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L’insufficienza renale cronica è una patologia progressiva che comporta una degenerazione dei reni e colpisce per la maggior parte pazienti anziani. In questo articolo vedremo come affrontarla: quali sono i sintomi, le cause, gli esami medici che bisogna fare per diagnosticarla ed infine conosceremo meglio le possibili terapie e l’importanza di una corretta dieta da seguire per evitare che possa progredire.
L' insufficienza renale cronica è una patologia che vede una lenta e progressiva riduzione della capacità dei reni di filtrare le scorie dal sangue.Generalmente la funzionalità dei reni degenera, all'inizio lentamente, poi sempre più severamente, fino a portare all'inattivazione di queste ghiandole. Il meccanismo che porta alla progressiva deplezione non si può arrestare, però si possono mettere in atto delle strategie che lo rallentano.
Oltre all'insufficienza renale cronica esiste anche quella acuta che, a differenza dell'altra, si manifesta in brevissimo tempo e c'è anche la possibilità di far riacquistare all'organo le sue funzionalità.
Cosa sono i reni? I reni sono due organi a forma di fagiolo di colore rosso bruno, fanno parte dell'apparato escretore, che si trovano posteriormente, nella zona lombare, ai lati della colonna vertebrale.Sono molto importanti per mantenerci in buona salute, infatti le loro funzioni sono:
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Negli stadi iniziali dell’insufficienza renale cronica l’attività dei reni aumenta, si genera, infatti, una costrizione delle arterie che portano il sangue ai nefroni, l’unità funzionale dei reni dove avviene la vera e propria filtrazione, che esercita un aumento della pressione nel glomerulo che aumenta la filtrazione. l reni sottoposti ad un carico più alto del normale si usurano più facilmente e non riescono a smaltire le scorie ed i liquidi . Ciò determina anche un aumento della minzione, che invece si riduce di molto nelle fasi più avanzate della patologia.
Gli stadi sono:La malattia si presenta in diversi stadi a seconda della compromissione delle funzioni renali, ciò si valuta con un parametro detto: velocità di filtrazione glomerulare (GFR), la quale si calcola a partire dalla concentrazione di creatinina, che si può rinvenire nel sangue. Tale sostanza è prodotta dai muscoli e quando l'organismo è in buona salute, viene eliminata dai reni, quindi la quantità residua all'interno del corpo ci dà un’idea della gravità della patologia.
I valori di GFR del primo stadio si possono considerare quasi normali invece, quelli del quinto indicano che la situazione è critica e quasi la totalità della funzione renale risulta essere totalmente compromessa quindi occorre un trapianto d’urgenza.
I sintomi si possono presentare lentamente nonostante un aumento di urea e altre scorie nel sangue. I principali sintomi fanno presagire un'insufficienza renale cronica sono:
Con l’aumentare degli stadi della patologia si manifestano, invece, delle possibili conseguenze che variano di intensità e velocità da individuo ad individuo.
L’anemia è dovuta alla diminuzione dell'eritroretina, un ormone che viene prodotto dai reni, la cui funzione è quella di indurre alla maturazione i globuli rossi. Una sua carenza diminuisce tale tipo di cellule nel circolo ematico.
Col diminuire delle funzionalità renali aumenta la condizione di acidosi metabolica che è un disturbo dell’equilibrio acido-basico caratterizzato da una diminuzione della concentrazione di bicarbonati e quindi da un aumento dell’acidità del sangue.La condizione viene causata dalla ridotta capacità dei reni di eliminare gli acidi.
L’aumento dell’osteoporosi è dovuto a problemi legati al calcio ed alla vitamina D. L’accumulo di fosfato lega il calcio che in questo modo è reso meno biodisponibile per le cellule del nostro organismo, provocando fragilità ossea. La vitamina D,attivata proprio all'interno del rene, è importantissima per la fissazione del calcio nelle ossa. Con la minore funzionalità renale essa diminuisce.
Approfondisci cause e conseguenze della carenza di vitamina D.
Una situazione di acidosi grave può causare problemi cardiaci come ipotensione ed aritmie. Inoltre la modificazione del metabolismo dei grassi dovuta al malfunzionamento dei reni,provoca un maggiore accumulo di colesterolo che può dare origine ad aterosclerosi, con formazione di placche sui vasi sanguigni e conseguente rischio di trombi e malattie cardiache.
Un’altra conseguenza dell'iperfosfatemia dovuta alla impossibilità dei reni di eliminare il fosfato, è l'affaticamento della tiroide che secerne grandi quantità di paratormone, stimolato proprio dalla carenza di fosfato.
Le cause della comparsa dell'insufficienza renale cronica sono varie.
Nel diabete mellito di tipo I o II l'eccessiva presenza di zuccheri nel sangue genera un danno a livello glomerulare, accelerando la degradazione renale.
La glomerulonefrite è un’infiammazione dell'unità funzionale dei reni dove avviene concretamente la filtrazione, i nefroni, ciò può accadere per varie ragioni:l'utilizzo prolungato di farmaci, quali i FANS e gli antibiotici, malattie infettive come la TBC e tumori.
Il rene policistico è malattia genetica che determina la formazione di cisti all'interno dei reni che ne compromettono funzionalità.
L'ipertensione, porta ad un danneggiamento dei vasi sanguigni che sono soggetti ad una maggiore sollecitazione da parte del sangue che spinge sulle loro pareti. Se non curata può danneggiare anche i capillari, molto fragili, che si trovano all'interno dei reni.
L'ostruzione delle vie urinarie, causata da ipertrofia prostatica benigna o calcoli biliari, se entrambi i reni ne sono colpiti, provoca insufficienza renale cronica altrimenti, se si inattiva un solo organo, l’altro, quello sano, può svolgere le funzioni di entrambi.
In alcune patologie autoimmuni, come il lupus eritematoso sistemico, un'infiammazione del tessuto connettivo, gli anticorpi danneggiano i glomeruli ed i tubuli renali.
Per diagnosticare un malfunzionamento dei reni occorre fare un esame del sangue combinato ad un’analisi delle urine ed in particolare monitorare alcuni valori.
L’azotemia è un esame che misura la concentrazione nel sangue di azoto non proteico che deriva dall'acido urico. L’accumulo di scorie azotate è indice di malfunzionamento dei reni che dovrebbero eliminare tali scorie con le urine.
I valori normali di azotemia ematica oscillano tra 22 a 46 mg/dl ma oscillano in funzione dell’età e del sesso.
Puoi approfondire le cause dell'azotemia alta.
La creatininemia valuta la quantità creatinina, prodotto di scarto dei muscoli, nel sangue. Anche la creatinina è una sostanza di scarto che deve essere filtrata dai reni ed espulsa con le urine. I valori normali di creatinina nel sangue vanno da 0,6 a 1,3 mg/dl.
Un altro esame che serve a valutare lo stato di funzionamento dei reni è la clearance della creatinina un esame che valuta la quantità di sangue che riesce ad essere filtrato dai reni in un minuto. I valori normali vanno dagli 85 ai 125 mL/min.
Anche gli elettroliti nel sangue vanno misurati per evidenziare se in circolo ci sono quantità alterate di alcuni anioni o cationi come: il sodio, il potassio, il fosforo, ecc.
L'esame evidenzia il numero delle cellule del sangue e le loro caratteristiche fisiche. Viene richiesto perchè in genere i pazienti affetti da insufficienza renale cronica vanno soggetti ad una riduzione dei globuli rossi e ad anemia.
L'analisi delle urine nel soggetto con insufficienza renale può presentare varie anomalie quali: presenza di proteine e cellule patologiche.
L'ecografia renale è un esame utile in caso di nefropatia nei suoi stadi iniziali. Essa, infatti, fornisce informazioni sulla morfologia dei reni e delle vie urinarie.
Un altro esame che si può fare è la biopsia renale, nella quale si prelevano delle cellule dal rene per analizzarle in laboratorio, si utilizza un ago che penetra nella pelle fino ad arrivare all'organo dove si estrae un campione di tessuto.
Per l'insufficienza renale cronica non c'è una cura, tutte le terapie cercano di rallentare la degradazione dei reni e di evitare le possibili complicanze.
Il nefrologo deve prestare attenzione a tutte le patologie che possono peggiorare l'insufficienza renale ed alle possibili conseguenze che peggiorano lo stato di salute generale.
La società italiana di nefrologia pone delle linee guida per la terapia dell’insufficienza renale cronica.
Per i pazienti che soffrono di insufficienza renale cronica la modulazione della dieta è di fondamentale importanza, in quanto può ridurre la quantità di medicinali presi e stabilizzare la situazione.
Le regole d'oro da seguire sono:
Si consiglia, quindi, di fare una dieta a base di pasta e riso e cercare nei negozi specializzati i cibi aproteici. La carne è consentita, basta che sia magra, come pollo o tacchino, lo stesso discorso vale per il pesce. Dare spazio a frutta e verdura, diminuendo, però l'utilizzo dei legumi. Bere molta acqua ed evitare gli alcolici ed il caffè.
In presenza di una insufficienza renale cronica i reni perdono la capacità di controllare il bilancio idrico con conseguente ritenzione dei liquidi e formazione di edemi. Per ridurre la ritenzione occorre non solo diminuire il sale, ma assumere diuretici e controllare la quantità di liquidi introdotti. Il soggetto con insufficienza renale deve bere secondo lo stimolo della sete senza bere molto per cercare di aumentare la diuresi.
Durante il decorso della patologia si possono usare diversi tipi di farmaci, per far fronte alle differenti complicanze che si verificano:
Un gruppo di ricercatori (Jafar T, Schmid C, Landa M, Giatras I, Toto R, Remuzzi G, Maschio G, Brenner BM, Kamper A, Zucchelli P, Becker G, Himmelman A, Bannister K, Landais P, Shahnifar S, de Jong P, de Zeeuw D, Lau J, Levey A) hanno effettuato vari studi, pubblicati
sulla rivista Annals of Internal Medicine nel 2001 per trovare nuove strategie volte a ridurre l’evoluzione dell’insufficienza renale.
I risultati degli 11 studi esaminati hanno dimostrato che gli ACE-inibitori (farmaci utilizzati per il controllo della pressione arteriosa) rallentano la progressione dell’insufficienza renale cronica e riducono del 30/40% il rischio di arrivare all'insufficienza renale terminale e la necessità di dialisi.
Oltre all'alimentazione anche dei rimedi, a base di piante, possono essere utili per stabilizzare l’insufficienza renale cronica, migliorando la situazione e ritardando quanto più possibile il trapianto. Le piante da inserire nella propria routine quotidiana sono:
Anche l’omeopatia può giovare ai reni, però, è bene scegliere i rimedi giusti: sarà un omeopata che consiglierà il prodotto più adatto alla persona, conoscendo il suo carattere e le sue inclinazioni. Affinché una terapia omeopatica sia efficace non deve durare meno di 30 giorni, alcune di esse sono di mantenimento, per prevenire le alterazioni dei reni, in questo caso si può usare il Solidago compositum. Quest’ ultima dicitura sta ad indicare che in questo prodotto sono presenti in maniera combinata più rimedi, la posologia classica sono 20 gocce 3 volte al giorno.
Altre invece servono a combattere l'infiammazione in corso. Si usano vari rimedi combinati, somministrati 3 volte al giorno, come:
Per contrastare le recidive bisogna prendere:
Se si soffre di insufficienza renale cronica, quindi, bisogna regolare i propri stili di vita: mangiando controllato ed usando farmaci appropriati, per rallentare il decadimento degli organi.
Quando la insufficienza renale non può essere tenuta sotto controllo in quanto la funzionalità renale è ridotta oltre al 90% occorre ricorrere alla dialisi che è che una "pulizia" del sangue fatta con appositi macchinari volta ad eliminare le scorie ed i liquidi in eccesso dall'organismo.
La dialisi dura circa 4 ore e deve essere ripetuta 3 volte a settimana.
Esistono due tipologie di dialisi:
La valutazione del tipo di dialisi spetta al medico che tiene conto di diversi fattori, compreso lo stile di vita del paziente.
In ogni caso l'emodialisi è sconsigliata in soggetti che hanno subito un intervento addominale di recente.
La dialisi peritoneale è consigliata ai soggetti che hanno una pressione arteriosa che varia frequentemente.
Il medico decide di sottoporre il paziente a dialisi quando si presenta:
La dialisi, comunque non è in grado di sostituire completamente tutte le funzioni renali, l’unica cosa che possa far riacquistare in toto le funzioni è il trapianto renale.
Quest' ultimo, come si è visto in moderni studi, ha un'alta percentuale di riuscita soprattutto nei pazienti con un’età superiore ai 60 anni, nei quali la concentrazione dei globuli bianchi, è minore; in questo modo si minimizzano le possibilità di rigetto.
Attualmente il trapianto e la dialisi sono molto sicuri e garantiscono una ripresa veloce dalla buona salute. Molti dei problemi legati al trapianto dell’organo sono, infatti, stati risolti e l’unico vero problema rimane quello della reperibilità dell’organo.
L'insufficienza renale cronica, nella maggior parte dei casi, progredisce indipendentemente dal trattamento.
Tuttavia se non viene trattata l'insufficienza renale cronica diventa mortale. La sopravvivenza si protrae per diversi mesi e poi diventa insufficienza renale terminale.
II pazienti con insufficienza renale ai primi stadi possono sopravvivere diversi anni, mentre quelli con grave insufficienza renale, anche se trattati con dialisi, muore nell'arco di 5/10 anni.
Quando i valori dell’insufficienza renale cronica hanno raggiunto il IV stadio e vi è una grave riduzione della velocità di filtrazione glomerulare, vi è un coinvolgimento di molti organi ma nonostante ciò la legge 104 difficilmente prevede l’assegnazione di un’invalidità totale al 100%.
Tale invalidità è prevista solo con insufficienza renale cronica con dialisi e complicazioni quali cardiopatie, anemie o neuropatia.
Di seguito riportiamo un breve elenco dei principali centri italiani che offrono informazioni ed assistenza ai malati di insufficienza renale cronica:
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