Difficoltà a digerire (digestione lenta e difficile): sintomi, cause e rimedi
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Hai difficoltà a digerire? La digestione è difficile e lenta? Approfondiamo le cause (malattie e cattive abitudini), i rimedi e cosa fare per alleviarne i sintomi quando si presentano. Nella maggior parte dei casi i disturbi legati alla digestione si attenuano già soltanto seguendo dei semplici consigli per migliorare lo stile di vita, ma in altri casi possono nascondere una malattia dell?apparato gastro enterico o anche extraintestinale.
Cos'è la cattiva digestione?
La cattiva digestione o dispepsia è un insieme di disturbi digestivi quali dolore, bruciore, acidità e pesantezza, molto comuni al giorno d’oggi nel mondo occidentale.
Il processo digestivo, che serve a ridurre i principi nutritivi in sostanze più semplici che possono essere assorbite dall'organismo, è un processo articolato e complesso che inizia dalla bocca e finisce nell'intestino. Esso può alterarsi, per uno stile di vita errato ma anche a cause di patologie o uso di farmaci, e di conseguenza insorgono una serie di disturbi che possono interessare vari tratti dell’apparato digerente.
I sintomi della cattiva digestione.
Secondo le linee guida elaborate dal College of Gastroenterology e dalla Canadian Association of Gastroenterology il sintomo principale della cattiva digestione è il dolore epigastrico persistente.
I disturbi digestivi si manifestano il più delle volte dopo i pasti principali ed al dolore spesso vengono associati:
- cefalea perché lo stomaco riceve quantità di cibo maggiori rispetto agli spuntini,
- bruciori di stomaco,
- rigurgito acido dovuto alla risalita di acido gastrico,
- eruttazioni dovute all'eccesso di gas prodotti dall'apparato digerente ed alitosi,
- gonfiore e flatulenza,
- diarrea o stipsi.
Ma talvolta gli stessi sintomi possono essere ricollegati a problemi dell’esofago, dello stomaco, del fegato e delle vie biliari.
Al contrario nell'ulcera duodenale i sintomi possono migliorare con l’assunzione di cibo, mentre la nausea prima del pasto potrebbe indicare una disfunzione epatobiliare.
Spesso si digerisce male semplicemente dopo aver fatto un pasto troppo abbondante, magari dopo che si è digiunato tutto il giorno.
I disagi si possono presentare anche al di fuori del pasto, ad esempio durante notte: è il caso di persone che soffrono della malattia da reflusso gastroesofageo possono avere disturbi digestivi notturni quando bruciore, acidità e senso di pienezza sono aggravati dalla posizione supina.
Quali sono le cause della difficoltà a digerire?
Le cause che provocano una digestione lenta e difficile sono molteplici e come già detto sono spesso riconducibili ad uno scorretto stile di vita o a cattive abitudini alimentari. Esistono però anche specifici alimenti che possono provocare intolleranze ed anche farmaci che hanno come effetto collaterale i sintomi della digestione difficile. Inoltre la cattiva digestione può essere sintomo di una vasta gamma di patologie.
Le cattive abitudini che rallentano la digestione: uno stile di vita scorretto.
Le principali cause di una digestione lenta e laboriosa derivano da abitudini personali, in parole povere da uno stile di vita scorretto quali:
- Pasti disordinati e cibi pesanti. Quando si saltano i pasti oppure si fa un solo pasto abbondante nella giornata, si sottopone l’apparato gastrointestinale a un carico di lavoro non fisiologico, con il risultato che la digestione risulta molto più lenta e laboriosa del normale. Anche i cibi fritti allungano i tempi di digestione visto che l’olio di cui gli alimenti sono impregnati è grasso al 100 % e pertanto difficile da digerire.
- Alcol e fumo. L’alcool è un fattore importante che ritarda lo svuotamento dello stomaco con un effetto dose - dipendente: quanto più se ne assume, tanto più lunghi saranno i tempi di svuotamento dello stomaco e la digestione risulterà ritardata.Anche il fumo di sigaretta accentua il bruciore e la secrezione di acido nello stomaco.
- Inoltre chi è sedentario può avere tempi maggiori di svuotamento dello stomaco e un transito intestinale rallentato.
Alimenti difficili da digerire e intolleranze.
Spesso anche chi segue uno stile di vita sano può accusare disturbi digestivi legati al consumo di certi alimenti. Alcuni alimenti spesso responsabili di disturbi digestivi o vere e proprie intolleranze.
- I farinacei: si può avere difficoltà a digerire la pizza, il pane e le torte che sono alimenti ottenuti dall'azione del lievito Saccharomyces Cerevisiae, il comune lievito di birra. La causa potrebbe essere un’intolleranza al lievito. Spesso però anche alcune fonti di carboidrati ad alto indice glicemico come la pasta o il riso possono rallentare la digestione soprattutto se associate ad altri cibi ad alto contenuto di grassi: in questi casi sarebbe consigliabile consumare prodotti integrali , che oltre a tenere sotto controllo la glicemia facilitano il transito intestinale riducendo i fastidiosi gonfiori associati ad una cattiva digestione.
- Il latte: le persone che hanno intolleranza al lattosio o alle proteine del latte manifestano gonfiore, dolori addominali e diarrea dopo l’assunzione di latte vaccino. Si può sospettare un’intolleranza quando i disturbi digestivi si accompagnano a nausea, vertigini, costipazione e spesso giramenti di testa. Il rimedio può essere l’utilizzo di latticini o bevande vegetali come il latte di soia, di riso o mandorla o latte e yogurt ad alta digeribilità. I neonati ad esempio che non hanno alcuna difficoltà a digerire il latte materno o artificiale, accusano invece problemi digestivi a partire dallo svezzamento quando vengono inseriti alimenti nuovi e appunto il latte vaccino. I pediatri consigliano una introduzione graduale delle nuove sostanze nutritive.
- Carne e pesce grasso: sono difficili da digerire soprattutto le carni grasse, che rallentando i tempi di svuotamento dello stomaco. Sono a rischio anguilla, sgombro, salmone e tonno che sono specie di pesci grassi.
- La cipolla e l'aglio: rilasciano il tono dello sfintere esofageo inferiore, la valvola che delimita il confine tra esofago e stomaco. Dato il loro potere miorilassante, è meglio evitarle in caso di reflusso gastroesofageo e dispepsia.
- Le spezie: in particolare menta e peperoncino accentuano il bruciore e l’acidità.
- I cavoli e i pomodori: le verdure in generale essendo ricche di fibra accelerano lo svuotamento dello stomaco dunque non causano problemi digestivi. Solo alcune di esse in particolar modo gli ortaggi della famiglia delle Brassicaceae ovvero cavoli, cavolfiori, broccoli, cavoletti di Bruxelles e rape, possono provocare formazione di gas e gonfiore una volta giunte nell'intestino. Alcune persone lamentano anche un’intolleranza ai pomodori e i sintomi accusati sono spesso orticaria, nausea, ritenzione idrica.
L’uso di farmaci e i disturbi digestivi.
Alcuni farmaci possono dare disturbi digestivi ma essi si manifestano più frequentemente in trattamenti di lunga durata e compaiono raramente se i medicinali vengono assunti occasionalmente:
- I sali di potassio, indicati per il trattamento dell’ ipertensione, della disidratazione e del deficit di potassio. Alte dosi di sali di potassio possono causare ulcere, disturbi gastrici e nausea.
- L’alendronato, usato per curare l’osteoporosi, può essere alla base di ulcere esofagee, diarrea, nausea e dolori addominali.
- Gli antibiotici causano l’aumento della fermentazione intestinale e del gonfiore perché uccidono la flora batterica intestinale.
- La digitale, usata nei disturbi del cuore, causa frequentemente inappetenza, nausea e vomito.
- I FANS ovvero gli antinfiammatori non steroidei come l’aspirina sono una delle cause più comuni di gastrite e ulcera perché riducono la protezione mucosa dello stomaco e aumentano la secrezione di sostanze acide.
I fattori psicologici: come ansia e depressione incidono sulla digestione.
Gli scienziati hanno messo in evidenza lo stretto rapporto tra disturbi digestivi e ansia in persone che tendono a somatizzare le emozioni. Lo stress e le turbe emotive possono essere alla base della difficoltà a digerire, come nel caso della cosiddetta dispepsia isterica, ma i meccanismi che ne sono alla base sono ancora poco noti. Si sa invece di per certo che la depressione rallenta sia lo svuotamento dello stomaco sia il transito intestinale rendendo così più difficile la digestione.
I cambiamenti ormonali: gravidanza, ciclo e menopausa.
Anche i cambiamenti ormonali alla base del ciclo mestruale possono interferire con i regolari processi digestivi: le alterazioni prodotte dallo squilibrio tra estrogeni e progesterone inducono un aumento eccessivo della motilità intestinale, che spesso conduce ad episodi di costipazione, diarrea e difficoltà digestive.
Le modificazioni ormonali insieme ad un intenso livello di stress sono la causa di una cattiva digestione anche in menopausa e durante la gravidanza.
In particolare nei nove mesi di gestazione gli aumentati livelli serici di progesterone esercitano un effetto miorilassante che induce il rilassamento della muscolatura e di conseguenza la perdita del tono dello sfintere esofageo inferiore. Questo facilita la risalita del contenuto gastrico nell'esofago con acidità in bocca e bruciore. Inoltre la muscolatura dell’intestino non si contrae abbastanza, il contenuto intestinale progredisce più lentamente e compare la stipsi.
La difficoltà a digerire si manifesta fin da inizio gravidanza ma la situazione peggiora a partire dal quarto mese quando la pancia comincia a crescere e il feto a comprimere stomaco e intestino. I rimedi contro la difficoltà a digerire in gravidanza sono davvero pochi: i farmaci da banco contro la cattiva digestione, a causa dell’elevato contenuto di calcio, possono causare nella gestante la cosiddetta sindrome latte-alcali con ridotta.
Le patologie che possono causare problemi digestivi.
Malattie dello stomaco: reflusso gastroesofageo, gastrite, ernia iatale ed ulcera.
la causa della cattiva digestione in caso di reflusso ed ernia è la risalita del contenuto dello stomaco nell'esofago. Essa si verifica per riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore. I sintomi con cui si manifestano queste patologie sono:
- Eccesso di acidità,
- bocca amara,
- alitosi,
- dolore e bruciore in prossimità dello stomaco,
- insonnia,
- pressione alta e tachicardia.
La gastrite, che è un’infiammazione della mucosa gastrica che può essere causata da infezioni batteriche virali o micotiche o anche da agenti irritanti quali farmaci, radiazioni o stress presenta sintomi di cattiva digestione e può trasformarsi in ulcera.
L’ulcera è causata da un germe che intacca la mucosa gastroduodenale rendendo le pareti dello stomaco facilmente soggette agli attacchi dei succhi gastrici.
Le Malattie dell’intestino: sindrome del colon irritabile, celiachia.
La sindrome del colon irritabile, ovvero la cosiddetta “colite nervosa”, si pensa sia causata da uno squilibrio della flora batterica intestinale ma non è ancora chiaro come essa possa generare i disturbi digestivi quali meteorismo, flatulenza, diarrea, dolore al fianco.
La celiachia riduce la funzione di assorbimento di zuccheri e sostanze nutritive, i nutrienti non assorbiti rimangono nel lume intestinale, fermentano producendo gas, gonfiore, meteorismo, diarrea.
Le malattie del fegato, del pancreas e delle vie biliari .
Epatite, cirrosi epatica, tumore del pancreas e pancreatite compromettono la secrezione di enzimi digestivi riducendo la capacità dell’apparato gastroenterico di digerire gli alimenti.
Calcoli della colecisti e delle vie biliari ostacolano il rilascio della bile nel duodeno per cui la digestione dei grassi risulta diminuita.
Le malattie extraintestinali.
Possono causare disturbi digestivi anche malattie al di fuori dell’apparato gastroenterico quali diabete, malattie della tiroide, delle ghiandole surrenali e dei vasi sanguigni, insufficienza cardiaca e renale, collagenopatie. In tutti questi casi si può avere un transito intestinale rallentato con gonfiore e stipsi perché viene ridotta l’azione del sistema nervoso autonomo ovvero la parte del sistema nervoso preposta alla contrazione dell’intestino.
La dispepsia: una diagnosi di esclusione.
Il medico determina la presenza di un disturbo digestivo con l’anamnesi e l’esame obiettivo. Successivamente sceglie le procedure diagnostiche appropriate per confermare la diagnosi.
Poiché l’apparato digerente è strettamente connesso al cervello, è necessaria anche un’indagine psicologica per valutare una patologia digestiva.
Seguono poi esami quali:
- l’endoscopia che esamina le strutture interne mediante una sonda a fibre ottiche. Tale esame che può ispezionare l’esofago, lo stomaco e l’intestino, evidenzia ulcere, infiammazioni e neoformazioni.
- Esami radiologici all'addome servono per evidenziare un’ostruzione o alterazioni dei gas nella cavità addominale. Possono inoltre rilevare un ingrossamento del fegato, reni o milza, o la presenza di calcoli.
- Ecografia dell’addome che serve a mostrare forma e dimensioni dei vari organi ed eventuali aree patologiche all'interno di essi.
- Tac e risonanza magnetica permettono di osservare l’addome a sezioni trasversali e quindi servono per valutare le dimensioni e la sede degli organi addominali, infiammazioni, variazioni del percorso dei vasi e neoformazioni.
Se i sintomi si presentano in modo persistente o ricorrente per almeno 3 mesi, possiamo parlare di dispepsia funzionale. Si tratta di una diagnosi di esclusione perché il medico diagnostica la dispepsia dopo aver accertato che dietro i nostri disturbi digestivi non si nasconde alcuna malattia.
Conseguenze della digestione lenta: stitichezza e gonfiore addominale.
Le complicazioni della digestione lenta sono diverse a seconda della causa da cui essa dipende. Se alla base c’è una malattia dello stomaco come l’ulcera o la malattia da reflusso, lo svuotamento ritardato causa l’aumento delle secrezioni dello stomaco ed ulcerazioni che possono provocare la perforazione della parete gastrica con emorragia.
A livello intestinale poi una digestione lenta comporta un rallentamento della progressione delle feci e quindi stipsi. Se i materiali di rifiuto della digestione rimangono per più tempo del normale nell'intestino, le tossine hanno tutto il tempo di agire sulle pareti intestinali e produrre tumori.
Non dimentichiamoci poi che la persistente sensazione di gonfiore, il bruciore e la necessità di dover eruttare di frequente peggiorano e non poco la qualità di vita di chi ha difficoltà a digerire.
La digestione lenta fa ingrassare?
Secondo l’opinione comune e i mass media una cattiva digestione potrebbe comportare un aumento di peso: probabilmente però esso è da imputare più alla stipsi e alla ritenzione idrica spesso indotta dai disturbi digestivi che non dall'accumulo di adipe.
Tutti gli alimenti che assumiamo vengono infatti digeriti e assorbiti dall'intestino a prescindere dalla durata del transito, per cui non è vero che se la digestione è lenta assorbiamo più calorie rispetto a una digestione che avviene in tempi normali. Piuttosto potrebbe essere vero il contrario, cioè ci potrebbe essere un’associazione tra digestione difficile e dimagrimento. Quando lo stomaco è pieno a causa di una digestione lenta, il cervello non percepisce lo stimolo della fame, perciò di solito la persona è inappetente, mangia meno e dimagrisce.
Che fare? I rimedi efficaci per contrastare i problemi digestivi.
La digestione lenta e difficile può essere, come si è visto, una conseguenza di una malattia dello stomaco, dell’intestino o in alcuni casi localizzata al di fuori dell’apparato gastroenterico ma può essere di origine funzionale, cioè che si verifica in una persona sana ed è dovuta a uno stile di vita errato e al consumo di alimenti non digeribili. I rimedi, quindi sono altrettanto vari e vanno adeguati alla causa.
Miglioramento dello stile di vita e delle abitudini alimentari.
Mangiare con calma e masticare in modo adeguato, ridurre lo stress, fare un po’ di moto e mangiare cibi digeribili risolve il problema nella maggior parte dei casi. Si possono aggiungere tisane o compresse masticabili a base di erbe che coadiuvano la funzionalità dell’intestino o digestivi a base di bicarbonato.
Questi rimedi sono sufficienti di solito quando si tratta di un disturbo funzionale. Se le difficoltà digestive rimangono, è opportuno consultare il proprio medico e fare accertamenti per scoprire se esse dipendono da una malattia.
Cosa mangiare e cibi da evitare: le regole alimentari.
Cosa conviene mangiare per aiutare la digestione lenta? In linea di massima si può mangiare tutto quello che non ci causa gonfiore o bruciore, l’importante è non fare pasti troppo abbondanti e ricchi di proteine e lipidi. Altri utili accorgimenti sono:
- Seguire dieta equilibrata in cui i nutrienti siano ripartiti in modo corretto tra i tre pasti in modo da non appesantire la digestione.
- Quando le difficoltà digestive sono particolarmente accentuate, può essere utile ridurre i pasti principali e inserire due spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio in modo da ripartire in modo più equo il carico di lavoro dell’apparato gastroenterico.
- Evitare i cibi di difficile digestione come fritti, tagli grassi della carne, pesci grassi che rallentano lo svuotamento dello stomaco facendoci sentire “pesanti”.
- Non mangiare farinacei, latte e latticini è indicato solo nel caso in cui sia stata accertata un’intolleranza da esami specifici e scientificamente validi.
- In caso di digestione difficile dovuta a reflusso gastroesofageo, può essere utile eliminare anche aglio, cipolla, cibi speziati (soprattutto peperoncino e menta) che acuiscono il bruciore.
- Se c’è gonfiore intestinale evitare le verdure della famiglia dei cavoli.
- Astenersi dall'alcol per migliorare i tempi di svuotamento dello stomaco e dal fumo per ridurre bruciore e acidità.
- Mantenere un peso corretto riduce la pressione sull'addome, soprattutto quando si è supini, così si riducono gli episodi di reflusso e l’acidità.
Per individuare quale cibo ci dà fastidio dobbiamo imparare a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda. Pertanto può essere utile tenere un diario alimentare in cui annotare ogni giorno della settimana i cibi assunti e le reazioni. In tal modo risulterà più semplice capire quali cibi ci creano disturbi, soprattutto in rapporto ai diversi momenti della giornata in cui vengono assunti.
Rimedi naturali: tisane e decotti digestivi o fiori di Bach.
Per migliorare la digestione possiamo utilizzare dei digestivi naturali a base di erbe sotto forma di tisane o compresse masticabili da assumere prima dei pasti due o tre volte al giorno. Le erbe che ci aiutano a digerire meglio sono:
- Achillea, verbena: grazie alle proprietà spasmolitiche, sono usate per la produzione di digestivi utilizzati contro la gastrite e la malattia da reflusso.
- Anice che ha proprietà carminative grazie alla di carvone che svolge un'azione rilassante sulla muscolatura liscia ed evita la formazione di gas nell'intestino e il gonfiore.
- Cicoria che disintossica l’intestino, migliora la produzione della bile e la diuresi.
- Genziana e mela stimolano la produzione degli enzimi digestivi migliorando la digestione.
- Liquirizia che riduce il bruciore proteggendo le pareti dello stomaco dall'azione degli enzimi gastrici.
- Zenzero che favorisce la digestione, riduce la fermentazione nell'intestino e la formazione di gas.
Tra i rimedi fitoterapici molto efficace risulta essere l’impiego dei Fiori di Bach: come abbiamo visto il rallentamento dei processi digestivi, la costipazione e il gonfiore addominale sono spesso indotti da situazioni di forte stress e ansia.
I Fiori di Bach agiscono sull'umore e sugli stati d’animo negativi: secondo la fitoterapia i disagi emotivi portano necessariamente a disturbi di tipo fisico (si parla di somatizzazione) mal di testa, mal di pancia e disturbi digestivi sono tra i più comuni e dunque vengono preparate tante essenze floreali quante sono le patologie.
Rimedi farmaceutici: i digestivi effervescenti.
Quando i disturbi digestivi sono secondari ad una patologia, è naturalmente necessaria una cura appropriata prescritta dal medico in seguito alla diagnosi.
In ogni caso qualunque sia la causa che determina una digestione lenta e difficile è possibile ricorrere ai farmaci che aiutano ad alleviare la sintomatologia.
Quelli più utilizzati per la digestione lenta sono:
- gli antiacidi: digestivi effervescenti a base di bicarbonato. L’anidride carbonica che dà l’effervescenza e il bicarbonato tamponano l’acidità dei succhi gastrici e il bruciore che ne consegue. Questi prodotti non necessitano di prescrizione medica e si possono assumere al bisogno rispettando le dosi riportate sulla confezione.
- Gli inibitori della pompa protonica che riducono le produzioni acidi gastrici. Tali farmaci vengono utilizzati in presenza di patologie quali gastrite, reflusso o ulcere.