 anni (intorno all'83%).

  • Stadio IVa: il tumore si diffonde all'interno del pericardio o della pleura.

  • Stadio IVb: il tumore ha prodotto metastasi a distanza tramite diffusione linfatica o sanguigna.

Prognosi e recidive.

La prognosi e la sopravvivenza per gli stadi II, III e IV dipendono moltissimo da quanto precocemente viene fatta la diagnosi, dal tipo di cellule che costituiscono il tumore, dalla possibilità di intervenire chirurgicamente e dall'efficacia delle terapie. In generale si può affermare che il 65% dei timomi sono non invasivi e, una volta rimossi, tendono a recidivare in bassa percentuale (2 - 4%) dopo l'intervento chirurgico, associandosi quindi a prognosi migliore e sopravvivenza maggiore. Il 35% dei timomi sono invece molto invasivi e la recidiva dopo intervento chirurgico è del 20%, questo si associa a prognosi sfavorevole e a una minore sopravvivenza a 5 anni. Un timoma in stadio IV per esempio ha una sopravvivenza media del 47% a 5 anni.

per questa tipologia di tumore esistono alcune patologie associate che possono creare un campanello d’allarme. Vediamo quali sono.

Patologie associate:un campanello d’allarme.

Il timoma si associa spesso ad altre patologie, tra le più frequenti patologie associate a timoma abbiamo:

  • Miastenia gravis: è una patologia in cui non si ha la corretta trasmissione degli impulsi nervosi ai muscoli a causa di un deficit di acetilcolina che causa debolezza muscolare specialmente nei muscoli oculari (miastenia oculare) e delle palpebre, ma anche nei muscoli facciali in generale e in quelli coinvolti nella deglutizione.

Approfondisci cause e terapie per la miastenia gravis.

  • Lupus eritematoso sistemico: è una patologia caratterizzata dalla presenza di autoanticorpi che attaccano l'organismo stesso che li ha prodotti causando forti fenomeni infiammatori.

  • Aplasia eritrocitaria: patologia caratterizzata da una ridotta o mancata sintesi dei globuli rossi a livello midollare, probabilmente a causa della presenza di autoanticorpi, il che causa una forte condizione di anemia.

  • Ipogammaglobulinemia: è una patologia in cui si ha un deficit di gamma globuline, una classe di anticorpi, e quindi una maggiore suscettibilità del soggetto a contrarre infezioni.

I sintomi: inizialmente non si presentano almeno nel 50% dei casi.

Il timoma, specialmente nelle fasi iniziali e comunque nel 50% dei casi, risulta essere una neoplasia asintomatica. Qualora siano presenti i sintomi questi possono essere molto aspecifici come tosse, debolezza muscolare, sensazione di dolore toracico e difficoltà respiratorie. Per tale motivo risulta importante la diagnosi che si esegue mediante:

  • Rx torace: la radiografia del torace, da sola, basta a porre diagnosi di timoma. Difatti sulla lastra, eseguita in proiezione postero - posteriore, nei soggetti affetti da timoma, si osserva una massa di tipo lobulato a livello del mediastino superiore, nelle vicinanze del cuore e dei grossi vasi sanguigni.

  • Tac: viene eseguita dopo una radiografia per vedere quanto è grande la lesione, se si è estesa o meno agli organi vicini e se ci sono infiltrazioni a livello della pleura o del mediastino. Si utilizza anche per rilevare eventuali piccole lesioni che alla radiografia non sono state evidenziate. La tac serve inoltre per eseguire correttamente una biopsia o un ago - biopsia perchè fornisce la localizzazione esatta delle lesioni.

Altri esami utili per la prognosi.

Altri possibili esami che si possono eseguire sono gli esami ematici, particolarmente utili nel caso in cui vi siano sindromi paraneoplastiche associate, per rivelare la presenza di autoanticorpi. Inoltre è possibile eseguire anche una biopsia chirurgica o un ago biopsia al fine di prelevare un campione di cellule per vederne la morfologia e stadiare quindi il tumore. Accanto alla biopsia può essere utile, per stadiare il tumore, eseguire una risonanza magnetica o una PET (tomografia ad emissione di positroni).

La terapia di elezione per il tumore al timo è quella chirurgica.

L'intervento chirurgico rappresenta la terapia di elezione nel trattamento dei tumori del timo, sia benigni che maligni. Si applica a tutti quei pazienti che non presentano metastasi a distanza ed è applicabile anche in caso di invasione dei tessuti circostanti quali polmoni, vasi sanguigni e pericardio. Esistono diverse tipologie di interventi chirurgici, eseguiti in anestesia generale, volti a rimuovere il tumore al timo:

  • Timectomia classica: viene chiamato timectomia trans-sternale allargata e prevede l'esecuzione di un taglio a livello dello sterno (sternotomia) per raggiungere e rimuovere il timo. Questa tecnica consente non solo di rimuovere il timo ma anche di esplorare il mediastino e gli organi in esso contenuti di modo da individuare precocemente eventuali lesioni secondarie. Ha il difetto di lasciare una evidente cicatrice ma risulta utile per operare tumori che hanno invaso gli organi circostanti.

  • Timectomia videotoracoscopica: è una tecnica meno invasiva della precedente che si utilizza nel caso di timomi di piccole dimensioni o capsulati. La minore invasività è rappresentata dal fatto che non si incide il torace aprendolo completamente ma si praticano da 3 a 4 fori su un solo lato toracico e dal fatto che si ha un migliore decorso post operatorio. Tuttavia gli strumenti utilizzati sono rigidi e scomodi e non consentono la visualizzazione ottimale del campo operatorio.

  • Tecnica robotica: è una tecnica molto recente che si utilizza per timomi di dimensioni medio - piccoli e che associa i vantaggi di entrambe le tecniche precedenti cioè poca invasività ma ottimi risultati. Si utilizza un robot che, introdotto nel mediastino, consente di asportare il timoma lasciandone intera la capsula e nello stesso tempo consente di esplorare il mediastino e le strutture in esso contenute.

Altre terapie associate alla chirurgia.

Oltre, o insieme, alla terapia chirurgica, possono essere impiegate altre tre tipologie di terapie per il timoma, rappresentate da:

  • Chemioterapia: è una terapia sistemica, prevede cioè la somministrazione di un farmaco, per via intramuscolare o endovenosa, che servirà poi ad andare a colpire in maniera specifica le cellule neoplastiche allo scopo di distruggerle (chemioterapia adiuvante dopo intervento chirurgico) o di ridurre le dimensioni del tumore (questo si effettua solitamente prima dell'intervento chirurgico). Attualmente si utilizzano farmaci chemioterapici come il cisplatino in associazione con l'etoposide.

  • Radioterapia: la terapia radiante prevede l'utilizzo di radiazioni ad alta frequenza che vengono dirette in maniera mirata nella zona in cui si trova il tumore (terapia locale) al fine di distruggere le cellule tumorali o di ridurre le dimensioni della neoplasia. Per il trattamento del timoma la radioterapia è di tipo esterno, le radiazioni cioè vengono emesse da una macchina che si trova all'esterno del corpo del paziente (esistono alcuni tumori come quelli tiroidei che vengono trattati con radioterapia interna mediante farmaci radianti). La radioterapia può essere impiegata prima di un intervento chirurgico, per ridurre le dimensioni del tumore e renderlo operabile, o dopo la chirurgia (in questo caso prende il nome di radioterapia adiuvante) per distruggere eventuali cellule tumorali residue.

  • Ormonoterapia: questo tipo di terapia prevede la somministrazione di ormoni (steroidi o ormoni sintetici come l'octreoide) per impedire alle cellule tumorali di crescere ulteriormente e di riprodursi. È una terapia che si utilizza in caso di carcinoma timico e il suo scopo non è la guarigione ma il rallentamento della patologia e l'attenuazione dei sintomi.

Come scegliere le terapie in base agli stadi tumorali.

La scelta della terapia, chirurgica, radioterapica o chemioterapica, varia molto in base allo stadio del timoma. Possiamo affermare che:

  • Per il timoma in stadio I la terapia di elezione è l'asportazione chirurgica dell'intero timo. Qualora non fosse possibile operare il paziente si procederà con la chemioterapia da sola o associata alla radioterapia.
  • Per i timomi in stadio II si procede con l'asportazione chirurgica del timo a cui si associa la radioterapia.
  • I timomi che si trovano in stadio III o in stadio IVa vengono trattati prima con chemioterapia a cui segue l'asportazione chirurgica del timo ed eventualmente altre sedute di chemioterapia o radioterapia adiuvante.
  • Per i timomi in ultimo stadio, ovvero stadio IVb, non si procede con l'intervento chirurgico ma si utilizzano terapie chemioterapiche e radioterapiche che migliorano i sintomi ma non puntano all'obiettivo della guarigione.
  • Se il timoma ha recidivato è possibile sia intervenire chirurgicamente che intervenire con radioterapia o chemioterapia in base ai casi.

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