Insufficienza respiratoria: classificazione, sintomi, cause e terapia
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L'insufficienza respiratoria è una condizione patologica causata dall'incapacità dei polmoni di ossigenare correttamente i tessuti ed eliminare l'eccesso di anidride carbonica prodotta. Può insorgere in forma acuta o cronica,e le cause sono da ricondursi a patologie, ma anche ad avvelenamento da farmaci o droghe. La diagnosi viene fatta dal medico pneumologo attraverso l’osservazione dei sintomi ed esami. Vediamo quali sono le possibili terapie in base della patologia di base.
Insufficienza respiratoria: cos’è?
L' insufficienza respiratoria è una condizione patologica in cui i polmoni non sono in grado di garantire il corretto svolgimento degli scambi gassosi che avvengono durante l'atto respiratorio.
Questo si traduce in un'incapacità di eliminare correttamente l'anidride carbonica ed in un'incapacità di fornire la quantità adeguata di ossigeno ai tessuti. Ne deriva quindi una difficoltà respiratoria che può insorgere sia a riposo che durante lo sforzo.
La respirazione e lo “scambio gassoso”.
Tutti i processi metabolici cellulari del nostro corpo necessitano di energia. Energia che proviene dalla reazione chimica di ossidazione di sostanze organiche ad opera dell’ossigeno che respiriamo e della contemporanea riduzione di quest’ultimo ad anidride carbonica. Sia l’ossigeno che l’anidride carbonica sono veicolati e rimossi dal sangue dalle cellule. Attraverso le arterie arriva il sangue ricco di ossigeno ed al termine della reazione la CO2 (anidride carbonica) viene rimossa sempre dal sangue che fluisce attraverso il sistema venoso. Lo scambio gassoso avviene a livello dei polmoni dove il sangue carico di CO2 si arricchisce di ossigeno inspirato liberandosi dell’anidride carbonica che viene espirata.
Se questo processo risulta compromesso allora insorge l’insufficienza respiratoria. Essa è caratterizzata da 2 parametri:
- ipossiemia: diminuzione dei livelli normali di ossigeno nel sangue arterioso. Si definisce ipossiemia quando si misurano valori della pressione parziale di ossigeno PaO2 < 60 mmHg.
- Ipercapnia: aumento dei normali livelli di CO2. Si definisce ipercapnia quando si misurano valori della pressione parziale di anidride carbonica PaCO2 > 45 mmHg.
Classificazione: i diversi tipi di questa condizione patologica.
L'insufficienza respiratoria può essere classificata in base a quanto rapidamente insorge, a come insorge, ed in base al valore di ossigeno (pressione parziale dell'ossigeno o PaO2) o anidride carbonica (pressione parziale dell'anidride carbonica o PaCO2) nel sangue.
In base alla modalità di insorgenza distinguiamo un'insufficienza respiratoria:
Acuta.
L'insufficienza respiratoria è acuta quando i sintomi insorgono rapidamente nell'arco di ore o giorni.
Cronica.
Nella forma cronica di insufficienza respiratoria la funzionalità respiratoria si deteriora gradualmente nel tempo.
In base ai valori di ossigeno e anidride carbonica nel sangue distinguiamo un'insufficienza respiratoria:
Di tipo I o ipossiemica: bassi livelli di ossigeno.
Si parla di insufficienza respiratoria ipossiemica quando si hanno valori della PaO2 inferiori a 55 - 60 mmHg il che indica che vi è una riduzione dell'ossigeno nel sangue arterioso e conseguentemente questo viene distribuito in maniera non sufficiente ai tessuti.
Di tipo II o ipercapnica: alti livelli di anidride carbonica.
Quando i valori di PaO2 sono inferiori a 55 - 60 mmHg e i valori di PaCO2 sono superiori a 45 mmHg, si parla di insufficienza respiratoria ipercapnica. Tali valori indicano non solo una riduzione dell'ossigeno nel sangue arterioso ma un aumento dell'anidride carbonica nel sangue arterioso. Questo significa non solo che i tessuti non vengono correttamente ossigenati ma che l'anidride carbonica non viene smaltita correttamente.
Un'altra possibile classificazione dell'insufficienza respiratoria è infine la seguente:
Restrittiva.
L'insufficienza respiratoria è di tipo restrittivo quando il polmone non è in grado di espandersi in maniera corretta durante un atto respiratorio come nel caso della fibrosi polmonare.
Ostruttiva.
L'insufficienza respiratoria di tipo ostruttivo indica che vi è un ostacolo all'ingresso dell'aria all'interno delle vie aeree, come nel caso della broncopneumopatia cronica.
Cause: le patologie che ostacolano il lavoro dei polmoni.
Le cause di insufficienza respiratoria, differiscono tra la forma di tipo I e la forma di tipo II. Solitamente le cause sono legate a patologie congenite, o a patologie polmonari e cardiovascolari acquisite.
Cominciamo con analizzare le patologie comuni ad entrambi i tipi di insufficienza respiratoria:
- Broncopneumopatia cronica ostruttiva, una patologia prevalentemente causata dal fumo di sigaretta che determina un'infiammazione cronica delle vie aeree con conseguente lenta e progressiva riduzione delle capacità respiratorie.
- Obesità, che determina una compressione fisica sulla gabbia toracica ed un'incapacità di espandere correttamente i polmoni durante gli atti respiratori.
- Fibrosi cistica, una patologia genetica causata da una mutazione dei canali per il cloro che determina l'accumulo di muco a livello dei bronchi.
- Interventi chirurgici importanti, difatti esiste un'insufficienza respiratoria post operatoria causata da grossi interventi chirurgici che si risolve comunque nel giro di qualche giorno.
Per quanto riguarda l'insufficienza respiratoria di tipo I le cause sono:
- Bronchite o polmonite infettiva su base batterica o virale. Sono processi infiammatori a carico di bronchi e polmoni per cui la normale funzione respiratoria diventa difficoltosa. Tra i virus responsabili della polmonite abbiamo il corovavirus della SARS, della MERS e della COVID 19 .
- Edema polmonare causato da possibili scompensi cardiovascolari.
- Asma bronchiale.
- Fibrosi polmonare, una patologia che determina la sostituzione del tessuto polmonare con tessuto fibrotico con conseguente incapacità del polmone di espandersi correttamente.
- Cifoscoliosi, ovvero un'alterazione nella forma della colonna vertebrale che può essere legata a cause congenite e che determina incapacità di espandere correttamente i polmoni.
Per quanto riguarda l'insufficienza respiratoria di tipo II le cause sono legate a:
- Avvelenamento da farmaci (quali ad esempio i barbiturici) o da droghe che determinano una depressione dei centri respiratori con conseguente riduzione della capacità di compiere correttamente un atto respiratorio.
- Tetano, una patologia che determina uno stato di contrazione involontario dei muscoli, compresi i muscoli implicati nella respirazione.
- Ipotiroidismo, una patologia in cui si ha un errato funzionamento della tiroide che incide anche sul meccanismo della respirazione.
- Traumi a livello cerebrale derivanti da un danno fisico o da un danno causato da patologie quali emorragia cerebrale, tumore cerebrale o encefalite (infiammazione del cervello).
- Miastenia gravis, una malattia congenita neuromuscolare che causa progressiva riduzione della forza contrattile in tutti i muscoli, compresi quelli respiratori.
I sintomi dell’insufficienza respiratoria.
La sintomatologia dell'insufficienza respiratoria varia in funzione della causa. ma vi è comunque una sintomatologia simile in entrambe le forme.
I sintomi che si manifestano maggiormente sono:
- Dispnea (ovvero sensazione di fame d'aria) sia a riposo che sotto sforzo dovuta ai bassi livelli di ossigeno nel sangue.
- Alterazioni del battito cardiaco quali tachicardia e aritmie.
- Comparsa di una colorazione bluastra di labbra, punte delle dita di mani e piedi e della cute, una condizione che prende il nome di cianosi, dovuta ai bassi livelli di ossigeno.
- Stato confusionale, sonnolenza e riduzione della risposta agli stimoli causata dallo stato di acidosi respiratoria, ovvero una riduzione del pH del sangue legata all'accumulo di anidride carbonica.
- Aumento del numero e della frequenza degli atti respiratori, una condizione nota come tachipnea dovuta all o sforzo dell'organismo che tenta di eliminare l'anidride carbonica.
Conseguenze.
Tutta la sintomatologia è causata dalla riduzione dell'afflusso di ossigeno ai tessuti e dall'accumulo di anidride carbonica nel sangue.
Questa situazione può compromette la funzionalità cardiaca e cerebrale causando uno stato di incoscienza o aritmie che possono essere fatali. Inoltre l'aumento della pressione arteriosa nei vasi polmonari può portare ad un'ipertensione polmonare che a sua volta danneggia il cuore con conseguente insufficienza cardiaca.
La diagnosi: come si riconosce l’insufficienza polmonare di tipo I e II.
La diagnosi di insufficienza respiratoria viene posta dal medico pneumologo sulla base di un primo esame obiettivo e dell'anamnesi del paziente e mediante la prescrizione delle seguenti indagini diagnostiche:
- Emogas, un'analisi che si esegue prelevando un campione di sangue arterioso per vedere i livelli di ossigeno ed anidride carbonica in esso contenuti.
- Saturazione dell'emoglobina, un esame del sangue che valuta il corretto legame dell'emoglobina con l'ossigeno.
- Valutazione del pH del sangue arterioso e dei bicarbonati, per identificare condizioni di acidosi respiratoria.
- Tecniche di imaging quali radiografia o tac del torace, per valutare la presenza di edema (accumulo di liquido) o la presenza di determinate patologie.
- Valutazione della presenza di patologie di base quali obesità, ipotiroidismo (si esegue il dosaggio degli ormoni tiroidei) ed altre patologie variabili in base all'anamnesi individuale.
- Elettrocardiogramma ed ecocardiogramma, per comprendere se vi siano cause cardiache alla base dell'insufficienza respiratoria.
Terapie: le cure per l’insufficienza respiratoria.
Per il trattamento dell'insufficienza respiratoria è necessario ricorrere a terapie mediche evitando i rimedi naturali in quanto la condizione può portare a conseguenze gravi e letali.
Fermo restando che è necessario trattare la causa scatenante in base ai singoli casi, la terapia medica prevede il controllo dei sintomi per il miglioramento della qualità di vita.
Tra le strategie che possono essere attuate abbiamo:
- Somministrazione di ossigeno puro al 99,9%, che viene somministrato al paziente mediante mascherina o cannule nasali. La quantità di ossigeno e la durata della terapia vengono stabiliti in base ai casi.
- Terapia ventilatoria non invasiva, si utilizzano cioè dei dispositivi (solitamente formati da una maschera che copre naso e bocca e un generatore di pressione che eroga i gas quali miscela di aria o ossigeno in base ai casi) che aiutano il paziente a respirare meglio ma in maniera autonoma, senza ricorrere all'intubazione. Si utilizza per lo più nei casi di insufficienza respiratoria di tipo II.
- Ventilazione meccanica assistita, il paziente viene cioè collegato ad una macchina mediante un tubo endotracheale e respira non autonomamente ma per mezzo della macchina. È riservato ai casi molto gravi.
Nei casi di insufficienza respiratoria associata a broncopneumopatia cronica ostruttiva si può ricorrere anche all'utilizzo di farmaci broncodilatatori, è necessario smettere di fumare e possono essere indicate delle tecniche di riabilitazione polmonare in base ai singoli casi.